Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Faig Ahmed – Omnia Mutantur, Nihil Interit
Lavori che, partendo dalle tradizionali manifatture del paese d’origine dell’artista, l’Azerbaijan, propongono una rivisitazione in chiave contemporanea di secoli di storia artistica dell’Asia centrale, che l’artista contamina con gli insegnamenti dei grandi Maestri della storia dell’arte mondiale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Montoro12 Contemporary Art è orgogliosa di presentare la prima mostra personale in Italia dell’artista Azero Faig Ahmed (Baku 1982). L’artista presenterà una nuova serie dei suoi “carpet works” nei quali prende come punto di partenza il design dei tradizionali tappeti del Asia centrale per trasformarli poi in imponenti lavori di arte contemporanea. Conosciuto in Italia per la sua partecipazione a due Biennali di Venezia (2007 e 2013) l’artista ha esibito i suoi lavori in tutte le maggiori capitali mondiali dell’arte – New York, Londra, Parigi, Mosca, Berlino, Dubai, Hong Kong, per citarne alcune.
Nel 2007 l’artista ha iniziato una serie di lavori basati sulla distrutturazione dello stile e del design tradizionale della manifattura dei tappeti dell’Asia centrale, il simbolo delle sue tradizioni locali, per trasformarli in sorprendenti exploit visivi. Se guardiamo “Oiling” ad esempio, vediamo un tradizionale tappeto Azero, che dalla metà in giù si trasforma in una cascata di colori semiliquidi, come se i fili del tappeto stesso avessero subito una metamorfosi in uno scorrere di pittura multicolore, ma , come per la parte superiore, la parte inferiore è realizzata con lane pregiate e colori naturali.
Il metodo di lavoro di Faig Ahmed è concettuale, progetta i suoi “wall carpet” in forma digitale sul computer e poi trasporta il risultato su carte a grandezza naturale che rappresentano il lavoro finito. Come nella realizzazione dei tappeti tradizionali, questi disegni a grandezza naturale sono poi utilizzati da artigiani locali che annodano a mano il lavoro sui telai tradizionali. In qualche modo il metodo di lavoro di Ahmed riporta alla produzione degli arazzi di Alighiero Boetti, i quali erano pensati e disegnati dall’artista e poi realizzati a mano da artigiani Afgani e Pakistani. Come per catturare la rapida evoluzione e lo sviluppo del suo paese , l’Azerbaijan , Ahmed traduce una tradizione secolare in forme digitali e design contemporanei. Da “Invert” per esempio, riceviamo una sensazione di diversi piani visivi, una parte del tappeto è mostrata con i suoi colori tradizionali mentre il resto è come alleggerito da un singolo colore che lo ricopre, o invaso da esso.
Molti dei lavori di Ahmed potrebbero essere descritti come trompe l’oeils, raffiguranti una illusione di tridimensionalità su di una superficie piana. “Just Emptiness” ricorda un trompe l’oeil scultoreo o architettonico, come il capolavoro di illusione prospettica del Borromini nel cortile dello storico Palazzo Spada, che si trova a pochi minuti da Montoro12 Contemporary Art. Mentre l’illusione ottica del Borromini viene creata da una serie di colonne sempre più ridotte, in “Just Emptiness” la cornice quadrata di un tappeto Serapi si riduce con una serie di bordi sempre più piccoli e scuri, fino ad arrivare ad una parte centrale praticamente nera e di grande impatto visivo – tuttavia l’illusione prospettica è tessuta su di una superficie piatta appesa al muro. Si potrebbe pensare ad una ironica allusione alle numerose opere d’arte contemporanea raffiguranti il nulla, la cornice racchiude più fotogrammi ma nessuna immagine, “Just Emptiness”.
“Solids in a Frame” è il titolo di un’altra ironica a/illusione: qui, solidi (cioè forme scultoree inserite nella progettazione del tappeto) galleggiano all’interno della cornice del tappeto stesso, ma alla fine si tratta sempre di una superficie piana. Altri lavori, come “Geometric Pattern 1”, proseguono la strada dell’illusione ottica, in questo caso forme geometriche sembrano crescere come unità architettoniche sopra la superficie del tappeto tradizionale.
Come osserva Caroline Busta nella sua recensione su Artforum (ottobre 2013) del lavoro di Faig Ahmed: “ C’è una tendenza post coloniale a negare al mondo culturale non occidentale la possibilità di utilizzare ironia e assenza di significati e di stravolgere i codici tradizionali, tuttavia Ahmed ha utilizzato questi metodi con grandi risultati”.
Nato in Azerbaijan nel 1982 , Faig Ahmed vive e lavora a Baku . Specializzato in scultura , si è laureato presso l' Accademia Statale di Belle Arti dell'Azerbaigian nel 2004 e da allora ha lavorato con una grande varietà di supporti , tra cui pittura , video e installazioni . E ' stato selezionato per il Premio Jameel presso il Victoria and Albert Museum di Londra nel 2013 e ha esposto le sue opere in luoghi importanti di tutto il mondo : il Centro Nazionale di Arte Contemporanea di Mosca , il Museum voor Moderne Kunst di Arnheim , Paesi Bassi, Azerbaijan Cultural Center di Parigi , l' Islamic Art Festival a Sharjah , Emirati Arabi Uniti , la Kunsthalle im Lipsiusbau a Dresda , in Germania , La Louise Blouin Foundation a Londra e molti altri .
