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Hyung Geun Park – Horizon, need to dream
“Horizon, need to dream” è la mostra del fotografo coreano Hyung Geun Park, allestita dal 30 ottobre alla galleria Paola Meliga di Torino e curata da Patrizia Bottallo. Gli scatti di Park, veri e propri set fotografici creati con magistrale tecnica teatrale, rimarranno esposti sino al 21 novembre.
Comunicato stampa
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HORIZON NEED TO DREAM HYUNG GEUN PARK
a cura di Patrizia Bottallo
30 OTTOBRE - 21 NOVEMBRE 2014
Galleria Paola Meliga Via Maria Vittoria 46/C, Torino
inaugurazione giovedì 30 OTTOBRE alle ore 18,00
“Horizon, need to dream” è la mostra personale del fotografo coreano Hyung Geun Park presentata dalla galleria Paola Meliga e curata da Patrizia Bottallo.
Il titolo esprime la poetica che lega la ricca selezione di opere presenti in mostra, l’orizzonte inteso come luogo immaginario del sogno. L’orizzonte è la linea apparente che separa la terra e il cielo, una sottile linea immaginaria che divide il visibile dall’invisibile, un limite tra il campo visivo, e quindi mentale, e l’oltre, una linea teorica che separa il mondo da quel necessario e rarefatto, intangibile bisogno di sognare.
Questa necessità di affrancarci dalla severa realtà, di ritrovare luoghi sereni, incontaminati, sicuri o di inoltrarci attraverso paesaggi sconosciuti ma familiari, ci avvicina alla ricerca di Park, le cui opere traboccanti di natura trasmettono un’intensa sensazione di straniamento onirico.
Luoghi isolati, lirici e surreali. Atmosfere sospese, set distanti dalla confusione delle metropoli in cui viviamo. Paradisi lontani, luoghi idealizzati e romantici, porzioni di mondo ai margini della realtà. Sono spazi mentali rappresentativi di una sfera del subconscio ma al contempo luoghi reali rimanipolati che riflettono il mondo interiore dell’artista, al confine tra un mondo reale e un mondo recondito.
I luoghi ritratti da Park sono veri e propri set fotografici ricreati con magistrale tecnica teatrale dall’artista che ne è insieme attore, regista e fotografo. L’artista, infatti, interviene spesso materialmente nella scena inserendo o togliendo degli elementi, facendo interventi cromatici e, alcune volte, entrando fisicamente come protagonista nella scena, in questo modo la narrazione rimane flessibile e mutevole, aperta a molteplici possibilità di interpretazione.
L’equilibrio compositivo rivela una cura maniacale nella preparazione del set, le opere potrebbero essere definite in parte performance cristallizzate in uno scatto. La relazione tra l’atto performativo e gli oggetti inseriti sono la chiave della narrazione, nuovi protagonisti, esseri non-esistenti nella realtà ma che rappresentano l’artista nella scena.
L’utilizzo della luce e dei colori è uno dei fattori più interessanti della sua ricerca, infatti il nero e i colori scuri non sono utilizzati come elemento oscurante ma al contrario sono porzioni cromatiche abilmente declinate nei toni del blu e delle scale di neri e grigi da cui emergono squillanti i soggetti illuminati o gli elementi naturali dai colori vivaci. Così nell’opera Untitled-3 emerge da un groviglio di rami e bacche bianche un sole dorato, in Tenseless-66 si scorge da uno spiraglio tra i rami un incantevole prato verdeggiante con un lago azzurro e all’orizzonte profili di montagne, l’atmosfera sospesa della scena è accresciuta da un’improbabile lampadina appesa ad un cavo “pendente” dal cielo e un mazzo di fiori adagiati a terra o, ancora, in Tenseless-34 si intravedono due porzioni di cielo attraverso un’intricata e fitta volta di foglie nere.
Questo magistrale utilizzo del nero come colore e non come la sua negazione, rende l’impianto compositivo più intenso e drammatico caricandolo di una resa scenica teatrale maggiore.
________________
L’artista nato a JeJu nel 1973, si è formato in Corea ed a Londra, vive e lavora a Seoul. Ha partecipato a innumerevoli mostre internazionali in Asia, America ed Europa, in musei e gallerie private tra le quali, nel 2013, una personale presso il National Museum of Contemporary Art di Atene e una collettiva presso il Gyeonggi Museum of Modern Art di Ansan, una personale nel 2011 presso il Jeju Museum of Contemporary art di Jeiu e nel medesimo anno una personale presso il Insa Art Center di Seul dove ha vinto il 9° Daum Prize.
L’artista è presente nelle collezzioni di: Ernest & Young – London; The Fotografie Forum International, Frankfurt, Germany; Kumho Museum of Art, Seoul; Gyeonggi Museum of Modern Art, Ansan; Ilmin Museum of Art, Seoul; Geonhi Art Foundation, Seoul; Daegu Museum of Art, Dae gu; Jeju Museum of Contemporary Art, Jeju: Jeju Museum of Art, Jeju; martin - Martini Arte Internazionale, Turin, Italy; The Museum of Fine Arts Houston, TX, US.
a cura di Patrizia Bottallo
30 OTTOBRE - 21 NOVEMBRE 2014
Galleria Paola Meliga Via Maria Vittoria 46/C, Torino
inaugurazione giovedì 30 OTTOBRE alle ore 18,00
“Horizon, need to dream” è la mostra personale del fotografo coreano Hyung Geun Park presentata dalla galleria Paola Meliga e curata da Patrizia Bottallo.
