Il bianco è il colore che ha caratterizzato per decenni la nostra contemporaneità artistica, architettonica e più nello specifico, la produzione di design. Un’epoca, la nostra, alla ricerca di una sua oggettività e che proprio nella scelta di questa colorazione, ha cercato un carattere razionalizzante e super partes. Esso infatti, è divenuto il segno di ogni purismo e dell’essenzialità, filoni questi che tanto hanno contribuito alla costituzione del nostro fare artistico contemporaneo.
Ed ecco che in un’epoca di forti mutamenti, come quella presente, il bianco diviene anche altro, assumendo un’infinità di sfaccettature e declinazioni, assorbendo nella sua purezza, tutte quelle contraddizioni e contestazioni che hanno caratterizzato e che caratterizzano questo primo scorcio di millennio. Ciò apre nuovi scenari che si vanno ad aggiungere a quella ricerca formale, portata avanti in decenni di sperimentazione.
Un’esposizione quindi, che sigli e palesi il periodo di passaggio che stiamo vivendo, utilizzando proprio come segno metaforico il colore bianco, nelle sue infinite applicazioni. Attraverso il suo utilizzo, nelle varie creazioni di design esposte, si rintracceranno quindi i mutamenti e le più innovative tendenze del panorama attuale, dalle linee puriste e minimaliste, a quelle più decostruite ed organiche.
In mostra, un’attenta selezione di quattro giovani talenti italiani, le cui proposte sono metafora di un percorso: le minimali e sempre originali concezioni di Hang Design, le magiche trasparenze di NSD Factory, la linearità estrema di Diff e le metafisiche sculture luminose di Emanuele Cianca.