01 luglio 2009

biennale 2009_ partecipazioni nazionali Padiglione Italia

 
Si scrive del Padiglione nostrano con gli stessi toni coi quali si commenta una tragedia annunciata. Con l’aggravante che, per semplificarsi il lavoro, a volte si liquida il tutto con un fin troppo semplice sarcasmo. E se si provasse a osservare e descrivere le opere esposte?...

di

Alla luce di quello che potrebbe apparire una sorta di revisionismo pittorico, è quasi d’obbligo sentenziare che la pittura del Padiglione Italia è troppa e troppo mal scelta; che in questo settore l’allestimento risulta pesante; che Montesano avrebbe potuto concentrarsi su un unico, prezioso lavoro, anziché disperdersi nello sforzo di allestire a tutti i costi. Stesso discorso vale per il maestro Chia, troppo poco ancorato a se stesso.
Inutile anche dire che avremmo voluto vedere qualcosa di maggiormente “inedito” dal talentuoso Galliano e che un po’ di rammarico per il contesto espositivo sopraggiunge nell’osservare lo sforzo di Cingolani e il magniloquente lavoro di Verlato che, a dispetto di tutto, sa stupire i visitatori meno esigenti.
Detto ciò, varcando la soglia dello spazio conquistato in quest’edizione si potrebbe cercare di porsi nell’ottica dei curatori, che hanno più volte ribadito la loro volontà di affrancarsi dalla tendenza alla consuetudine di un padiglione sobrio e omogeneo, indicando nel rifiuto all’unitarietà, vista come falsa e imposta, una tendenza post-modernista che privilegia una pluralità di stili e situazioni espositive.
Obiettivamente, si è bombardati da una visione d’insieme piuttosto complessa. A volerla smontare, seguendone virtuali linee-guida, si rimane stupefatti dalla singolarità e dal valore di alcune tra le opere proposte. L’imponente struttura di Silvio Wolf troneggia con aura mistica e illumina di raggi misteriosi la lunga parete incastonata da una miriade d’inquietanti, piccole sculture in ceramica a opera di Bertozzi & Casoni, il cui spessore è indubbio. Così come assolutamente imprescindibili sono le sculture di Aron Demetz, fortemente penalizzate nella posizione, in cui la figura umana appare angosciante e sinistra, a tratti in fase di decomposizione avanzata, grazie alla stessa linfa naturale dell’albero; un connubio vitale su quale prevale il gelo della morte.
Daniele Galliano - Chickens - 2009 - olio su tela - cm 200x300 - photo Tommaso Mattina
Risulta interessante anche il noto lavoro di Giacomo Costa, mentre le grandi foto di Matteo Basilè sono talmente stra-ordinarie nella loro nitidezza e sublimazione estetica, raffinatezza formale e scelta dei soggetti, da riuscire a calamitare ogni sguardo in quella che sembra una competizione di spazi conquistati.
A questo proposito, ci si aspettava pannelli di maggiori dimensioni da parte di Elisa Sighicelli, visto quanto era stato annunciato, mentre le sue foto sono forse l’opera più danneggiata dal contesto allestitivo; il video, diversamente, una volta trovato dalla parte opposta del padiglione, crea suggestioni, in una riflessione profonda sul ritorno della materia all’energia iniziale.
Berruti si avvale della struggente melodia di Paolo Conte, e non delude, anche se il video mantiene un ritmo che non si uniforma alla colonna sonora. Le tenere immagini conquistano l’attenzione dei visitatori stranieri, meno abituati al linguaggio dell’artista piemontese.
Masbedo - Schegge d'incanto in fondo al dubbio - 2009 - videoinstallazione in retroproiezione su due schermi - cm 225x400 - courtesy Noire Contemporary Art, Torino
Si conclude con l’opera che ha raccolto più consensi da parte degli addetti ai lavori:il video dei Masbedo emerge vincente in quest’odissea. Schegge d’incanto in fondo al dubbio è una prova magistrale del duo milanese, nel quale un impianto tecnologico e cinematografico di altissimo livello sorregge una composizione narrativa di grande pathos epico e formale. Il tormento dell’uomo causato dalla vanitas, la conseguente perdita di un ancoraggio e la tragedia imminente si sovrappongono all’immagine salvifica della donna e ai valori della domus.

