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Piazza dell’Immaginario
Piazza dell’Immaginario è un progetto che nasce nel 2014 dalla volontà di rendere migliore e più accogliente il quartiere dove Dryphoto arte contemporanea ha sede e nel quale é condensata,in una piccola superficie,un’ampia diversità di culture, realtà, ambienti socioeconomici, interessi e necessità.
Comunicato stampa
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MOSTRA
/ Piazza dell’Immaginario
/ Sede: via Bonicoli, via Filzi, via Mameli, via Giordano, via Pistoiese, Prato
/ Date: venerdì 26 giugno 2015, ore 18:00
Artisti: Francis Alÿs, Olivo Barbieri, Bianco-Valente, Pantani-Surace, Bert Theis
Piazza: progetto [chì-na], sviluppato da Cosimo Balestri, Emanuele Barili, Olivia Gori, Alberto Gramigni
Partner del progetto: Associna e Prato Didattica
In collaborazione con: Regione Toscana; Comune di Prato; Camera di Commercio di Prato; Associazione d’Amicizia dei Cinesi di Prato; ASM Ambiente Servizi Mobilità, Prato; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci nell’ambito del progetto regionale: “Cantiere Toscana Contemporanea”; Ordine degli Architetti di Prato; Supermercati Pam Panorama; Circolo Curiel, Prato, Vannucci Piante, Endiasfalti S.p.A.
Piazza dell’Immaginario è un progetto che nasce nel 2014 dalla volontà di rendere migliore e più accogliente il quartiere dove Dryphoto arte contemporanea ha sede e nel quale é condensata, in una piccola superficie, un’ampia diversità di culture, realtà, ambienti socioeconomici, interessi e necessità. Nell’edizione 2015 opere di Francis Alÿs, Olivo Barbieri, Bianco-Valente, Pantani-Surace e Bert Theis si aggiungeranno ai lavori di Andrea Abati, Gabriele Basilico, Bleda y Rosa e del gruppo R.E.P. Revolutionary Experimental Space installati nel 2014. Il percorso espositivo si estende nel quartiere e occupa nuovi spazi attraverso installazioni permanenti, interventi site-specific e azioni.
Dalla necessità di una visione multidisciplinare, fondamentale per la comprensione della nostra epoca, nasce l’idea del convegno Immaginare le Chinatown – Letteratura della diaspora che anticiperà l’inaugurazione del nuovo percorso espositivo e vedrà tra i relatori intellettuali e personalità internazionali e nazionali.
La contaminazione fra diverse discipline e l’azione al di fuori degli spazi deputati sono alcune delle caratteristiche della nostra epoca e allora può accadere, come in questo caso, che un progetto di arte contemporanea abbia come spazio di lavoro lo spazio pubblico, sia accompagnato da interventi in ordine al decoro e all’arredo urbano e intercetti quei cittadini interessati a compiere azioni che hanno come fine il miglioramento del contesto che li circonda producendo un vantaggio per tutta la città.
Interrogarsi sull’immaginario che abbiamo della cultura orientale, su quello che gli orientali hanno di quella occidentale, sull’immaginario che abbiamo della migrazione, come pensiamo le realtà altrui e come le immagini confermano queste realtà in un momento determinato, sono alcune delle sfide con le quali ci siamo misurati dalla partenza del progetto.
In questo anno, costante è stato l’interesse di offrire altri racconti possibili di quello che è il quartiere, di ciò che quotidianamente vi accade e dell’uso che gli abitanti fanno dello spazio pubblico da quando è nato il progetto: l’azione degli artisti Pantani-Surace che hanno coinvolto il pubblico/abitanti per la creazione della loro opera, la condivisione delle informazioni sulla mostra attraverso diversi video in lingua cinese raggiungibili da codici QR, l’occupazione di spazi dedicati alla pubblicità per annunciare le tappe del progetto, l’utilizzo di Piazza dell’Immaginario per concerti e presentazioni di libri.
