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Gabriella Ventavoli – Natura Naturans: un omaggio a Madre Natura
In questa occasione, oltre al grande dipinto “L’Ultima Cena”, sono presentate opere come“Natura Naturans” per significare come il nostro pianeta, dotato di grande bellezza e generosità, se depredato, non sarà più in grado di nutrire le sue creature
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra dal titolo “Natura Naturans” è promossa dallo “Spazio La Porta Verde”, un centro culturale
vivacissimo in una città come Milano. L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico
dell’Arte Contemporanea, che firma anche il testo in catalogo, dal titolo “Natura Naturans” riunisce un
grande telero e altre opere di Gabriella Ventavoli, che attiva da anni nell'arte contemporanea, si misura
sul tema della natura, del mondo e dei 4 elementi che lo compongono. L'attività espositiva legata
all'ecosistema del mondo e ai suoi quattro elementi, terra, acqua, fuoco e aria, rende giustizia e si fa
lezione sia per coloro che sono chiamati a dirigere la politica del mondo, sia per gli intellettuali e gli
uomini di buona volontà che nella natura hanno trovato l'inizio della vita e del mondo intero.
Scrive Carlo Franza: “Natura naturans, natura generante, natura vegetante, morte e vita. La mostra
evento di Gabriella Ventavoli che prende corpo e si fa lezione colta per Expo Milano 2015, si accoglie e
transita in lungo e in largo nel grande tema di “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Da sempre
Gabriella Ventavoli vive l'arte e la pittura come grido di salvaguardia del pianeta terra. Prima del
paesaggio c'era la natura, e non solo gettata nell'opera dell'artista per essere contemplata e risolversi in
percezione, ma qui, dappertutto, nella centralità del mondo, nello stesso fare arte. Non teatro o sfondo,
né proiezione dello sguardo pervaso dallo sgomento dell'infinito naturale, ma ordine razionale e
necessario, meraviglia dell'essere. Ci è chiaro che c'è un paesaggio di natura (Naturlandschaft) e il
paesaggio trasformato dall'uomo (Kulturlandschaft). Prima che paesaggio la natura era per sé, non
spettacolo ma realtà; ma anche imago mundi e insieme analogia entis. Nella stagione del moderno, tra
fine secolo e primo novecento, la crisi dei fondamenti sovverte qualsiasi gerarchia delle esperienze
culturali e segna l'estrema disfatta della natura. Aurora e tramonto, estremi nietzschani di un dilemma
che li rivela equivalenti: una origine inattingibile l'aurora, una fine che non finisce mai il tramonto. Con la
natura ritornano gli uomini. Secondo il verso di Holderlin commentato da Heiddeger, gli uomini abitano
poeticamente la terra. Dove abitare significa stare presso le cose, prendersi cura di esse, levarsi sulla
terra e sotto il cielo con il pensiero mortale dell'immortalità. E non si tratta più oggi di ridipingere
paesaggi, che saranno pur struggenti, e risaneranno il soggettivismo nomade,il proprio nuraghe, la
propria dimora, siamo nel nuovo secolo e nel nuovo millennio e terrorizzati dalla ipotetica immersione
negli abissi, dall'arretrare alle origini. E con la caduta dell'impero industriale la natura che ci circoscrive
non ha più le accentuazioni policrome ma un tempo grigio, in bianco-nero, sospeso e lungo. Questo
paesaggio avrà notti insonni. Forse non basterà l'enfasi dei nuovi ecologi anche se la possibilità di
paesaggio è ovunque. Ecco il senso di queste riflessioni sul mondo, sulla natura, sul mare, il cielo e le
stelle, perchè Gabriella Ventavoli nella pienezza oggettiva del conoscere porge la sua arte e la
