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Paolo Minoli – Un itinerario tra arte e scienza
L’esposizione vuole riproporre, in una sintesi agile ma esaustiva, il complesso itinerario di una ricerca lucida e coerente, caratterizzata, nel corso di tre decenni da una profonda riflessione teorica e da una altrettanto sofisticata traduzione delle “idee” in una felice oggettivazione pratica: le une e l’altra toccando motivi nevralgici della ricerca figurale di fine novecento
Comunicato stampa
Segnala l'evento
MINOLI Un itinerario tra arte e scienza
Como, Pinacoteca Civica, via Diaz 84
tel. 031 269869
14 dicembre 2014 – 1 marzo 2015
inaugurazione: sabato 13 dicembre, ore 16
Orario: Martedì-Sabato: 9.30-12.30/14.00-17.00 - Domenica: 10.00-13.00 - Mercoledì 9.30/17.00 (fino al 24
dicembre e dal 7 gennaio)
Chiuso lunedì, 25 e 26 dicembre, 1 gennaio
Si inaugura sabato 13 dicembre alle ore 16 presso la Pinacoteca civica di Como una mostra
dedicata a Paolo Minoli, una delle figure più significative dell’arte comasca della seconda
metà del ‘900.
L’esposizione che l’Assessorato alla Cultura del Comune di Como in collaborazione con la
fondazione Casaperlarte di Cantù dedica all’artista a dieci anni dalla morte (2004) vuole riproporre
in una sintesi agile, ma esaustiva il complesso itinerario di una ricerca lucida e coerente,
caratterizzata, nel corso di tre decenni da una profonda riflessione teorica e da una altrettanto
sofisticata traduzione delle “idee” in una felice oggettivazione pratica: le une e l’altra toccando
motivi nevralgici della ricerca figurale di fine novecento.
Se le prove più personali del giovane artista, fra anni sessanta e settanta, indagavano problemi
soprattutto spaziali, con elementi tridimensionali proposti in rapporti serrati su curve dinamiche in
un’atmosfera nitida sottolineando le strutture visive, più innanzi tale ricerca si arricchisce anche
nella dimensione ambientale e urbanistica sofisticando l’indagine in rapporti problematici fra
interno ed esterno; più oltre saranno le potenzialità del colore a stimolare l’attenzione dell’artista,
instaurando una dialettica stringente fra superficie ed ambiente, tra cromia e struttura e dunque
stabilendo anche un dialogo stimolante fra pittura e scultura.
Oramai Minoli è avviato ad una laboriosa sperimentazione, fortemente innovativa sostenuta dalla
padronanza di una speculazione filosofico-scientifica sul piano teorico, vera osmosi fra arte e
scienza, che interpreta i processi visivi in prospettive inedite.
Nello stesso contesto si va approfondendo il rapporto interiore con l’idea di tempo che si
fa percepibile nella definizione spaziale sul piano dell’opera nel momento stesso della sua
formulazione.
D’ora in avanti il rapporto spazio-tempo alimenta continuamente le complesse variazioni
sperimentate nell’incessante “laboratorio” di Minoli, approfondendo l’analisi fenomenologica del
colore, in tutte le accezioni scientifiche e poetiche, passando dunque dall’analisi concettuale
dell’opera all’incanto dell’abbandono poetico, della partecipazione emotiva, ma anche non
disdegnando di tentare il mistero dell’ignoto e il confronto con gli eventi della vita, come noterà ben
presto la critica più avveduta.
Gli sviluppi della poetica di Minoli dagli anni novanta alla morte prematura (2004) si fa via via più
complessa e articolata con dialoghi suggestivi e stimolanti con altri tramiti espressivi quali quelli
con la musica e in forme non meno affascinanti con la poesia.
Allora Minoli affronta anche il linguaggio della scultura con una determinazione sempre tesa,
quasi aggressiva, che sembra voler sfidare più che la materia, la negatività e il vuoto, come prima
la leggerezza del colore si era inventata la consistenza di strutture impensabili secondo logica,
attraverso cesure squisitamente liriche.
La mostra, curata da Carlo Pirovano e accompagnata da un catalogo che riproduce tutte le
opere esposte e presenta testimonianze di Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Giuseppe
Furlanis e Riccardo Zelatore, resterà aperta fino all’1 marzo.
Nota biografica
Paolo Minoli nasce nel 1942 a Cantù (Como). Frequenta, in giovanissima età, la casa del pittore Enrico
Sottili e, da studente, lo studio dello scultore Gaetano Negri. Si diploma “Maestro d'arte” nel 1961 all'Istituto
Statale d'Arte di Cantù, dove insegna dal 1964 al 1978. Partecipa nel 1968 alla rassegna nazionale per
giovani pittori del premio “San Fedele” di Milano. Nel 1969 è presente alla mostra “Campo urbano. Interventi
estetici nella dimensione urbana”, organizzata a Como, con un intervento collettivo sul tema "Colore
segnale". Dal 1977 al 1978 fa parte del gruppo di ricerca “L’interrogazione sistematica” con Nato Frascà e
Antonio Scaccabarozzi.