Ora, nel 2015, dopo un anno di convivenza con le immagini degli artisti che hanno partecipato lo scorso anno, si dà continuazione al progetto attraverso la partecipazione di nuovi artisti che con le loro opere diventano parte di questa sfida per fare bellezza ma anche creare relazioni, produrre affetti, cultura, tessuto sociale, divertirsi, condividere esperienze.
MOSTRA
Piazza dell’Immaginario
Attraverso l’installazione permanente di opere site-specific e fotografie di grande formato stampate su PVC, il tessuto urbano si trasforma e con esso le aspettative, i ricordi e i desideri legati agli spazi coinvolti.
In questa edizione opere di Olivo Barbieri, Bianco-Valente, Pantani-Surace, Francis Alÿs e Bert Theis si aggiungeranno ai lavori di Andrea Abati, Gabriele Basilico, Bleda y Rosa e del gruppo R.E.P. Revolutionary Experimental Space installati nel 2014.
Il percorso espositivo si estende nel quartiere e occupa nuovi spazi in zone limitrofe al primo intervento, sviluppando i concetti proposti e indagati nella scorsa edizione.
Il racconto curatoriale è iniziato con la scelta di opere fotografiche che raccontano di spazi pubblici nei quali è l’azione diretta degli abitanti a trasformare quegli stessi spazi in luoghi di relazione e di condivisione: un ballo in piazza (Gabriele Basilico), giocare a calcio in una struttura quasi improvvisata (Bleda y Rosa), ricavare un piccolo giardino in uno luogo devastato da un terremoto (Andrea Abati). La narrazione si conclude ora con Mantova, 1980, di Olivo Barbieri: di nuovo, uno spazio che viene trasformato dall’uso che nel quotidiano ne fanno le persone che lo frequentano, la neve nasconde un campo di calcio di un oratorio a ridosso dell’argine del fiume, sullo sfondo automobiline dismesse di un autoscontro.
Si occupano poi i nuovi spazi di via Goffredo Mameli, dove Bianco-Valente realizzano Come il vento, un’opera site-specific. Un lavoro che ha richiesto un sopralluogo in città degli artisti per conoscere e visitare la realtà del quartiere Macrolotto Zero e di Piazza dell’Immaginario.
Si dà inizio inoltre a una serie di interventi che individuano una nuova piazza in via Umberto Giordano, dove saranno installate fotografie di grande formato stampate su PVC che documentano azioni e interventi che fanno parte di progetti sviluppati da artisti la cui riflessione nasce da interessi e intenti simili a quelli che hanno dato vita a Piazza dell’Immaginario.
Da una parte Growing House, di Bert Theis, che ci riporta a un suo lavoro realizzato a Shenzhen in Cina nel 2004. Theis, curatore anche del progetto Isola Art Center, realizza architetture/strutture dedicate a promuovere un’esperienza rispettosa dello spazio nel quale si trova a lavorare, tenendo sempre in considerazione il fine, mai commerciale, dello spazio stesso.
Mostrare la bellezza della città senza trucchi è anche una parte della proposta dell’opera Paradox of the Praxis I (Sometimes Doing Something Leads to Nothing) di Francis Alÿs, una fotografia che documenta l’azione svolta dall’artista nel 1997 a Città del Messico. Alÿs spinge un grande blocco di ghiaccio da un punto all’altro della città creando una situazione paradossale dovuta all’impossibilità di compiere con successo la sua azione, osservata e condivisa dalle persone che si trovano via via con lui.
Infine, Pantani-Surace propongono un’immagine di documentazione dell’azione La responsabilità dei cieli e delle altezze svoltasi in Piazza dell’Immaginario nel 2014. Un lavoro che parte dall’idea che la piazza non appartiene al luogo, ma a coloro che la vivono: l’azione, infatti, è accaduta lì, nella nostra piazza, insieme ai residenti/partecipanti che hanno prodotto il messaggio collettivo “ti amo” in lingua cinese, usando la tecnica della xilografia. Una struttura appositamente realizzata ha permesso loro di imprimere i caratteri saltellando e ballando sulla matrice. Questi tre ideogrammi stampati su carta sono appartenuti alla piazza (via Fabio Filzi) finché il passare del tempo e la meteorologia lo hanno permesso. L’immagine che presentiamo è una traccia dell’azione e ci permette di creare legami con il progetto e con il territorio dove è avvenuta, a riprova di come lo status e il valore di opera d’arte siano il momento di relazione e partecipazione creato durante l’azione.
