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Bruno Fael – Energia dell’anima per il pianeta
149 opere aventi come immagine d’elezione le bandiere e le terre che ergono a simbolo di ogni nazione. La serie di dipinti che affrontano il tema delle bandiere declinano tracce e simbolicità dei diversi paesi su spazialità “neo astratte”.
Il coraggio, la determinazione di un popolo e della sua nazione sono raffigurati attraverso segni e colori
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il nuovo capitolo nell’arte di Bruno Fael (Sacile, 1935) risponde a un formidabile incarico: la Presidenza del World Expo
Commissioners Club lo invita a interpretare con la sua pittura il tema dell’expo 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”.
Grazie al sostegno della CRI international (Chimneys and Refractories International leader mondiale nello sviluppo di nuovi
progetti di centrali elettriche, impianti petrolchimici, impianti di desalinizzazione), 148 opere aventi come immagine
d'elezione le bandiere e le terre che ergono a simbolo di ogni nazione, saranno esposte, dall’ 11 Maggio al 31 ottobre 2015, nella
sede ufficiale W.E.C.C in Piazza Duomo 21 a Milano.
Il prestigioso club internazionale dedicato ai commissari e rappresentanti dei paesi legati ad Expo è stato fondato da
Alessandro Rosso per riunire i rappresentanti delle varie nazioni e favorire le relazioni tra istituzioni e imprenditori
provenienti da tutte le parti del mondo.
La serie di dipinti che affrontano il tema delle bandiere declinano tracce e simbolicità dei diversi paesi su spazialità “neo
astratte”. Il coraggio, la determinazione di un popolo e della sua nazione sono raffigurati attraverso segni e colori.
Ne indicano valori, ricchezze, ma anche incertezze, paure e ansie della società e della cultura che oggi le attraversa.
La simbologia dei colori vive sibillina in ogni tratto, in ogni movimento, a descrivere i popoli nella loro interezza senza
curiosità d’esotismo, senza folle frettolose, ma con l’obiettivo d’esplorare il senso profondo del lavoro umano e di definire un
nuovo pianeta per l’uomo del futuro. Come dei quadri senza confini, realizzati volutamente nelle stesse dimensioni per
evitare il predominio di una nazione sull’altra, potrebbero formare un ideale Cerchio di Apollonio, assurgendo così a simbolo e
testimonianza del dialogo e del confronto per le soluzioni possibili alle diverse contraddizioni.
Il “mito” bandiera è il vessillo che l’artista ha scelto di donare a Milano. Città da cui partire per l’esplorazione del mondo e
bandiera dell’uomo moderno, artefice del mondo che verrà.
Nella storia dell’arte, una materia ormai dimenticata, la bandiera e i suoi colori sono ben presenti, dalle allegorie di
Hieronymus Bosch agli encausti notissimi di Jasper Johns ai trionfi cromatici globali di Alighiero Boetti. La bandiera
costituisce anche un tema infido da affrontare nell’arte. È una non-opera se ripresa talis qualis, è iconoclastia se bruciata,
insulto quando calpestata o lacerata. L’iconoclastia distrugge e vieta l’opera in nome del sacro; qui, invece, l’immagine
consueta è negata per definizione, all'interno del concetto base dell’opera e risulta in un’eloquente interiorizzazione che
restituisce un contesto di grande respiro. Nell'opera di Fael c’è la preoccupazione di evidenziare la qualità dell'immagine come
ritmo ,quasi come suono immobile e colore vibrante.
Fael, “il pittore della gioia e della musica” come disse Pierre Restany. Efficace e immediata, la musica è utilizzata con grande
maestria e raffinatezza tanto da diventare grafia. ( emblematico il ciclo produttivo di opere “ la musica prende forma” )
Dalla musica al tempo tracciato nella tela. Un continuo fuggire dell’istante, un ritmo che affascina e rende seducente ogni
momento del vedere.
Presentando il familiare aspetto delle bandiere in geografie astratte, si pone il quesito di quale sia la differenza tra uno Stato
e questa nuova regia, o nuovo spartito, divenuto arte. Una risposta è che " l’animo e la mente conoscono già altri livelli di
percezione, più eloquenti dell’immagine consueta".
