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Ugo Marano – Sculture, mosaici, ceramiche, disegni, dipinti, performances 1965/2011
la mostra retrospettiva dedicata all’opera dell’artista UGO MARANO: una mostra progettata e realizzata dal Fondo Regionale d’Arte Contemporanea del Comune di Baronissi con il sostegno della Regione Campania.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
FRaC Baronissi
MUSEO-FONDO REGIONALE D'aRTE CONTEMPORANEA
Comune di Baronissi - Regione Campania
UGO MARANO
SCULTURE, MOSAICI, CERAMICHE
DISEGNI, DIPINTI, PERFORMANCES 1965/2011
Museo-FRAC, Galleria dei Frati e Antiche cisterne
BARONISSI 07.12.2014 >01.03.2015
Inaugurazione domenica 7 dicembre - ore 18:30
Domenica 7 dicembre alle ore 18:30 il sindaco Gianfranco Valiante e l’assessore alla cultura Emanuela Migliore presenteranno, nella sale delle conferenze del Museo-Frac di Baronissi, la mostra retrospettiva dedicata all’opera dell’artista UGO MARANO: una mostra progettata e realizzata dal Fondo Regionale d’Arte Contemporanea del Comune di Baronissi con il sostegno della Regione Campania.
Si tratta della prima grande retrospettiva allestita a tre anni dalla scomparsa e segue le personali di Firenze e Parigi. Curata da Massimo Bignardi, si avvale della collaborazione degli eredi Marano, della Scuola di Specializzazione in beni storico artistici dell’Università di Siena, della Soprintendenza per i beni storico, artistici, etnoantropologici delle province di Salerno e Avellino, della Galerie Mercier&Associés di Parigi, del comune di Cetara. È un’esposizione che si prospetta articolatissima, con oltre settanta opere, proponendo un percorso espositivo che, dai dipinti, dai disegni e dalle sculture in ferro della fine degli anni Sessanta, va alle ceramiche, ai legni, al ciclo delle sedie sino alle opere in mosaico e in legno. Saranno esposti i grandi vasi in ceramica, alti tre metri e alcune installazioni, opere nelle quali l’artista ha rinchiuso la sua idea di spazio da abitare.
Tra le opere in mostra figurano: Scultura 685, del 1968, i grandi piatti del ciclo Ego strumenti, del 1976-78, oltre venti piatti dipinti nel corso dei decenni Ottanta e Novanta, La Casa di Scheerbart, del 1983, i mosaici per il design, nonché un’ampia sezione dedicata ai disegni delle Ellisi, dei primissimi anni Settanta.
«La mostra che oggi dedichiamo ad Ugo Marano a tre anni dalla sua scomparsa – evidenzia il sindaco Gianfranco Valiante nell’introduzione al catalogo – non vuole essere e non è solo un’esposizione di opere, significative e fondamentali, che aiutano a comprendere la sua poetica, quanto il riconoscimento che la Città di Baronissi, interpretando il desiderio dell’intera area salernitana, intende rivolgere ad uno dei suoi maggiori artisti contemporanei. È una mostra attesa, alla quale il Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi lavora da tempo, già dall’indomani della sua dipartita, avviando e sollecitando momenti di ricerca che oggi trovano il coagulo nelle pagine di questo catalogo e sulle pareti dei tre livelli espositivi del Frac.»
«Nel programma di questa mostra – scrive Bignardi nella premessa – ho voluto conservare lo spirito del primo progetto del 1986 e della nostra quarantennale amicizia, il divertito suo muoversi nei tempi di una “avvolgente” narrazione, il suo desiderio di far respirare nelle sale la “polvere” dell’atelier che si apre alla strada, alla comunità, al territorio. Non doveva essere e non è documentativa, ma studiata come un succedersi di esperienze che s’infilano una dentro l’altra, effetto cioè di un lento o accelerato spandersi di energie, di vitalità, insomma di un organismo che si afferma nel suo farsi. Ugo amava narrare le proprie esperienze; amava, attraverso il racconto, ripensarle, tenendo a bada, però, ogni filo di nostalgia o di tentazioni autocelebrative. L’impaginato di questa mostra conserva tale pratica, ampliando notevolmente la traccia originaria e puntando le luci sulle esperienze e sulle opere che hanno caratterizzato la sua attività successiva; quella vulcanica di designer, di scultore, di ceramista, di pittore fino a sfiorare il progettista di un nuovo “pensiero” di città. Al mio fianco, oggi, giovani studiosi di storia dell’arte il cui impegno si fa testimonianza del desiderio Ugo di parlare al presente, di sollecitare una partecipazione che si fa effettiva conoscenza».