PIAZZA
Nella prima parte del progetto nel 2014 abbiamo deciso di incontrare le persone e abbiamo lavorato su uno dei luoghi più frequentati della nostra città, quest’anno interveniamo anche in uno spazio adibito solamente a parcheggio, tollerato ma non autorizzato. Nell’ottica di recuperare qualsiasi porzione di territorio residua all’interno del quartiere, abbiamo chiesto la collaborazione di una associazione di nuova costituzione, [chì-na], per progettare e realizzare il design di una vera e propria piazza. Il progetto è sviluppato dagli architetti Cosimo Balestri, Emanuele Barili, Olivia Gori, Alberto Gramigni.
DIDATTICA
La sezione didattica è un organo di formazione flessibile con base in Piazza dell’Immaginario e un programma di attività lungo l’intero percorso espositivo. Nei mesi di luglio e agosto sono previsti walking tour, passeggiate itineranti che introdurranno alle opere e agli artisti presenti, fornendo anche un orientamento e una conoscenza del peculiare contesto urbano che integra e ospita il progetto, e laboratori didattici per bambini e famiglie, finalizzati ad avvicinare i bambini e i ragazzi alle tecniche e alle ricerche intraprese da ciascuno degli artisti presenti nel percorso espositivo.
Laboratori didattici per bambini e famiglie.
Date previste: mese di luglio nei giorni di sabato 4-11-18-25 / mese di agosto nei giorni di sabato 1-8-22-29 Orario: 10.00-12.00
Walking tour / visite guidate per adulti
Date previste: mese di luglio nei giorni di sabato 4 e 18 / mese di agosto nei giorni di sabato 1 e 22
Orario: 18.45-20.15
BIOGRAFIE ARTISTI 2015
Francis Alÿs (Anversa, Belgio, 1959) vive e lavora a Città del Messico dal 1986. Nella sua pratica artistica, che vede l’utilizzo di diversi media, è fondamentale il suo essere wanderer, viaggiatore che indaga la società mettendone in risalto valori e contraddizioni, sempre con una prospettiva altra rispetto a quella ufficiale e canonica, e sempre con coerenza tra i suoi progetti artistici e la sua condizione di vita. Tra le più importanti istituzioni internazionali che hanno esposto le sue opere ricordiamo: Wiels, Bruxelles; Tate Modern, Londra; The Renaissance Society, Chicago; Hammer Museum, Los Angeles; Portikus, Frankfurt; MALBA, Buenos Aires; Kunstmuseum Wolfsburg; Musée d’Art Contemporain, Avignone; Centro Nazionale per le Arti Contemporanee, Roma (poi alla Kunsthaus di Zurigo e al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid); MoMA, New York e Or Gallery, Vancouver, Canada. Nel 2012, in occasione di dOCUMENTA 13, Alÿs ha esposto a Kabul, tra le rovine del Cinema Behzad riaperto appositamente, il film REEL-UNREEL, fulcro anche della personale che il MADRE di Napoli ha dedicato all’artista nel 2014. Alÿs ha inoltre partecipato a numerose biennali, fra cui la Biennale di San Paolo (2010, 2004 e 1998), la Biennale di Venezia (2007, 2001 e 1999), la Biennale di Shanghai (2002), la Biennale di Istanbul (2001 e 1999) e la Biennale dell’Avana (2000 e 1994).
