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Nationless Pavilion
Il Nationless Pavilion, letteralmente il Padiglione di coloro privati di una Nazione in cui vivere, è un –less per riflettere sulla perdita di territorio, legata a quella dei diritti, è un Padiglione che mette in discussione l’esposizione per Nazioni all’interno di Biennale, è un numero che parla delle persone che lo compongono, è il primo progetto di Nation 25.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Nationless Pavilion, letteralmente il Padiglione di coloro privati di una Nazione in cui vivere,
è un –less per riflettere sulla perdita di territorio, legata a quella dei diritti,
è un Padiglione che mette in discussione l’esposizione per Nazioni all’interno di Biennale,
è un numero che parla delle persone che lo compongono,
è il primo progetto di Nation 25.
Attualmente, nel mondo, una Nazione invisibile vive tra noi: è un Paese non riconosciuto territorialmente e legislativamente, pertanto i suoi abitanti sono nomadi e privi di molti diritti.
Se considerati individualmente essi sono persone offese dai drammi della guerra, dalla povertà, dalla mancanza dei diritti inalienabili dell’uomo.
Se considerati come molteplicità, sono 51,5 milioni di persone, cioè la 25° Nazione al mondo per demografia.
Essi sono rifugiati, migranti, sfollati che fanno sforzi straordinari per evadere dopo aver assistito al fallimento della politica, del diritto internazionale e della diplomazia. Cercano invisibilità attraverso le frontiere. Periscono invisibilmente in alto mare. Provengono da scenari ai limiti della sopportazione umana.
Tuttavia l’universo della loro immaginazione, le capacità di adattamento e di resilienza che facilitano la loro sopravvivenza, rappresentano le prime possibilità di cambiamento.
Nation 25 parte dal presupposto che una comunità dislocata nello spazio e nel tempo significa occasione, non emarginazione.
Occasione per ripensare alla nozione di cittadinanza, al concetto di Stato-Nazione, al rapporto tra geografia fisica e politica, all’identità in termini di inclusione/esclusione, al confine come strumento di generazione di sapere.
Nation25 è un progetto artistico che cerca di far luce sulla vita di coloro che fuggono, proponendo un paradosso: quello di costruire una Nazione dalla geografia dinamica e indagarne le possibilità, attraverso un dialogo con i migranti stessi e figure di diversa provenienza (artistica, giornalistica, politica, filosofica, etc.).
Si presenta a Venezia, durante la 56’ Biennale d’arte, il primo passo del progetto: il Nationless Pavilion, il padiglione di coloro privati di una Nazione, a confronto con il sistema dei Padiglioni Nazionali, un gesto fondativo e critico al contempo, atto a ripensare il concetto stesso di nazione.
Nationless Pavilion conoscerà una serie di momenti collettivi a Venezia da maggio a novembre fra open call, azioni performative e laboratori.
– TAVOLA ROTONDA (S.a.L.E. Docks) // 8 maggio 2015, 15.30 – 17.30
Essere “tra”, Abitare la 25° Nazione – Un gesto di apparizione, quali territori e diritti?
Sono invitati a parlare artisti, migranti e professionisti attivi sul fronte dell’interazione socio-culturale riguardante i movimenti migratori, in un confronto aperto col pubblico.
L’incontro si svolgerà intorno ad una tavola allestita con testi, oggetti, foto, documenti e fonti di vario tipo legate agli interventi e si articolerà a partire dal nome del progetto stesso.
La tavola rotonda si articolerà a partire dal nome stesso del progetto:
PAVILION – Cosa rappresentano oggi i Padiglioni Nazionali in Biennale? Cosa significa mantenere una separazione identitaria nazionale quando è in gioco la sfida ai confini?
NATION -LESS – Nazione, dal latino natio ovvero ‘nascita’. Quale la differenza fra nascere in un luogo e avere una nazionalità? Può una Nazione fondarsi su esigenze comuni e non sull’appartenenza allo stesso territorio? E’ possibile essere “cittadini del mondo”? “Quanto vale un uomo senza documenti? Meno di un documento senza un uomo.” (Joseph Roth)
25 – Sono i 51,5 milioni di rifugiati riconosciuti come tali. Chi sono le persone che quotidianamente i media presentano come numeri? Qual è la cartografia fisica, psicologica, e immaginaria di chi si sposta? Quali sono le diverse esperienze umane che riguardano la vita di una comunità in fuga, il cui territorio è a più livelli liquido?
Invitati: Jowan Akkash (giornalista, rifugiato siriano) – Mohamad Al Husain (medico, rifugiato) – Federica Araco (giornalista, BabelMed) – Marco Baravalle (Sale Docks) – Gregory Beals (fotografo, giornalista) – Elena Bellantoni (artista) – Giorgio de Finis (MAAM, Museo dell’altro e dell’altrove), Nathalie Galesne (giornalista, caporedattrice BabelMed) – Rosa Jijon (artista) – Francesco Martone (attivista, Comitato Giustizia per i nuovi Desaparecidos nel Mediterraneo) – Costanza Meli (Associazione Isole) – Cesare Pietroiusti (artista) – Alessandra Pomarico (curatrice, Free Home University) – Lorenzo Romito (architetto-artista, Stalker/Osservatorio Nomade) – Federico Simonti (scrittore) – Don Mussie Zerai (presidente Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo (A.H.C.S), candidato Nobel per la pace).
