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Emilio Minotti – Diecivedute
Dieci angoli della città, ripartiti in sequenze atemporali tra particolari pop e allusive dediche per ipotesi di futuro: è così che Bergamo e il suo presente si intrecciano in questi flash di immagini che Emilio Minotti offre
Comunicato stampa
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bergamoinlinea
Dieci angoli della città, ripartiti in sequenze atemporali tra particolari pop e allusive dediche per ipotesi di futuro: è così che Bergamo e il suo presente si intrecciano in questi flash di immagini che Emilio Minotti offre, con altri spunti, alla riflessione curiosa sulle molte anime che, anche nascostamente, l’attraversano.
Non si tratta di scorci resi celebri dall’iconografia classica delle bellezze che, vanto e ricchezza, la connotano, ma di una singolare attraversata tra i silenzi i contrasti e i non-sensi di cui spesso si compone l’incapacità di interpretarne i sogni i bisogni le aspettative. ...
Ecco allora che, con spirito caustico e acuta ironia, l’artista qui si sofferma, affinando maggiormente lo scambio iconico tra ambientazioni di periferica quotidianità e graffianti aggiunte lessicali, su contesti apparentemente marginali ma, al contrario, vere “sentinelle” di disagi, inadeguatezze, ritardi e omissioni ai limiti del surreale che si rincorrono intorno a noi.
Nei colori essenziali che gli sono più consoni, a nette stesure di ombre e luci già intrinseche nel compatto gioco compositivo, l’elemento umano rivela il proprio coinvolgimento solo in esigue rare tracce, in una costruzione finale spesso irriverente: la casualità a narrare la vita vera.
L’attenzione all’attualità del dibattito artistico-culturale si posa via via ora sulla ipotetica sede della Galleria d’Arte Moderna, da troppo tempo in forse tra l’ex caserma Montelungo, dove una sorridente Marilyn si intitola la piazzetta rosata, buon auspicio di futura vivacità, e i vecchi Mercati Generali, periferici sì ma possibile polo globale nel migliore spirito beaubourghiano, ora sullo spazio rinnovato al Polaresco per gestioni sociali, pur siglato da impronte non rimpiante ed è un sottotraccia di partecipazione a dichiararsi acutamente e senza compromessi.
Una presa di coscienza netta si evince, così senza giri di parole, in scenari di democrazia purtroppo sempre più apparente, svuotata di contenuti reali, sempre più luccicante guscio sulle vie dello shopping …
Autolavaggi dismessi o vecchie scuole demolite si susseguono alle storiche piscine pubbliche in scorci inusuali e formalmente atipici, mentre scorrono anche più profonde tematiche in grado di incidere radicalmente nella futura convivenza, “ius soli”, in normali volumi di comuni giorni e storie.
I grandiosi opachi lavori del nuovo Papa Giovanni sembrano allora urtarsi con la quiete severa e appartata del piccolo cimitero di campagna, con il suo verde antico, la natura amica e silente, la sospensione del tempo.
Bergamo, novembre 2014 Sandra Nava
Dieci angoli della città, ripartiti in sequenze atemporali tra particolari pop e allusive dediche per ipotesi di futuro: è così che Bergamo e il suo presente si intrecciano in questi flash di immagini che Emilio Minotti offre, con altri spunti, alla riflessione curiosa sulle molte anime che, anche nascostamente, l’attraversano.
Non si tratta di scorci resi celebri dall’iconografia classica delle bellezze che, vanto e ricchezza, la connotano, ma di una singolare attraversata tra i silenzi i contrasti e i non-sensi di cui spesso si compone l’incapacità di interpretarne i sogni i bisogni le aspettative. ...
Ecco allora che, con spirito caustico e acuta ironia, l’artista qui si sofferma, affinando maggiormente lo scambio iconico tra ambientazioni di periferica quotidianità e graffianti aggiunte lessicali, su contesti apparentemente marginali ma, al contrario, vere “sentinelle” di disagi, inadeguatezze, ritardi e omissioni ai limiti del surreale che si rincorrono intorno a noi.
Nei colori essenziali che gli sono più consoni, a nette stesure di ombre e luci già intrinseche nel compatto gioco compositivo, l’elemento umano rivela il proprio coinvolgimento solo in esigue rare tracce, in una costruzione finale spesso irriverente: la casualità a narrare la vita vera.
L’attenzione all’attualità del dibattito artistico-culturale si posa via via ora sulla ipotetica sede della Galleria d’Arte Moderna, da troppo tempo in forse tra l’ex caserma Montelungo, dove una sorridente Marilyn si intitola la piazzetta rosata, buon auspicio di futura vivacità, e i vecchi Mercati Generali, periferici sì ma possibile polo globale nel migliore spirito beaubourghiano, ora sullo spazio rinnovato al Polaresco per gestioni sociali, pur siglato da impronte non rimpiante ed è un sottotraccia di partecipazione a dichiararsi acutamente e senza compromessi.
Una presa di coscienza netta si evince, così senza giri di parole, in scenari di democrazia purtroppo sempre più apparente, svuotata di contenuti reali, sempre più luccicante guscio sulle vie dello shopping …
Autolavaggi dismessi o vecchie scuole demolite si susseguono alle storiche piscine pubbliche in scorci inusuali e formalmente atipici, mentre scorrono anche più profonde tematiche in grado di incidere radicalmente nella futura convivenza, “ius soli”, in normali volumi di comuni giorni e storie.
I grandiosi opachi lavori del nuovo Papa Giovanni sembrano allora urtarsi con la quiete severa e appartata del piccolo cimitero di campagna, con il suo verde antico, la natura amica e silente, la sospensione del tempo.
Bergamo, novembre 2014 Sandra Nava
06
dicembre 2014
Emilio Minotti – Diecivedute
Dal 06 al 27 dicembre 2014
arte contemporanea
Location
GALGARTE
Bergamo, Via Del Galgario, 13, (Bergamo)
Bergamo, Via Del Galgario, 13, (Bergamo)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato ore 16.30-19
Vernissage
6 Dicembre 2014, ore 18.00
Autore
Curatore