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Michael Kenna
La mostra raccoglie 19 fotografie, scatti presi da diversi paesi del mondo, dal Marocco al Giappone, dalla Francia all’India, da Venezia all’Australia, e ancora dalla Cina, Sud Corea, Ucraina, Norvegia e Stati Uniti. Sono paesaggi fuori dal tempo, presi all’alba o al crepuscolo dove la luce si dissolve in atmosfere patinate, dove la figura dell’uomo scompare e noi diventiamo osservatori privilegiati degli scenari che Kenna ha saputo catturare
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Michael Kenna è uno dei fotografi più internazionali del nostro tempo, conosciuto a livello mondiale, è
rappresentato dalle più importanti gallerie d’arte del mondo. La sua internazionalità la ritroviamo, non solo
nell’apprezzamento globale da parte di pubblico e di critica dei suoi lavori, ma anche nei soggetti scelti,
scorci presi da ogni angolo del mondo. Kenna infatti non si limita a rappresentare i paesaggi inglesi dove è
cresciuto, ma è preso dall’insopprimibile voglia di viaggiare, di visitare Paesi lontani, restando
costantemente affascinato dalla scoperta di nuovi scenari di cui cerca di catturare l’atmosfera,
imprimendola sulla pellicola.
La mostra raccoglierà 19 fotografie, scatti presi da diversi paesi del mondo, dal Marocco al Giappone, dalla
Francia all’India, da Venezia all’Australia, e ancora dalla Cina, Sud Corea, Ucraina, Norvegia e Stati Uniti.
Sono paesaggi fuori dal tempo, presi all’alba o al crepuscolo dove la luce si dissolve in atmosfere patinate,
dove la figura dell’uomo scompare e noi diventiamo osservatori privilegiati degli scenari che Kenna ha
saputo catturare.
Biografia
Michael Kenna nasce a Widnes, Lancashire (Inghilterra) nel 1953. Dopo avere a lungo sognato di dedicarsi
alla pittura, studia fotografia al London College of Printing. Nel 1975 la mostra The Land, a cura di Bill
Brandt, al Victoria and Albert Museum di Londra gli rivela le straordinarie possibilità della fotografia
artistica; oltre a Brandt, Kenna riconosce di avere guardato con interesse a Atget, Emerson, Sudek,
Bernhard, Callahan, Sheeler, Stieglitz. Alla fine degli anni Settanta, Michael si trasferisce negli Stati Uniti, e
va a vivere a San Francisco – in seguito, abiterà prima a Portland e poi a Seattle, dove attualmente risiede.
A San Francisco incontra Ruth Bernhard (1905-2006), sensibile fotografa di nudi e di nature morte, della
quale diventa assistente, aiutandola nella stampa delle sue immagini e maturando una grande esperienza in
camera oscura, che nitidamente si rivelerà nel tempo in tutto il lavoro di Kenna.
Pressoché dagli esordi, Michael sceglie il paesaggio come tema elettivo delle sue fotografie, avviando una
infaticabile ricognizione sugli infiniti volti segreti del pianeta, e arrivandone a toccare tutti i continenti; gli
esiti di questi viaggi e soggiorni, determinati da commissioni o da scelte personali, vengono documentati in
alcune monografie specifiche e nei cataloghi delle mostre a lui dedicate. Tra le tante esposizioni che si sono
tenute in spazi pubblici e in gallerie private, ricordiamo quelle in vari musei francesi, statunitensi,
giapponesi – ultima quella alla Bibliothèque Nationale de France di Parigi nel 2009. Tra i suoi cicli ci piace
ricordare L’impossibile oblio, sui campi di concentramento e di sterminio nazisti, esposto anche a Palazzo
Magnani nel 2002, come sezione della mostra Memoria dei campi.
Biografia in inglese
Michael Kenna was born in Widnes, England in 1953. As one of 5 children born to a working class Irish-
Catholic family, he initially aspired to enter the priesthood but his passion for the arts led him to The
Banbury School of Art where he studied painting and then photography. Later he attended The London
College of Printing and began working as a photographer and artist. He moved to San Francisco in 1977
where he was astounded by the number of galleries the city housed which allowed artists to showcase and
sell their work.
San Francisco has remained his home ever since.
Michael Kenna's work has often been described as enigmatic, graceful and hauntingly beautiful much like
the Japanese landscape. Kenna first visited Japan in 1987 for a one-person exhibition and was utterly
seduced by the country's terrain. Over the years he has traveled throughout almost the entire country
constantly taking photographs. From these many treks the book Japan, featuring 95 of these photographs,
was conceived.
