Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
08
luglio 2009
fino al 16.VIII.2009 Serse Arco (tn), Galleria Civica
trento bolzano
Un realismo tanto reale da diventare astrazione. Attraverso un bianco e nero pittorico che guarda alla maestosità infinita della natura. Sbirciando dal buco della serratura del dettaglio...
di Oriana Bosco
La personale di Serse Roma (San Polo di Piave, Treviso, 1952; vive a Trieste), allestita a pochi passi dal Lago di Garda, presenta una lettura fresca e peculiare del paesaggio naturale, in una regione dove il paesaggio è principe.
Attraverso una selezione di lavori più o meno recenti, ha riempito lo spazio con atmosfere vibranti dal forte impatto visivo, ma al tempo stesso cariche d’innumerevoli spunti e suggestioni meditative. La sua voce risuona infatti solitaria nel panorama pittorico contemporaneo: risulta a metà fra pittura e disegno, ma anche tra figurazione e astrazione.
Al primo sguardo, i grandi pannelli in bianco e nero di alluminio possono confondere, tanto è forte la loro somiglianza a ingrandimenti fotografici, a quell’iperrealismo tipico della fotografia digitale. I riflessi di un canneto sulle placide acque d’un lago sono resi con dovizia estrema di particolari, così come la schiuma delle onde di un mare agitato o il fusto imponente di un albero. Quest’analisi minuziosa contrasta fortemente con il formato e il taglio dell’immagine: i dettagli messi a fuoco coprono l’intera superficie, risultando soffocati dallo spazio della superficie pittorica.
Il soggetto naturale, estremizzato nella sua forma, si trasforma in oggetto inanimato, diventa astrazione, nella convinzione dello stesso artista “di vivere un paradosso: disegno un paesaggio analitico, scientifico fin nei dettagli, tirato fino al limite delle possibilità descrittive che arriva fino all’estensione più lontana dei piani prospettici e contemporaneamente affermo la sua irrappresentabilità, la sua incoerente negazione”.
I suoi frammenti di natura agiscono quindi come tramiti attraverso i quali si compie un tentativo di rappresentazione perfetta del dato naturale, mentre allo stesso tempo si afferma l’impossibilità di giungere a tale risultato.
I lavori di Serse non si esauriscono nella dimensione del quadro, che piuttosto inglobano, rendendolo oggetto reale. Nella sensazione di spiazzamento che generano, i pannelli rimandano a una situazione senza tempo, in cui ogni coordinata è persa; con una sosta, sospendono dal ritmo caotico della società contemporanea, aprendo uno spiraglio sull’idea d’infinito che si nasconde nel particolare, nel banale, nelle piccole cose.
Attraverso una selezione di lavori più o meno recenti, ha riempito lo spazio con atmosfere vibranti dal forte impatto visivo, ma al tempo stesso cariche d’innumerevoli spunti e suggestioni meditative. La sua voce risuona infatti solitaria nel panorama pittorico contemporaneo: risulta a metà fra pittura e disegno, ma anche tra figurazione e astrazione.
Al primo sguardo, i grandi pannelli in bianco e nero di alluminio possono confondere, tanto è forte la loro somiglianza a ingrandimenti fotografici, a quell’iperrealismo tipico della fotografia digitale. I riflessi di un canneto sulle placide acque d’un lago sono resi con dovizia estrema di particolari, così come la schiuma delle onde di un mare agitato o il fusto imponente di un albero. Quest’analisi minuziosa contrasta fortemente con il formato e il taglio dell’immagine: i dettagli messi a fuoco coprono l’intera superficie, risultando soffocati dallo spazio della superficie pittorica.
Il soggetto naturale, estremizzato nella sua forma, si trasforma in oggetto inanimato, diventa astrazione, nella convinzione dello stesso artista “di vivere un paradosso: disegno un paesaggio analitico, scientifico fin nei dettagli, tirato fino al limite delle possibilità descrittive che arriva fino all’estensione più lontana dei piani prospettici e contemporaneamente affermo la sua irrappresentabilità, la sua incoerente negazione”.
I suoi frammenti di natura agiscono quindi come tramiti attraverso i quali si compie un tentativo di rappresentazione perfetta del dato naturale, mentre allo stesso tempo si afferma l’impossibilità di giungere a tale risultato.
I lavori di Serse non si esauriscono nella dimensione del quadro, che piuttosto inglobano, rendendolo oggetto reale. Nella sensazione di spiazzamento che generano, i pannelli rimandano a una situazione senza tempo, in cui ogni coordinata è persa; con una sosta, sospendono dal ritmo caotico della società contemporanea, aprendo uno spiraglio sull’idea d’infinito che si nasconde nel particolare, nel banale, nelle piccole cose.
articoli correlati
Serse a Roma
oriana bosco
mostra visitata il 24 giugno 2009
dal 23 maggio al 16 agosto 2009
Serse – Paesaggi a vapore
a cura di Giovanna Nicoletti
Galleria Civica Giovanni Segantini – Palazzo Panni
Via Segantini, 9 – 38062 Arco (TN)
Orario: da martedì a domenica ore 15.30-22
Ingresso libero
Info: tel. +39 0464583653; fax +39 0464583615; galleriacivica@comune.arco.tn.it; www.galleriacivica-arco.it
[exibart]