Olivo Barbieri (Carpi, MO, 1954) studia pedagogia all’Università di Bologna e dal 1971 intensifica il suo interesse sul linguaggio della fotografia. Realizza Flippers 1977-1978, una serie dedicata al ritrovamento di un deposito abbandonato dove si assemblavano pinball machines. Le immagini dei flipper agiscono come deposito della cultura e dell’immaginario di un’intera epoca. Partecipa a Viaggio in Italia, Bari 1984. All’inizio degli anni Ottanta inizia il progetto sull’illuminazione artificiale nella città europea e orientale. Dal 1989 viaggia abitualmente in Oriente, soprattutto in Cina, sviluppando un progetto ancora in corso sui temi del grande cambiamento in atto. Nel 1996 il Folkwang Museum di Essen gli dedica la prima retrospettiva. Nel 2003 inizia il progetto site-specific_ che coinvolge 40 città nel mondo. Le serie site-specific_ 2003-2013, Parks 2003-2014, Real Words 2008-2013, Images 1978-2007, Virtual Truths 1996-2002 e Artificial Illuminations, 1980-2014 raccolgono le sue riflessioni più significative sul rapporto tra realtà, percezione e rappresentazione. Il suo lavoro è stato esposto presso musei, istituzioni e gallerie private in Italia e all’estero; ha al suo attivo numerose pubblicazioni.
Bianco-Valente, Giovanna Bianco (Latronico, PZ, 1962) e Pino Valente (Napoli, 1967), vivono e lavorano a Napoli. Bianco-Valente iniziano il loro sodalizio artistico nel 1994. La loro eterogenea ricerca si concentra sull’analisi dei processi di percezione e definizione della realtà esterna. Attraverso astrazioni visive, video e installazioni ambientali gli artisti vanno ad indagare le dualità tra corpo e mente, realtà e immaginazione, naturale e artificiale. I loro interventi si inseriscono negli spazi evidenziandone le imperfezioni e le peculiarità architettoniche e contemporaneamente traducono la pluralità di relazioni e storie ad essi connesse. Sin dai loro esordi hanno partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero e eseguito interventi installativi per importanti istituzioni museali e spazi pubblici, come MAXXI, Roma; Museo Madre, Napoli; Triennale di Milano; Museo Nacional Reina Sofía, Madrid; Kunsthaus di Amburgo; NCCA – National Centre for Contemporary Arts, Mosca. Hanno realizzato progetti site-specific in Libano, in Marocco e a New York.
Pantani-Surace, Lia Pantani (Firenze, 1966) e Giovanni Surace (Vibo Valentia, 1964), collaborano dal 1996 e insegnano all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Tra le diverse partecipazioni: N°1, Museo Laboratorio, Città Sant’Angelo, Pescara, Working Insider, Stazione Leopolda, Firenze; Allineamenti, Trinitatiskirche, Colonia; Mobili, Nosadella due, Bologna; Una giornata particolare, luogo delle possibilità, Teatro Sant’Andrea, Pisa; Au Pair, coppie di fatto nell’arte contemporanea, Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture, Borgo Medievale di Castelbasso, Teramo; Start Point, Sun Studio 74rosso, Firenze; Inventing the memorable, Le Murate, Firenze; La responsabilità dei cieli e delle altezze, Piazza dell’Immaginario, Prato. Tra le mostre personali: Se la memoria mi dice il vero, Certosa Monumentale di Calci, Pisa; Eco e Narciso, Villar Pellice, Torino; Non spiegatemi perché la pioggia si trasforma in grandine, Galleria Nicola Fornello, Prato; Ti amo, Galleria Madder, Londra.
Bert Theis (Lussemburgo, 1952) fa parte di quella generazione di artisti, emersi nel corso degli anni Novanta, che attraverso i loro lavori hanno creato nuove possibilità per le pratiche nello spazio pubblico. I suoi lavori hanno una dimensione filosofica, sociale e politica; la maggior parte di essi è stata creata a partire da spazi specifici della città. Nel corso degli ultimi dieci anni, è stato tra gli organizzatori di due progetti a lungo termine, Isola Art Center e out-Office for Urban Transformation, entrambi riconducibili all’ambito del conflitto urbano tra gli abitanti del quartiere di Isola, il governo della città di Milano e una compagnia multinazionale statunitense. Ha partecipato a numerose manifestazioni internazionali, come la Biennale di Venezia (1995); Sculptur. Projects a Münster (1997); Arte all’Arte (1998); Manifesta (1998); Biennale di Gwangju (2002); Biennale di Tirana (2003); Biennale di Busan (2006) e Biennale di Tapei (2008).