Il titolo esprime la poetica che lega la ricca selezione di opere presenti in mostra, l’orizzonte inteso come luogo immaginario del sogno. L’orizzonte è la linea apparente che separa la terra e il cielo, una sottile linea immaginaria che divide il visibile dall’invisibile, un limite tra il campo visivo, e quindi mentale, e l’oltre, una linea teorica che separa il mondo da quel necessario e rarefatto, intangibile bisogno di sognare.
Questa necessità di affrancarci dalla severa realtà, di ritrovare luoghi sereni, incontaminati, sicuri o di inoltrarci attraverso paesaggi sconosciuti ma familiari, ci avvicina alla ricerca di Park, le cui opere traboccanti di natura trasmettono un’intensa sensazione di straniamento onirico.
Luoghi isolati, lirici e surreali. Atmosfere sospese, set distanti dalla confusione delle metropoli in cui viviamo. Paradisi lontani, luoghi idealizzati e romantici, porzioni di mondo ai margini della realtà. Sono spazi mentali rappresentativi di una sfera del subconscio ma al contempo luoghi reali rimanipolati che riflettono il mondo interiore dell’artista, al confine tra un mondo reale e un mondo recondito.
I luoghi ritratti da Park sono veri e propri set fotografici ricreati con magistrale tecnica teatrale dall’artista che ne è insieme attore, regista e fotografo. L’artista, infatti, interviene spesso materialmente nella scena inserendo o togliendo degli elementi, facendo interventi cromatici e, alcune volte, entrando fisicamente come protagonista nella scena, in questo modo la narrazione rimane flessibile e mutevole, aperta a molteplici possibilità di interpretazione.
L’equilibrio compositivo rivela una cura maniacale nella preparazione del set, le opere potrebbero essere definite in parte performance cristallizzate in uno scatto. La relazione tra l’atto performativo e gli oggetti inseriti sono la chiave della narrazione, nuovi protagonisti, esseri non-esistenti nella realtà ma che rappresentano l’artista nella scena.
L’utilizzo della luce e dei colori è uno dei fattori più interessanti della sua ricerca, infatti il nero e i colori scuri non sono utilizzati come elemento oscurante ma al contrario sono porzioni cromatiche abilmente declinate nei toni del blu e delle scale di neri e grigi da cui emergono squillanti i soggetti illuminati o gli elementi naturali dai colori vivaci. Così nell’opera Untitled-3 emerge da un groviglio di rami e bacche bianche un sole dorato, in Tenseless-66 si scorge da uno spiraglio tra i rami un incantevole prato verdeggiante con un lago azzurro e all’orizzonte profili di montagne, l’atmosfera sospesa della scena è accresciuta da un’improbabile lampadina appesa ad un cavo “pendente” dal cielo e un mazzo di fiori adagiati a terra o, ancora, in Tenseless-34 si intravedono due porzioni di cielo attraverso un’intricata e fitta volta di foglie nere.
Questo magistrale utilizzo del nero come colore e non come la sua negazione, rende l’impianto compositivo più intenso e drammatico caricandolo di una resa scenica teatrale maggiore.
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L’artista nato a JeJu nel 1973, si è formato in Corea ed a Londra, vive e lavora a Seoul. Ha partecipato a innumerevoli mostre internazionali in Asia, America ed Europa, in musei e gallerie private tra le quali, nel 2013, una personale presso il National Museum of Contemporary Art di Atene e una collettiva presso il Gyeonggi Museum of Modern Art di Ansan, una personale nel 2011 presso il Jeju Museum of Contemporary art di Jeiu e nel medesimo anno una personale presso il Insa Art Center di Seul dove ha vinto il 9° Daum Prize.
L’artista è presente nelle collezzioni di: Ernest & Young – London; The Fotografie Forum International, Frankfurt, Germany; Kumho Museum of Art, Seoul; Gyeonggi Museum of Modern Art, Ansan; Ilmin Museum of Art, Seoul; Geonhi Art Foundation, Seoul; Daegu Museum of Art, Dae gu; Jeju Museum of Contemporary Art, Jeju: Jeju Museum of Art, Jeju; martin - Martini Arte Internazionale, Turin, Italy; The Museum of Fine Arts Houston, TX, US.
30
ottobre 2014
Hyung Geun Park – Horizon, need to dream
Dal 30 ottobre al 21 novembre 2014
fotografia
Location
MELIGA ART GALLERY
Torino, Via Maria Vittoria, 46, (Torino)
Torino, Via Maria Vittoria, 46, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al sabato
10.45/12.45 – 15.30/19.30
Lunedì e festivi chiuso
Vernissage
30 Ottobre 2014, Dalle ore 18
Autore
Curatore