Dal 1979, all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano è docente del corso speciale di “Cromatologia” e
collabora, in qualità di consulente, con aziende per l'applicazione di soluzioni cromatiche nella produzione
industriale. È stato direttore artistico della collana d'arte pubblicata dalle edizioni “RS” di Como (1975-1986)
e, dal 1986 al 1989, del laboratorio serigrafico “On Color” di Cantù, in collaborazione con diversi artisti, fra
i quali Mario Radice, Carla Badiali, Aldo Galli, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Max Huber, Piero Dorazio e
Mario Nigro.
Nel 1980 pubblica per l’editore Corraini di Mantova due libri d’artista, in venti esemplari, composti ciascuno
da 13 tavole stampate in serigrafia personalmente presso il centro “RS” di Como: le sequenze serigrafiche,
Cadenza e Relazione, sono accompagnate da poesie di Alberto Veca. Nel medesimo anno è pubblicato,
per le edizioni “Lorenzelli” di Bergamo, Interazione 1970-1980, con testi di Luciano Caramel e Alberto Veca:
il volume è composto da 29 tavole serigrafiche e 4 fustellate intercalate da una poesia di Alberto Veca,
“Cinque tesi sulla ragione difficile”.
Nel 1982 è invitato alla “XL Biennale Internazionale d'arte” di Venezia, settore "Arti visive". Nel 1986 è
presente alla “XLII Biennale internazionale d'arte” di Venezia con l'opera Sequenza A/D del 1977 per il
settore “Colore”, nell'ambito della rassegna Arte e Scienza.
Nel 1990 è pubblicata in Germania dalle edizioni “Aras” di Saulgau, la monografia Paolo Minoli (opere dal
1966 al 1989), con testi di Matthias Bärmann e Luciano Caramel. Realizza per la “Plaz” a Saulgau, nel 1992,
una scultura d’acciaio di 8 metri d’altezza intitolata Nelle ali del vento; nel 1994 è collocata presso il parco
del Museum Bertholdsburg a Schieusingen la scultura in acciaio di 7 metri di altezza Nelle ali del canto. Nel
1997, a cura di Carlo Pirovano, è pubblicato per le edizioni Electa di Milano il catalogo Paolo Minoli, dipinti e
sculture (opere dal 1994 al 1997).
Nel 1997 è collocata, sul lato nord della rocca dei Musei civici di Riva del Garda, la scultura Ballerina in
acciaio di 9 metri di altezza e 5x2 di base. Nel 1998 è presente alla mostra Arte Italiana. Ultimi quarant'anni.
Pittura aniconica alla Galleria d'arte moderna di Bologna. Nel 1999 è invitato alla “XIII Quadriennale d'arte”
di Roma Proiezioni 2000. Lo spazio delle arti visive nella civiltà multimediale e nello stesso anno è installata,
permanentemente, nel “Parco della scultura” di Viadana la scultura Storie di Scena del 1995, un dittico
d’acciaio corten di 4 metri d’altezza per 5 di larghezza e 2 di base. A cura di Elena Pontiggia, nell’ottobre del
2000, è pubblicato per le edizioni “Rex” il catalogo Paolo Minoli. Il lento dardo della bellezza.
Nell’ambito di un intervento di riqualificazione urbanistica per la Piazza Volta a Como, nel 2001, è collocata,
nel centro della fontana progettata dall’architetto Mario Di Salvo, una scultura, Stele, in acciaio di 4,40 metri
d’altezza. A cura di Alberto Veca, nell’ottobre del 2004, in occasione della mostra alla galleria Lagorio Arte
Contemporanea di Brescia, è pubblicata dall’editore Mazzotta la monografia Paolo Minoli. Opere 1974-2003.
Per iniziativa di Paolo Minoli, scomparso il 20 dicembre 2004, è stata costituita Casaperlarte – fondazione
paolo minoli con sede a Cantù, finalizzata alla promozione dell’arte contemporanea nelle sue diverse
espressioni.
Il 23 dicembre 2004, pochi giorni dopo la sua scomparsa, fu inaugurata a Cantù Asteria... tra le pieghe del
vento e la porta delle stelle, una scultura monumentale in acciaio corten alta 530 cm, collocata all’ingresso
della città sul Rondò Bersagliere.