«L’augurio – conclude Valiante - è che questa mostra sia visitata e studiata, innanzi tutto dalle giovani generazioni, dai ragazzi, da quanti oggi sono nella scuola o che dalle università guardano al mondo del lavoro: la conoscenza dell’opera di Marano è l’incontro di un uomo e di un artista che ha saputo far aderire il progetto dell’arte alla vita».
Accompagnerà la mostra una monografia pubblicata da Gutenberg Editore, curata da Massimo Bignardi, con interventi di Enrico Crispolti, Pasquale Ruocco, Vanessa Maggi, con un ampia e articolata documentazione fotografica delle opere lasciate dall’artista sia nello studio di Capriglia, sia in quello di Cetara, nonché alcune singolari opere urbane e progetti inediti.
La mostra resterà aperta fino al 1° marzo 2015
Ufficio stampa: Caterina La Bella
Per informazioni e visiti guidate: Associazione Archeologandointour
Ugo Marano nasce a Capriglia nel 1943 e da sempre risiede a Cetara, sulla Costiera Amalfitana. Frequenta l’Accademia del Disegno presso la Reverenda Fabbrica di San Pietro nella Città del Vaticano a Roma e l’Accademia del Mosaico di Ravenna.
Sin dagli anni di formazione la sua ricerca tende allo stravolgimento radicale del linguaggio per cercare di sviluppare un nuovo codice di lettura del reale e il piatto di terracotta diviene mezzo per una comunicazione collettiva e osmosi sociale. Seguendo la sua idea radical-concettuale nel 1971 crea il progetto “Museo Vivo” facendo nascere, in un piccolo parco nascosto tra gli alberi, un opificio della ceramica basato su una architettura “esistenziale”, luogo che deve essere ricco di “radicalità positiva”. Nell’ambito di questo progetto nasce il sodalizio con Stockhausen, una collaborazione che produce alcune opere notevoli. Nel 1975 è invitato ad esporre alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia nel 1976.
Nel 1977 viene chiamato a progettare ed eseguire personalmente il restauro dei mosaici del Duomo di Amalfi, della cripta di epoca romana del Duomo di Potenza e del Duomo di Salerno.
Nel 1979 espone alla Triennale di Milano, dove nel 1980 tiene anche una conferenza. Nel 1980 è di nuovo alla Biennale di Venezia (“Il tempo del museo”).
In questi anni nasce il progetto la “Fabbrica Felice”, nel quale studia lo spazio di esistenza dell’uomo nuovo, l’uomo di natura. L’uomo trova nell’interazione con l’oggetto d’arte un rapporto profondo ed inconscio che lo motiva e lo sostiene nella vita quotidiana. Nel 1982 espone al Centre Pompidou di Parigi il suo “Manifeste du livre d’Artiste” e nello stesso anno realizza il primo “antimonumento” in Italia, a Salerno, per i martiri del terrorismo. Nel 1990 espone alla Triennale di Milano e al Groninger Museum in Olanda, dove gli viene riservata una sala personale.