Contributi visivi: Gregory Beals, Elena Bellantoni, Shady El Noshokaty, Rosa Jijon, Stalker/Osservatorio Nomade, Calixto Ramirez Correa, Emanuele Satolli.
– AZIONE (S.a.L.E. Docks, Giardini, Arsenale, Venezia) // 6 maggio – 22 novembre 2015
Square Tape
Per rivendicare una presenza simbolica e tracciare la dimensione del confine, chiediamo il permesso ai curatori di ogni Padiglione di essere presenti all’interno dei loro spazi con un quadrato di scotch, simbolo della presenza della Nation 25. La richiesta, come un permesso di soggiorno in terra straniera, ha l’intento di affrontare aperture e chiusure, tolleranze e rifiuti delle diverse Nazioni.
Il tracciato di queste conversazioni sarà visibile all’interno del Sale Docks.
Square Tape è anche un gesto collettivo, una finestra aperta, tracciabile da chiunque e in qualsiasi luogo, un elemento di connessione oltre lo spazio e il tempo.
– LABORATORIO (S.a.L.E Docks, Venezia) // Ottobre-novembre 2015
Costruzione della Nazione 25
Durante il mese di ottobre il Nationless Pavilion sarà ospitato dal Sale Docks; in questa occasione si avvierà un laboratorio aperto per “costruire-costituire” la Nazione 25, visualizzarla a partire dall’analisi di aspetti comuni al popolo migrante: motivi della partenza, viaggio/attraversamento, concetti di confine, orizzonte e/o meta, attesa, identità ibrida. Un esercizio paradossale per fissare con l’immaginazione un’entità mutevole, ma con alcune esigenze comuni da mettere a fuoco.
Nation 25 | The Nationless Pavillion
Curatela: Sara Alberani, Elena Abbiatici, Caterina Pecchioli
Comitato scientifico: Gregory Beals, Francesco Martone
da un’idea di: Sara Alberani, Gregory Beals
Partner: Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo (A.H.C.S), Babel Med, Comitato Giustizia per i nuovi Desaparecidos nel Mediterraneo, MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove, Sale Docks.
è un –less per riflettere sulla perdita di territorio, legata a quella dei diritti,
è un Padiglione che mette in discussione l’esposizione per Nazioni all’interno di Biennale,
è un numero che parla delle persone che lo compongono,
è il primo progetto di Nation 25.
Attualmente, nel mondo, una Nazione invisibile vive tra noi: è un Paese non riconosciuto territorialmente e legislativamente, pertanto i suoi abitanti sono nomadi e privi di molti diritti.
Se considerati individualmente essi sono persone offese dai drammi della guerra, dalla povertà, dalla mancanza dei diritti inalienabili dell’uomo.
Se considerati come molteplicità, sono 51,5 milioni di persone, cioè la 25° Nazione al mondo per demografia.
Essi sono rifugiati, migranti, sfollati che fanno sforzi straordinari per evadere dopo aver assistito al fallimento della politica, del diritto internazionale e della diplomazia. Cercano invisibilità attraverso le frontiere. Periscono invisibilmente in alto mare. Provengono da scenari ai limiti della sopportazione umana.
Tuttavia l’universo della loro immaginazione, le capacità di adattamento e di resilienza che facilitano la loro sopravvivenza, rappresentano le prime possibilità di cambiamento.
Nation 25 parte dal presupposto che una comunità dislocata nello spazio e nel tempo significa occasione, non emarginazione.
Occasione per ripensare alla nozione di cittadinanza, al concetto di Stato-Nazione, al rapporto tra geografia fisica e politica, all’identità in termini di inclusione/esclusione, al confine come strumento di generazione di sapere.
Nation25 è un progetto artistico che cerca di far luce sulla vita di coloro che fuggono, proponendo un paradosso: quello di costruire una Nazione dalla geografia dinamica e indagarne le possibilità, attraverso un dialogo con i migranti stessi e figure di diversa provenienza (artistica, giornalistica, politica, filosofica, etc.).
Si presenta a Venezia, durante la 56’ Biennale d’arte, il primo passo del progetto: il Nationless Pavilion, il padiglione di coloro privati di una Nazione, a confronto con il sistema dei Padiglioni Nazionali, un gesto fondativo e critico al contempo, atto a ripensare il concetto stesso di nazione.
Nationless Pavilion conoscerà una serie di momenti collettivi a Venezia da maggio a novembre fra open call, azioni performative e laboratori.
