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Santi Moix – Brooklyn Studio
La prima personale italiana dell’artista catalano, ma newyorkese d’adozione, presenterà 40 opere inedite, tra oli e acquerelli, oltre a un’installazione site specific, studiata per l’occasione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dopo l’evento inaugurale dedicato alle opere su carta di Luca Pignatelli, M77 Gallery (via Mecenate 77), il nuovo spazio espositivo milanese per l’arte contemporanea italiana e internazionale, presenta un evento dedicato a Santi Moix, una delle personalità più interessanti dell’ambiente artistico newyorkese.
L’esposizione, realizzata in collaborazione con Paul Kasmin Gallery - New York, dal titolo Brooklyn Studio, curata da Luca Beatrice, propone 40 lavori inediti, tra dipinti e acquerelli, e una grande installazione site specific, pensata appositamente per gli spazi della galleria.
Catalano di nascita (Barcellona, 1960), Santi Moix ha attinto dai frequenti viaggi la linfa vitale per nutrire la sua creatività.
A quattordici anni studia a Parigi, quindi in Italia dove incontra e frequenta Federico Fellini. Nel 1981 tiene la sua prima personale in un piccolo spazio a Sant Cugat in Catalogna, poi nel 1986 grazie alla vendita di un quadro si paga il viaggio per New York perché, come lui stesso ha affermato, “conoscevo Warhol e Basquiat ma ero ansioso di saperne molto e molto di più”. Tuttavia, i primi passi nel mondo dell’arte a livello professionistico li muove negli anni ’80 in Giappone, con diverse esposizioni. Quindi l’Africa, sempre all’insegna del viaggio e dell’instabilità come forma estetica: lì impara la ceramica e la scultura, attività che considera complementari alla pittura. Poi, definitivamente New York, anche se torna spesso a Barcellona per sottolineare l’importanza delle proprie radici culturali in Europa.
Influenzato da maestri quali Delacroix, Velàzquez, El Greco, Picasso, Mirò, Pollock e Mutzuo Takahashi, un misterioso pittore giapponese che è stato suo amico quando viveva in Oriente, Moix ha avuto e continua ad avere, dal mondo della letteratura una altrettanto importante fonte d’ispirazione. L’immaginario letterario costituisce davvero un considerevole bagaglio di informazioni per la sua pittura. Non è un caso che la sua più recente personale in terra catalana ruotava attorno alle avventure di Huckleberry Finn, l’immortale personaggio di Mark Twain, con un’installazione di disegni e un grande wall drawing.
Un riconoscimento davvero importante Moix l’ha ottenuto nel 2013, quando è stato incaricato di dipingere un enorme murale per il negozio Prada, progettato da Rem Koohlas a SoHo, un lavoro dove si incontrano diverse tecniche e linguaggi e che rappresenta la summa del suo pensiero estetico sulla grande dimensione.
“Ciò che cerco di fare, ogni giorno - afferma Santi Moix - è ribellarmi al passato e ai codici, che la mia opera non si capisca a prima vista, tentare che l’opera diventi intelligente da sola. Mi piacciono i quadri che sembrano idioti. Lottare contro gli istinti che conducono a certi automatismi, mi piace pensare che le foreste frondose siano grandi orecchie. Penso a Ramon Llull (scrittore e filosofo di Majorca) che diceva: captare sempre nell’ambiente le idee e proiettarle finché si convertono in sostanza propria. Veniamo da una grande esplosione, l’idea che questa stessa esplosione uscirà sulla tela e si perderà per sempre. La mia funzione, come artista, è quella di congelare l’istante”.
Accompagna la mostra un catalogo M77 con un testo di Luca Beatrice.
M77 Gallery, una nuova galleria d’arte contemporanea di 1.000 metri quadrati, vuole raccogliere il meglio dell’arte italiana e aprirsi a collaborazioni internazionali di prestigio, soprattutto con realtà americane che stanno scandagliando percorsi di grande rilevanza.
L’esposizione, realizzata in collaborazione con Paul Kasmin Gallery - New York, dal titolo Brooklyn Studio, curata da Luca Beatrice, propone 40 lavori inediti, tra dipinti e acquerelli, e una grande installazione site specific, pensata appositamente per gli spazi della galleria.
Catalano di nascita (Barcellona, 1960), Santi Moix ha attinto dai frequenti viaggi la linfa vitale per nutrire la sua creatività.
A quattordici anni studia a Parigi, quindi in Italia dove incontra e frequenta Federico Fellini. Nel 1981 tiene la sua prima personale in un piccolo spazio a Sant Cugat in Catalogna, poi nel 1986 grazie alla vendita di un quadro si paga il viaggio per New York perché, come lui stesso ha affermato, “conoscevo Warhol e Basquiat ma ero ansioso di saperne molto e molto di più”. Tuttavia, i primi passi nel mondo dell’arte a livello professionistico li muove negli anni ’80 in Giappone, con diverse esposizioni. Quindi l’Africa, sempre all’insegna del viaggio e dell’instabilità come forma estetica: lì impara la ceramica e la scultura, attività che considera complementari alla pittura. Poi, definitivamente New York, anche se torna spesso a Barcellona per sottolineare l’importanza delle proprie radici culturali in Europa.
Influenzato da maestri quali Delacroix, Velàzquez, El Greco, Picasso, Mirò, Pollock e Mutzuo Takahashi, un misterioso pittore giapponese che è stato suo amico quando viveva in Oriente, Moix ha avuto e continua ad avere, dal mondo della letteratura una altrettanto importante fonte d’ispirazione. L’immaginario letterario costituisce davvero un considerevole bagaglio di informazioni per la sua pittura. Non è un caso che la sua più recente personale in terra catalana ruotava attorno alle avventure di Huckleberry Finn, l’immortale personaggio di Mark Twain, con un’installazione di disegni e un grande wall drawing.
Un riconoscimento davvero importante Moix l’ha ottenuto nel 2013, quando è stato incaricato di dipingere un enorme murale per il negozio Prada, progettato da Rem Koohlas a SoHo, un lavoro dove si incontrano diverse tecniche e linguaggi e che rappresenta la summa del suo pensiero estetico sulla grande dimensione.
“Ciò che cerco di fare, ogni giorno - afferma Santi Moix - è ribellarmi al passato e ai codici, che la mia opera non si capisca a prima vista, tentare che l’opera diventi intelligente da sola. Mi piacciono i quadri che sembrano idioti. Lottare contro gli istinti che conducono a certi automatismi, mi piace pensare che le foreste frondose siano grandi orecchie. Penso a Ramon Llull (scrittore e filosofo di Majorca) che diceva: captare sempre nell’ambiente le idee e proiettarle finché si convertono in sostanza propria. Veniamo da una grande esplosione, l’idea che questa stessa esplosione uscirà sulla tela e si perderà per sempre. La mia funzione, come artista, è quella di congelare l’istante”.
Accompagna la mostra un catalogo M77 con un testo di Luca Beatrice.
M77 Gallery, una nuova galleria d’arte contemporanea di 1.000 metri quadrati, vuole raccogliere il meglio dell’arte italiana e aprirsi a collaborazioni internazionali di prestigio, soprattutto con realtà americane che stanno scandagliando percorsi di grande rilevanza.
20
ottobre 2014
Santi Moix – Brooklyn Studio
Dal 20 ottobre 2014 al 31 gennaio 2015
arte contemporanea
Location
M77 GALLERY
Milano, Via Mecenate, 77, (Milano)
Milano, Via Mecenate, 77, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 11-19 chiuso domenica e lunedì
Vernissage
29 Maggio 2014, ore 19.00
Ufficio stampa
CLP
Autore