rappresentazione del mondo come conoscenza, idea luminosa di una mens insita omnibus. La natura
offuscata, deturpata, resa malata, è preda di un demone che combatte nel presente. L'artista ha
tentato, e vi è riuscita superbamente, di agitare questo combattimento, per meglio offrire un appoggio
salvifico e un principio generativo in perenne incandescenza. Pane e vino diventano gli alimenti primari
di una “natura naturans” visti che nei secoli e nei millenni le civiltà hanno intorno a questo cibo e
bevanda inscenato riti e misteri. Elementi ed alimenti che hanno dato a Gabriella Ventavoli modo di
portare a termine la sua “ultima cena”. L’opera ritenuta un vero e proprio capolavoro dell’artista
milanese, presenta un dipinto di grandi dimensioni e appena realizzato in più parti assemblate, per
creare una installazione dove, in un ordine geometricamente calcolato, elementi e simbologie diverse
danno vita a un austero rito conviviale fortemente segnato dal presagio e dai simboli di memoria
cristiana. L'opera va ritenuta non solo un autentico capolavoro dell’artista, opera di grande impegno e
profondo significato, ma ripropone in una sintesi di intensa suggestione, aspetti e momenti diversi della
sua produzione, e li riformula in una prospettiva di assoluta novità. suonano e fumano intorno a Cristo...
Per dare forma a uno austero rito conviviale, Gabriella Ventavoli ha dipinto terra, mare e cielo in un
amalgama in cui la madre terra, terra generante, diventa la carne di Cristo, ovvero Cristo che ha raccolto
attorno a sé poche cose e le ha organizzate, in un ordine geometricamente calcolato, che segnalano
drammaticamente il presagio e i simboli della passione, dell'abbandono e del dolore. E il grido di dolore
dell'artista che in quest'opera raccoglie le violenze portate a terra e cielo. Sono tutte presenze evocative
e modi che a distanza di millenni ricostruiscono un evento che appartiene profondamente alla nostra
cultura. L’universalità dell’opera della Ventavoli è tale da permettere a ciascuno di noi di leggere in essa
la nostra storia, e la sua “Ultima Cena”, non celebra solo un rito di addio, ma è anche capace di evocare
simbolicamente la riunione di corpo e anima, dell’umano e divino, ovvero del cielo e della terra”.
Cenni biografici dell'artista
Gabriella Ventavoli, medico psicanalista, scrittrice, poetessa e pittrice. E' nata a Piombino in Toscana,
ma vive e lavora a Milano. Opera in pittura dal 1976 con collettive (Pavia, Milano, Chianciano, Venezia,
Pisa, Roè Volciano-Brescia, Roma, Verona, ecc.) e personali (Milano, Arezzo, Pavia) in più città italiane,
affrontando tematiche sociali e ambientali di grande impegno civile e morale. La sua attività artistica si
misura anche all'interno di uno spazio culturale qual'è “La Porta verde” a Milano. Nel maggio 2014
l'illustre Storico dell'Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza presenta la sua mostra
personale dal titolo “Elegia del mare” a Milano. Vince il Premio Pittura al Premio delle Arti-Premio della
Cultura per l'edizione XXVI al Circolo della Stampa di Milano. Nel gennaio 2015, anno dell'Expo da il
via alla mostra “L'Ultima Cena” con un grande telero e altre opere a “La Porta Verde” di Milano e
nell'aprile 2015 al Plus Berlin di Berlino nel Progetto “Strade d'Europa” fa vivere una significativa
personale dal titolo “Laudi del cielo della terra e del mare e altre storie” . E ancora a Milano nel maggio
2015 a “La Porta Verde” come Evento EXPO MILANO 2015, la mostra personale “Natura Naturans”
presentata in catalogo dall'illustre Storico dell'Arte Contemporanea, Prof. Carlo Franza.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte.
