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56 donne amorose
Con questa Mostra l’associazione Casa Arte Scuola Civica di Musica e l’Archivio Luigi Faccioli concludono 10 anni di attività espositiva e di didattica della musica realizzate in collaborazione con il 7 Istituto Comprensivo di Latina. Come è nella consuetudine dell’associazione, artiste storiche e famose si affiancano ad artiste emergenti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si inaugura sabato 30 maggio 2015 alle ore 18,30 la mostra “56 donne amorose” presso la Casetta
della Musica di Via Polonia a Latina.
Con questa Mostra l'associazione Casa Arte Scuola Civica di Musica e l'Archivio Luigi Faccioli
concludono 10 anni di attività espositiva e di didattica della musica realizzate in collaborazione con
il 7 Istituto Comprensivo di Latina.
Scorrendo il lungo elenco di proposte d'arte per la Città e per il programma “Arte a Scuola”
realizzate in via Polonia, si incontrano alcuni temi ricorrenti: le illustrazioni di libri, il libro
d'artista, il segnalibro d'artista, la celebrazione di alcuni indimenticati maestri d'arte e la particolare
formula, cui è affidata la celebrazione del decennale, di mostre di “donne amorose”. Amorose
perché innamorate dell'arte, perché desiderose di diffondere il loro amore per la vita, perché capaci,
come solo le donne sanno essere, di amare sempre e comunque.
Come è nella consuetudine dell'associazione, artiste storiche e famose si affiancano ad artiste
emergenti. Questo speciale incontro regala alle giovani, che si aprono il futuro, la sicurezza che
proviene dalla storia concretamente documentata. Incontro speciale che giova anche alle artiste
mature che, nell'evoluzione dei linguaggi, trovano conferme o discontinuità alle vie che esse stesse
hanno aperto o indicato.
Le giovani non sono la porta del futuro solo per esse stesse, portano col prezioso lascito ereditato, i
loro donatori nei giorni che verranno.
Nella mostra delle “Donne amorose” emerge anche una testimonianza della storia dipanatasi nel
corso degli ultimi decenni ( l'artista più matura, Anita Spinelli scomparsa nel 2010, una delle prime
donne iscritte all'Accademia di Bella Arti di Milano, era nata nel 1908): il mutamento della
considerazione e dello spazio consentito all'azione della donna nel campo dell'arte. Quanto è
mutato il confine entro cui una donna artista ha la possibilità di esprimersi oggi e attraverso quali
vie questo è stato possibile. Nella mostra sono presenti donne che hanno dato vita a gruppi artistici
e cooperazioni facilitando l'azione e la solidarietà femminile.
Le cinquantasei artiste e poetesse sono: Paola Abbondi, Rita Angelotti Biuso, Maria Bale, Alba
Balestra, Mirella Bentivoglio, Marina Bindella, Tomaso Binga, Renata Boero, Delia Brandusescu,
Angela Brignone Duckert, Donata Buccioli, Lucia Buono, Giuseppina Buonsangue, Francesca
Cataldi, Enrica Celli, Isabella Ciaffi, Ioana Craciun Dobrescu, Maria Pia Daidone , Isabelle Dehais,
Luce Delhove, Zaida Del Rio, Nada Denić, Fiorella Diamantini, Anna Donati, Marisa Facchinetti,
Colleen Fernandez, Lucilla Ferro Caporilli, Venera Finocchiaro, Annamaria Gelmi, Barbara
Giacopello, Clara Ghelli, Zuzana Graus Rudavska , Ada Impallara, Marianna Lanza, Nadia Lolletti,
Cecile Massart, Grazia Menna, Elisa Montessori, Loredana Müller, Giulia Napoleone, Angela
Occhipinti, Angela Pilipenko, Vesna Pantelić, Giustina Prestento, Maria Luisa Ricciuti, Esperanza
Romero, Anamaria Serban, Grazia Sernia, Franca Sonnino, Anita Spinelli, Patrizia Talamo,
Annarita Testa, Anna Uncini, Caterina Vicino, Adriana Vtali Veronese,M. Angeles Vila Tortosa.
La mostra è stata curata da Massimo Pompeo e Leonardo Faccioli ed è stata presentata da Pina
Adolfi, nella presentazione, la coordiatrice artistica della Casetta scrive:
Creare o diffondere arte di qualità oggi: una medicina che combatte la mancanza di speranza.
L’artista, almeno quello che noi riteniamo degno di questo nome, non obbedisce ad alcun creatore
d’immagine; ai ripiegamenti tranquillizzanti preferisce la sua ricerca; insegue o crea le occasioni
per portare fuori di sé ciò che lo emoziona e, anche quando esprime l’essenziale, si tiene lontano
dalle odiose semplificazioni molto di moda. Questa energia vitale serve quanto l’aria alla nostra
società arresasi in buona misura alla decadenza degli ideali, agli attentati alle istituzioni civili; una
società che ha ridotto a slogan la salvaguardia del patrimonio culturale e in cui un marginalizzante
individualismo ha preso il posto della bella soggettività.