/ Piazza dell’Immaginario
/ Sede: via Bonicoli, via Filzi, via Mameli, via Giordano, via Pistoiese, Prato
/ Date: venerdì 26 giugno 2015, ore 18:00
Artisti: Francis Alÿs, Olivo Barbieri, Bianco-Valente, Pantani-Surace, Bert Theis
Piazza: progetto [chì-na], sviluppato da Cosimo Balestri, Emanuele Barili, Olivia Gori, Alberto Gramigni
Partner del progetto: Associna e Prato Didattica
In collaborazione con: Regione Toscana; Comune di Prato; Camera di Commercio di Prato; Associazione d’Amicizia dei Cinesi di Prato; ASM Ambiente Servizi Mobilità, Prato; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci nell’ambito del progetto regionale: “Cantiere Toscana Contemporanea”; Ordine degli Architetti di Prato; Supermercati Pam Panorama; Circolo Curiel, Prato, Vannucci Piante, Endiasfalti S.p.A.
Piazza dell’Immaginario è un progetto che nasce nel 2014 dalla volontà di rendere migliore e più accogliente il quartiere dove Dryphoto arte contemporanea ha sede e nel quale é condensata, in una piccola superficie, un’ampia diversità di culture, realtà, ambienti socioeconomici, interessi e necessità. Nell’edizione 2015 opere di Francis Alÿs, Olivo Barbieri, Bianco-Valente, Pantani-Surace e Bert Theis si aggiungeranno ai lavori di Andrea Abati, Gabriele Basilico, Bleda y Rosa e del gruppo R.E.P. Revolutionary Experimental Space installati nel 2014. Il percorso espositivo si estende nel quartiere e occupa nuovi spazi attraverso installazioni permanenti, interventi site-specific e azioni.
Dalla necessità di una visione multidisciplinare, fondamentale per la comprensione della nostra epoca, nasce l’idea del convegno Immaginare le Chinatown – Letteratura della diaspora che anticiperà l’inaugurazione del nuovo percorso espositivo e vedrà tra i relatori intellettuali e personalità internazionali e nazionali.
La contaminazione fra diverse discipline e l’azione al di fuori degli spazi deputati sono alcune delle caratteristiche della nostra epoca e allora può accadere, come in questo caso, che un progetto di arte contemporanea abbia come spazio di lavoro lo spazio pubblico, sia accompagnato da interventi in ordine al decoro e all’arredo urbano e intercetti quei cittadini interessati a compiere azioni che hanno come fine il miglioramento del contesto che li circonda producendo un vantaggio per tutta la città.
Interrogarsi sull’immaginario che abbiamo della cultura orientale, su quello che gli orientali hanno di quella occidentale, sull’immaginario che abbiamo della migrazione, come pensiamo le realtà altrui e come le immagini confermano queste realtà in un momento determinato, sono alcune delle sfide con le quali ci siamo misurati dalla partenza del progetto.
In questo anno, costante è stato l’interesse di offrire altri racconti possibili di quello che è il quartiere, di ciò che quotidianamente vi accade e dell’uso che gli abitanti fanno dello spazio pubblico da quando è nato il progetto: l’azione degli artisti Pantani-Surace che hanno coinvolto il pubblico/abitanti per la creazione della loro opera, la condivisione delle informazioni sulla mostra attraverso diversi video in lingua cinese raggiungibili da codici QR, l’occupazione di spazi dedicati alla pubblicità per annunciare le tappe del progetto, l’utilizzo di Piazza dell’Immaginario per concerti e presentazioni di libri.
Ora, nel 2015, dopo un anno di convivenza con le immagini degli artisti che hanno partecipato lo scorso anno, si dà continuazione al progetto attraverso la partecipazione di nuovi artisti che con le loro opere diventano parte di questa sfida per fare bellezza ma anche creare relazioni, produrre affetti, cultura, tessuto sociale, divertirsi, condividere esperienze.
MOSTRA
Piazza dell’Immaginario
Attraverso l’installazione permanente di opere site-specific e fotografie di grande formato stampate su PVC, il tessuto urbano si trasforma e con esso le aspettative, i ricordi e i desideri legati agli spazi coinvolti.