– TAVOLA ROTONDA (S.a.L.E. Docks) // 8 maggio 2015, 15.30 – 17.30
Essere “tra”, Abitare la 25° Nazione – Un gesto di apparizione, quali territori e diritti?
Sono invitati a parlare artisti, migranti e professionisti attivi sul fronte dell’interazione socio-culturale riguardante i movimenti migratori, in un confronto aperto col pubblico.
L’incontro si svolgerà intorno ad una tavola allestita con testi, oggetti, foto, documenti e fonti di vario tipo legate agli interventi e si articolerà a partire dal nome del progetto stesso.
La tavola rotonda si articolerà a partire dal nome stesso del progetto:
PAVILION – Cosa rappresentano oggi i Padiglioni Nazionali in Biennale? Cosa significa mantenere una separazione identitaria nazionale quando è in gioco la sfida ai confini?
NATION -LESS – Nazione, dal latino natio ovvero ‘nascita’. Quale la differenza fra nascere in un luogo e avere una nazionalità? Può una Nazione fondarsi su esigenze comuni e non sull’appartenenza allo stesso territorio? E’ possibile essere “cittadini del mondo”? “Quanto vale un uomo senza documenti? Meno di un documento senza un uomo.” (Joseph Roth)
25 – Sono i 51,5 milioni di rifugiati riconosciuti come tali. Chi sono le persone che quotidianamente i media presentano come numeri? Qual è la cartografia fisica, psicologica, e immaginaria di chi si sposta? Quali sono le diverse esperienze umane che riguardano la vita di una comunità in fuga, il cui territorio è a più livelli liquido?
Invitati: Jowan Akkash (giornalista, rifugiato siriano) – Mohamad Al Husain (medico, rifugiato) – Federica Araco (giornalista, BabelMed) – Marco Baravalle (Sale Docks) – Gregory Beals (fotografo, giornalista) – Elena Bellantoni (artista) – Giorgio de Finis (MAAM, Museo dell’altro e dell’altrove), Nathalie Galesne (giornalista, caporedattrice BabelMed) – Rosa Jijon (artista) – Francesco Martone (attivista, Comitato Giustizia per i nuovi Desaparecidos nel Mediterraneo) – Costanza Meli (Associazione Isole) – Cesare Pietroiusti (artista) – Alessandra Pomarico (curatrice, Free Home University) – Lorenzo Romito (architetto-artista, Stalker/Osservatorio Nomade) – Federico Simonti (scrittore) – Don Mussie Zerai (presidente Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo (A.H.C.S), candidato Nobel per la pace).
Contributi visivi: Gregory Beals, Elena Bellantoni, Shady El Noshokaty, Rosa Jijon, Stalker/Osservatorio Nomade, Calixto Ramirez Correa, Emanuele Satolli.
– AZIONE (S.a.L.E. Docks, Giardini, Arsenale, Venezia) // 6 maggio – 22 novembre 2015
Square Tape
Per rivendicare una presenza simbolica e tracciare la dimensione del confine, chiediamo il permesso ai curatori di ogni Padiglione di essere presenti all’interno dei loro spazi con un quadrato di scotch, simbolo della presenza della Nation 25. La richiesta, come un permesso di soggiorno in terra straniera, ha l’intento di affrontare aperture e chiusure, tolleranze e rifiuti delle diverse Nazioni.
Il tracciato di queste conversazioni sarà visibile all’interno del Sale Docks.
Square Tape è anche un gesto collettivo, una finestra aperta, tracciabile da chiunque e in qualsiasi luogo, un elemento di connessione oltre lo spazio e il tempo.
– LABORATORIO (S.a.L.E Docks, Venezia) // Ottobre-novembre 2015
Costruzione della Nazione 25
Durante il mese di ottobre il Nationless Pavilion sarà ospitato dal Sale Docks; in questa occasione si avvierà un laboratorio aperto per “costruire-costituire” la Nazione 25, visualizzarla a partire dall’analisi di aspetti comuni al popolo migrante: motivi della partenza, viaggio/attraversamento, concetti di confine, orizzonte e/o meta, attesa, identità ibrida. Un esercizio paradossale per fissare con l’immaginazione un’entità mutevole, ma con alcune esigenze comuni da mettere a fuoco.
Nation 25 | The Nationless Pavillion
Curatela: Sara Alberani, Elena Abbiatici, Caterina Pecchioli
Comitato scientifico: Gregory Beals, Francesco Martone
da un’idea di: Sara Alberani, Gregory Beals
Partner: Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo (A.H.C.S), Babel Med, Comitato Giustizia per i nuovi Desaparecidos nel Mediterraneo, MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove, Sale Docks.
08
maggio 2015
Nationless Pavilion
Dall'otto maggio al 22 novembre 2015
arte contemporanea
Location
S.A.L.E. DOCKS
Venezia, Sestiere Dorsoduro, 265, (Venezia)
Venezia, Sestiere Dorsoduro, 265, (Venezia)
Vernissage
8 Maggio 2015, ore 15.30
Sito web
www.nation25.com
Autore
Curatore