E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La
Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e
Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna
e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle
Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario
“Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i
dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro
Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul
quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della
Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e
cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha
curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio
Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio
Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è
presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 vince il Premio Berlino per
la Critica d'Arte.
vivacissimo in una città come Milano. L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico
dell’Arte Contemporanea, che firma anche il testo in catalogo, dal titolo “Natura Naturans” riunisce un
grande telero e altre opere di Gabriella Ventavoli, che attiva da anni nell'arte contemporanea, si misura
sul tema della natura, del mondo e dei 4 elementi che lo compongono. L'attività espositiva legata
all'ecosistema del mondo e ai suoi quattro elementi, terra, acqua, fuoco e aria, rende giustizia e si fa
lezione sia per coloro che sono chiamati a dirigere la politica del mondo, sia per gli intellettuali e gli
uomini di buona volontà che nella natura hanno trovato l'inizio della vita e del mondo intero.
Scrive Carlo Franza: “Natura naturans, natura generante, natura vegetante, morte e vita. La mostra
evento di Gabriella Ventavoli che prende corpo e si fa lezione colta per Expo Milano 2015, si accoglie e
transita in lungo e in largo nel grande tema di “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Da sempre
Gabriella Ventavoli vive l'arte e la pittura come grido di salvaguardia del pianeta terra. Prima del
paesaggio c'era la natura, e non solo gettata nell'opera dell'artista per essere contemplata e risolversi in
percezione, ma qui, dappertutto, nella centralità del mondo, nello stesso fare arte. Non teatro o sfondo,
né proiezione dello sguardo pervaso dallo sgomento dell'infinito naturale, ma ordine razionale e
necessario, meraviglia dell'essere. Ci è chiaro che c'è un paesaggio di natura (Naturlandschaft) e il
paesaggio trasformato dall'uomo (Kulturlandschaft). Prima che paesaggio la natura era per sé, non
spettacolo ma realtà; ma anche imago mundi e insieme analogia entis. Nella stagione del moderno, tra
fine secolo e primo novecento, la crisi dei fondamenti sovverte qualsiasi gerarchia delle esperienze
culturali e segna l'estrema disfatta della natura. Aurora e tramonto, estremi nietzschani di un dilemma
che li rivela equivalenti: una origine inattingibile l'aurora, una fine che non finisce mai il tramonto. Con la
natura ritornano gli uomini. Secondo il verso di Holderlin commentato da Heiddeger, gli uomini abitano
poeticamente la terra. Dove abitare significa stare presso le cose, prendersi cura di esse, levarsi sulla
terra e sotto il cielo con il pensiero mortale dell'immortalità. E non si tratta più oggi di ridipingere
paesaggi, che saranno pur struggenti, e risaneranno il soggettivismo nomade,il proprio nuraghe, la
propria dimora, siamo nel nuovo secolo e nel nuovo millennio e terrorizzati dalla ipotetica immersione
negli abissi, dall'arretrare alle origini. E con la caduta dell'impero industriale la natura che ci circoscrive
non ha più le accentuazioni policrome ma un tempo grigio, in bianco-nero, sospeso e lungo. Questo
paesaggio avrà notti insonni. Forse non basterà l'enfasi dei nuovi ecologi anche se la possibilità di
paesaggio è ovunque. Ecco il senso di queste riflessioni sul mondo, sulla natura, sul mare, il cielo e le
stelle, perchè Gabriella Ventavoli nella pienezza oggettiva del conoscere porge la sua arte e la
rappresentazione del mondo come conoscenza, idea luminosa di una mens insita omnibus. La natura
offuscata, deturpata, resa malata, è preda di un demone che combatte nel presente. L'artista ha
tentato, e vi è riuscita superbamente, di agitare questo combattimento, per meglio offrire un appoggio
salvifico e un principio generativo in perenne incandescenza. Pane e vino diventano gli alimenti primari
di una “natura naturans” visti che nei secoli e nei millenni le civiltà hanno intorno a questo cibo e
bevanda inscenato riti e misteri. Elementi ed alimenti che hanno dato a Gabriella Ventavoli modo di
portare a termine la sua “ultima cena”. L’opera ritenuta un vero e proprio capolavoro dell’artista
milanese, presenta un dipinto di grandi dimensioni e appena realizzato in più parti assemblate, per
creare una installazione dove, in un ordine geometricamente calcolato, elementi e simbologie diverse
danno vita a un austero rito conviviale fortemente segnato dal presagio e dai simboli di memoria
cristiana. L'opera va ritenuta non solo un autentico capolavoro dell’artista, opera di grande impegno e
profondo significato, ma ripropone in una sintesi di intensa suggestione, aspetti e momenti diversi della
sua produzione, e li riformula in una prospettiva di assoluta novità. suonano e fumano intorno a Cristo...