In questa edizione opere di Olivo Barbieri, Bianco-Valente, Pantani-Surace, Francis Alÿs e Bert Theis si aggiungeranno ai lavori di Andrea Abati, Gabriele Basilico, Bleda y Rosa e del gruppo R.E.P. Revolutionary Experimental Space installati nel 2014.
Il percorso espositivo si estende nel quartiere e occupa nuovi spazi in zone limitrofe al primo intervento, sviluppando i concetti proposti e indagati nella scorsa edizione.
Il racconto curatoriale è iniziato con la scelta di opere fotografiche che raccontano di spazi pubblici nei quali è l’azione diretta degli abitanti a trasformare quegli stessi spazi in luoghi di relazione e di condivisione: un ballo in piazza (Gabriele Basilico), giocare a calcio in una struttura quasi improvvisata (Bleda y Rosa), ricavare un piccolo giardino in uno luogo devastato da un terremoto (Andrea Abati). La narrazione si conclude ora con Mantova, 1980, di Olivo Barbieri: di nuovo, uno spazio che viene trasformato dall’uso che nel quotidiano ne fanno le persone che lo frequentano, la neve nasconde un campo di calcio di un oratorio a ridosso dell’argine del fiume, sullo sfondo automobiline dismesse di un autoscontro.
Si occupano poi i nuovi spazi di via Goffredo Mameli, dove Bianco-Valente realizzano Come il vento, un’opera site-specific. Un lavoro che ha richiesto un sopralluogo in città degli artisti per conoscere e visitare la realtà del quartiere Macrolotto Zero e di Piazza dell’Immaginario.
Si dà inizio inoltre a una serie di interventi che individuano una nuova piazza in via Umberto Giordano, dove saranno installate fotografie di grande formato stampate su PVC che documentano azioni e interventi che fanno parte di progetti sviluppati da artisti la cui riflessione nasce da interessi e intenti simili a quelli che hanno dato vita a Piazza dell’Immaginario.
Da una parte Growing House, di Bert Theis, che ci riporta a un suo lavoro realizzato a Shenzhen in Cina nel 2004. Theis, curatore anche del progetto Isola Art Center, realizza architetture/strutture dedicate a promuovere un’esperienza rispettosa dello spazio nel quale si trova a lavorare, tenendo sempre in considerazione il fine, mai commerciale, dello spazio stesso.
Mostrare la bellezza della città senza trucchi è anche una parte della proposta dell’opera Paradox of the Praxis I (Sometimes Doing Something Leads to Nothing) di Francis Alÿs, una fotografia che documenta l’azione svolta dall’artista nel 1997 a Città del Messico. Alÿs spinge un grande blocco di ghiaccio da un punto all’altro della città creando una situazione paradossale dovuta all’impossibilità di compiere con successo la sua azione, osservata e condivisa dalle persone che si trovano via via con lui.
Infine, Pantani-Surace propongono un’immagine di documentazione dell’azione La responsabilità dei cieli e delle altezze svoltasi in Piazza dell’Immaginario nel 2014. Un lavoro che parte dall’idea che la piazza non appartiene al luogo, ma a coloro che la vivono: l’azione, infatti, è accaduta lì, nella nostra piazza, insieme ai residenti/partecipanti che hanno prodotto il messaggio collettivo “ti amo” in lingua cinese, usando la tecnica della xilografia. Una struttura appositamente realizzata ha permesso loro di imprimere i caratteri saltellando e ballando sulla matrice. Questi tre ideogrammi stampati su carta sono appartenuti alla piazza (via Fabio Filzi) finché il passare del tempo e la meteorologia lo hanno permesso. L’immagine che presentiamo è una traccia dell’azione e ci permette di creare legami con il progetto e con il territorio dove è avvenuta, a riprova di come lo status e il valore di opera d’arte siano il momento di relazione e partecipazione creato durante l’azione.
