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Werner Bischof (1916-1954) – La trasformazione dell’immagine
La mostra antologica al m.a.x. museo presenta l’intero percorso di Werner Bischof. In particolare viene dato risalto a un aspetto inedito sulla sua formazione svizzera alla Kunstgewerbeschule di Zurigo e a due sezioni inedite sul Ticino (1945-1950) e su Rimini (1946).
Comunicato stampa
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La 9a edizione della Biennale dell’immagine prende spunto dai mutamenti epocali che hanno interessato il territorio ticinese – mutamenti di tipo geo-fisico, ma anche antropologico e sociale – per dar vita a un percorso di memoria fotografica che parte dal recente passato e giunge nel cuore della contemporaneità con il titolo “TRASFORMAZIONI” – trasformazioni declinate anche nella capacità emozionale che può suscitare l’immagine fotografica.
Fra gli artisti in mostra Werner Bischof (m.a.x. museo) e Beat Streuli (Spazio Officina).
Affermatasi nell’arco di otto edizioni come uno dei più originali appuntamenti del genere in Svizzera e in Europa, la Biennale dell’immagine è una manifestazione focalizzata sulla fotografia e sulle arti visive contemporanee, tra cui video e cinema, divenuta altresì punto d’incontro tra le più innovative esperienze creative in tale ambito.
Questa edizione – organizzata e promossa dal Dicastero cultura e dal Dicastero servizi, attività sociali e giovani del Comune di Chiasso, in collaborazione con la Cons Arc / Galleria di Chiasso, il Centro Culturale Chiasso e il Comitato della Biennale – vede coinvolte ben 22 realtà espositive del territorio ticinese e insubrico, da Lugano a Como, ampliando quindi ulteriormente il suo raggio d’azione in senso geografico e come offerta culturale.
Il programma è arricchito da una rassegna cinematografica promossa dal Cinema Teatro di Chiasso e dal Cineclub del Mendrisiotto (i film saranno proiettati al Cinema Teatro), come pure da incontri proposti da alcune delle sedi che partecipano alla Biennale.
Dal Diario di Werner Bischof (St. Margrethen, Svizzera, 1944)
“Poi venne la guerra, e con essa la distruzione della mia “torre d’avorio”, il volto dell’uomo sofferente divenne il nucleo centrale. Lavoravo come corrispondente al confine tra Svizzera e Austria e vidi migliaia di uomini distrutti attendere per giorni e settimane dietro il filo spinato. Bambini e vecchi, alle spalle lo scoppio delle granate e lo sferragliare furioso dei carri armati. Questo mi spinse a conoscere la vera faccia del mondo.
La nostra vita piacevole e soddisfatta toglieva a molti la capacità di guardare l’immenso bisogno fuori dai nostri confini. Molti davano volentieri il proprio contributo all’opera di soccorso, ma questo non bastava per sentirsi sollevati da ogni contrasto spirituale. Dopo il mio primo viaggio in Olanda, Francia e Lussemburgo, la rivista "Du" pubblicò le mie impressioni, ma che indignata reazione!”.
Definire Werner Bischof un “fotoreporter” non corrisponde alla complessità e alla ricchezza della sua figura di uomo, intellettuale e fotografo. “Davvero io non sono un fotogiornalista. Purtroppo non ho alcun potere contro questi grandi giornali, non posso nulla, è come se prostituissi il mio lavoro e ne ho davvero abbastanza.
Nel profondo del mio cuore io sono sempre – e sempre sarò – un artista”.
A Bischof non è mai interessato fare del sensazionalismo; è, infatti, inorridito dall’idea di passare sopra il dolore e la sofferenza del mondo pur di “fare uno scoop”.
Durante la sua attività, dalla metà degli anni Trenta sino al 1954 (anno della sua scomparsa), si è posto di fronte all’immagine in maniera dialettica, che si trattasse delle prime ricerche artistiche, pubblicitarie o, in seguito, a partire dagli anni Quaranta, delle fotografie scattate in un’Europa vessata dal Secondo conflitto mondiale e quindi, dal 1949 sino alla fine, nel resto del mondo.
