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Arturo Ianniello – Transitory
La mostra è un ritorno alla propria terra di origine per Ianniello.
Presenterà alcuni dei primi lavori che corrispondono alla scoperta del “suo metallo” arrugginito e recuperato in siti d’archeologia industriale e ripercorrendo le tappe primarie del lavoro fatto sino ad ora attraverso le amate “Superfici Tempo” arriverà al primo lavoro di questa nuova serie appena cominciata, “Finis Terrae”
Comunicato stampa
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La mostra è un ritorno alla propria terra di origine per Ianniello.
Presenterà alcuni dei primi lavori che corrispondono alla scoperta del "suo metallo" arrugginito e recuperato in siti d'archeologia industriale e ripercorrendo le tappe primarie del lavoro fatto sino ad ora attraverso le amate "Superfici Tempo" arriverà al primo lavoro di questa nuova serie appena cominciata, "Finis Terrae".
La terra intesa come spazio e come tempo, significa spesso il luogo in cui si è cresciuti, dove lo sguardo ha creato la sostanza personale, o almeno buona parte di essa. In alcuni casi però si è capaci di rendere familiari anche quegli oggetti a noi sconosciuti, nonostante facciano parte proprio di quella “terra” natìa.
Il confine tra lo sconosciuto e il conosciuto diventa labile, soprattutto se interviene la fantasia o il tempo. Il passaggio è un salto leggero, un gioco infantile, un movimento sottile. La transitorietà accomuna questo percorso generale e molti altri più individuali. Raccoglierne le tracce è quindi scavare internamente e esternamente, nella vastità di ciò che ci circonda. Significa raccogliere la materia nel suo intimo, nella sua evanescenza, e quindi nel suo atto finale che, in un eterno ritorno, è già inizio di qualcos’altro.
Il lavoro di Arturo Ianniello prende a carico la difficoltà e la bellezza di questa esperienza. Comporre il materiale con la materia di cui esso è fatto. Accumulare in una composizione definita e rigorosa, ai confini del minimale, tutta l’anarchia che la materia nasconde.
Si tratta di restituire vita ad oggetti che già hanno vita, quindi di prestare loro una scena per garantirne l’ascolto visivo.
Il palco che Ianniello costruisce è al confine tra provvisorio e stabile (ancora il “transitorio”), non presenta una specificità, ma anzi si inserisce tra la scultura e l’assemblaggio bidimensionale.
Non sceglie i colori ma sceglie la materia colorata.
Sonia D’Alto
Presenterà alcuni dei primi lavori che corrispondono alla scoperta del "suo metallo" arrugginito e recuperato in siti d'archeologia industriale e ripercorrendo le tappe primarie del lavoro fatto sino ad ora attraverso le amate "Superfici Tempo" arriverà al primo lavoro di questa nuova serie appena cominciata, "Finis Terrae".
La terra intesa come spazio e come tempo, significa spesso il luogo in cui si è cresciuti, dove lo sguardo ha creato la sostanza personale, o almeno buona parte di essa. In alcuni casi però si è capaci di rendere familiari anche quegli oggetti a noi sconosciuti, nonostante facciano parte proprio di quella “terra” natìa.
Il confine tra lo sconosciuto e il conosciuto diventa labile, soprattutto se interviene la fantasia o il tempo. Il passaggio è un salto leggero, un gioco infantile, un movimento sottile. La transitorietà accomuna questo percorso generale e molti altri più individuali. Raccoglierne le tracce è quindi scavare internamente e esternamente, nella vastità di ciò che ci circonda. Significa raccogliere la materia nel suo intimo, nella sua evanescenza, e quindi nel suo atto finale che, in un eterno ritorno, è già inizio di qualcos’altro.
Il lavoro di Arturo Ianniello prende a carico la difficoltà e la bellezza di questa esperienza. Comporre il materiale con la materia di cui esso è fatto. Accumulare in una composizione definita e rigorosa, ai confini del minimale, tutta l’anarchia che la materia nasconde.
Si tratta di restituire vita ad oggetti che già hanno vita, quindi di prestare loro una scena per garantirne l’ascolto visivo.
Il palco che Ianniello costruisce è al confine tra provvisorio e stabile (ancora il “transitorio”), non presenta una specificità, ma anzi si inserisce tra la scultura e l’assemblaggio bidimensionale.
Non sceglie i colori ma sceglie la materia colorata.
Sonia D’Alto
08
agosto 2014
Arturo Ianniello – Transitory
Dall'otto agosto all'otto settembre 2014
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Buonabitacolo
Buonabitacolo, (Salerno)
Buonabitacolo, (Salerno)
Orario di apertura
10:00 > 13:00 / 16:00 > 19:00
Vernissage
8 Agosto 2014, h 19
Sito web
www.arturoianniello.it
Autore
Curatore