06 aprile 2009

fino al 15.V.2009 Davide Bertocchi Milano, N.O. Gallery

 
Se il terzo millennio è ancora distante anni luce dal tele-trasporto, allora il progresso è un colossale flop? Nell’anno del centenario del Futurismo, che celebrava velocità e azione, sono sempre più brusche le frenate?

di

Petaflops è il racconto di una cosmogonia di piccoli grandi flop. Tracce di un progresso arrivato già stanco e invecchiato. Dopo Nicole Bachmann e Massimo Uberti, il terzo appuntamento di Project room della N.O. Gallery – nata dall’idea di mettere gli artisti in relazione con uno spazio minimo come gesto di sottrazione e riduzione estrema rispetto alle megalomanie di location vertiginosamente enormi – propone la riflessione di Davide Bertocchi (Modena, 1969; vive a Parigi e Milano).
Il percorso visivo di Petaflops, accompagnato da una suggestiva conversazione fra l’artista e Raimundas Malasauskas – scrittore e curatore che vive a New York -, dà forma a un problema che resta irrimediabilmente irrisolto: non sarà il progresso a svelarci il mistero della vita. “Fortunatamente i nostri dubbi continueranno a restare senza risposta”, dice Bertocchi. “Anche se siamo tecnologicamente molto più avanzati si ha l’impressione di non soddisfare affatto le aspettative passate e il futuro sembra un enorme flop”.
Perciò Petaflops è la messa in scena della disillusione del progresso attraverso il capovolgimento di una somma simbolica di oggetti decontestualizzati e reinterpretati alla luce di una nuova filosofia. Così in Passato-Futuro, dove una sveglia elettronica dal design anni ’70 viene modificata per non segnare più il ripetersi delle ore e dare invece “misure variabili” all’infinito, “perché la ripetizione è l’unico modo di fermare il tempo”.
Davide Bertocchi - Passato-Futuro - 2007 - sveglia elettronica anni ’70 modificata - misure variabili
Il processo di disillusione si compie ancora nelle Useless Revolutions di una palla a specchi da discoteca in versione total black, eterna memoria di una falsa velocità. Nel mezzo della “stanza dei petaflops”, centro e fulcro dell’universo, campeggia un uovo metallico – aulica citazione della Sacra Conversazione di Piero della Francesca, nucleo di un disco d’acciaio. Le fattezze sono quelle di un 33 giri, anch’esso simbolo di un progresso ormai obsoleto (Alfa e Omega (chicken – or – egg problem)), ora disco volante di un universo ancora sconosciuto, ora specchio di un futuro irrisolto: prima l’uovo o la gallina?
Penso di essere abbastanza d’accordo con le conclusioni di Aristotele”, dichiara Bertocchi, “ovvero che sia l’uccello che l’uovo siano sempre esistiti… Quindi sono gallina e uovo allo stesso tempo, o meglio mi sento metà gallina, metà uovo. Ogni lavoro giunge da entrambe le direzioni, visto che sono solo un piccolo frammento di un cerchio”.
Davide Bertocchi - Endless (Discovery) - 2009 - stampa durst lambda su carta metallica montata su dibond - cm 60x60 - ed. di 5
Lasciando la mostra, lo sguardo del visitatore incontra Endless. Ancora un rintocco dell’infinito, di quello spazio futuro che ci attende, “non davanti, alle spalle”.

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mostra visitata il 26 marzo 2009


dal 26 marzo al 15 maggio 2009
Davide Bertocchi – Petaflops
N.O. Gallery
Via Matteo Bandello, 18 (zona Magenta) – 20123 Milano
Orario: da lunedì a venerdì ore 15-19; mattina e sabato su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 024989892; +39 0243315067; press@nogallery.it; www.nogallery.it

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