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May Hands – Freschissimi
La mostra comprende un’installazione e una nuova serie di dipinti e sculture create dall’artista durante la sua residenza estiva nella città di Roma.
Comunicato stampa
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L’appropriazione di oggetti urbani estrapolati dal quotidiano ha sempre caratterizzato il contenuto del lavoro di May Hands. Tramite questi materiali, l’artista riflette criticamente sull’ambiente che la circonda con lo stesso atteggiamento di un outsider, sebbene proveniente da una simile cultura di matrice europea. In 'Freschissimi', questa istanza critica prende la forma di una riflessione personale sui segni visuali del materialismo contemporaneo e dei suoi scenari urbani, e la sua ricontestualizzazione traduce questa riflessione in un’ampia gamma di risultati tutti visibili in questa mostra.
La serie di lavori esposti nella stanza principale della galleria inglobano gli elementi superflui che ricorrono nei nostri quotidiani transiti urbani e rituali di consumo. Qualcosa di così umile e contingente come la carta da imballo per alimenti registra segni e gesti fortuiti e casuali, che provengono sia dall’uso rozzo dei consumatori che dalle azioni e consuetudini della pratica artistica di May. Questi lavori sviluppano ancora di più questo elemento di contingenza e temporalità, anche attraverso l’installazione che li accompagna: la sua struttura, i suoi colori e la forma rispecchia e al contempo ridefinisce i dipinti sul muro opposto.
L’interrogazione sulla vita e il destino degli oggetti, e su come tirare fuori la bellezza da ciò che viene scartato, prende una piega ancora più radicale nell’ultima stanza della galleria. Una nuova serie di sculture è stata creata dai calchi di secchi contenenti gli stessi residui urbani che inabitano anche le tele. Realizzati secondo lo stesso approccio tramite cui sono stati creati i dipinti, benché assumendo forma scultorea, questi lavori introducono l’elemento di casualità in quanto l’attitudine volontariamente approssimativa nel controllare pienamente il processo di modellazione del gesso, e il comportamento dei materiali addizionali, viene perentoriamente esposta negli strati che compongono la scultura.
In tutte le declinazioni della sua pratica artistica, May Hands espone sottilmente le varie caratteristiche della materialità delle cose, ed indaga nuove forme e nuove apparenze. Questa gamma di possibilità implica un’estetica che celebra la fragilità, la sensualità del colore e superfici completamente trasformate. A questi elementi viene data nuova vita, così da formare un discorso antropologico sulla natura della società contemporanea, proprio mentre una rinnovata consapevolezza ambientale mette alla prova il progetto capitalista.
La serie di lavori esposti nella stanza principale della galleria inglobano gli elementi superflui che ricorrono nei nostri quotidiani transiti urbani e rituali di consumo. Qualcosa di così umile e contingente come la carta da imballo per alimenti registra segni e gesti fortuiti e casuali, che provengono sia dall’uso rozzo dei consumatori che dalle azioni e consuetudini della pratica artistica di May. Questi lavori sviluppano ancora di più questo elemento di contingenza e temporalità, anche attraverso l’installazione che li accompagna: la sua struttura, i suoi colori e la forma rispecchia e al contempo ridefinisce i dipinti sul muro opposto.
L’interrogazione sulla vita e il destino degli oggetti, e su come tirare fuori la bellezza da ciò che viene scartato, prende una piega ancora più radicale nell’ultima stanza della galleria. Una nuova serie di sculture è stata creata dai calchi di secchi contenenti gli stessi residui urbani che inabitano anche le tele. Realizzati secondo lo stesso approccio tramite cui sono stati creati i dipinti, benché assumendo forma scultorea, questi lavori introducono l’elemento di casualità in quanto l’attitudine volontariamente approssimativa nel controllare pienamente il processo di modellazione del gesso, e il comportamento dei materiali addizionali, viene perentoriamente esposta negli strati che compongono la scultura.
In tutte le declinazioni della sua pratica artistica, May Hands espone sottilmente le varie caratteristiche della materialità delle cose, ed indaga nuove forme e nuove apparenze. Questa gamma di possibilità implica un’estetica che celebra la fragilità, la sensualità del colore e superfici completamente trasformate. A questi elementi viene data nuova vita, così da formare un discorso antropologico sulla natura della società contemporanea, proprio mentre una rinnovata consapevolezza ambientale mette alla prova il progetto capitalista.