Noi crediamo nell’apporto straordinario dell’azione di chi crea e diffonde l'arte e la sensibilità per
l’arte. Siamo per un’estetica “cantata ” a voce libera e crediamo fermamente che tra i privilegi più
grandi di cui le persone possano godere ci sia l’incontro per vivere d’arte insieme.
Che a produrre o diffondere l’arte siano donne o uomini non fa alcuna differenza. Questa mostra
che accoglie “56 donne amorose” non lo fa contrapponendole ai “maschi”.
E’ un semplice dato di realtà: esistono differenze di genere e, in talune circostanze, è piacevole
guardare attraverso una sola lente. Certo non si può dire che affermarsi come artista donna fino a
tempi non molto lontani sia stato proprio facile. Però su questa strada dovremmo fare molti e
complessi discrimini: non è stato, o forse ancora non è, la stessa cosa essere artista uomo o donna,
ma anche essere di un paese ricco o no, essere di una famiglia di un certa estrazione sociale o di
un'altra …. ma dubito che si vogliano affrontare questi temi.
Questa mostra è una festa: donne di undici nazioni diverse, nate tra il 1908 e il 1990, donne
facilitate da condizioni sociali o familiari e donne che hanno lottato per fare le artiste, donne che
creano aggredendo e donne che creano accarezzando, donne che ricordano e donne che sognano il
futuro, donne che tessono e donne che sfilano, donne che ridono e donne che ridono ancora di più,
donne che hanno figli, figlie e allievi, donne che li avranno e donne sole; ma tutte colte, tutte
conoscitrici profonde della vita che corre davanti ai loro sguardi attenti e che esse fissano con mani
diverse. Queste donne, queste grandi finestre aperte su un mondo complesso, si incontreranno
fisicamente ed idealmente per celebrare la bellezza e partecipare, a quanti vorranno, il loro
messaggio di presenza vitale.
Che occhi abbiano le 56 artiste selezionate per la quarta edizione della mostra delle donne alla
Casetta della Musica di Latina è detto nel titolo stesso: occhi carichi d’amore per il loro lavoro,
per un mondo di cui vedono la preziosità nascosta a molti. Vogliono dirci come, anche in cieli
carichi di nuvole, l’abbraccio amoroso di una donna può far nascere o rinascere la voglia di
partecipare al gioco.
Pina Adolfi
della Musica di Via Polonia a Latina.
Con questa Mostra l'associazione Casa Arte Scuola Civica di Musica e l'Archivio Luigi Faccioli
concludono 10 anni di attività espositiva e di didattica della musica realizzate in collaborazione con
il 7 Istituto Comprensivo di Latina.
Scorrendo il lungo elenco di proposte d'arte per la Città e per il programma “Arte a Scuola”
realizzate in via Polonia, si incontrano alcuni temi ricorrenti: le illustrazioni di libri, il libro
d'artista, il segnalibro d'artista, la celebrazione di alcuni indimenticati maestri d'arte e la particolare
formula, cui è affidata la celebrazione del decennale, di mostre di “donne amorose”. Amorose
perché innamorate dell'arte, perché desiderose di diffondere il loro amore per la vita, perché capaci,
come solo le donne sanno essere, di amare sempre e comunque.
Come è nella consuetudine dell'associazione, artiste storiche e famose si affiancano ad artiste
emergenti. Questo speciale incontro regala alle giovani, che si aprono il futuro, la sicurezza che
proviene dalla storia concretamente documentata. Incontro speciale che giova anche alle artiste
mature che, nell'evoluzione dei linguaggi, trovano conferme o discontinuità alle vie che esse stesse
hanno aperto o indicato.
Le giovani non sono la porta del futuro solo per esse stesse, portano col prezioso lascito ereditato, i
loro donatori nei giorni che verranno.
Nella mostra delle “Donne amorose” emerge anche una testimonianza della storia dipanatasi nel
corso degli ultimi decenni ( l'artista più matura, Anita Spinelli scomparsa nel 2010, una delle prime
donne iscritte all'Accademia di Bella Arti di Milano, era nata nel 1908): il mutamento della
considerazione e dello spazio consentito all'azione della donna nel campo dell'arte. Quanto è
mutato il confine entro cui una donna artista ha la possibilità di esprimersi oggi e attraverso quali
vie questo è stato possibile. Nella mostra sono presenti donne che hanno dato vita a gruppi artistici
e cooperazioni facilitando l'azione e la solidarietà femminile.
