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Paolo Gubinelli
opere su carta, su ceramica, su vetro, su plexiglas, su polistirolo
Comunicato stampa
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CRISTINA ACIDINI 2008
Nel continuare le sue sperimentazioni formali oscillando tra le materie preferite, la ceramica e la carta, Paolo Gubinelli raggiunge ancora una volta vette di espressività intensamente lirica. La già sommessa fisicità del supporto, la ricercatezza delle tecniche - pure presenti allo sguardo dei più avvertiti - sembrano farsi da parte come se i segni e le campiture cromatiche si creassero in aria, da sole e senza sforzo: tale è il rigore con il quale Gubinelli controlla la sua creatività, incanalando la sperimentazione entro moduli proporzionali e segrete armonie di geometrie e colori.
I contatti personali e professionali con tanti illustri colleghi, anche architetti, del Novecento si leggono in filigrana nell’opera di Gubinelli, e forse più di altre vicinanze ha contato e conta quella con Lucio Fontana, maestro come pochi altri dell’affondo nello spazio reale della materia, virtuale dell’illusione artistica. D’altronde, anche la vicinanza con i poeti del suo tempo introduce note più sonore e accordi più complessi nelle opere di Gubinelli nell’elaborazione di un’armonia formale, che egli raggiunge per sentieri suoi persino difficili da seguire.
La ricerca di Gubinelli ha nella ceramica un approdo felicissimo, come se quel materiale, duttile a modellarsi e ricettivo di cromie intense e delicate, ascoltasse e ricordasse la segreta vibrazione poetica oltre che visiva della sua creatività. E poi mi convince e mi affascina, delle opere grafiche di Gubinelli, quel suo modo di manipolare la carta assecondandone la naturale tridimensionalità e ottenendo effetti di sorprendente plasticità e di vibrazione chiaroscurale, per poi passare alla carta trasparente che accoglie e restituisce con leggerezza le incisioni e le stesure cromatiche.
La carta con le sue infinite potenzialità, il libro d’artista nelle sue variazioni appartengono alla identità profonda di marchigiano dell’artista, che né i passaggi per Milano, Roma, o Firenze, né la fama internazionale mettono in discussione. E’ anche questo a mio avviso uno spunto che va controcorrente in un’epoca di valori globalizzati e intercambiabili, e merita dunque rispettosa riflessione da parte dell’osservatore e vivo apprezzamento, come esempio di sensibilità originale nel coniugare una materia tradizionale con usi innovativi.
Cristina Acidini, Firenze, Luglio 2008
GIà Soprintendente per il Patrimonio Artistico,
Storico ed Etnoantropologico
e per il Polo Museale della Città di Firenze
Firenze, Palazzo Pitti, Museo degli Argenti e delle Porcellane, 2008
Ed. Grafostil
Nel continuare le sue sperimentazioni formali oscillando tra le materie preferite, la ceramica e la carta, Paolo Gubinelli raggiunge ancora una volta vette di espressività intensamente lirica. La già sommessa fisicità del supporto, la ricercatezza delle tecniche - pure presenti allo sguardo dei più avvertiti - sembrano farsi da parte come se i segni e le campiture cromatiche si creassero in aria, da sole e senza sforzo: tale è il rigore con il quale Gubinelli controlla la sua creatività, incanalando la sperimentazione entro moduli proporzionali e segrete armonie di geometrie e colori.
I contatti personali e professionali con tanti illustri colleghi, anche architetti, del Novecento si leggono in filigrana nell’opera di Gubinelli, e forse più di altre vicinanze ha contato e conta quella con Lucio Fontana, maestro come pochi altri dell’affondo nello spazio reale della materia, virtuale dell’illusione artistica. D’altronde, anche la vicinanza con i poeti del suo tempo introduce note più sonore e accordi più complessi nelle opere di Gubinelli nell’elaborazione di un’armonia formale, che egli raggiunge per sentieri suoi persino difficili da seguire.
La ricerca di Gubinelli ha nella ceramica un approdo felicissimo, come se quel materiale, duttile a modellarsi e ricettivo di cromie intense e delicate, ascoltasse e ricordasse la segreta vibrazione poetica oltre che visiva della sua creatività. E poi mi convince e mi affascina, delle opere grafiche di Gubinelli, quel suo modo di manipolare la carta assecondandone la naturale tridimensionalità e ottenendo effetti di sorprendente plasticità e di vibrazione chiaroscurale, per poi passare alla carta trasparente che accoglie e restituisce con leggerezza le incisioni e le stesure cromatiche.
La carta con le sue infinite potenzialità, il libro d’artista nelle sue variazioni appartengono alla identità profonda di marchigiano dell’artista, che né i passaggi per Milano, Roma, o Firenze, né la fama internazionale mettono in discussione. E’ anche questo a mio avviso uno spunto che va controcorrente in un’epoca di valori globalizzati e intercambiabili, e merita dunque rispettosa riflessione da parte dell’osservatore e vivo apprezzamento, come esempio di sensibilità originale nel coniugare una materia tradizionale con usi innovativi.
Cristina Acidini, Firenze, Luglio 2008
GIà Soprintendente per il Patrimonio Artistico,
Storico ed Etnoantropologico
e per il Polo Museale della Città di Firenze
Firenze, Palazzo Pitti, Museo degli Argenti e delle Porcellane, 2008
Ed. Grafostil
02
maggio 2015
Paolo Gubinelli
Dal 02 maggio al 30 giugno 2015
arte contemporanea
Location
MUSEO DEL VETRO
Piegaro, Via Giuseppe Garibaldi, 20, (Perugia)
Piegaro, Via Giuseppe Garibaldi, 20, (Perugia)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica
ore 10,00-13,00 - 15,00-18,00
Vernissage
2 Maggio 2015, h 17
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