Nel 1991 è alla XVIII Triennale di Milano. Nello stesso anno crea un’associazione di vasai che chiamerà “Vasai di Cetara” con lo scopo di svolgere un lavoro creativo libero da preclusioni accademiche o da schemi dogmatici. Nel 1995 espone a Parigi al Carrousel du Louvre. Nel 1996 progetta e realizza due utopie: la Fontana Felice a Salerno e il Museo Città Creativa a Rufoli. Nel 1997 elabora con l’economista Pasquale Persico progetti per la risemantizzazione dei luoghi della vita dell’uomo e ne realizza alcuni presso il Parco Nazionale del Cilento e il Vallo di Diano, località che sono state dichiarate patrimonio mondiale dell’umanità, composte da cento paesi su un territorio di circa 300.000 ettari. Progetta quattro piazze sulle montagne della Campania con l’intento di unificare la regione. Nasce così il progetto della “Città Moltiplicata”. Successivamente, pienamente convinto della necessità sociale dell’arte, partecipa al Piano Strategico per l’associazione di sei comuni intorno a Copparo, in provincia di Ferrara, con progetti per un territorio di 50.000 ettari. Nasce così il Museo Fabbrica Creativa. Nel 1997 viene invitato ad esporre una personale a Napoli, nella sala Carlo X, nel Maschio Angioino. Nel 2001 seguendo le linee del suo progetto artistico realizza, a Cetara, la Fontana di Napoleone e crea una galleria d’arte contemporanea, la “Piazza della Ceramica”: si tratta di un “pensatoio” che si estende per tre vie della città, una “zona franca di meditazione” in pieno centro cittadino. Nel 2002 espone alla mostra internazionale “I Capolavori”, a Torino e viene chiamato dall’architetto Mendini a realizzare due grandi opere per la metropolitana di Napoli, presso la stazione Salvator Rosa.
Nel 2003, a 60 anni, a seguito della sua ricerca di nuovi linguaggi espressivi gli viene conferito il dottorato e la laurea honoris causa dalla Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Salerno. Nel 2004, in collaborazione con il gruppo STS vince il concorso internazionale per la realizzazione del Parco Dora Spina 3 a Torino e espone in Francia, nella mostra “Mosaïque de design”. Nel 2005 partecipa a alla mostra “Mundus Vivendi”, insieme a Sottsass, Branzi, Coppola e Hosoe, realizzando un intero pavimento dipinto. La sua ricerca artistica si esprime attraverso grandi opere in ceramica, vasi alti fino a 3 metri e di soli 6 millimetri di spessore, naturalmente musicali. I “vasi del terzo millennio” hanno richiesto l’apposita costruzione di un forno da Enzo Santoriello, esperto tecnico della cottura che ha collaborato per realizzare opere “impossibili” anche con Miquel Barcelò ed Enzo Cucchi. Quest’opera viene scelta dal MIAAO, il primo museo dedicato in Italia alle arti applicate contemporanee, per la sua apertura ufficiale nel 2006, in concomitanza con la prima giornata di gare dei XX Giochi Olimpici Invernali, per una mostra personale dell’artista che viene intitolata Sette vasi per la casa sacra.
Nel 2006 partecipa alla Triennale di Milano con il “bestiario”, un pavimento in monoliti di 60x120 cm. Nel 2007 partecipa all’incontro con i poeti Lawrence Ferlighetti, Jack Hirschman, Agneta Falk e del fotografo e filmaker Chris Felver. Nel 2011 è invitato alla mostra “Lo stato dell’arte - Campania” nell’ambito del Padiglione Italiano della 54a Biennale di Venezia. Muore a Cetara nel 2011.
Orario di apertura: lunedì - giovedì ore 9:00/12:30 lunedì e giovedì anche ore 16:00/18:30
venerdì e sabato: ore 10:00 /13:00; 17:00/22:00 domenica e festivi: ore 10:00/13:00; 17:00/20:00
Convento Francescano SS. Trinità, 84081 - Baronissi
Settore Affari Generali ed Amministrazione Strategica – Servizi alla Persona, Comune di Baronissi - tel. 089 828209 – fax 089 828217
E-mail: cultura@comune.baronissi.sa.it - archeologandointour@libero.it - Sito Web: www.comune.baronissi.sa.it
MUSEO-FONDO REGIONALE D'aRTE CONTEMPORANEA
Comune di Baronissi - Regione Campania
UGO MARANO
SCULTURE, MOSAICI, CERAMICHE
DISEGNI, DIPINTI, PERFORMANCES 1965/2011
Museo-FRAC, Galleria dei Frati e Antiche cisterne
BARONISSI 07.12.2014 >01.03.2015
Inaugurazione domenica 7 dicembre - ore 18:30
Domenica 7 dicembre alle ore 18:30 il sindaco Gianfranco Valiante e l’assessore alla cultura Emanuela Migliore presenteranno, nella sale delle conferenze del Museo-Frac di Baronissi, la mostra retrospettiva dedicata all’opera dell’artista UGO MARANO: una mostra progettata e realizzata dal Fondo Regionale d’Arte Contemporanea del Comune di Baronissi con il sostegno della Regione Campania.
