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La Maschera scarlatta di Palermo. Azione urbana
Come le stanze del castello nel racconto, le maschere diventano sette per evidenziare delle criticità sociali e culturali: la religione, la mafia, la munnizza, la giustizia, l’immigrazione, la nobiltà. L’ultima è la maschera scarlatta, che mette in scena la morte, che nella sua essenza non rappresenta un punto di fine ma un punto di partenza, un multiplo complesso e mutevole che ha intriso in se la volontà di un cambiamento.
Comunicato stampa
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Come le stanze del castello nel racconto, le maschere diventano sette per evidenziare delle criticità sociali e culturali: la religione, la mafia, la munnizza, la giustizia, l’immigrazione, la nobiltà. L'ultima è la maschera scarlatta, che mette in scena la morte, che nella sua essenza non rappresenta un punto di fine ma un punto di partenza, un multiplo complesso e mutevole che ha intriso in se la volontà di un cambiamento. La maschera scarlatta riposta sul viso di due delle nove statue del Genio di Palermo vuole creare una riflessione nell’osservatore che abita la propria città, che specchiandosi nella propria immagine distorta, non riconosce più se stesso creando un’ipertrofia visiva nel confuso gioco della struttura memoriale. Nasce l’esigenza di una relazione e ri-appropriazione del tessuto urbano tramite quei luoghi che hanno delle radici antropologiche strettamente legate alla città di Palermo. Le maschere sono impersonificate simultaneamente dall’artista, dalle danzatrici, dai fotografi e dagli scrittori, perdendo così la loro struttura di feticcio legata a tutti gli immaginari antropologici intrisi in essa, ma la loro accezione mutevole diviene un mezzo per ridefinire i confini dell’identità personale, del suo possibile disperdersi e per sottolineare degli stadi di passaggio, di trasformazione che questo momento sociale e culturale porta con sé.
19
aprile 2015
La Maschera scarlatta di Palermo. Azione urbana
19 aprile 2015
performance - happening
Location
SEDI VARIE – Palermo
Palermo, (Palermo)
Palermo, (Palermo)
Vernissage
19 Aprile 2015, h 11
Curatore