Nel 2007 l’artista ha iniziato una serie di lavori basati sulla distrutturazione dello stile e del design tradizionale della manifattura dei tappeti dell’Asia centrale, il simbolo delle sue tradizioni locali, per trasformarli in sorprendenti exploit visivi. Se guardiamo “Oiling” ad esempio, vediamo un tradizionale tappeto Azero, che dalla metà in giù si trasforma in una cascata di colori semiliquidi, come se i fili del tappeto stesso avessero subito una metamorfosi in uno scorrere di pittura multicolore, ma , come per la parte superiore, la parte inferiore è realizzata con lane pregiate e colori naturali.
Il metodo di lavoro di Faig Ahmed è concettuale, progetta i suoi “wall carpet” in forma digitale sul computer e poi trasporta il risultato su carte a grandezza naturale che rappresentano il lavoro finito. Come nella realizzazione dei tappeti tradizionali, questi disegni a grandezza naturale sono poi utilizzati da artigiani locali che annodano a mano il lavoro sui telai tradizionali. In qualche modo il metodo di lavoro di Ahmed riporta alla produzione degli arazzi di Alighiero Boetti, i quali erano pensati e disegnati dall’artista e poi realizzati a mano da artigiani Afgani e Pakistani. Come per catturare la rapida evoluzione e lo sviluppo del suo paese , l’Azerbaijan , Ahmed traduce una tradizione secolare in forme digitali e design contemporanei. Da “Invert” per esempio, riceviamo una sensazione di diversi piani visivi, una parte del tappeto è mostrata con i suoi colori tradizionali mentre il resto è come alleggerito da un singolo colore che lo ricopre, o invaso da esso.
Molti dei lavori di Ahmed potrebbero essere descritti come trompe l’oeils, raffiguranti una illusione di tridimensionalità su di una superficie piana. “Just Emptiness” ricorda un trompe l’oeil scultoreo o architettonico, come il capolavoro di illusione prospettica del Borromini nel cortile dello storico Palazzo Spada, che si trova a pochi minuti da Montoro12 Contemporary Art. Mentre l’illusione ottica del Borromini viene creata da una serie di colonne sempre più ridotte, in “Just Emptiness” la cornice quadrata di un tappeto Serapi si riduce con una serie di bordi sempre più piccoli e scuri, fino ad arrivare ad una parte centrale praticamente nera e di grande impatto visivo – tuttavia l’illusione prospettica è tessuta su di una superficie piatta appesa al muro. Si potrebbe pensare ad una ironica allusione alle numerose opere d’arte contemporanea raffiguranti il nulla, la cornice racchiude più fotogrammi ma nessuna immagine, “Just Emptiness”.
“Solids in a Frame” è il titolo di un’altra ironica a/illusione: qui, solidi (cioè forme scultoree inserite nella progettazione del tappeto) galleggiano all’interno della cornice del tappeto stesso, ma alla fine si tratta sempre di una superficie piana. Altri lavori, come “Geometric Pattern 1”, proseguono la strada dell’illusione ottica, in questo caso forme geometriche sembrano crescere come unità architettoniche sopra la superficie del tappeto tradizionale.
Come osserva Caroline Busta nella sua recensione su Artforum (ottobre 2013) del lavoro di Faig Ahmed: “ C’è una tendenza post coloniale a negare al mondo culturale non occidentale la possibilità di utilizzare ironia e assenza di significati e di stravolgere i codici tradizionali, tuttavia Ahmed ha utilizzato questi metodi con grandi risultati”.
Nato in Azerbaijan nel 1982 , Faig Ahmed vive e lavora a Baku . Specializzato in scultura , si è laureato presso l' Accademia Statale di Belle Arti dell'Azerbaigian nel 2004 e da allora ha lavorato con una grande varietà di supporti , tra cui pittura , video e installazioni . E ' stato selezionato per il Premio Jameel presso il Victoria and Albert Museum di Londra nel 2013 e ha esposto le sue opere in luoghi importanti di tutto il mondo : il Centro Nazionale di Arte Contemporanea di Mosca , il Museum voor Moderne Kunst di Arnheim , Paesi Bassi, Azerbaijan Cultural Center di Parigi , l' Islamic Art Festival a Sharjah , Emirati Arabi Uniti , la Kunsthalle im Lipsiusbau a Dresda , in Germania , La Louise Blouin Foundation a Londra e molti altri .
12
marzo 2015
Faig Ahmed – Omnia Mutantur, Nihil Interit
Dal 12 marzo al 24 aprile 2015
arte contemporanea
Location
MONTORO 12
Roma, Via Di Montoro, 12, (Roma)
Roma, Via Di Montoro, 12, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15- 19
Vernissage
12 Marzo 2015, 18.00
Autore