Si tratta della prima grande retrospettiva allestita a tre anni dalla scomparsa e segue le personali di Firenze e Parigi. Curata da Massimo Bignardi, si avvale della collaborazione degli eredi Marano, della Scuola di Specializzazione in beni storico artistici dell’Università di Siena, della Soprintendenza per i beni storico, artistici, etnoantropologici delle province di Salerno e Avellino, della Galerie Mercier&Associés di Parigi, del comune di Cetara. È un’esposizione che si prospetta articolatissima, con oltre settanta opere, proponendo un percorso espositivo che, dai dipinti, dai disegni e dalle sculture in ferro della fine degli anni Sessanta, va alle ceramiche, ai legni, al ciclo delle sedie sino alle opere in mosaico e in legno. Saranno esposti i grandi vasi in ceramica, alti tre metri e alcune installazioni, opere nelle quali l’artista ha rinchiuso la sua idea di spazio da abitare.
Tra le opere in mostra figurano: Scultura 685, del 1968, i grandi piatti del ciclo Ego strumenti, del 1976-78, oltre venti piatti dipinti nel corso dei decenni Ottanta e Novanta, La Casa di Scheerbart, del 1983, i mosaici per il design, nonché un’ampia sezione dedicata ai disegni delle Ellisi, dei primissimi anni Settanta.
«La mostra che oggi dedichiamo ad Ugo Marano a tre anni dalla sua scomparsa – evidenzia il sindaco Gianfranco Valiante nell’introduzione al catalogo – non vuole essere e non è solo un’esposizione di opere, significative e fondamentali, che aiutano a comprendere la sua poetica, quanto il riconoscimento che la Città di Baronissi, interpretando il desiderio dell’intera area salernitana, intende rivolgere ad uno dei suoi maggiori artisti contemporanei. È una mostra attesa, alla quale il Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi lavora da tempo, già dall’indomani della sua dipartita, avviando e sollecitando momenti di ricerca che oggi trovano il coagulo nelle pagine di questo catalogo e sulle pareti dei tre livelli espositivi del Frac.»
«Nel programma di questa mostra – scrive Bignardi nella premessa – ho voluto conservare lo spirito del primo progetto del 1986 e della nostra quarantennale amicizia, il divertito suo muoversi nei tempi di una “avvolgente” narrazione, il suo desiderio di far respirare nelle sale la “polvere” dell’atelier che si apre alla strada, alla comunità, al territorio. Non doveva essere e non è documentativa, ma studiata come un succedersi di esperienze che s’infilano una dentro l’altra, effetto cioè di un lento o accelerato spandersi di energie, di vitalità, insomma di un organismo che si afferma nel suo farsi. Ugo amava narrare le proprie esperienze; amava, attraverso il racconto, ripensarle, tenendo a bada, però, ogni filo di nostalgia o di tentazioni autocelebrative. L’impaginato di questa mostra conserva tale pratica, ampliando notevolmente la traccia originaria e puntando le luci sulle esperienze e sulle opere che hanno caratterizzato la sua attività successiva; quella vulcanica di designer, di scultore, di ceramista, di pittore fino a sfiorare il progettista di un nuovo “pensiero” di città. Al mio fianco, oggi, giovani studiosi di storia dell’arte il cui impegno si fa testimonianza del desiderio Ugo di parlare al presente, di sollecitare una partecipazione che si fa effettiva conoscenza».
