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Lo Zoo di Carmen
L’Associazione Culturale CarmenSito in collaborazione con Laboratorio 21 presenta i murales realizzati e in parte completati dal vivo da un gruppo di artisti con esperienze e formazione diversa all’interno del giardino di un villino di inizio ‘900. Il sound della serata è affidato al gruppo post rock dei Clessidra.
Comunicato stampa
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Secondo Iacopo Perfetti, uno dei maggiori esperti italiani in questo campo, i presupposti della street art
sono fondamentalmente tre, tutti da interpretare con elasticità: deve essere pubblica cioè contestualizzata,
liberamente fruibile, quotidiana, poco costosa; deve essere illegale in una gamma che va dal lavorare in
fretta di notte in un luogo urbano abbandonato all’essere un intervento anche minimo ma dal forte potere
eversivo, in grado di stimolare l’insorgere di domande nel maggior numero possibile di persone; avere la
capacità di creare immaginario, cioè di rimandare ad una identità sospesa, anonima, in un mondo dove
ognuno cerca con il web quel quarto d’ora di notorietà che Warhol promise a tutti. Questo partendo dal
presupposto, sul quale però non si può giurare, che si tratti di qualcosa di assolutamente diverso da quanto
è apparso sulle pitture rupestri preistoriche, sui muri lungo le strade urbane della Roma antica, nelle pareti
delle celle carcerarie. Usare le superfici o lo spazio per veicolare qualcosa di sé è infatti un istinto prima di
tutto, appartiene all’uomo e affonda le sue radici nella volontà di comunicare. Quello che distingue invece
la street art dall’arte che vive nelle galleria e nei salotti dei collezionisti è lo spostare l’equilibrio sulla terza
delle tre fasi di vita di un opera d’arte, produzione, esibizione, reazione: il valore dell’azione artistica risiede
non tanto nella tecnica, nel processo creativo, o nella bellezza, ma è quasi proporzionale all’effetto che
l’opera produce in chi occasionalmente la veda. L’opera rimane lì per un tempo limitato dalle intemperie,
dall’azione di ripristino decisa dalle autorità o addirittura dalla sovrapposizione del lavoro di qualcun altro
e fino a quel momento modifica lo spazio urbano stabilendo un dialogo immediato col passante. Nel corso
degli ultimi decenni il fenomeno quindi si è trasformato ma mantiene le sua forza come espressione della
contemporaneità: mentre tenta di mantenere la distanza dal rapporto univoco committente – artista, opera
d’arte - mercato, si allontana anche dal semplice writing di protesta che dissemina le città e i monumenti di
firme che parlano solo a chi le traccia.
Nella situazione di Villa Carmen, apparentemente, ci si discosta dalla concezione pura di street art, perché lo
spazio è privato, gli artisti hanno un nome e lavorano in modo ben visibile, perché i lavori sono in grado di
suscitare una reazione di ammirazione e non turbano spiacevolmente il fruitore.
In realtà l’azione artistica risponde in toto ai criteri espressi sopra: il giardino diviene così un luogo pubblico,
strumento di apertura della villa verso la città per offrirle uno spazio dove stimolare la nascita di occasioni
culturali più libere e spontanee; gli artisti, usando un muro autorizzato, hanno allargato le connessioni che
li legano e li fanno interagire fra loro e con gli altri e il pubblico può parlare, capire, entrare nelle singole
poetiche con un flusso di comunicazione ancora più efficiente. Il potere eversivo rimane perché se creare
senso e persino bellezza in una periferia urbana è comunque un atto rivoluzionario, altrettanto lo è la lotta
all’abbandono di un muro, l’ostinata ricerca di un dialogo con l’altro, il non arrendersi al tutto ciò che non si
vende è inutile.
Il progetto , che gode del patrocinio del comune di Viareggio, è stato ideato e fortemente voluto da Emilio
Centioli, per l’Associazione Carmensito, ed è stato attuato con la collaborazione di Lab 21 che ha coordinato
l’integrazione tra i suoi artisti e quelli invitati dall’Associazione, tutti presenti a titolo volontario. Gli artisti
presenti sono: Manuel Delgado, Amina Ferracini, Karina Florentz, Carlo Galli, Marco Galli Beatrice Poggio, Eleonora Rotolo e
Maurizio Scarola
Si ringraziano per la sponsorizzazione tecnica Webwe Saint Gobain per le vernici e la ditta Tomei Valeriano
Edilizia per i ponteggi.
