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Marta Gierut – Poesie e Opere
A dieci anni dalla scomparsa, il Comitato Archivio artistico-documentario Gierut, grazie alla Fondazione “La Versiliana”, ricorda la figura di Marta Gierut – versatile e sensibilissima creativa – autrice di un gran numero di liriche e di opere d’arte, alcune delle quali poco note, che ne illustrano il rapido e luminoso percorso
Comunicato stampa
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La retrospettiva si terrà nello spazio “Green House” de “La Versiliana” con liriche, sculture, dipinti e disegni dell'Artista, nonché fotografie che La ritraggono eseguite in gran parte da Emanuele Bertoni (Jesus Baker) e Daniele Bertoni
Giovedì 2 Luglio ore 18,00.
Dal 2 al 12 luglio 2015. Orario 16,30-22,30. Ingresso libero. www.gierut.it
Fondazione La Versiliana-Viale Morin n°16-Marina di Pietrasanta (Lucca).
*
A dieci anni dalla scomparsa, il Comitato Archivio artistico-documentario Gierut, grazie alla Fondazione “La Versiliana”, ricorda la figura di Marta Gierut – versatile e sensibilissima creativa – autrice di un gran numero di liriche e di opere d'arte, alcune delle quali poco note, che ne illustrano il rapido e luminoso percorso. Non servono eccessive parole per dire di Lei, comunque, senza farne una classifica, e a caso, è perlomeno opportuno citare qualche stralcio tra i tanti che ne hanno scritto.
Roberto Valcamonici: “Il messaggio più autentico che promana dall'intera opera di Marta è quello di credere che se la felicità può essere raggiunta, essa dipende dalla capacità che ognuno di noi manifesta di salvare l'infinita complessità del proprio mondo interiore. Tutta la sua opera fondata sulla consapevolezza che la solitudine è un silenzio che va ascoltato, perché è una forza misteriosamente generatrice capace di offrire la possibilità di trovare il vero significato del nostro vivere”.
Rosangela Mura: “Amo la vita – dice – della morte non ho paura”. Bella, profonda consapevolezza, che unisce i due poli restituendoli naturalmente all’esistenza. Perché non è la quantità di tempo trascorso che definisce una vita e il suo valore. Come quella di un fiore o di una farfalla, anche una vita umana è perfettamente compiuta, pur nella sua brevità, se “ha saggiato il frutto al rinnovarsi delle stagioni”, se ha attraversato intensamente tutto il tempo che le era dovuto”.
Giovanni Faccenda: “Marta, oggi, sopravvive nelle sue opere e, in modo particolare, in queste liriche nelle quali, flebile e lontana, pare di riascoltare la sua stessa voce. Versi scritti, anzi, composti (specialmente le poesie di Donna, amicizia, amore), in modo da realizzare visivamente altre sculture essenziali, nella loro particolare forma, come quelle, inconfondibili, di Giacometti”.
Manlio Cancogni: “A prima vista si leggono come degli appunti che più tardi saranno sviluppati in forma compiuta. Ma è un errore, e ben presto, andando avanti nella lettura, ci si accorge che questi rapidi appunti che di rado o mai si sviluppano sono essi stessi “la poesia””.
Marilena Cheli Tomei: “Non occorre il suono della voce, le parole scaturiscono dai tuoi occhi immensi più che dalle labbra chiuse al sorriso. Il tuo sguardo, come dicevano i poeti provenzali, possiede il dono di penetrare, catturare i miei occhi e avvincerli con fili invisibili per parlare senza voce umana”.
Bruna Nizzola: “Incontrare Marta attraverso le sue liriche è come essere ghermiti da un turbine di parole. Dapprima è la danza leggera di foglie sollevate da un refolo autunnale che poi diviene vento di tempesta e trascina il lettore in un vorticare, solo apparentemente scomposto, di significanti, pensieri, suggestioni.
Le parole s'intrecciano, si scontrano, si sovrappongono, a volte si ripetono ossessive, si specchiano l'una nell'altra. Poi si posano, ciascuna nel giusto incastro di un magico puzzle che diventa poesia: alta Poesia”.
Milena Buzzoni: “Ma scrittura e pittura vivono dello stesso slancio emotivo, tanto da trovare a volte gli stessi titoli a liriche e disegni: così il tema della solitudine, i ricordi d'infanzia e gli autoritratti diventano motivi ispiratori in entrambi i campi. Gli autoritratti, in particolare, rivelano una ricorrente ricerca di se stessi in quell'ansia d'identità che caratterizza le crescite più tormentate. I suoi occhi, più che verso l'osservatore, sono rivolti alla propria interiorità, sono sguardi densi che cercano risposte, che scrutano il mistero dell'esistere”.
Alberto Bongini: “Mi manca molto, Marta, lo scrivo in tono confidenziale.
L'ho conosciuta nell'estate 2004, un anno prima della sua dipartita in cielo: me la immagino intenta, ora, a modellare teste e busti di santi, angeli e cherubini con piena serenità e gioia, capace com'era di sorprendere e colpire i sensi con il suo talento.
Ne aveva tanto, ed è possibile ammirarlo in tutte le sue specificità: poesia, scultura e pittura, oltreché disegno, in tutte ha lasciato un segno.
Personalmente custodisco ricordi preziosi, momenti di scambio emotivo e concettuale; ora solo il tempo svelerà la profonda portata della sua precoce testimonianza.