The simplicity and clarity of Kenna's Japan alludes to rather than describes his subject allowing the viewer
to have a completely unique and tailored interpretation. He has described this body of work as, "more like
a haiku rather than a prose"; his work being like photographs written in short poem form. Kenna's
photographs are often made at dawn or in the dark hours of night with exposures up to 10 hours. Kenna
has said "you
can't always see what's otherwise noticeable during the day… with long exposures you can photograph
what the human eye is incapable to seeing".
Michael Kenna's prints have been shown in numerous exhibitions throughout the world with permanent
collections in the Bibliotheque, Paris; The Museum of Decorative Arts, Prague; The National Gallery of Art,
Washington DC; and the Victoria and Albert Museum, London. Kenna has also done a great deal of
commercial work for such clients as Volvo, Rolls Royce, Audi, Sprint, Dom Perignon and The Spanish Tourist
Board. Japan is one of 18 books of Kenna's photography to have been published to date.
Testo per mostra
Micheal Kenna, fotografo paesaggista statunitense, tra i più celebri e apprezzati del mondo, esplora le
potenzialità della fotografia analogica attraverso scatti di fotografie in bianco e nero ai sali d’argento con
viraggio conservativo al selenio. Nominato nel 2000 Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal
Ministero della Cultura francese, Kenna è noto per il suo stile inconfondibile, caratterizzato dal bianco e
nero e dall’utilizzo della fotografia analogica con cui ritrae i luoghi utilizzando punti di vista nuovi e
inaspettati in grado di conferire loro un ché di metafisico e mentale. I suoi scatti sono realizzati in momenti
della giornata in cui la luce deve ancora manifestarsi completamente a plasmare i soggetti.
I suoi soggetti sono la natura, i tesori architettonici, le città e le aree industriali, che si ammantano di una
propria bellezza inquietante anche nel caso più eclatante delle centrali nucleari.
Michael Kenna guarda a questi luoghi da inaspettati punti di vista fisici e mentali e lo fa muovendosi in certi
momenti della giornata in cui la luce deve ancora manifestarsi per plasmare quei soggetti che sono solo dei
concetti immateriali e praticamente invisibili.
Tempi di posa lunghissimi che restituiscono immagini materiche e languide, spesso realizzate di notte, non
senza difficoltà ed eventuali “fallimenti” messi serenamente in conto.
E' un mediatore, uno straordinario traduttore poliglotta capace di comprendere e immedesimarsi in luoghi
e culture così lontani da apparirci spesso scontati anche a causa delle migliaia di immagini-clone che
quotidianamente si impongono ai nostri occhi e inaridiscono la nostra immaginazione invece di stimolarla.
Un artista capace di rinunciare alla velocità per sintonizzarsi su canali di pacifica e rispettosa convivenza con
i luoghi da lui visitati e studiati.
Lontano da periodi e da orari dettati da quegli automatismi che ci portano a muoverci tutti
contemporaneamente e convulsamente, per farci scoprire ciò che non abbiamo mai avuto nemmeno il
tempo di notare. Lontano dall’inquinamento visivo e acustico delle metropoli per riscoprire luoghi e rumori
ormai dimenticati. Da cercare e ascoltare, non da subire.
Il suo linguaggio è fuori dalle mode, non “fuori moda”, solo perché, come alcuni asseriscono,
romanticamente ancorato alla fotografia analogica e non ancora catapultato nel mondo del digitale. Anche
se entrambe le vie portano a risultati potenzialmente simili e comunque emozionanti, egli sceglie la via
della riflessione e dell’argento a quella dell’impetuosa cavalcata sull’onda dei pixel. Con il tempo si è
forgiato uno stile indiscutibile e inconfondibile, osservando il mondo con lo sguardo dello scultore che di
fronte al blocco di marmo sa già dove vuole arrivare ma sa anche che quello che sta per intraprendere sarà
un lungo e difficile percorso.