La sua attività si sviluppa su un arco di tempo di neppure venti anni.
Il suo cammino professionale, dopo la formazione iniziale, può essere riassunto in tre momenti: il primo (1936-1942) corrisponde al lavoro commerciale e di ricerca svolto nello studio di Zurigo; il secondo corrisponde all’impegno dei reportage in Europa, a partire dal 1942 (impegno che si intensifica tra il 1945 e il 1949); il terzo e ultimo periodo (1949-1954) coincide con la sua adesione alla Magnum, che lo porta a compiere numerosi viaggi extraeuropei.
Werner Bischof, come ha affermato l’amico fotografo Ernst Haas in un’intervista del 1964, era un uomo “assoluto”. Nei suoi lavori vi è una forte tensione alla ricerca della profondità dei fenomeni. In ogni frangente riesce a toccare le corde più scoperte dell’umanità.
Proprio come nei lavori dei primi anni, quelli realizzati nel suo studio, Bischof riusciva a cogliere la natura più profonda degli oggetti, la loro forma, posta in relazione al vuoto circostante, sottolineata dall’uso sapiente dei bianchi e neri, delle luci, dei contrasti fra pieni e vuoti. Le fotografie realizzate sui disastri della guerra in Europa, a partire dalla metà degli anni Quaranta, sono frutto di un progetto, della sua capacità di costruzione compositiva, che era andata formandosi, come già detto, proprio negli anni zurighesi.
Bischof sognava di raccogliere quelle immagini in un libro, ma non ce l’ha fatta. Una scelta di tali foto sono state pubblicate nel 1990 in un numero speciale della rivista mensile svizzera “Du”, in mostra al m.a.x. museo.
La grandezza di Bischof, artista e fotografo, sta nell’aver trasmesso ai suoi contemporanei, e a chi è venuto dopo, sguardi di rara quanto intelligente profondità, in grado di farci vedere le cose da un diverso punto di vista senza, tuttavia, mai imporsi come indiscutibile verità.
Il 16 maggio 1954, dopo un incidente, Bischof è trovato morto nella sua jeep ai piedi di una parete rocciosa delle Ande peruviane; pochi giorni dopo diventerà padre per la seconda volta.
Le otto sezioni che illustrano il percorso di Bischof sono tutte esposte al m.a.x. museo e presentano la “costruzione concettuale” dei suoi vari reportage: Zurigo 1945; Europa dopo la Seconda guerra mondiale 1945-1950; Chiasso 1945-1950; i reportage per Magnum: Giappone 1951-1952, Corea 1951-1952, Hong Kong/Indocina 1951-1952, India 1951-1952, Nord/Sud America 1953-1954.
La mostra antologica al m.a.x. museo presenta quindi l’intero percorso di Werner Bischof, con un aspetto inedito sulla sua formazione svizzera alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, dove sono conservati interessanti materiali d’archivio con i lavori dell’allora giovane studente. Particolare riferimento sarà perciò dedicato anche ai due maestri di Bischof: Hans Finsler, uno dei maggiori rappresentanti della Nuova Oggettività fotografica, e Alfred Willimann, grafico, tipografo, scultore, fotografo e scrittore.
Inedita anche la sezione documentaria che riguarda il Ticino con il centro profughi di Chiasso (1945-1950) e Rimini (1946), con un significativo spaccato sull’iniziativa umanitaria del CEIS – Centro Educativo Italo Svizzero, cui partecipò, come animatrice, la futura moglie, Rosellina Mandel, poi Bischof.