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barbara reale


dal 5 giugno al 22 novembre 2009
Padiglione Italia – Collaudi. Omaggio a F.T. Marinetti
a cura di Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli
Arsenale
Castello (Campo della Tana) – 30122 Venezia
Orario: giugno: da mercoledì a lunedì ore 10-18
Ingresso: intero € 18; ridotto € 15
Catalogo Silvana Editoriale
Info: tel. +39 0415218711; fax +39 0415218812; infoartivisive@labiennale.org; www.labiennale.org

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48 Commenti

  1. Mi fa sorridere che il Padiglione sia stato salvato da dei video artisti ma i Beatrice non puntavano tutto sulla pittura Italiana? va da sè che il lavoro dei MASBEDO sia stato apprezzato da esperti, sono bravissimi anche se a volte eccessivvamente tristi, cupi….belle anche le musiche

  2. Il padiglione Italia è un miracolo che salva tutta la biennale!!! il resto è immondizia che sarà da smaltire con alti costi.

  3. Mha..questo padiglione italia mi sembra molto ruffiano e corretto. Con un’allestimento un pò luna park. Forse mantenendo la stessa linea si poteva creare una proposta più stuzzicante e meno prevedibile. In ogni caso gli artisti sono artigiani raffinati. Impiegati di lusso per un canovaccio prevedibile e compiacemte. Se paragoniamo tutto questo a bruce nauman o a giovani artisti come tino seghal, il padiglione italia cade. Diventa altro. E a questo punto si tratta di gusti.

  4. Brava Barbara ottima recensione hai affrontato con lucidità e serietà un tema che la massa giudice ha voluto scottante…le tue righe sono i miei pensieri..bravi Costa, bertozzi Casoni, sottotono la Sighicelli e i masbedo confermano quello che sono gli unici video artisti capaci di reggere senza difficoltà la scena internazionale….. il loro lavoro era anche a Basilea ma nulla a che vedere con il biennalesco in grande…a mio avviso anche wolf non era male

  5. barbara reale ha troppa classe per sottolineare quanta poca ce ne fosse nel padiglione italia, ha tirato fuori il meglio e ha taciuto sulle scelte troppo sbagliate.

    Ma lei non ha detto se il padiglione nel complesso le piace, se è accettabile così com’è.

  6. Purtroppo finchè gli allestimenti sono ‘politicamente’ dati in mano a persone come Beatrice Buscaroli che non sanno nemmeno cosa sia l’arte contemporanea (parole sue alla presentazione di una mostra a Bologna) questi sono i risultati. Forse la politica dovrebbe smetterla di volersi a tutti i costi impicciarsi di tutto e lasciare spazio a chi ha realmente le competenze per prendere delle decisioni, soprattutto riguardanti eventi di questa risonanza internazionale (continuiamo pure con le figuracce a livello mondiale!!!)

  7. Una recensione descrittiva, ben organizzata, non c’è che dire, ma, appunto, descrittiva: un buon compitino. Ciò non toglie che le critiche al padiglione incriminato, argomentate per benino non solo qui ma -non siate supporter a tutti i costi!- altrove in quotidiani e riviste di settore, con tutti i titoli e l’onestà per biasimare, siano corrette e sacrosante. Al di là del salvataggio di singoli artisti
    -e ognuno avrà i suoi preferiti- il padiglione è, appunto, una visione collettiva e come tale non funzionava. Sciatta, confusa, marchettara, business e intrallazzi evidenti sotto la crosta… Non prendiamoci in giro!
    I motivi si sanno, e stanno nella impreparazione dei curatori o nella loro incapacità a sganciarsi dal dio denaro e dalle amicizie galleristiche, facendo interessi propri e non certo collettivi. Il pèadiglione nazionale è tale perchè ha l’obbligo di dare dell’Italia una panoramica credibile che tutti gli altri Paesi non solo non ci hanno attripuito ma che hanno registrato per quel che è: politica e potere allo stato brado, ma piccino piccino, da Repubblica delle Banane, che l’Italia di fatto è diventata da pèarecchio tempo…

  8. Ottimo articolo anche se tra noi curatori l’unico lavoro davvero interessante anche se tremendamente ansioso è il video dei masbedo….brava barbara

  9. Come mai tanto accanimento nel denunciare una presunta influenza politica su questi curatori? Finchè si tratta di gentaglia cliente della sinistra va sempre tutto bene??? I curatori danno il loro taglio personale alla scelta degli artisti, all’allestimento del padiglione come ciascuno di noi fa per molte cose nella quotidianità. Ritengo che il lavoro di B&B sia di qualità e abbia riportato l’Italia alla posizione che le spetta e che in Biennale era stata persa. Chi critica gratuitamente ha letto e ascoltato ciò che i curatori hanno voluto dire. Dubito che molti l’abbiano fatto. E disdegno le sterili critiche per “partito preso”.

