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Sulla sua stessa pelle ha dovuto sperimentare la mannaia dei censori cinesi, che hanno bloccato un suo progetto cyber-artistico teso a informare sui bambini morti nel terremoto del Sichuan dello scorso anno, cancellando regolarmente dal suo blog ogni post ritenuto sconveniente per il regime, fra cui quelli relativi all’anniversario del massacro di Piazza Tiananmen. Ora Ai Weiwei, notissimo architetto a artista – ma anche attivista politico – cinese basato a Los Angeles, decide di passare al contrattacco: motivo una nuova norma che prevede che tutti i nuovi computer venduti in Cina siano dotati di un dispositivo che automaticamente filtrerebbe i contenuti ritenuti sconvenienti dalle autorità. E per questo chiama i compatrioti a un’inedita forma di protesta: il boicottaggio per un giorno di tutte le attività Internet-based. Data scelta, il prossimo 1 luglio, anniversario della fondazione del Partito Comunista Cinese e anche data dell’entrata in vigore delle nuove norme liberticide…
[exibart]
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