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25
marzo 2009
in fumo_mostre Sergio Toppi. Il segno della Storia Bologna, Museo Civico Archeologico
in fumo
Un viaggio alle estremità del globo. Tra i dervisci del Mahdi e le terre infuocate del Sudan, passando per le isole del Pacifico e le paludi della Florida. In compagnia di eroi dei fumetti e personaggi della storia. Sempre in bilico fra realtà e fantasia...
In occasione della terza edizione del Bilbolbul, il Festival Internazionale di fumetti, Bologna rende omaggio a Sergio Toppi (Milano, 1932), disegnatore italiano tra i più celebri viventi, con un’esposizione antologica e un convegno di studi. Oltre duecento opere fra tavole e illustrazioni testimoniano la carriera dell’autore, dagli esordi sulle pagine del “Corriere dei Piccoli” fino alle collaborazioni con riviste come “Linus” e “L’Eternauta”.
Avventura e storia, realtà e finzione si sovrappongono nelle tavole di Sergio Toppi, creando atmosfere dove il tempo appare sospeso, immobile, eterno e la leggenda si mescola alla verità storica. I personaggi, ritratti in una fissità ieratica, guardano lo spettatore fissandolo negli occhi; il disegno attua un vero e proprio sconfinamento, uscendo dai bordi stretti delle tavole per riappropriarsi dello spazio circostante.
Quello di Toppi è un fumetto che trascende il realismo, pur servendosi di un disegno estremamente dettagliato e preciso. Qualcuno ha parlato di Realismo magico o fantastico, termine applicato all’opera di Dino Buzzati, di cui Toppi ha apprezzato moltissimo il lavoro. Il segno, forte e carico, sembra incidersi sulle tavole, in una maniera che risulta inconfondibile: Toppi utilizza il pennino proprio come fosse un bulino, creando immagini che vivono nella pagina come bassorilievi.
Le innovazioni stilistiche di Toppi, a partire da una nuova visione compositiva che lo ha portato a esiti di estrema raffinatezza nel dialogo tra vuoti e pieni, tra bianchi e neri, si manifestano sulle superfici disegnate, mostrando ascendenze comprese tra la raffinatezza di Klimt e l’espressionismo di Schiele, passando per le acqueforti di Max Klinger.
Vera protagonista della rassegna bolognese è la storia, fatta di episodi bellici, rivisitazioni di personaggi ed eventi riscritti alla luce di leggende e racconti misteriosi. Per esaltare questo nodo tematico della poetica di Toppi non si poteva trovare sede migliore del Museo Archeologico. Alcune tavole sono addirittura inserite come rari cammei all’interno delle vetrine del museo, tra corredi funebri provenienti dalle necropoli italiane e reperti archeologici di vario genere.
Il Collezionista di Toppi – unico personaggio seriale creato dall’autore – potrebbe benissimo aggirarsi per le sale del museo, alla ricerca di nuovi tesori o di qualcosa di suo interesse tra le collezioni di antichità. Sembra quasi di vederlo, col suo completo elegante, i pantaloni scampanati, il gilet, la cravatta, l’immancabile bombetta e i camperos ai piedi mentre esamina vasi greci o preziosi monili etruschi con fare determinato. Avvertendoci: “Ottengo sempre quello che voglio”.
Avventura e storia, realtà e finzione si sovrappongono nelle tavole di Sergio Toppi, creando atmosfere dove il tempo appare sospeso, immobile, eterno e la leggenda si mescola alla verità storica. I personaggi, ritratti in una fissità ieratica, guardano lo spettatore fissandolo negli occhi; il disegno attua un vero e proprio sconfinamento, uscendo dai bordi stretti delle tavole per riappropriarsi dello spazio circostante.
Quello di Toppi è un fumetto che trascende il realismo, pur servendosi di un disegno estremamente dettagliato e preciso. Qualcuno ha parlato di Realismo magico o fantastico, termine applicato all’opera di Dino Buzzati, di cui Toppi ha apprezzato moltissimo il lavoro. Il segno, forte e carico, sembra incidersi sulle tavole, in una maniera che risulta inconfondibile: Toppi utilizza il pennino proprio come fosse un bulino, creando immagini che vivono nella pagina come bassorilievi.
Le innovazioni stilistiche di Toppi, a partire da una nuova visione compositiva che lo ha portato a esiti di estrema raffinatezza nel dialogo tra vuoti e pieni, tra bianchi e neri, si manifestano sulle superfici disegnate, mostrando ascendenze comprese tra la raffinatezza di Klimt e l’espressionismo di Schiele, passando per le acqueforti di Max Klinger.
Vera protagonista della rassegna bolognese è la storia, fatta di episodi bellici, rivisitazioni di personaggi ed eventi riscritti alla luce di leggende e racconti misteriosi. Per esaltare questo nodo tematico della poetica di Toppi non si poteva trovare sede migliore del Museo Archeologico. Alcune tavole sono addirittura inserite come rari cammei all’interno delle vetrine del museo, tra corredi funebri provenienti dalle necropoli italiane e reperti archeologici di vario genere.
Il Collezionista di Toppi – unico personaggio seriale creato dall’autore – potrebbe benissimo aggirarsi per le sale del museo, alla ricerca di nuovi tesori o di qualcosa di suo interesse tra le collezioni di antichità. Sembra quasi di vederlo, col suo completo elegante, i pantaloni scampanati, il gilet, la cravatta, l’immancabile bombetta e i camperos ai piedi mentre esamina vasi greci o preziosi monili etruschi con fare determinato. Avvertendoci: “Ottengo sempre quello che voglio”.
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mostra visitata il 7 marzo 2009
la rubrica in fumo è diretta da gianluca testa
dal 5 marzo al 12 aprile 2009
Sergio Toppi – Il segno della Storia
Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio, 2 – 40124 Bologna
Orario: da martedì a giovedì ore 10-15; da venerdì a domenica e festivi ore 10-18.30
Ingresso libero
Catalogo Balckvelvet a cura di Hamelin
Info: tel. +39 051233401; bilbolbul@hamelin.net; www.bilbolbul.net
[exibart]