LA MOSTRA IN CIFRE
La mostra al m.a.x. museo presenta: 125 immagini re-print di Magnum Photos, Parigi; 5 immagini vintage e 1 libro d’autore del periodo giovanile di Werner Bischof della Zürcher Hochschule der Künste, ZHdK / Archiv; 2 poster Bally, fra i primi lavori dell’attività di grafico di Bischof; 22 immagini vintage della Collezione Marco Antonetto; 28 vintage dell’Archivio della Fondazione Margherita Zoebeli (presso CEIS – Centro Educativo Italo Svizzero di Rimini); 6 riviste d’epoca “Du” della Biblioteca dell’Accademia di architettura di Mendrisio; 1 libro d’autore con 24 fotografie di Werner Bischof della collezione del m.a.x. museo.
EVENTI COLLATERALI AL M.A.X. MUSEO
Durante il periodo espositivo al m.a.x. museo sono previsti alcuni appuntamenti:
- martedì 11 novembre 2014, ore 20.30: conferenza "Werner Bischof (1916-1954) tra arte e fotografia. La trasformazione dell’immagine" di Angela Madesani, storica e critica della fotografica, co-curatrice della mostra, presso il Foyer del Cinema Teatro di Chiasso; l’incontro è rivolto a tutti gli interessati (ingresso gratuito)
- visita guidata gratuita alla mostra “Werner Bischof (1916-1954). La trasformazione dell’immagine”, con il solo pagamento del biglietto d’ingresso: domenica 19 ottobre 2014, ore 10.00
- visita guidata gratuita alla mostra “Werner Bischof (1916-1954). La trasformazione dell’immagine”, con il solo
pagamento del biglietto d’ingresso: domenica 11 gennaio 2015, ore 10.00
LABORATORI DIDATTICI AL M.A.X. MUSEO
Come per ogni esposizione, il m.a.x. museo organizza laboratori per bambini e adulti. In occasione della mostra dedicata a Werner Bischof vengono proposti tre temi:
1. Impressioni fotografiche
Utilizzando l’emissione forte di luce e fogli di carta speciale proviamo a lasciare la nostra impressione… che fotografia riusciremo a realizzare? (a partire da 3 anni)
2. Ritratti in bianco e nero in luce e ombra
Trasformiamo un’immagine in una foto d’artista. Fotografa il ritratto di un compagno cercando di individuare il suo carattere attraverso l’immagine. Scegli tre aspetti del suo carattere e cerca di renderli con l’immagine. Cosa possiamo usare per creare un’opera in luce e ombra? Sicuramente molta fantasia!
3. Fotoreporter
Giochiamo a documentare il laboratorio didattico attraverso l’obiettivo fotografico. Quale immagine cattura l’occhio del fotoreporter che è in voi? Qual è il sentimento che volete infondere nelle immagini che scattate? (per le scuole medie)
Tutti i laboratori – svolti da operatori didattici con certificato del Percorso Formazione Specialistica rilasciato dall’Associazione Bruno Munari – si tengono presso il m.a.x. museo nell’arco di due ore circa con gruppi scolastici di minimo 15 e massimo 25 partecipanti, mentre per gruppi liberi si richiede un minimo di 15 iscritti. L’attività è seguita da una visita “attiva” alla mostra (anche in questo caso con criteri diversi secondo il gruppo di partecipanti). Il costo complessivo per laboratorio è di CHF 10.- / Euro 8 a bambino; il materiale viene messo a disposizione dal museo. Sono possibili laboratori gratuiti per scolaresche grazie a sponsorizzazioni.
I laboratori didattici sono rivolti a classi delle scuole dell’obbligo (in orario scolastico, dal lunedì al venerdì) e a bambini e adulti (sabato e domenica ore 15.00-17.00 e mercoledì pomeriggio).
Iscrizioni presso il m.a.x. museo (eventi@maxmuseo.ch).
Fra gli artisti in mostra Werner Bischof (m.a.x. museo) e Beat Streuli (Spazio Officina).
Affermatasi nell’arco di otto edizioni come uno dei più originali appuntamenti del genere in Svizzera e in Europa, la Biennale dell’immagine è una manifestazione focalizzata sulla fotografia e sulle arti visive contemporanee, tra cui video e cinema, divenuta altresì punto d’incontro tra le più innovative esperienze creative in tale ambito.