Per dare forma a uno austero rito conviviale, Gabriella Ventavoli ha dipinto terra, mare e cielo in un
amalgama in cui la madre terra, terra generante, diventa la carne di Cristo, ovvero Cristo che ha raccolto
attorno a sé poche cose e le ha organizzate, in un ordine geometricamente calcolato, che segnalano
drammaticamente il presagio e i simboli della passione, dell'abbandono e del dolore. E il grido di dolore
dell'artista che in quest'opera raccoglie le violenze portate a terra e cielo. Sono tutte presenze evocative
e modi che a distanza di millenni ricostruiscono un evento che appartiene profondamente alla nostra
cultura. L’universalità dell’opera della Ventavoli è tale da permettere a ciascuno di noi di leggere in essa
la nostra storia, e la sua “Ultima Cena”, non celebra solo un rito di addio, ma è anche capace di evocare
simbolicamente la riunione di corpo e anima, dell’umano e divino, ovvero del cielo e della terra”.
Cenni biografici dell'artista
Gabriella Ventavoli, medico psicanalista, scrittrice, poetessa e pittrice. E' nata a Piombino in Toscana,
ma vive e lavora a Milano. Opera in pittura dal 1976 con collettive (Pavia, Milano, Chianciano, Venezia,
Pisa, Roè Volciano-Brescia, Roma, Verona, ecc.) e personali (Milano, Arezzo, Pavia) in più città italiane,
affrontando tematiche sociali e ambientali di grande impegno civile e morale. La sua attività artistica si
misura anche all'interno di uno spazio culturale qual'è “La Porta verde” a Milano. Nel maggio 2014
l'illustre Storico dell'Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza presenta la sua mostra
personale dal titolo “Elegia del mare” a Milano. Vince il Premio Pittura al Premio delle Arti-Premio della
Cultura per l'edizione XXVI al Circolo della Stampa di Milano. Nel gennaio 2015, anno dell'Expo da il
via alla mostra “L'Ultima Cena” con un grande telero e altre opere a “La Porta Verde” di Milano e
nell'aprile 2015 al Plus Berlin di Berlino nel Progetto “Strade d'Europa” fa vivere una significativa
personale dal titolo “Laudi del cielo della terra e del mare e altre storie” . E ancora a Milano nel maggio
2015 a “La Porta Verde” come Evento EXPO MILANO 2015, la mostra personale “Natura Naturans”
presentata in catalogo dall'illustre Storico dell'Arte Contemporanea, Prof. Carlo Franza.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte.
E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La
Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e
Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna
e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle
Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario
“Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i
dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro
Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul
quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della
Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e
cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha
curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio
Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio
Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è
presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 vince il Premio Berlino per
la Critica d'Arte.
08
maggio 2015
Gabriella Ventavoli – Natura Naturans: un omaggio a Madre Natura
Dall'otto maggio al 31 ottobre 2015
arte contemporanea
Location
LA PORTA VERDE
Milano, Via Andrea Maria Ampere, 102, (Milano)
Milano, Via Andrea Maria Ampere, 102, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 18/20
Vernissage
8 Maggio 2015, ore 18
Autore
Curatore