PIAZZA
Nella prima parte del progetto nel 2014 abbiamo deciso di incontrare le persone e abbiamo lavorato su uno dei luoghi più frequentati della nostra città, quest’anno interveniamo anche in uno spazio adibito solamente a parcheggio, tollerato ma non autorizzato. Nell’ottica di recuperare qualsiasi porzione di territorio residua all’interno del quartiere, abbiamo chiesto la collaborazione di una associazione di nuova costituzione, [chì-na], per progettare e realizzare il design di una vera e propria piazza. Il progetto è sviluppato dagli architetti Cosimo Balestri, Emanuele Barili, Olivia Gori, Alberto Gramigni.
DIDATTICA
La sezione didattica è un organo di formazione flessibile con base in Piazza dell’Immaginario e un programma di attività lungo l’intero percorso espositivo. Nei mesi di luglio e agosto sono previsti walking tour, passeggiate itineranti che introdurranno alle opere e agli artisti presenti, fornendo anche un orientamento e una conoscenza del peculiare contesto urbano che integra e ospita il progetto, e laboratori didattici per bambini e famiglie, finalizzati ad avvicinare i bambini e i ragazzi alle tecniche e alle ricerche intraprese da ciascuno degli artisti presenti nel percorso espositivo.
Laboratori didattici per bambini e famiglie.
Date previste: mese di luglio nei giorni di sabato 4-11-18-25 / mese di agosto nei giorni di sabato 1-8-22-29 Orario: 10.00-12.00
Walking tour / visite guidate per adulti
Date previste: mese di luglio nei giorni di sabato 4 e 18 / mese di agosto nei giorni di sabato 1 e 22
Orario: 18.45-20.15
BIOGRAFIE ARTISTI 2015
Francis Alÿs (Anversa, Belgio, 1959) vive e lavora a Città del Messico dal 1986. Nella sua pratica artistica, che vede l’utilizzo di diversi media, è fondamentale il suo essere wanderer, viaggiatore che indaga la società mettendone in risalto valori e contraddizioni, sempre con una prospettiva altra rispetto a quella ufficiale e canonica, e sempre con coerenza tra i suoi progetti artistici e la sua condizione di vita. Tra le più importanti istituzioni internazionali che hanno esposto le sue opere ricordiamo: Wiels, Bruxelles; Tate Modern, Londra; The Renaissance Society, Chicago; Hammer Museum, Los Angeles; Portikus, Frankfurt; MALBA, Buenos Aires; Kunstmuseum Wolfsburg; Musée d’Art Contemporain, Avignone; Centro Nazionale per le Arti Contemporanee, Roma (poi alla Kunsthaus di Zurigo e al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid); MoMA, New York e Or Gallery, Vancouver, Canada. Nel 2012, in occasione di dOCUMENTA 13, Alÿs ha esposto a Kabul, tra le rovine del Cinema Behzad riaperto appositamente, il film REEL-UNREEL, fulcro anche della personale che il MADRE di Napoli ha dedicato all’artista nel 2014. Alÿs ha inoltre partecipato a numerose biennali, fra cui la Biennale di San Paolo (2010, 2004 e 1998), la Biennale di Venezia (2007, 2001 e 1999), la Biennale di Shanghai (2002), la Biennale di Istanbul (2001 e 1999) e la Biennale dell’Avana (2000 e 1994).
Olivo Barbieri (Carpi, MO, 1954) studia pedagogia all’Università di Bologna e dal 1971 intensifica il suo interesse sul linguaggio della fotografia. Realizza Flippers 1977-1978, una serie dedicata al ritrovamento di un deposito abbandonato dove si assemblavano pinball machines. Le immagini dei flipper agiscono come deposito della cultura e dell’immaginario di un’intera epoca. Partecipa a Viaggio in Italia, Bari 1984. All’inizio degli anni Ottanta inizia il progetto sull’illuminazione artificiale nella città europea e orientale. Dal 1989 viaggia abitualmente in Oriente, soprattutto in Cina, sviluppando un progetto ancora in corso sui temi del grande cambiamento in atto. Nel 1996 il Folkwang Museum di Essen gli dedica la prima retrospettiva. Nel 2003 inizia il progetto site-specific_ che coinvolge 40 città nel mondo. Le serie site-specific_ 2003-2013, Parks 2003-2014, Real Words 2008-2013, Images 1978-2007, Virtual Truths 1996-2002 e Artificial Illuminations, 1980-2014 raccolgono le sue riflessioni più significative sul rapporto tra realtà, percezione e rappresentazione. Il suo lavoro è stato esposto presso musei, istituzioni e gallerie private in Italia e all’estero; ha al suo attivo numerose pubblicazioni.