«L’augurio – conclude Valiante - è che questa mostra sia visitata e studiata, innanzi tutto dalle giovani generazioni, dai ragazzi, da quanti oggi sono nella scuola o che dalle università guardano al mondo del lavoro: la conoscenza dell’opera di Marano è l’incontro di un uomo e di un artista che ha saputo far aderire il progetto dell’arte alla vita».
Accompagnerà la mostra una monografia pubblicata da Gutenberg Editore, curata da Massimo Bignardi, con interventi di Enrico Crispolti, Pasquale Ruocco, Vanessa Maggi, con un ampia e articolata documentazione fotografica delle opere lasciate dall’artista sia nello studio di Capriglia, sia in quello di Cetara, nonché alcune singolari opere urbane e progetti inediti.
La mostra resterà aperta fino al 1° marzo 2015
Ufficio stampa: Caterina La Bella
Per informazioni e visiti guidate: Associazione Archeologandointour
Ugo Marano nasce a Capriglia nel 1943 e da sempre risiede a Cetara, sulla Costiera Amalfitana. Frequenta l’Accademia del Disegno presso la Reverenda Fabbrica di San Pietro nella Città del Vaticano a Roma e l’Accademia del Mosaico di Ravenna.
Sin dagli anni di formazione la sua ricerca tende allo stravolgimento radicale del linguaggio per cercare di sviluppare un nuovo codice di lettura del reale e il piatto di terracotta diviene mezzo per una comunicazione collettiva e osmosi sociale. Seguendo la sua idea radical-concettuale nel 1971 crea il progetto “Museo Vivo” facendo nascere, in un piccolo parco nascosto tra gli alberi, un opificio della ceramica basato su una architettura “esistenziale”, luogo che deve essere ricco di “radicalità positiva”. Nell’ambito di questo progetto nasce il sodalizio con Stockhausen, una collaborazione che produce alcune opere notevoli. Nel 1975 è invitato ad esporre alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia nel 1976.
Nel 1977 viene chiamato a progettare ed eseguire personalmente il restauro dei mosaici del Duomo di Amalfi, della cripta di epoca romana del Duomo di Potenza e del Duomo di Salerno.
Nel 1979 espone alla Triennale di Milano, dove nel 1980 tiene anche una conferenza. Nel 1980 è di nuovo alla Biennale di Venezia (“Il tempo del museo”).
In questi anni nasce il progetto la “Fabbrica Felice”, nel quale studia lo spazio di esistenza dell’uomo nuovo, l’uomo di natura. L’uomo trova nell’interazione con l’oggetto d’arte un rapporto profondo ed inconscio che lo motiva e lo sostiene nella vita quotidiana. Nel 1982 espone al Centre Pompidou di Parigi il suo “Manifeste du livre d’Artiste” e nello stesso anno realizza il primo “antimonumento” in Italia, a Salerno, per i martiri del terrorismo. Nel 1990 espone alla Triennale di Milano e al Groninger Museum in Olanda, dove gli viene riservata una sala personale.
Nel 1991 è alla XVIII Triennale di Milano. Nello stesso anno crea un’associazione di vasai che chiamerà “Vasai di Cetara” con lo scopo di svolgere un lavoro creativo libero da preclusioni accademiche o da schemi dogmatici. Nel 1995 espone a Parigi al Carrousel du Louvre. Nel 1996 progetta e realizza due utopie: la Fontana Felice a Salerno e il Museo Città Creativa a Rufoli. Nel 1997 elabora con l’economista Pasquale Persico progetti per la risemantizzazione dei luoghi della vita dell’uomo e ne realizza alcuni presso il Parco Nazionale del Cilento e il Vallo di Diano, località che sono state dichiarate patrimonio mondiale dell’umanità, composte da cento paesi su un territorio di circa 300.000 ettari. Progetta quattro piazze sulle montagne della Campania con l’intento di unificare la regione. Nasce così il progetto della “Città Moltiplicata”. Successivamente, pienamente convinto della necessità sociale dell’arte, partecipa al Piano Strategico per l’associazione di sei comuni intorno a Copparo, in provincia di Ferrara, con progetti per un territorio di 50.000 ettari. Nasce così il Museo Fabbrica Creativa. Nel 1997 viene invitato ad esporre una personale a Napoli, nella sala Carlo X, nel Maschio Angioino. Nel 2001 seguendo le linee del suo progetto artistico realizza, a Cetara, la Fontana di Napoleone e crea una galleria d’arte contemporanea, la “Piazza della Ceramica”: si tratta di un “pensatoio” che si estende per tre vie della città, una “zona franca di meditazione” in pieno centro cittadino. Nel 2002 espone alla mostra internazionale “I Capolavori”, a Torino e viene chiamato dall’architetto Mendini a realizzare due grandi opere per la metropolitana di Napoli, presso la stazione Salvator Rosa.