Como, Pinacoteca Civica, via Diaz 84
tel. 031 269869
14 dicembre 2014 – 1 marzo 2015
inaugurazione: sabato 13 dicembre, ore 16
Orario: Martedì-Sabato: 9.30-12.30/14.00-17.00 - Domenica: 10.00-13.00 - Mercoledì 9.30/17.00 (fino al 24
dicembre e dal 7 gennaio)
Chiuso lunedì, 25 e 26 dicembre, 1 gennaio
Si inaugura sabato 13 dicembre alle ore 16 presso la Pinacoteca civica di Como una mostra
dedicata a Paolo Minoli, una delle figure più significative dell’arte comasca della seconda
metà del ‘900.
L’esposizione che l’Assessorato alla Cultura del Comune di Como in collaborazione con la
fondazione Casaperlarte di Cantù dedica all’artista a dieci anni dalla morte (2004) vuole riproporre
in una sintesi agile, ma esaustiva il complesso itinerario di una ricerca lucida e coerente,
caratterizzata, nel corso di tre decenni da una profonda riflessione teorica e da una altrettanto
sofisticata traduzione delle “idee” in una felice oggettivazione pratica: le une e l’altra toccando
motivi nevralgici della ricerca figurale di fine novecento.
Se le prove più personali del giovane artista, fra anni sessanta e settanta, indagavano problemi
soprattutto spaziali, con elementi tridimensionali proposti in rapporti serrati su curve dinamiche in
un’atmosfera nitida sottolineando le strutture visive, più innanzi tale ricerca si arricchisce anche
nella dimensione ambientale e urbanistica sofisticando l’indagine in rapporti problematici fra
interno ed esterno; più oltre saranno le potenzialità del colore a stimolare l’attenzione dell’artista,
instaurando una dialettica stringente fra superficie ed ambiente, tra cromia e struttura e dunque
stabilendo anche un dialogo stimolante fra pittura e scultura.
Oramai Minoli è avviato ad una laboriosa sperimentazione, fortemente innovativa sostenuta dalla
padronanza di una speculazione filosofico-scientifica sul piano teorico, vera osmosi fra arte e
scienza, che interpreta i processi visivi in prospettive inedite.
Nello stesso contesto si va approfondendo il rapporto interiore con l’idea di tempo che si
fa percepibile nella definizione spaziale sul piano dell’opera nel momento stesso della sua
formulazione.
D’ora in avanti il rapporto spazio-tempo alimenta continuamente le complesse variazioni
sperimentate nell’incessante “laboratorio” di Minoli, approfondendo l’analisi fenomenologica del
colore, in tutte le accezioni scientifiche e poetiche, passando dunque dall’analisi concettuale
dell’opera all’incanto dell’abbandono poetico, della partecipazione emotiva, ma anche non
disdegnando di tentare il mistero dell’ignoto e il confronto con gli eventi della vita, come noterà ben
presto la critica più avveduta.
Gli sviluppi della poetica di Minoli dagli anni novanta alla morte prematura (2004) si fa via via più
complessa e articolata con dialoghi suggestivi e stimolanti con altri tramiti espressivi quali quelli
con la musica e in forme non meno affascinanti con la poesia.
Allora Minoli affronta anche il linguaggio della scultura con una determinazione sempre tesa,
quasi aggressiva, che sembra voler sfidare più che la materia, la negatività e il vuoto, come prima
la leggerezza del colore si era inventata la consistenza di strutture impensabili secondo logica,
attraverso cesure squisitamente liriche.
La mostra, curata da Carlo Pirovano e accompagnata da un catalogo che riproduce tutte le
opere esposte e presenta testimonianze di Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Giuseppe
Furlanis e Riccardo Zelatore, resterà aperta fino all’1 marzo.
Nota biografica
Paolo Minoli nasce nel 1942 a Cantù (Como). Frequenta, in giovanissima età, la casa del pittore Enrico
Sottili e, da studente, lo studio dello scultore Gaetano Negri. Si diploma “Maestro d'arte” nel 1961 all'Istituto
Statale d'Arte di Cantù, dove insegna dal 1964 al 1978. Partecipa nel 1968 alla rassegna nazionale per
giovani pittori del premio “San Fedele” di Milano. Nel 1969 è presente alla mostra “Campo urbano. Interventi
estetici nella dimensione urbana”, organizzata a Como, con un intervento collettivo sul tema "Colore
segnale". Dal 1977 al 1978 fa parte del gruppo di ricerca “L’interrogazione sistematica” con Nato Frascà e
Antonio Scaccabarozzi.