  10. Non mi sembra che Barbara abbia trattenuto nulla, è stata decisa nell’esprimere le sue opinioni, ha detto con chiarezza cosa poteva essre diverso ed era difficile farlo in un contesto del genere. Non dimenticando che i curatori non potevano essere diversi, sono stati nominati e hanno confermato la loro linea di pensiero. Quella di una vita.
    Non ha alimentato le polemiche ovvie per rispetto nei confronti di chi ha lavorato e dei sogni di chi ha talento.

  11. Claudia, penso che tu ci abbia preso solo in parte.
    una persona che ama la filosofia e l’impegno politico(non ideologico ma umanitario), la profondità del pensiero come lei non può accettare un risultato del genere a cuor leggero, perchè sembra di si quindi?
    solo perchè da una rapa non ci puoi cavar sangue? riferito ai curatori che sempre hanno fatto così intendo.

  12. è proprio vero: non c’è più religione! o meglio, non c’è più obiettività! il malcostume politico sta rimbecillendo tutti.
    salvare il padiglione italia è come dire che il premier non dice bugie ed è coerente. in quella che dovrebbe essere una rassegna dell’arte italiana CONTEMPORANEA (avete chiaro cosa vuol dire contemporanea?) portiamo la pittura figurativa di Chia & C., con schizzofrenici accostamenti? mi domando come mai si sia voluto difendere il padiglione? si è stati forse intimati che altrimenti anche ai collaboratori di sarebbe stato messo il bavaglio?

  13. Cara Flaminia, sei fascista? Berlusconiana? Non pensi che qualcuno possq vedere le cose diversamente da te? Non credi che in ogni cosa ci possa essere del buono e del cattivo? Sei il classico esempio di quello che è diventata l’Italia. Aboliamo le discussioni ed i distinguo intellettuali e di merito che sono solo perdite di tempo. Ogni argomento è diventato un “con me od un contro di me.” Siamo stati davvero berlusconizzati, anche quelli che pensano di essere anti berlusconiani. Mamma mia che paura mi fai…

  14. Cara Flaminia, nessuno è mai riuscito a farmi tacere, neppure un padre molto duro e autorevole. Quindi, non dire sciocchezze. Accetto la diversità, anche quando non rispecchia i miei gusti, e amo chi è capace di costruire e dare speranza a persone che hanno saputo portare avanti sogni difficili. Non tutti hanno le stesse possibilità e gli stessi mezzi per farlo. Il prossimo anno, o quando sarà, applaudiremo il mago del concettuale di turno e potremo vagare e dare lustro alla nostra capacità di dissertare sul nulla, e potremo anche compiacerci della raffinatezza del vuoto, che fa sempre molto fine. Quest’anno qualcuno ha voluto dare fiducia anche a spiriti che si sporcano la mani per fare e disegnare e intagliare, dobbiamo metterlo in croce per questo? Del resto non voglio parlare, chi giudica faccia qualcosa per cambiare le cose.

  15. Il messaggio di Flaminia è davvero imbarazzante. ma come osa parlare di politica così ingenuamente ( immagino che tu sia una di quelle che si sente creativa con “Il manifesto” sotto il braccio) cosa dannazione argomenti paragonando il Padiglione Italia a Berlusconi? ma davvero sei così vuota da credere che il Padiglione Italia voti Berlusconi e quello di Birnebaum la sinistra progressista europea? davvero ti hanno infarcito la testa di così tante schifezzescontate? che differenza c’è tra una nobilissima casalinga che legge “chi” e vota Berlusconi e una come te che intellettualizza sul nulla e fa politica da pappagallo? mi dispiace Flaminia il tuo criterio di giudizio è davvero banale, ripeti come una gallina quello che tutti hanno detto senza aver visto la mostra, perchè ti piace fare la “diversa omologata”…non prenderla come un’offesa riflettici.

  16. cara B,
    non mettiamo in piazza i padri, perchè mi sa che parti già sconfitta! se per giustificare delle scelte orrende si deve tirare in ballo il parentato, penso che si è messi ancor più male di quanto pensavo. e giudicare è già fare qualcosa.