Vera Giagoni
sono fondamentalmente tre, tutti da interpretare con elasticità: deve essere pubblica cioè contestualizzata,
liberamente fruibile, quotidiana, poco costosa; deve essere illegale in una gamma che va dal lavorare in
fretta di notte in un luogo urbano abbandonato all’essere un intervento anche minimo ma dal forte potere
eversivo, in grado di stimolare l’insorgere di domande nel maggior numero possibile di persone; avere la
capacità di creare immaginario, cioè di rimandare ad una identità sospesa, anonima, in un mondo dove
ognuno cerca con il web quel quarto d’ora di notorietà che Warhol promise a tutti. Questo partendo dal
presupposto, sul quale però non si può giurare, che si tratti di qualcosa di assolutamente diverso da quanto
è apparso sulle pitture rupestri preistoriche, sui muri lungo le strade urbane della Roma antica, nelle pareti
delle celle carcerarie. Usare le superfici o lo spazio per veicolare qualcosa di sé è infatti un istinto prima di
tutto, appartiene all’uomo e affonda le sue radici nella volontà di comunicare. Quello che distingue invece
la street art dall’arte che vive nelle galleria e nei salotti dei collezionisti è lo spostare l’equilibrio sulla terza
delle tre fasi di vita di un opera d’arte, produzione, esibizione, reazione: il valore dell’azione artistica risiede
non tanto nella tecnica, nel processo creativo, o nella bellezza, ma è quasi proporzionale all’effetto che
l’opera produce in chi occasionalmente la veda. L’opera rimane lì per un tempo limitato dalle intemperie,
dall’azione di ripristino decisa dalle autorità o addirittura dalla sovrapposizione del lavoro di qualcun altro
e fino a quel momento modifica lo spazio urbano stabilendo un dialogo immediato col passante. Nel corso
degli ultimi decenni il fenomeno quindi si è trasformato ma mantiene le sua forza come espressione della
contemporaneità: mentre tenta di mantenere la distanza dal rapporto univoco committente – artista, opera
d’arte - mercato, si allontana anche dal semplice writing di protesta che dissemina le città e i monumenti di
firme che parlano solo a chi le traccia.
Nella situazione di Villa Carmen, apparentemente, ci si discosta dalla concezione pura di street art, perché lo
spazio è privato, gli artisti hanno un nome e lavorano in modo ben visibile, perché i lavori sono in grado di
suscitare una reazione di ammirazione e non turbano spiacevolmente il fruitore.
In realtà l’azione artistica risponde in toto ai criteri espressi sopra: il giardino diviene così un luogo pubblico,
strumento di apertura della villa verso la città per offrirle uno spazio dove stimolare la nascita di occasioni
culturali più libere e spontanee; gli artisti, usando un muro autorizzato, hanno allargato le connessioni che
li legano e li fanno interagire fra loro e con gli altri e il pubblico può parlare, capire, entrare nelle singole
poetiche con un flusso di comunicazione ancora più efficiente. Il potere eversivo rimane perché se creare
senso e persino bellezza in una periferia urbana è comunque un atto rivoluzionario, altrettanto lo è la lotta
all’abbandono di un muro, l’ostinata ricerca di un dialogo con l’altro, il non arrendersi al tutto ciò che non si
vende è inutile.
Il progetto , che gode del patrocinio del comune di Viareggio, è stato ideato e fortemente voluto da Emilio
Centioli, per l’Associazione Carmensito, ed è stato attuato con la collaborazione di Lab 21 che ha coordinato
l’integrazione tra i suoi artisti e quelli invitati dall’Associazione, tutti presenti a titolo volontario. Gli artisti
presenti sono: Manuel Delgado, Amina Ferracini, Karina Florentz, Carlo Galli, Marco Galli Beatrice Poggio, Eleonora Rotolo e
Maurizio Scarola
Si ringraziano per la sponsorizzazione tecnica Webwe Saint Gobain per le vernici e la ditta Tomei Valeriano
Edilizia per i ponteggi.
Vera Giagoni
19
giugno 2014
Lo Zoo di Carmen
Dal 19 giugno al 17 settembre 2014
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Viareggio
Viareggio, (Lucca)
Viareggio, (Lucca)
Biglietti
Ingresso libero con tessera obbligatoria ( costo annuo 5 euro)
Orario di apertura
visitabile su appuntamento o durante gli eventi in programmazione
Vernissage
19 Giugno 2014, ore 19
Autore
Curatore