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Ryan Conrad Sawyer – It’s the least we can do.
Brand New Gallery è lieta di annunciare It’s the least we can do., prima mostra personale in Italia di Ryan Conrad Sawyer.
Comunicato stampa
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In mostra opere appartenenti alla serie B.P. (black powder) e lavori realizzati con materiali utilizzati in edilizia.
Creati distribuendo e spargendo polvere da sparo sfusa su tele preparate, i B.P. paintings di Sawyer sono l’elegante documento di un gesto performativo. Con composizioni in equilibrio tra controllo e possibilità, le opere sono un’iterazione contemporanea dell’interesse del minimalismo per durata, materialità e semiotica.
Nonostante l’estetica ragionata ma semplice, il contesto in cui sono prodotti questi lavori è di una complessità quasi interminabile. Il quadro di lettura dell’opera dell'artista viene dato da un clima sociale memore del retaggio culturale della città natale di Sawyer in Virginia, dove lo stoccaggio di polvere da sparo era pratica comune e di cui si è raggiunto il culmine con il diritto di possedere armi, sancito nel secondo emendamento della Costituzione americana. Le opere di Sawyer provocano, con perplessità, un discorso politico e sociale.
In maniera simile i suoi lavori realizzati con materiali da costruzione facilmente reperibile come isolanti, gesso, nylon e vinile, hanno un'identità biforcata. Oscurando la distinzione tra materiali e immagini, le opere di Sawyer non sono rappresentazioni di per se stesse, ma piuttosto la materializzazione di ciò che intendono. Come i suoi predecessori estetici, le opere si identificano materialmente con il lavoro manuale di una classe operaia che nel 21° secolo si trova di fronte ad un’economia più potente e più debilitante. Le opere di Sawyer si ergono come un promemoria fedele dell’ininterrotta prevalenza di una crescente iniquità.
Creati distribuendo e spargendo polvere da sparo sfusa su tele preparate, i B.P. paintings di Sawyer sono l’elegante documento di un gesto performativo. Con composizioni in equilibrio tra controllo e possibilità, le opere sono un’iterazione contemporanea dell’interesse del minimalismo per durata, materialità e semiotica.
Nonostante l’estetica ragionata ma semplice, il contesto in cui sono prodotti questi lavori è di una complessità quasi interminabile. Il quadro di lettura dell’opera dell'artista viene dato da un clima sociale memore del retaggio culturale della città natale di Sawyer in Virginia, dove lo stoccaggio di polvere da sparo era pratica comune e di cui si è raggiunto il culmine con il diritto di possedere armi, sancito nel secondo emendamento della Costituzione americana. Le opere di Sawyer provocano, con perplessità, un discorso politico e sociale.
In maniera simile i suoi lavori realizzati con materiali da costruzione facilmente reperibile come isolanti, gesso, nylon e vinile, hanno un'identità biforcata. Oscurando la distinzione tra materiali e immagini, le opere di Sawyer non sono rappresentazioni di per se stesse, ma piuttosto la materializzazione di ciò che intendono. Come i suoi predecessori estetici, le opere si identificano materialmente con il lavoro manuale di una classe operaia che nel 21° secolo si trova di fronte ad un’economia più potente e più debilitante. Le opere di Sawyer si ergono come un promemoria fedele dell’ininterrotta prevalenza di una crescente iniquità.
12
giugno 2014
Ryan Conrad Sawyer – It’s the least we can do.
Dal 12 giugno al 31 luglio 2014
arte contemporanea
Location
BRAND NEW GALLERY
Milano, Via Carlo Farini, 32, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 32, (Milano)
Orario di apertura
Giugno: mar-sab 11.00-13.00 / 14.30-19.00
Luglio: lun-ven 11.00-13.00 / 14.30-19.00
Vernissage
12 Giugno 2014, 19.00-21.00
Autore