Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
15
maggio 2009
fino all’11.X.2009 Pensare Pittura Genova, Villa Croce
genova
Pittura Analitica: quando l’immaterialità del pensiero diventa concretezza pittorica. La rilettura di un passato prossimo. Per “mettere i puntini sulle i” alle teorizzazioni della critica d’arte degli ultimi trent’anni...
di Angela Pippo
Un territorio d’indagine ancora piuttosto magmatico è quello che si propone di delineare il Museo di Villa Croce con la mostra Pensare Pittura. Il titolo racchiude in sé il significato dell’analisi: nella poderosa macchina speculativa e ben poco “concreta” che il mondo dell’arte ha costruito fra gli anni ’60 e ’70 attraverso la corrente del concettuale, passò piuttosto in sordina quel fenomeno prettamente pittorico che si sviluppò da un “processo riflessivo sul linguaggio” del dipingere e da un “ragionamento sul ‘fare’” il manufatto-quadro, che viene comunemente identificato come Pittura-Pittura, Geplante Malerei, Pittura Analitica.
Il museo genovese non smentisce la propria vocazione alla mostra d’approfondimento e, con la volontà di riproporre alla memoria e al dibattito critico la vicenda artistica della Pittura Analitica, progetta un percorso espositivo da manuale di storia dell’arte. Che, partendo dai naturali prodromi, fra cui Josef Albers e Lucio Fontana, tenta di categorizzare il fenomeno, declinandolo nei vari gruppi nazionali.
Perché se il tallone d’Achille che non permise alla corrente di entrare stabilmente nelle argomentazioni teoriche della critica fu soprattutto quello di essersi trovato a metà strada fra la problematicità del concettuale e l’esuberanza anni ’80 della nuova figuratività, non giocò a suo favore nemmeno l’esser stato liquidato troppe volte come astrattismo posticcio, informale attardato o minimal art inconclusa, non avendo formato unioni consolidate d’intervento che stilassero programmi teorici specifici.
Viene quindi usato il criterio della nazionalità per creare piccoli addensamenti d’intenti pratici e concettuali, pur molto vivaci e personali nella loro singolarità. Ed è così che dopo la sezione dei “Precursori” si aprono gli spazi dei “Protagonisti Italiani”, che accompagnano lo spettatore al piano superiore, dedicato agli “Orizzonti Internazionali”, dove si sceglie di esporre le opere in comparti differenziati in base al Paese di provenienza.
La problematicità di ogni dipinto si fa sentire, anche perché la Pittura Analitica reclama un “fruitore che sappia esercitare una progressiva attenzione ai processi costitutivi dell’opera”. Le parole specifiche di ogni autore, a proposito della processualità del proprio fare, sono quelle che davvero permettono di cogliere quella sottile ma essenziale differenza che distingue Carlo Battaglia e il suo Glauce (1975) da un minimale, o Marco Gastini con Plexiglas (1969) da un informale: è la concettualizzazione che sta alla base dell’opera che ne sancisce l’originalità e la peculiarità, ed è per questo che in molti casi l’autore diveniva critico e teorico di sé stesso.
Il panorama estero non è meno costellato da singoli pensatori che conducevano ricerche particolarmente libere, nonostante alcuni casi di più formali intenti comuni. Un esempio fra tutti, gli artisti del gruppo parigino B.M.P.T. fondato nel 1966 o il successivo Support/Surface, ampiamente rappresentati in mostra.
Il museo genovese non smentisce la propria vocazione alla mostra d’approfondimento e, con la volontà di riproporre alla memoria e al dibattito critico la vicenda artistica della Pittura Analitica, progetta un percorso espositivo da manuale di storia dell’arte. Che, partendo dai naturali prodromi, fra cui Josef Albers e Lucio Fontana, tenta di categorizzare il fenomeno, declinandolo nei vari gruppi nazionali.
Perché se il tallone d’Achille che non permise alla corrente di entrare stabilmente nelle argomentazioni teoriche della critica fu soprattutto quello di essersi trovato a metà strada fra la problematicità del concettuale e l’esuberanza anni ’80 della nuova figuratività, non giocò a suo favore nemmeno l’esser stato liquidato troppe volte come astrattismo posticcio, informale attardato o minimal art inconclusa, non avendo formato unioni consolidate d’intervento che stilassero programmi teorici specifici.
Viene quindi usato il criterio della nazionalità per creare piccoli addensamenti d’intenti pratici e concettuali, pur molto vivaci e personali nella loro singolarità. Ed è così che dopo la sezione dei “Precursori” si aprono gli spazi dei “Protagonisti Italiani”, che accompagnano lo spettatore al piano superiore, dedicato agli “Orizzonti Internazionali”, dove si sceglie di esporre le opere in comparti differenziati in base al Paese di provenienza.
La problematicità di ogni dipinto si fa sentire, anche perché la Pittura Analitica reclama un “fruitore che sappia esercitare una progressiva attenzione ai processi costitutivi dell’opera”. Le parole specifiche di ogni autore, a proposito della processualità del proprio fare, sono quelle che davvero permettono di cogliere quella sottile ma essenziale differenza che distingue Carlo Battaglia e il suo Glauce (1975) da un minimale, o Marco Gastini con Plexiglas (1969) da un informale: è la concettualizzazione che sta alla base dell’opera che ne sancisce l’originalità e la peculiarità, ed è per questo che in molti casi l’autore diveniva critico e teorico di sé stesso.
Il panorama estero non è meno costellato da singoli pensatori che conducevano ricerche particolarmente libere, nonostante alcuni casi di più formali intenti comuni. Un esempio fra tutti, gli artisti del gruppo parigino B.M.P.T. fondato nel 1966 o il successivo Support/Surface, ampiamente rappresentati in mostra.
articoli correlati
Pittura Analitica alla Permanente di Milano
angela pippo
mostra visitata il 23 aprile 2009
dal 16 aprile all’undici ottobre 2009
Pensare pittura. Una linea internazionale di ricerca negli anni ‘70
a cura di Franco Sborgi e Sandra Solimano
Museo d’Arte Contemporanea – Villa Croce
Via Ruffini, 3 – 16128 Genova
Orario: da martedì a venerdì ore 9-19; sabato e domenica ore 10-19
Ingresso libero
Catalogo Silvana Editoriale
Info: tel. +39 010580069; fax +39 010 532482; museocroce@comune.genova.it; www.museovillacroce.it
[exibart]