Grazie, Marta, di avere avuto il privilegio di sfiorare la tua anima pura”.
Giovedì 2 Luglio ore 18,00.
Dal 2 al 12 luglio 2015. Orario 16,30-22,30. Ingresso libero. www.gierut.it
Fondazione La Versiliana-Viale Morin n°16-Marina di Pietrasanta (Lucca).
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A dieci anni dalla scomparsa, il Comitato Archivio artistico-documentario Gierut, grazie alla Fondazione “La Versiliana”, ricorda la figura di Marta Gierut – versatile e sensibilissima creativa – autrice di un gran numero di liriche e di opere d'arte, alcune delle quali poco note, che ne illustrano il rapido e luminoso percorso. Non servono eccessive parole per dire di Lei, comunque, senza farne una classifica, e a caso, è perlomeno opportuno citare qualche stralcio tra i tanti che ne hanno scritto.
Roberto Valcamonici: “Il messaggio più autentico che promana dall'intera opera di Marta è quello di credere che se la felicità può essere raggiunta, essa dipende dalla capacità che ognuno di noi manifesta di salvare l'infinita complessità del proprio mondo interiore. Tutta la sua opera fondata sulla consapevolezza che la solitudine è un silenzio che va ascoltato, perché è una forza misteriosamente generatrice capace di offrire la possibilità di trovare il vero significato del nostro vivere”.
Rosangela Mura: “Amo la vita – dice – della morte non ho paura”. Bella, profonda consapevolezza, che unisce i due poli restituendoli naturalmente all’esistenza. Perché non è la quantità di tempo trascorso che definisce una vita e il suo valore. Come quella di un fiore o di una farfalla, anche una vita umana è perfettamente compiuta, pur nella sua brevità, se “ha saggiato il frutto al rinnovarsi delle stagioni”, se ha attraversato intensamente tutto il tempo che le era dovuto”.
Giovanni Faccenda: “Marta, oggi, sopravvive nelle sue opere e, in modo particolare, in queste liriche nelle quali, flebile e lontana, pare di riascoltare la sua stessa voce. Versi scritti, anzi, composti (specialmente le poesie di Donna, amicizia, amore), in modo da realizzare visivamente altre sculture essenziali, nella loro particolare forma, come quelle, inconfondibili, di Giacometti”.
Manlio Cancogni: “A prima vista si leggono come degli appunti che più tardi saranno sviluppati in forma compiuta. Ma è un errore, e ben presto, andando avanti nella lettura, ci si accorge che questi rapidi appunti che di rado o mai si sviluppano sono essi stessi “la poesia””.
Marilena Cheli Tomei: “Non occorre il suono della voce, le parole scaturiscono dai tuoi occhi immensi più che dalle labbra chiuse al sorriso. Il tuo sguardo, come dicevano i poeti provenzali, possiede il dono di penetrare, catturare i miei occhi e avvincerli con fili invisibili per parlare senza voce umana”.
Bruna Nizzola: “Incontrare Marta attraverso le sue liriche è come essere ghermiti da un turbine di parole. Dapprima è la danza leggera di foglie sollevate da un refolo autunnale che poi diviene vento di tempesta e trascina il lettore in un vorticare, solo apparentemente scomposto, di significanti, pensieri, suggestioni.
Le parole s'intrecciano, si scontrano, si sovrappongono, a volte si ripetono ossessive, si specchiano l'una nell'altra. Poi si posano, ciascuna nel giusto incastro di un magico puzzle che diventa poesia: alta Poesia”.
Milena Buzzoni: “Ma scrittura e pittura vivono dello stesso slancio emotivo, tanto da trovare a volte gli stessi titoli a liriche e disegni: così il tema della solitudine, i ricordi d'infanzia e gli autoritratti diventano motivi ispiratori in entrambi i campi. Gli autoritratti, in particolare, rivelano una ricorrente ricerca di se stessi in quell'ansia d'identità che caratterizza le crescite più tormentate. I suoi occhi, più che verso l'osservatore, sono rivolti alla propria interiorità, sono sguardi densi che cercano risposte, che scrutano il mistero dell'esistere”.
Alberto Bongini: “Mi manca molto, Marta, lo scrivo in tono confidenziale.
L'ho conosciuta nell'estate 2004, un anno prima della sua dipartita in cielo: me la immagino intenta, ora, a modellare teste e busti di santi, angeli e cherubini con piena serenità e gioia, capace com'era di sorprendere e colpire i sensi con il suo talento.
Ne aveva tanto, ed è possibile ammirarlo in tutte le sue specificità: poesia, scultura e pittura, oltreché disegno, in tutte ha lasciato un segno.
Personalmente custodisco ricordi preziosi, momenti di scambio emotivo e concettuale; ora solo il tempo svelerà la profonda portata della sua precoce testimonianza.
Grazie, Marta, di avere avuto il privilegio di sfiorare la tua anima pura”.
02
luglio 2015
Marta Gierut – Poesie e Opere
Dal 02 al 12 luglio 2015
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
PARCO E VILLA DELLA VERSILIANA
Pietrasanta, Viale Edgar Morin, 16, (Lucca)
Pietrasanta, Viale Edgar Morin, 16, (Lucca)
Orario di apertura
16,30-22,30
Vernissage
2 Luglio 2015, h 18
Sito web
www.gierut.it
Autore