Nel 2003, a 60 anni, a seguito della sua ricerca di nuovi linguaggi espressivi gli viene conferito il dottorato e la laurea honoris causa dalla Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Salerno. Nel 2004, in collaborazione con il gruppo STS vince il concorso internazionale per la realizzazione del Parco Dora Spina 3 a Torino e espone in Francia, nella mostra “Mosaïque de design”. Nel 2005 partecipa a alla mostra “Mundus Vivendi”, insieme a Sottsass, Branzi, Coppola e Hosoe, realizzando un intero pavimento dipinto. La sua ricerca artistica si esprime attraverso grandi opere in ceramica, vasi alti fino a 3 metri e di soli 6 millimetri di spessore, naturalmente musicali. I “vasi del terzo millennio” hanno richiesto l’apposita costruzione di un forno da Enzo Santoriello, esperto tecnico della cottura che ha collaborato per realizzare opere “impossibili” anche con Miquel Barcelò ed Enzo Cucchi. Quest’opera viene scelta dal MIAAO, il primo museo dedicato in Italia alle arti applicate contemporanee, per la sua apertura ufficiale nel 2006, in concomitanza con la prima giornata di gare dei XX Giochi Olimpici Invernali, per una mostra personale dell’artista che viene intitolata Sette vasi per la casa sacra.
Nel 2006 partecipa alla Triennale di Milano con il “bestiario”, un pavimento in monoliti di 60x120 cm. Nel 2007 partecipa all’incontro con i poeti Lawrence Ferlighetti, Jack Hirschman, Agneta Falk e del fotografo e filmaker Chris Felver. Nel 2011 è invitato alla mostra “Lo stato dell’arte - Campania” nell’ambito del Padiglione Italiano della 54a Biennale di Venezia. Muore a Cetara nel 2011.
Orario di apertura: lunedì - giovedì ore 9:00/12:30 lunedì e giovedì anche ore 16:00/18:30
venerdì e sabato: ore 10:00 /13:00; 17:00/22:00 domenica e festivi: ore 10:00/13:00; 17:00/20:00
Convento Francescano SS. Trinità, 84081 - Baronissi
Settore Affari Generali ed Amministrazione Strategica – Servizi alla Persona, Comune di Baronissi - tel. 089 828209 – fax 089 828217
E-mail: cultura@comune.baronissi.sa.it - archeologandointour@libero.it - Sito Web: www.comune.baronissi.sa.it
07
dicembre 2014
Ugo Marano – Sculture, mosaici, ceramiche, disegni, dipinti, performances 1965/2011
Dal 07 dicembre 2014 al primo marzo 2015
arte contemporanea
Location
FRAC – CONVENTO FRANCESCANO DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
Baronissi, Via Convento, (Salerno)
Baronissi, Via Convento, (Salerno)
Orario di apertura
da lunedì a giovedì ore 9:00/12:30
lunedì e giovedì anche ore 16:00/18:30
venerdì e sabato: ore 10:00 /13:00; 17:00/22:00
domenica e festivi: ore 10:00/13:00; 17:00/20:00
Vernissage
7 Dicembre 2014, ore 18.30
Autore
Curatore