18 maggio 2009

fino al 28.V.2009 Kaspar Bucher Roma, Studio Trisorio

 
Oggetti comuni, incredibilmente grandi o particolarmente piccoli. In scala volutamente stravolta, per trasformarne il significato e la percezione. Con un pizzico d’ironia...

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Guardare con occhi diversi gli oggetti che ci circondano, sottrarli alla loro abituale funzione e investirli di altro significato, è una pratica artistica piuttosto diffusa, che affonda le sue radici in un passato ancora attuale. È sufficiente dire ‘scolabottiglie’ per far aprire a cascata tutto un mondo di rimandi e conseguenze.
Sembrerebbe quindi un modo di agire divenuto quasi sterile prassi. Ciò che invece ogni volta rinnova e modifica la pratica è proprio l’oggetto sul quale si posa l’attenzione. Inoltre, c’è un ulteriore scarto rispetto al gesto duchampiano: non è un oggetto prelevato tout court; a esser presa è solo la sua memoria formale. Tutto il resto viene stravolto, intendendo con ciò sia la materia utilizzata che le dimensioni (vengono subito in mente Lucio Perone e Giuseppe Pulvirenti).
È quello che ha fatto Kaspar Bucher (Berna, 1976), alla sua prima personale italiana dal lapalissiano titolo Keep up Appearances. L’artista svizzero ha riempito lo spazio della galleria con palloncini, coni spartitraffico e un amo da pesca. Tutti hanno mantenuto la loro primigenia collocazione: i palloncini in alto sul soffitto, i coni sparsi a terra, l’amo attaccato al suo filo. Ma, fermo restando il colore, ognuno è stato modificato nelle misure e nei materiali, che, seppur diversi tra loro, hanno in comune un importante fattore, ovvero la lucentezza. I coloratissimi palloncini sono in vetro soffiato, i coni in ceramica e l’amo in acciaio cromato.
Kaspar Bucher - Pylons - 2007 - porcellana, foglia d’oro 23.75 carati - cm 42x25x25 / 25x20x20
È quest’ultimo a colpire maggiormente, poiché incredibilmente grande. Così, dopo l’iniziale entusiasmo suscitato dalla sorpresa, si è colti da una sorta d’inquietudine, perché si riflette proprio sulle dimensioni. Se la scala ridotta dei coni spartitraffico (Pylons) dà un senso di pacatezza per la preziosità della materia – oltre alla brillante ceramica bianca, le bande sono realizzate in lamina d’oro – e per la sensazione di essere dei giganti in un mondo di nani, di fronte all’amo (Hook) lo stato d’animo è ribaltato: si è di colpo dei lillipuziani davanti a un enorme pescatore. È qui che entra in campo l’ironia, con un pizzico di provocazione. Perché, come lo stesso Bucher ha spiegato, la lucentezza del materiale vuole ammaliare lo spettatore. Di conseguenza, l’artista è il pescatore e il visitatore il pesce preso all’amo.
Kaspar Bucher - Keep up Appearances - veduta dell'allestimento presso lo Studio Trisorio, Roma 2009
Anche gli apparentemente innocenti palloncini suscitano una certa apprensione. Per antonomasia metafora di leggerezza, realizzati in vetro sono immediatamente spogliati della loro simbologia, diventando qualcosa di pesante e sospeso, che potrebbe cadere da un momento all’altro.
Dunque, oggetti ordinari a cui viene però conferita una vita nuova e diversa. Che acquistano un ruolo da protagonista, con il compito di far scattare una serie di originali valutazioni.

daniela trincia
mostra visitata il 3 aprile 2009


dal 3 aprile al 28 maggio 2009
Kaspar Bucher – Keep up Appearances
a cura di Lydia Pribisova e Laura Trisorio
Studio Trisorio
Vicolo delle Vacche, 12 (zona piazza Navona) – 00186 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 16-20 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel./fax. +39 0668136189; roma@studiotrisorio.com; www.studiotrisorio.com

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