Dal 1979, all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano è docente del corso speciale di “Cromatologia” e
collabora, in qualità di consulente, con aziende per l'applicazione di soluzioni cromatiche nella produzione
industriale. È stato direttore artistico della collana d'arte pubblicata dalle edizioni “RS” di Como (1975-1986)
e, dal 1986 al 1989, del laboratorio serigrafico “On Color” di Cantù, in collaborazione con diversi artisti, fra
i quali Mario Radice, Carla Badiali, Aldo Galli, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Max Huber, Piero Dorazio e
Mario Nigro.
Nel 1980 pubblica per l’editore Corraini di Mantova due libri d’artista, in venti esemplari, composti ciascuno
da 13 tavole stampate in serigrafia personalmente presso il centro “RS” di Como: le sequenze serigrafiche,
Cadenza e Relazione, sono accompagnate da poesie di Alberto Veca. Nel medesimo anno è pubblicato,
per le edizioni “Lorenzelli” di Bergamo, Interazione 1970-1980, con testi di Luciano Caramel e Alberto Veca:
il volume è composto da 29 tavole serigrafiche e 4 fustellate intercalate da una poesia di Alberto Veca,
“Cinque tesi sulla ragione difficile”.
Nel 1982 è invitato alla “XL Biennale Internazionale d'arte” di Venezia, settore "Arti visive". Nel 1986 è
presente alla “XLII Biennale internazionale d'arte” di Venezia con l'opera Sequenza A/D del 1977 per il
settore “Colore”, nell'ambito della rassegna Arte e Scienza.
Nel 1990 è pubblicata in Germania dalle edizioni “Aras” di Saulgau, la monografia Paolo Minoli (opere dal
1966 al 1989), con testi di Matthias Bärmann e Luciano Caramel. Realizza per la “Plaz” a Saulgau, nel 1992,
una scultura d’acciaio di 8 metri d’altezza intitolata Nelle ali del vento; nel 1994 è collocata presso il parco
del Museum Bertholdsburg a Schieusingen la scultura in acciaio di 7 metri di altezza Nelle ali del canto. Nel
1997, a cura di Carlo Pirovano, è pubblicato per le edizioni Electa di Milano il catalogo Paolo Minoli, dipinti e
sculture (opere dal 1994 al 1997).
Nel 1997 è collocata, sul lato nord della rocca dei Musei civici di Riva del Garda, la scultura Ballerina in
acciaio di 9 metri di altezza e 5x2 di base. Nel 1998 è presente alla mostra Arte Italiana. Ultimi quarant'anni.
Pittura aniconica alla Galleria d'arte moderna di Bologna. Nel 1999 è invitato alla “XIII Quadriennale d'arte”
di Roma Proiezioni 2000. Lo spazio delle arti visive nella civiltà multimediale e nello stesso anno è installata,
permanentemente, nel “Parco della scultura” di Viadana la scultura Storie di Scena del 1995, un dittico
d’acciaio corten di 4 metri d’altezza per 5 di larghezza e 2 di base. A cura di Elena Pontiggia, nell’ottobre del
2000, è pubblicato per le edizioni “Rex” il catalogo Paolo Minoli. Il lento dardo della bellezza.
Nell’ambito di un intervento di riqualificazione urbanistica per la Piazza Volta a Como, nel 2001, è collocata,
nel centro della fontana progettata dall’architetto Mario Di Salvo, una scultura, Stele, in acciaio di 4,40 metri
d’altezza. A cura di Alberto Veca, nell’ottobre del 2004, in occasione della mostra alla galleria Lagorio Arte
Contemporanea di Brescia, è pubblicata dall’editore Mazzotta la monografia Paolo Minoli. Opere 1974-2003.
Per iniziativa di Paolo Minoli, scomparso il 20 dicembre 2004, è stata costituita Casaperlarte – fondazione
paolo minoli con sede a Cantù, finalizzata alla promozione dell’arte contemporanea nelle sue diverse
espressioni.
Il 23 dicembre 2004, pochi giorni dopo la sua scomparsa, fu inaugurata a Cantù Asteria... tra le pieghe del
vento e la porta delle stelle, una scultura monumentale in acciaio corten alta 530 cm, collocata all’ingresso
della città sul Rondò Bersagliere.
13
dicembre 2014
Paolo Minoli – Un itinerario tra arte e scienza
Dal 13 dicembre 2014 al primo marzo 2015
arte contemporanea
Location
PINACOTECA CIVICA – PALAZZO VOLPI
Como, Via Armando Diaz, 84, (Como)
Como, Via Armando Diaz, 84, (Como)
Orario di apertura
Martedì-Sabato: 9.30-12.30/14.00-17.00 -Domenica: 10.00-13.00 - Mercoledì 9.30/17.00 (fino al 24 dicembre e dal 7 gennaio) Chiuso lunedì, 25 e 26 dicembre, 1 gennaio
Vernissage
13 Dicembre 2014, h 16
Ufficio stampa
UESSEARTE
Autore
Curatore