  17. mi spiace per te: giudicare nell’anonimato significa NON FARE NULLA.
    Poi, il tuo Q.I. è pari al tuo coraggio, cioè zero.
    Se vuoi provo a spiegarti cosa intendevo, e lo farò lentamente.
    Chiedi alla redazione il mio indirizzo.

  18. cara b., se il mio Q.I. è pari a zero, è fatica sprecata quella di spiegarmi, anche se lentamente. e siccome sono un’ingenuotta che si fa rimboccare, vivo bene e mi accontento nella mia ignoranza e, viste le accese reazioni, del fatto che ho colpito. ma grazie della tua magnanimità, veramente commovente.
    caro matteo di milano, un consiglio: un’altra volta informati chi c’è dietro ai curatori e come mai sono stati scelti e così, forse, anche tu capirai qualcosina in più, anche senza il manifesto sotto il braccio.

  19. N.B. Ti suggerisco una cosa: NON FARE NULLA è una doppia negazione e potrebbe essere un ottimo aggancio per una risposta acuta

  20. MA DAAAAI!!!!

    Flaminia .. ma chi c’era dietro ai curatori?

    Diccelo tu perchè noi proprio non lo sappiamo!!!

    Io direi dietro Beatrice Luca uno stuolo di donne adoranti con Bondi che le consolava..

    e dietro la Beatrice la moglie di Luca che controllava tutti bevendo uno sciroppo Fabbri

  21. Cara Flaminia,
    ho visto il padiglione italia, ho notato, con profonda delusione, il “nulla” della proposta.
    Checchè se ne voglia dire, non è sostenibile la tesi che sia stata fatta una scelta che rappresenti l’arte italiana contemporanea.
    Se invece si è voluto rappresentare l’Italia contemporanea, allora penso che si sia centrato l’obiettivo, ma allora andava dichiarato.
    Dunque un padiglione discretamente inutile, fiacco, privo di energia, che denota un non-sforzo da parte dei curatori “soliti noti” di voler dire qualcosa, bensì mi fa pensare che l’importante è fare loro curriculum. Non c’è più la voglia, l’intraprendenza, la forza e, forse, la possibilità in Italia di fare o dire qualcosa di tal portata.
    Dunque dal padiglione nessuno stimolo culturale o intellettuale, solo dovere di cronaca: “questi sono gli artisti proposti per il 2009, scrivetelo sugli annali”.
    Mi sono sforzato di vederci qualcosa, ed è proprio quel “discretamente inutile” che fa diventare le proposte pericolose per l’arte contemporanea, sterili, senza nessuna forza; il compitino è stato eseguito; bene? Male? A mio avviso neanche troppo bene, ma non è importante, rimane un compitino appunto. L’arte contemporanea e l’arte in generale per fortuna è ben altra cosa.
    Purtroppo i difensori della corte ci sono sempre stati e sempre ci saranno, consiglio di prenderne atto, e, sempre purtroppo, con la loro pochezza inferocita spesso fanno la storia, tuttavia è presente una coscienza condivisa, parallela, ben presente che riesce a guardarsi intorno. Oltre la Griffe “fatta in cina” c’è ben altro nell’aria…

  22. Visitato il Padiglione Italia..peggio di come me lo aspettassi. Allestimento sbagliato innanzitutto. Si salva in pieno solo Costa, in parte Basilè e Bertozzi & Casoni. Un discorso a parte per i Masbedo. Video tecnicamente ineccepibile, immagini affascinanti ma un po’ troppa enfasi nella narrazione. Tutto il resto sottotono od addirittura imbarazzante come nel caso di Lodola, mi devono poi spiegare il nesso tra Demetz ed il Futurismo. Caro Beatrice mi spiace ma hai sprecato un’occasione e l’ha sbagliata anche il ministero se voleva dare un segnale di rinnovamento, non erano queste le persone giuste, ma tanto si sceglie sempre con quello che si ha sottomano, una ricerca seria avrebbe permesso di individuare i pochi curatori davvero indipendenti che esistono in Italia.Ma tanto Beatrice non deve preoccuparsi, in Italia peggio si lavora e meglio è, la sua carriera e lì a testimoniarlo.

  23. a quasi due mesi dall’apertura, il padiglione italia, con la presunzione di aver documentato e mostrato la situazione dell’arte contemporanea, fa ancora parlare di sé, per i “qualificati e preparati” curatori è sicuramente gratificante. rincuora che le persone che lo visitano, unendosi al coro del “j’accuse”, non trovano parole nuove per esprimere quanto sia vergognoso il padiglione con tutto quello che c’è dentro e fuori. per il mio scarso Q.I., ciò è un gran piacere.

