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Merlitonnades – Ritmi per Beckett
Concerto musica contemporanea su poesie di Beckett.
Compositore: Massimo Pastorelli
Flauto: Fabio de Rosa
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’idea di mettere in musica le mirlitonnades di Samuel Beckett mi è venuta
la prima volta in cui le ho lette. I versi percussivi di queste trentasette brevi
apparizioni “nere”, scritte da Beckett in francese tra il 1976 e il 1978, si sono
trasformati fin da subito, dentro di me, in figure ritmiche. Ecco perché, mettendomi
a comporre, ho rinunciato sia al canto, troppo melodico, che alla
recitazione, troppo libera, e ho puntato tutto sulla cosiddetta “voce ritmica”:
parlare ‘andando a tempo’, come nel rap, mi è sembrata la soluzione più
adatta per poesie così ritmate.
Nel frattempo ho fatto ricerche sul significato dello strano titolo; e ho scoperto
che contiene un’allusione musicale molto precisa: il “mirliton”, per i
francesi, è un flauto povero, uno zufolo, e “mirlitonnades” è un neologismo
beckettiano ricavato dall’espressione “vers de mirliton” (versi da poco,
poesiole da niente). Mi sono divertito a immaginare che Beckett, con questo
titolo, abbia voluto lanciare una sfida ai compositori: chi se la sente di
prendere alla lettera la musicalità simbolica nascosta nella parola “mirlitonnades”?
Così, ad interagire con la voce ritmica, ho messo un flauto vero e
proprio.
Come sempre quando si aggiunge musica a delle parole, la musica non
è diventata un tutt’uno con le parole (anche se il luogo comune vuole il
contrario), ma ha mantenuto una propria indipendenza: la parte flautistica,
a poco a poco, senza quasi che me ne accorgessi, ha intrapreso in autonomia
un viaggio nella storia del flauto, dalle tecniche classiche a quelle
contemporanee; mi piacerebbe perciò che le mirlitonnades fossero ascoltate
anche come un’antologia flautistica, dalle origini ai giorni nostri, in trentasette
tappe, una per mirlitonnade.
Per rendere effettivo questo viaggio non ci voleva semplicemente un flautista
bravo, ma anche versatile, curioso, dalla mente musicale aperta; Fabio
De Rosa possiede tutte queste qualità, ed è dunque l’interprete ideale per
le mirlitonnades: trovarlo è stata una di quelle fortune che capitano raramente
a chi scrive musica come la mia.
Ho lavorato alle mirlitonnades per due anni, dal settembre 2012 al novembre
2014. Mano a mano che una mirlitonnade si aggiungeva all’altra, io e
Fabio abbiamo avuto varie occasioni per presentare in pubblico la composizione
in forma di work in progress. Ora che finalmente sono arrivato in
fondo, sono felice che la prima esecuzione completa avvenga nella galleria
Unimediamodern Contemporary Art di Caterina Gualco, che già nel settembre
2013 aveva ospitato le mirlitonnades ferme in quel momento a quota
ventisette: qui, dove dar voce alla modernità è una consuetudine antica, io
e la mia musica ci sentiamo a casa.
Massimo Pastorelli
la prima volta in cui le ho lette. I versi percussivi di queste trentasette brevi
apparizioni “nere”, scritte da Beckett in francese tra il 1976 e il 1978, si sono
trasformati fin da subito, dentro di me, in figure ritmiche. Ecco perché, mettendomi
a comporre, ho rinunciato sia al canto, troppo melodico, che alla
recitazione, troppo libera, e ho puntato tutto sulla cosiddetta “voce ritmica”:
parlare ‘andando a tempo’, come nel rap, mi è sembrata la soluzione più
adatta per poesie così ritmate.
Nel frattempo ho fatto ricerche sul significato dello strano titolo; e ho scoperto
che contiene un’allusione musicale molto precisa: il “mirliton”, per i
francesi, è un flauto povero, uno zufolo, e “mirlitonnades” è un neologismo
beckettiano ricavato dall’espressione “vers de mirliton” (versi da poco,
poesiole da niente). Mi sono divertito a immaginare che Beckett, con questo
titolo, abbia voluto lanciare una sfida ai compositori: chi se la sente di
prendere alla lettera la musicalità simbolica nascosta nella parola “mirlitonnades”?
Così, ad interagire con la voce ritmica, ho messo un flauto vero e
proprio.
Come sempre quando si aggiunge musica a delle parole, la musica non
è diventata un tutt’uno con le parole (anche se il luogo comune vuole il
contrario), ma ha mantenuto una propria indipendenza: la parte flautistica,
a poco a poco, senza quasi che me ne accorgessi, ha intrapreso in autonomia
un viaggio nella storia del flauto, dalle tecniche classiche a quelle
contemporanee; mi piacerebbe perciò che le mirlitonnades fossero ascoltate
anche come un’antologia flautistica, dalle origini ai giorni nostri, in trentasette
tappe, una per mirlitonnade.
Per rendere effettivo questo viaggio non ci voleva semplicemente un flautista
bravo, ma anche versatile, curioso, dalla mente musicale aperta; Fabio
De Rosa possiede tutte queste qualità, ed è dunque l’interprete ideale per
le mirlitonnades: trovarlo è stata una di quelle fortune che capitano raramente
a chi scrive musica come la mia.
Ho lavorato alle mirlitonnades per due anni, dal settembre 2012 al novembre
2014. Mano a mano che una mirlitonnade si aggiungeva all’altra, io e
Fabio abbiamo avuto varie occasioni per presentare in pubblico la composizione
in forma di work in progress. Ora che finalmente sono arrivato in
fondo, sono felice che la prima esecuzione completa avvenga nella galleria
Unimediamodern Contemporary Art di Caterina Gualco, che già nel settembre
2013 aveva ospitato le mirlitonnades ferme in quel momento a quota
ventisette: qui, dove dar voce alla modernità è una consuetudine antica, io
e la mia musica ci sentiamo a casa.
Massimo Pastorelli
22
novembre 2014
Merlitonnades – Ritmi per Beckett
22 novembre 2014
performance - happening
Location
UNIMEDIAMODERN CONTEMPORARY ART – PALAZZO SQUARCIAFICO
Genova, Piazza Invrea, 5B, (Genova)
Genova, Piazza Invrea, 5B, (Genova)
Vernissage
22 Novembre 2014, ore 18:30
Autore
Curatore