L’alchimia intellettuale e la mano del pittore intervengono nella rappresentazione di un non essere più quello che era, ma il
divenire altro da quello che è, eppur riconoscibile e decifrabile.
Fael rinnova il suo impegno nei confronti di un’arte che afferma la libertà e l'intraprendenza di espressione e che al tempo
stesso diviene racconto di verità aprendo scenari di approfondimento su una nuova coscienza civile.
Bruno Fael (1935), milanese di adozione, nato in Friuli, è uno degli artisti contemporanei più dotati ed efficaci nel comunicare, con
immediatezza, emozioni, colori e bellezza. Melomane appassionato e spirito ribelle, autore e interprete di musica originale (pubblicata
anche in vari CD), conosce profondamente le tecniche della pittura e le norme della musica ed è soprattutto dotato di una sensibilità
straordinaria nell’esprimere e tradurre il suo animo e le sue passioni in colori e suoni.
Di particolare rilievo sono le sue sculture e opere monumentali in cemento armato di oltre dieci metri tra le quali vanno ricordate “Il
Guardiano delle Stelle” (Ain Soukna/Egitto – Resort Stella di Mare), “African Dream” (Malindi/Kenya – Tropical Village), l’installazione
di dieci maestose rocce “sacre” policrome (Malindi/Kenya – Mwembe Resort), “Harmony” (Malindi/Kenya – Dream of Africa Hotel).
Bruno Fael appartiene a quella generazione di artisti che hanno totalmente mutato l’essenza e la forma della pittura astratta, cercando
di far percepire attraverso le opere l’essenza dell’intenzione pittorica.
Un’infinità di mostre collettive e personali in Italia e all’estero hanno portato Bruno Fael ad essere riconosciuto ed apprezzato a livello
internazionale. Ne sono esempi anche gli ultimissimi riconoscimenti ufficiali: “Pittore dell’anno 2005”, la Via Principale del Resort
Stella di Mare a lui dedicata nel 2005 “Bruno Fael Street”, il Premio alla Cultura e alla Carriera presso il Circolo della Stampa di Milano
nel 2010 e il Premio Inghilterra alla Carriera ricevuto nel 2011 a Macclesfield (U.K.).
Commissioners Club lo invita a interpretare con la sua pittura il tema dell’expo 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”.
Grazie al sostegno della CRI international (Chimneys and Refractories International leader mondiale nello sviluppo di nuovi
progetti di centrali elettriche, impianti petrolchimici, impianti di desalinizzazione), 148 opere aventi come immagine
d'elezione le bandiere e le terre che ergono a simbolo di ogni nazione, saranno esposte, dall’ 11 Maggio al 31 ottobre 2015, nella
sede ufficiale W.E.C.C in Piazza Duomo 21 a Milano.
Il prestigioso club internazionale dedicato ai commissari e rappresentanti dei paesi legati ad Expo è stato fondato da
Alessandro Rosso per riunire i rappresentanti delle varie nazioni e favorire le relazioni tra istituzioni e imprenditori
provenienti da tutte le parti del mondo.
La serie di dipinti che affrontano il tema delle bandiere declinano tracce e simbolicità dei diversi paesi su spazialità “neo
astratte”. Il coraggio, la determinazione di un popolo e della sua nazione sono raffigurati attraverso segni e colori.
Ne indicano valori, ricchezze, ma anche incertezze, paure e ansie della società e della cultura che oggi le attraversa.
La simbologia dei colori vive sibillina in ogni tratto, in ogni movimento, a descrivere i popoli nella loro interezza senza
curiosità d’esotismo, senza folle frettolose, ma con l’obiettivo d’esplorare il senso profondo del lavoro umano e di definire un
nuovo pianeta per l’uomo del futuro. Come dei quadri senza confini, realizzati volutamente nelle stesse dimensioni per
evitare il predominio di una nazione sull’altra, potrebbero formare un ideale Cerchio di Apollonio, assurgendo così a simbolo e
testimonianza del dialogo e del confronto per le soluzioni possibili alle diverse contraddizioni.
Il “mito” bandiera è il vessillo che l’artista ha scelto di donare a Milano. Città da cui partire per l’esplorazione del mondo e
bandiera dell’uomo moderno, artefice del mondo che verrà.