  24. Padiglione italia pessimo. Niente da fare. Con molte pecche installative, tra cui il clima insopportabile (caldo afoso e umidità, veramente disumano) per fruire il video dei masdebo (c’erano sempre le stesse tre persone a guardare il video, penso avessere perso i sensi o fossere morte). Forse questo clima “pesante” da video arte ruffiana è l’opera involontaria migliore del padiglione italia.

    Gran parte degli artisti del padiglione italia (salvo per motivi diversi solo: montesano, verlato, chia-di poco) sono criticabili non perchè neofigurativi (tutte balle) ma perchè con il loro lavoro rassicurano lo spettatore “ignorante”, offrono bombe disinnescate, offrono finti enigmi già risolti. Mentre il politico, che ha innescato la loro partecipazione, dice: “tu, artista, fai il tuo quadretto colorato e piacevole, stai là nel museo, nella galleria, fammi la tomba di famiglia, e non rompere.”

  25. deprimente come il contro padiglione italiano di Farronato!

    le due controparti dell’arte italiana che fanno piu ridere.

  26. Io ho visto il padiglione italia e…cingolani da fiera di paese, nido da ikea il lunedì che non ci va nessuno, lodola che non vende manco su ebay perche fa ridere, berutti buono per arredare pizzerie o agriturismi, floreani etnico e lui crede di essere futurista…i suoi lavori li troviamo gia’ preconfezionati nelle peggiori corniciai, basile’ solita pochezza di idee.
    il resto….lo racconti qualcun altro che sono stanca.

    che magra figura…soldi e amici…politica, potere e ignoranza…ma basta.

  27. Vedo che ogni addetto ai lavori coinvolto(artisti,curatori etc)non apre bocca in merito.Dunque,se il padiglione italiano è deprimente, la contromostra di Farronato altrettanto,la biennale è così così…chi mi consiglia cosa vedere,che curatore chiamare per allestire un progetto italiano a calcutta,san paolo,pechino o singapore e che artisti consigliare alla rubell family??

  28. ve be’ farronato e’ triste.
    E lui stesso lo sa.
    E’ tutto standard internazionale.

    intellettuale da mtv!
    l’italia ancora si affida a questa gentaglia.

    o pochezza intellettuale a volgaracci mercantaioli.

    ” I NUOVI MOSTRI ”

    una parte del fil la dedicherei a questi elementi.

  29. 1 posto i nuovi mostriiii:Verlato è orrendoooooo poster, nido dequpage, beninati delusione, Chia vecchio come il suo cervello, sissi???,

  30. x la prossima centennale, biennale, annale, anale:
    antonio de curtis,sasà, minni calze corte, i curatori stessi…stesi, seccati,pippo baudo e
    raffaella carrà e tutti i pseudo artisti con tutte le loro opere in fila x 2… senza testa… a proposito: quella è andata persa da tempo… ah!ah! ah!

  31. Ora vi chiedo: può una biennale decretare l’ascesa o il baratro di un giovane artista e del suo curatore?
    Il pad.Ita allestito a mo’ di bazar.La promettente sissi che non sfrutta la sua componete performativa e presenta un mucchio di ferri e ceramiche malfatte e al volo.è sembrato tutto fatto in fretta e male. se confrontiamo gli italiani presenti tra Pad ita e Making worlds sembrano provenienti da campionati diversi pur facendo parte dello stesso sistema.peccato,…che sia forse la fine di qualcuno?

  32. Sono stato con amici a vedere la Biennale di quest’anno e con grande stupore entrando nel Padiglione Italiano ci è sembrato d’entrare ad Arte Fiera di Bologna!! Tutto sovraffollato
    Addirittura Sissi dietro la porta?? ma chi ha curato l’allestimento?

  33. Scusa Luca Beatrice, ma che cavolo c’entra il Futurismo con quello che fai tu?? Balla e Boccioni si rigirano nella bara!
    Portare una mostra figurativa con citazione Futurista???
    Ma lo sai che i futuristi volevano distruggere il Museo, l’Accademia, dissolvere il figurativo in una forma d’energia astratta…
    Citare il Futurismo solo perchè è trandy, fa fico…
    fai ridere!

  34. il nulla cio’ che ho visto.e sara’ sempre peggio,poiche’ al peggio non c’è mai fine.proporrei dei premi di cultura giovanile a questa mostra di 3a categoria.che fine immonda ha fatto la biennale.

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