Dalla penombra dei luoghi in cui fisicamente si trova, Kenna parte per un viaggio che non si esaurisce mai
dopo i suoi lunghi click ma continua anche più tardi in un luogo altrettanto buio, la camera oscura, dove alla
flebile presenza di una lampadina rossa il fotografo si trasforma in stampatore per rivedere e ridonare
nuova luce a ciò che aveva già osservato. O forse solo immaginato.
rappresentato dalle più importanti gallerie d’arte del mondo. La sua internazionalità la ritroviamo, non solo
nell’apprezzamento globale da parte di pubblico e di critica dei suoi lavori, ma anche nei soggetti scelti,
scorci presi da ogni angolo del mondo. Kenna infatti non si limita a rappresentare i paesaggi inglesi dove è
cresciuto, ma è preso dall’insopprimibile voglia di viaggiare, di visitare Paesi lontani, restando
costantemente affascinato dalla scoperta di nuovi scenari di cui cerca di catturare l’atmosfera,
imprimendola sulla pellicola.
La mostra raccoglierà 19 fotografie, scatti presi da diversi paesi del mondo, dal Marocco al Giappone, dalla
Francia all’India, da Venezia all’Australia, e ancora dalla Cina, Sud Corea, Ucraina, Norvegia e Stati Uniti.
Sono paesaggi fuori dal tempo, presi all’alba o al crepuscolo dove la luce si dissolve in atmosfere patinate,
dove la figura dell’uomo scompare e noi diventiamo osservatori privilegiati degli scenari che Kenna ha
saputo catturare.
Biografia
Michael Kenna nasce a Widnes, Lancashire (Inghilterra) nel 1953. Dopo avere a lungo sognato di dedicarsi
alla pittura, studia fotografia al London College of Printing. Nel 1975 la mostra The Land, a cura di Bill
Brandt, al Victoria and Albert Museum di Londra gli rivela le straordinarie possibilità della fotografia
artistica; oltre a Brandt, Kenna riconosce di avere guardato con interesse a Atget, Emerson, Sudek,
Bernhard, Callahan, Sheeler, Stieglitz. Alla fine degli anni Settanta, Michael si trasferisce negli Stati Uniti, e
va a vivere a San Francisco – in seguito, abiterà prima a Portland e poi a Seattle, dove attualmente risiede.
A San Francisco incontra Ruth Bernhard (1905-2006), sensibile fotografa di nudi e di nature morte, della
quale diventa assistente, aiutandola nella stampa delle sue immagini e maturando una grande esperienza in
camera oscura, che nitidamente si rivelerà nel tempo in tutto il lavoro di Kenna.
Pressoché dagli esordi, Michael sceglie il paesaggio come tema elettivo delle sue fotografie, avviando una
infaticabile ricognizione sugli infiniti volti segreti del pianeta, e arrivandone a toccare tutti i continenti; gli
esiti di questi viaggi e soggiorni, determinati da commissioni o da scelte personali, vengono documentati in
alcune monografie specifiche e nei cataloghi delle mostre a lui dedicate. Tra le tante esposizioni che si sono
tenute in spazi pubblici e in gallerie private, ricordiamo quelle in vari musei francesi, statunitensi,
giapponesi – ultima quella alla Bibliothèque Nationale de France di Parigi nel 2009. Tra i suoi cicli ci piace
ricordare L’impossibile oblio, sui campi di concentramento e di sterminio nazisti, esposto anche a Palazzo
Magnani nel 2002, come sezione della mostra Memoria dei campi.
Biografia in inglese
Michael Kenna was born in Widnes, England in 1953. As one of 5 children born to a working class Irish-
Catholic family, he initially aspired to enter the priesthood but his passion for the arts led him to The
Banbury School of Art where he studied painting and then photography. Later he attended The London
College of Printing and began working as a photographer and artist. He moved to San Francisco in 1977
where he was astounded by the number of galleries the city housed which allowed artists to showcase and
sell their work.
San Francisco has remained his home ever since.
Michael Kenna's work has often been described as enigmatic, graceful and hauntingly beautiful much like
the Japanese landscape. Kenna first visited Japan in 1987 for a one-person exhibition and was utterly
seduced by the country's terrain. Over the years he has traveled throughout almost the entire country
constantly taking photographs. From these many treks the book Japan, featuring 95 of these photographs,
was conceived.
The simplicity and clarity of Kenna's Japan alludes to rather than describes his subject allowing the viewer
to have a completely unique and tailored interpretation. He has described this body of work as, "more like
a haiku rather than a prose"; his work being like photographs written in short poem form. Kenna's
photographs are often made at dawn or in the dark hours of night with exposures up to 10 hours. Kenna
has said "you
can't always see what's otherwise noticeable during the day… with long exposures you can photograph
what the human eye is incapable to seeing".