Le cinquantasei artiste e poetesse sono: Paola Abbondi, Rita Angelotti Biuso, Maria Bale, Alba
Balestra, Mirella Bentivoglio, Marina Bindella, Tomaso Binga, Renata Boero, Delia Brandusescu,
Angela Brignone Duckert, Donata Buccioli, Lucia Buono, Giuseppina Buonsangue, Francesca
Cataldi, Enrica Celli, Isabella Ciaffi, Ioana Craciun Dobrescu, Maria Pia Daidone , Isabelle Dehais,
Luce Delhove, Zaida Del Rio, Nada Denić, Fiorella Diamantini, Anna Donati, Marisa Facchinetti,
Colleen Fernandez, Lucilla Ferro Caporilli, Venera Finocchiaro, Annamaria Gelmi, Barbara
Giacopello, Clara Ghelli, Zuzana Graus Rudavska , Ada Impallara, Marianna Lanza, Nadia Lolletti,
Cecile Massart, Grazia Menna, Elisa Montessori, Loredana Müller, Giulia Napoleone, Angela
Occhipinti, Angela Pilipenko, Vesna Pantelić, Giustina Prestento, Maria Luisa Ricciuti, Esperanza
Romero, Anamaria Serban, Grazia Sernia, Franca Sonnino, Anita Spinelli, Patrizia Talamo,
Annarita Testa, Anna Uncini, Caterina Vicino, Adriana Vtali Veronese,M. Angeles Vila Tortosa.
La mostra è stata curata da Massimo Pompeo e Leonardo Faccioli ed è stata presentata da Pina
Adolfi, nella presentazione, la coordiatrice artistica della Casetta scrive:
Creare o diffondere arte di qualità oggi: una medicina che combatte la mancanza di speranza.
L’artista, almeno quello che noi riteniamo degno di questo nome, non obbedisce ad alcun creatore
d’immagine; ai ripiegamenti tranquillizzanti preferisce la sua ricerca; insegue o crea le occasioni
per portare fuori di sé ciò che lo emoziona e, anche quando esprime l’essenziale, si tiene lontano
dalle odiose semplificazioni molto di moda. Questa energia vitale serve quanto l’aria alla nostra
società arresasi in buona misura alla decadenza degli ideali, agli attentati alle istituzioni civili; una
società che ha ridotto a slogan la salvaguardia del patrimonio culturale e in cui un marginalizzante
individualismo ha preso il posto della bella soggettività.
Noi crediamo nell’apporto straordinario dell’azione di chi crea e diffonde l'arte e la sensibilità per
l’arte. Siamo per un’estetica “cantata ” a voce libera e crediamo fermamente che tra i privilegi più
grandi di cui le persone possano godere ci sia l’incontro per vivere d’arte insieme.
Che a produrre o diffondere l’arte siano donne o uomini non fa alcuna differenza. Questa mostra
che accoglie “56 donne amorose” non lo fa contrapponendole ai “maschi”.
E’ un semplice dato di realtà: esistono differenze di genere e, in talune circostanze, è piacevole
guardare attraverso una sola lente. Certo non si può dire che affermarsi come artista donna fino a
tempi non molto lontani sia stato proprio facile. Però su questa strada dovremmo fare molti e
complessi discrimini: non è stato, o forse ancora non è, la stessa cosa essere artista uomo o donna,
ma anche essere di un paese ricco o no, essere di una famiglia di un certa estrazione sociale o di
un'altra …. ma dubito che si vogliano affrontare questi temi.
Questa mostra è una festa: donne di undici nazioni diverse, nate tra il 1908 e il 1990, donne
facilitate da condizioni sociali o familiari e donne che hanno lottato per fare le artiste, donne che
creano aggredendo e donne che creano accarezzando, donne che ricordano e donne che sognano il
futuro, donne che tessono e donne che sfilano, donne che ridono e donne che ridono ancora di più,
donne che hanno figli, figlie e allievi, donne che li avranno e donne sole; ma tutte colte, tutte
conoscitrici profonde della vita che corre davanti ai loro sguardi attenti e che esse fissano con mani
diverse. Queste donne, queste grandi finestre aperte su un mondo complesso, si incontreranno
fisicamente ed idealmente per celebrare la bellezza e partecipare, a quanti vorranno, il loro
messaggio di presenza vitale.
Che occhi abbiano le 56 artiste selezionate per la quarta edizione della mostra delle donne alla
Casetta della Musica di Latina è detto nel titolo stesso: occhi carichi d’amore per il loro lavoro,
per un mondo di cui vedono la preziosità nascosta a molti. Vogliono dirci come, anche in cieli
carichi di nuvole, l’abbraccio amoroso di una donna può far nascere o rinascere la voglia di
partecipare al gioco.
Pina Adolfi
30
maggio 2015
56 donne amorose
Dal 30 maggio al 30 settembre 2015
arte contemporanea
Location
CASETTA DELLA MUSICA – SCUOLA ELEMENTARE
Latina, Via Polonia, (Latina)
Latina, Via Polonia, (Latina)
Orario di apertura
sino al 30 giugno: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì, dalle 16.00 alle 20.00, in seguito su appuntamento
Vernissage
30 Maggio 2015, ore 18.30
Autore
Curatore