Nella storia dell’arte, una materia ormai dimenticata, la bandiera e i suoi colori sono ben presenti, dalle allegorie di
Hieronymus Bosch agli encausti notissimi di Jasper Johns ai trionfi cromatici globali di Alighiero Boetti. La bandiera
costituisce anche un tema infido da affrontare nell’arte. È una non-opera se ripresa talis qualis, è iconoclastia se bruciata,
insulto quando calpestata o lacerata. L’iconoclastia distrugge e vieta l’opera in nome del sacro; qui, invece, l’immagine
consueta è negata per definizione, all'interno del concetto base dell’opera e risulta in un’eloquente interiorizzazione che
restituisce un contesto di grande respiro. Nell'opera di Fael c’è la preoccupazione di evidenziare la qualità dell'immagine come
ritmo ,quasi come suono immobile e colore vibrante.
Fael, “il pittore della gioia e della musica” come disse Pierre Restany. Efficace e immediata, la musica è utilizzata con grande
maestria e raffinatezza tanto da diventare grafia. ( emblematico il ciclo produttivo di opere “ la musica prende forma” )
Dalla musica al tempo tracciato nella tela. Un continuo fuggire dell’istante, un ritmo che affascina e rende seducente ogni
momento del vedere.
Presentando il familiare aspetto delle bandiere in geografie astratte, si pone il quesito di quale sia la differenza tra uno Stato
e questa nuova regia, o nuovo spartito, divenuto arte. Una risposta è che " l’animo e la mente conoscono già altri livelli di
percezione, più eloquenti dell’immagine consueta".
L’alchimia intellettuale e la mano del pittore intervengono nella rappresentazione di un non essere più quello che era, ma il
divenire altro da quello che è, eppur riconoscibile e decifrabile.
Fael rinnova il suo impegno nei confronti di un’arte che afferma la libertà e l'intraprendenza di espressione e che al tempo
stesso diviene racconto di verità aprendo scenari di approfondimento su una nuova coscienza civile.
Bruno Fael (1935), milanese di adozione, nato in Friuli, è uno degli artisti contemporanei più dotati ed efficaci nel comunicare, con
immediatezza, emozioni, colori e bellezza. Melomane appassionato e spirito ribelle, autore e interprete di musica originale (pubblicata
anche in vari CD), conosce profondamente le tecniche della pittura e le norme della musica ed è soprattutto dotato di una sensibilità
straordinaria nell’esprimere e tradurre il suo animo e le sue passioni in colori e suoni.
Di particolare rilievo sono le sue sculture e opere monumentali in cemento armato di oltre dieci metri tra le quali vanno ricordate “Il
Guardiano delle Stelle” (Ain Soukna/Egitto – Resort Stella di Mare), “African Dream” (Malindi/Kenya – Tropical Village), l’installazione
di dieci maestose rocce “sacre” policrome (Malindi/Kenya – Mwembe Resort), “Harmony” (Malindi/Kenya – Dream of Africa Hotel).
Bruno Fael appartiene a quella generazione di artisti che hanno totalmente mutato l’essenza e la forma della pittura astratta, cercando
di far percepire attraverso le opere l’essenza dell’intenzione pittorica.
Un’infinità di mostre collettive e personali in Italia e all’estero hanno portato Bruno Fael ad essere riconosciuto ed apprezzato a livello
internazionale. Ne sono esempi anche gli ultimissimi riconoscimenti ufficiali: “Pittore dell’anno 2005”, la Via Principale del Resort
Stella di Mare a lui dedicata nel 2005 “Bruno Fael Street”, il Premio alla Cultura e alla Carriera presso il Circolo della Stampa di Milano
nel 2010 e il Premio Inghilterra alla Carriera ricevuto nel 2011 a Macclesfield (U.K.).
28
maggio 2015
Bruno Fael – Energia dell’anima per il pianeta
Dal 28 maggio al 31 ottobre 2015
arte contemporanea
Location
W.E.C.C
Milano, Piazza Del Duomo, 21, (Milano)
Milano, Piazza Del Duomo, 21, (Milano)
Autore