Michael Kenna's prints have been shown in numerous exhibitions throughout the world with permanent
collections in the Bibliotheque, Paris; The Museum of Decorative Arts, Prague; The National Gallery of Art,
Washington DC; and the Victoria and Albert Museum, London. Kenna has also done a great deal of
commercial work for such clients as Volvo, Rolls Royce, Audi, Sprint, Dom Perignon and The Spanish Tourist
Board. Japan is one of 18 books of Kenna's photography to have been published to date.
Testo per mostra
Micheal Kenna, fotografo paesaggista statunitense, tra i più celebri e apprezzati del mondo, esplora le
potenzialità della fotografia analogica attraverso scatti di fotografie in bianco e nero ai sali d’argento con
viraggio conservativo al selenio. Nominato nel 2000 Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal
Ministero della Cultura francese, Kenna è noto per il suo stile inconfondibile, caratterizzato dal bianco e
nero e dall’utilizzo della fotografia analogica con cui ritrae i luoghi utilizzando punti di vista nuovi e
inaspettati in grado di conferire loro un ché di metafisico e mentale. I suoi scatti sono realizzati in momenti
della giornata in cui la luce deve ancora manifestarsi completamente a plasmare i soggetti.
I suoi soggetti sono la natura, i tesori architettonici, le città e le aree industriali, che si ammantano di una
propria bellezza inquietante anche nel caso più eclatante delle centrali nucleari.
Michael Kenna guarda a questi luoghi da inaspettati punti di vista fisici e mentali e lo fa muovendosi in certi
momenti della giornata in cui la luce deve ancora manifestarsi per plasmare quei soggetti che sono solo dei
concetti immateriali e praticamente invisibili.
Tempi di posa lunghissimi che restituiscono immagini materiche e languide, spesso realizzate di notte, non
senza difficoltà ed eventuali “fallimenti” messi serenamente in conto.
E' un mediatore, uno straordinario traduttore poliglotta capace di comprendere e immedesimarsi in luoghi
e culture così lontani da apparirci spesso scontati anche a causa delle migliaia di immagini-clone che
quotidianamente si impongono ai nostri occhi e inaridiscono la nostra immaginazione invece di stimolarla.
Un artista capace di rinunciare alla velocità per sintonizzarsi su canali di pacifica e rispettosa convivenza con
i luoghi da lui visitati e studiati.
Lontano da periodi e da orari dettati da quegli automatismi che ci portano a muoverci tutti
contemporaneamente e convulsamente, per farci scoprire ciò che non abbiamo mai avuto nemmeno il
tempo di notare. Lontano dall’inquinamento visivo e acustico delle metropoli per riscoprire luoghi e rumori
ormai dimenticati. Da cercare e ascoltare, non da subire.
Il suo linguaggio è fuori dalle mode, non “fuori moda”, solo perché, come alcuni asseriscono,
romanticamente ancorato alla fotografia analogica e non ancora catapultato nel mondo del digitale. Anche
se entrambe le vie portano a risultati potenzialmente simili e comunque emozionanti, egli sceglie la via
della riflessione e dell’argento a quella dell’impetuosa cavalcata sull’onda dei pixel. Con il tempo si è
forgiato uno stile indiscutibile e inconfondibile, osservando il mondo con lo sguardo dello scultore che di
fronte al blocco di marmo sa già dove vuole arrivare ma sa anche che quello che sta per intraprendere sarà
un lungo e difficile percorso.
Dalla penombra dei luoghi in cui fisicamente si trova, Kenna parte per un viaggio che non si esaurisce mai
dopo i suoi lunghi click ma continua anche più tardi in un luogo altrettanto buio, la camera oscura, dove alla
flebile presenza di una lampadina rossa il fotografo si trasforma in stampatore per rivedere e ridonare
nuova luce a ciò che aveva già osservato. O forse solo immaginato.
15
maggio 2015
Michael Kenna
Dal 15 maggio al 28 giugno 2015
fotografia
Location
Galleria13
Reggio Emilia, Via Roma, 34/b, (Reggio Emilia)
Reggio Emilia, Via Roma, 34/b, (Reggio Emilia)
Orario di apertura
9:30 - 13:00, 15:30-19:30 - aperto dal giovedì alla domenica, nelle altre giornate su appuntamento al numero 3402397567
Vernissage
15 Maggio 2015, ore 17.30
Sito web
www.michaelkenna.net
Autore
Curatore