Questa edizione – organizzata e promossa dal Dicastero cultura e dal Dicastero servizi, attività sociali e giovani del Comune di Chiasso, in collaborazione con la Cons Arc / Galleria di Chiasso, il Centro Culturale Chiasso e il Comitato della Biennale – vede coinvolte ben 22 realtà espositive del territorio ticinese e insubrico, da Lugano a Como, ampliando quindi ulteriormente il suo raggio d’azione in senso geografico e come offerta culturale.
Il programma è arricchito da una rassegna cinematografica promossa dal Cinema Teatro di Chiasso e dal Cineclub del Mendrisiotto (i film saranno proiettati al Cinema Teatro), come pure da incontri proposti da alcune delle sedi che partecipano alla Biennale.
Dal Diario di Werner Bischof (St. Margrethen, Svizzera, 1944)
“Poi venne la guerra, e con essa la distruzione della mia “torre d’avorio”, il volto dell’uomo sofferente divenne il nucleo centrale. Lavoravo come corrispondente al confine tra Svizzera e Austria e vidi migliaia di uomini distrutti attendere per giorni e settimane dietro il filo spinato. Bambini e vecchi, alle spalle lo scoppio delle granate e lo sferragliare furioso dei carri armati. Questo mi spinse a conoscere la vera faccia del mondo.
La nostra vita piacevole e soddisfatta toglieva a molti la capacità di guardare l’immenso bisogno fuori dai nostri confini. Molti davano volentieri il proprio contributo all’opera di soccorso, ma questo non bastava per sentirsi sollevati da ogni contrasto spirituale. Dopo il mio primo viaggio in Olanda, Francia e Lussemburgo, la rivista "Du" pubblicò le mie impressioni, ma che indignata reazione!”.
Definire Werner Bischof un “fotoreporter” non corrisponde alla complessità e alla ricchezza della sua figura di uomo, intellettuale e fotografo. “Davvero io non sono un fotogiornalista. Purtroppo non ho alcun potere contro questi grandi giornali, non posso nulla, è come se prostituissi il mio lavoro e ne ho davvero abbastanza.
Nel profondo del mio cuore io sono sempre – e sempre sarò – un artista”.
A Bischof non è mai interessato fare del sensazionalismo; è, infatti, inorridito dall’idea di passare sopra il dolore e la sofferenza del mondo pur di “fare uno scoop”.
Durante la sua attività, dalla metà degli anni Trenta sino al 1954 (anno della sua scomparsa), si è posto di fronte all’immagine in maniera dialettica, che si trattasse delle prime ricerche artistiche, pubblicitarie o, in seguito, a partire dagli anni Quaranta, delle fotografie scattate in un’Europa vessata dal Secondo conflitto mondiale e quindi, dal 1949 sino alla fine, nel resto del mondo.
La sua attività si sviluppa su un arco di tempo di neppure venti anni.
Il suo cammino professionale, dopo la formazione iniziale, può essere riassunto in tre momenti: il primo (1936-1942) corrisponde al lavoro commerciale e di ricerca svolto nello studio di Zurigo; il secondo corrisponde all’impegno dei reportage in Europa, a partire dal 1942 (impegno che si intensifica tra il 1945 e il 1949); il terzo e ultimo periodo (1949-1954) coincide con la sua adesione alla Magnum, che lo porta a compiere numerosi viaggi extraeuropei.
Werner Bischof, come ha affermato l’amico fotografo Ernst Haas in un’intervista del 1964, era un uomo “assoluto”. Nei suoi lavori vi è una forte tensione alla ricerca della profondità dei fenomeni. In ogni frangente riesce a toccare le corde più scoperte dell’umanità.
Proprio come nei lavori dei primi anni, quelli realizzati nel suo studio, Bischof riusciva a cogliere la natura più profonda degli oggetti, la loro forma, posta in relazione al vuoto circostante, sottolineata dall’uso sapiente dei bianchi e neri, delle luci, dei contrasti fra pieni e vuoti. Le fotografie realizzate sui disastri della guerra in Europa, a partire dalla metà degli anni Quaranta, sono frutto di un progetto, della sua capacità di costruzione compositiva, che era andata formandosi, come già detto, proprio negli anni zurighesi.