Bianco-Valente, Giovanna Bianco (Latronico, PZ, 1962) e Pino Valente (Napoli, 1967), vivono e lavorano a Napoli. Bianco-Valente iniziano il loro sodalizio artistico nel 1994. La loro eterogenea ricerca si concentra sull’analisi dei processi di percezione e definizione della realtà esterna. Attraverso astrazioni visive, video e installazioni ambientali gli artisti vanno ad indagare le dualità tra corpo e mente, realtà e immaginazione, naturale e artificiale. I loro interventi si inseriscono negli spazi evidenziandone le imperfezioni e le peculiarità architettoniche e contemporaneamente traducono la pluralità di relazioni e storie ad essi connesse. Sin dai loro esordi hanno partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero e eseguito interventi installativi per importanti istituzioni museali e spazi pubblici, come MAXXI, Roma; Museo Madre, Napoli; Triennale di Milano; Museo Nacional Reina Sofía, Madrid; Kunsthaus di Amburgo; NCCA – National Centre for Contemporary Arts, Mosca. Hanno realizzato progetti site-specific in Libano, in Marocco e a New York.
Pantani-Surace, Lia Pantani (Firenze, 1966) e Giovanni Surace (Vibo Valentia, 1964), collaborano dal 1996 e insegnano all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Tra le diverse partecipazioni: N°1, Museo Laboratorio, Città Sant’Angelo, Pescara, Working Insider, Stazione Leopolda, Firenze; Allineamenti, Trinitatiskirche, Colonia; Mobili, Nosadella due, Bologna; Una giornata particolare, luogo delle possibilità, Teatro Sant’Andrea, Pisa; Au Pair, coppie di fatto nell’arte contemporanea, Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture, Borgo Medievale di Castelbasso, Teramo; Start Point, Sun Studio 74rosso, Firenze; Inventing the memorable, Le Murate, Firenze; La responsabilità dei cieli e delle altezze, Piazza dell’Immaginario, Prato. Tra le mostre personali: Se la memoria mi dice il vero, Certosa Monumentale di Calci, Pisa; Eco e Narciso, Villar Pellice, Torino; Non spiegatemi perché la pioggia si trasforma in grandine, Galleria Nicola Fornello, Prato; Ti amo, Galleria Madder, Londra.
Bert Theis (Lussemburgo, 1952) fa parte di quella generazione di artisti, emersi nel corso degli anni Novanta, che attraverso i loro lavori hanno creato nuove possibilità per le pratiche nello spazio pubblico. I suoi lavori hanno una dimensione filosofica, sociale e politica; la maggior parte di essi è stata creata a partire da spazi specifici della città. Nel corso degli ultimi dieci anni, è stato tra gli organizzatori di due progetti a lungo termine, Isola Art Center e out-Office for Urban Transformation, entrambi riconducibili all’ambito del conflitto urbano tra gli abitanti del quartiere di Isola, il governo della città di Milano e una compagnia multinazionale statunitense. Ha partecipato a numerose manifestazioni internazionali, come la Biennale di Venezia (1995); Sculptur. Projects a Münster (1997); Arte all’Arte (1998); Manifesta (1998); Biennale di Gwangju (2002); Biennale di Tirana (2003); Biennale di Busan (2006) e Biennale di Tapei (2008).
26
giugno 2015
Piazza dell’Immaginario
Dal 26 giugno al 31 dicembre 2015
arte contemporanea
Location
DRYPHOTO
Prato, Via Delle Segherie, 33/a, (Prato)
Prato, Via Delle Segherie, 33/a, (Prato)
Vernissage
26 Giugno 2015, ore 18:00
Autore
Curatore