Bischof sognava di raccogliere quelle immagini in un libro, ma non ce l’ha fatta. Una scelta di tali foto sono state pubblicate nel 1990 in un numero speciale della rivista mensile svizzera “Du”, in mostra al m.a.x. museo.
La grandezza di Bischof, artista e fotografo, sta nell’aver trasmesso ai suoi contemporanei, e a chi è venuto dopo, sguardi di rara quanto intelligente profondità, in grado di farci vedere le cose da un diverso punto di vista senza, tuttavia, mai imporsi come indiscutibile verità.
Il 16 maggio 1954, dopo un incidente, Bischof è trovato morto nella sua jeep ai piedi di una parete rocciosa delle Ande peruviane; pochi giorni dopo diventerà padre per la seconda volta.
Le otto sezioni che illustrano il percorso di Bischof sono tutte esposte al m.a.x. museo e presentano la “costruzione concettuale” dei suoi vari reportage: Zurigo 1945; Europa dopo la Seconda guerra mondiale 1945-1950; Chiasso 1945-1950; i reportage per Magnum: Giappone 1951-1952, Corea 1951-1952, Hong Kong/Indocina 1951-1952, India 1951-1952, Nord/Sud America 1953-1954.
La mostra antologica al m.a.x. museo presenta quindi l’intero percorso di Werner Bischof, con un aspetto inedito sulla sua formazione svizzera alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, dove sono conservati interessanti materiali d’archivio con i lavori dell’allora giovane studente. Particolare riferimento sarà perciò dedicato anche ai due maestri di Bischof: Hans Finsler, uno dei maggiori rappresentanti della Nuova Oggettività fotografica, e Alfred Willimann, grafico, tipografo, scultore, fotografo e scrittore.
Inedita anche la sezione documentaria che riguarda il Ticino con il centro profughi di Chiasso (1945-1950) e Rimini (1946), con un significativo spaccato sull’iniziativa umanitaria del CEIS – Centro Educativo Italo Svizzero, cui partecipò, come animatrice, la futura moglie, Rosellina Mandel, poi Bischof.
LA MOSTRA IN CIFRE
La mostra al m.a.x. museo presenta: 125 immagini re-print di Magnum Photos, Parigi; 5 immagini vintage e 1 libro d’autore del periodo giovanile di Werner Bischof della Zürcher Hochschule der Künste, ZHdK / Archiv; 2 poster Bally, fra i primi lavori dell’attività di grafico di Bischof; 22 immagini vintage della Collezione Marco Antonetto; 28 vintage dell’Archivio della Fondazione Margherita Zoebeli (presso CEIS – Centro Educativo Italo Svizzero di Rimini); 6 riviste d’epoca “Du” della Biblioteca dell’Accademia di architettura di Mendrisio; 1 libro d’autore con 24 fotografie di Werner Bischof della collezione del m.a.x. museo.
EVENTI COLLATERALI AL M.A.X. MUSEO
Durante il periodo espositivo al m.a.x. museo sono previsti alcuni appuntamenti:
- martedì 11 novembre 2014, ore 20.30: conferenza "Werner Bischof (1916-1954) tra arte e fotografia. La trasformazione dell’immagine" di Angela Madesani, storica e critica della fotografica, co-curatrice della mostra, presso il Foyer del Cinema Teatro di Chiasso; l’incontro è rivolto a tutti gli interessati (ingresso gratuito)
- visita guidata gratuita alla mostra “Werner Bischof (1916-1954). La trasformazione dell’immagine”, con il solo pagamento del biglietto d’ingresso: domenica 19 ottobre 2014, ore 10.00
- visita guidata gratuita alla mostra “Werner Bischof (1916-1954). La trasformazione dell’immagine”, con il solo
pagamento del biglietto d’ingresso: domenica 11 gennaio 2015, ore 10.00
LABORATORI DIDATTICI AL M.A.X. MUSEO
Come per ogni esposizione, il m.a.x. museo organizza laboratori per bambini e adulti. In occasione della mostra dedicata a Werner Bischof vengono proposti tre temi:
1. Impressioni fotografiche
Utilizzando l’emissione forte di luce e fogli di carta speciale proviamo a lasciare la nostra impressione… che fotografia riusciremo a realizzare? (a partire da 3 anni)
2. Ritratti in bianco e nero in luce e ombra
Trasformiamo un’immagine in una foto d’artista. Fotografa il ritratto di un compagno cercando di individuare il suo carattere attraverso l’immagine. Scegli tre aspetti del suo carattere e cerca di renderli con l’immagine. Cosa possiamo usare per creare un’opera in luce e ombra? Sicuramente molta fantasia!
3. Fotoreporter
Giochiamo a documentare il laboratorio didattico attraverso l’obiettivo fotografico. Quale immagine cattura l’occhio del fotoreporter che è in voi? Qual è il sentimento che volete infondere nelle immagini che scattate? (per le scuole medie)
Tutti i laboratori – svolti da operatori didattici con certificato del Percorso Formazione Specialistica rilasciato dall’Associazione Bruno Munari – si tengono presso il m.a.x. museo nell’arco di due ore circa con gruppi scolastici di minimo 15 e massimo 25 partecipanti, mentre per gruppi liberi si richiede un minimo di 15 iscritti. L’attività è seguita da una visita “attiva” alla mostra (anche in questo caso con criteri diversi secondo il gruppo di partecipanti). Il costo complessivo per laboratorio è di CHF 10.- / Euro 8 a bambino; il materiale viene messo a disposizione dal museo. Sono possibili laboratori gratuiti per scolaresche grazie a sponsorizzazioni.
I laboratori didattici sono rivolti a classi delle scuole dell’obbligo (in orario scolastico, dal lunedì al venerdì) e a bambini e adulti (sabato e domenica ore 15.00-17.00 e mercoledì pomeriggio).
Iscrizioni presso il m.a.x. museo (eventi@maxmuseo.ch).
12
ottobre 2014
Werner Bischof (1916-1954) – La trasformazione dell’immagine
Dal 12 ottobre 2014 all'undici gennaio 2015
fotografia
Location
M.A.X.MUSEO
Chiasso, Via Dante Alighieri, 6, (Mendrisio)
Chiasso, Via Dante Alighieri, 6, (Mendrisio)
Biglietti
Intero adulti: CHF 10.- / Euro 8
Ridotto (pensionati AVS, AI, studenti, TCI e TCS, FAI SWISS): CHF 7.- / Euro 5
Scolaresche e gruppi di minimo 15 persone: CHF 5.- / Euro 4
Metà prezzo: Chiasso Card
Gratuito: associazione amici del m.a.x. museo - bambini fino a 7 anni - Aiap - Giornalisti - Membri ICOM - Passaporto Musei svizzeri - Membri di Visarte
Entrata gratuita: ogni prima domenica del mese
Ingresso cumulativo m.a.x. museo + Spazio Officina
Intero adulti: CHF 12.-
Orario di apertura
Martedì−domenica ore 10.00-12.00 e 15.00-18.00, lunedì chiuso
Aperto: sabato 1°.11.2014 (Ognissanti), lunedì 8.12.2014 (Immacolata), venerdì 26.12.2014 (Santo Stefano), giovedì 1°.01.2015 (Capodanno), martedì 6.01.2015 (Epifania), ore 10.00-12.00 e 15.00-18.00
Chiuso: mercoledì 24 dicembre (Vigilia di Natale), giovedì 25 dicembre (Natale), mercoledì 31 dicembre (Ultimo dell’anno)
Vernissage
12 Ottobre 2014, ore 16.00 al Cinema Teatro di Chiasso
Sito web
www.consarc.ch/bi
Autore
Curatore