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Cesare Giardini – Utilitas. L’architettura illustrata
Cesare Giardini,mediante i suoi disegni a china, rende omaggio ai grandi maestri della trattatistica architettonica del passato.
Comunicato stampa
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Il De Architectura di Vitruvio (15 a.C.) è l’unico trattato sull’architettura dell’antichità classica giunto integro sino a noi. Con la sua suddivisione in 10 libri, la dissertazione vitruviana analizza numerosi aspetti dell’arte edificatoria, dalla mera definizione teorica del soggetto trattato alla descrizione delle diverse tipologie d’edificio, dalla disamina dei materiali utilizzati sino ai principi fondamentali della meccanica ma, soprattutto, eleva l’architettura a primato tra tutte le scienze, poiché essa le contiene tutte.
Del tutto trascurato in epoca medioevale, il trattato e le intuizioni di Vitruvio saranno riscoperte ed ampiamente riprese solo secoli dopo, nel 1450, dal De Re Aedificatoria di Leon Battista Alberti. La struttura del testo ricalcava sostanzialmente quella vitruviana e l’opera dell’umanista genovese era destinata ad assumere il ruolo di primo trattato moderno di teoria dell'architettura e fonte d’ispirazione per tutta la cultura edilizia e figurativa rinascimentale.
Entrambi questi testi sono, ad oggi, privi di un corredo di immagini, anche se è possibile credere che solo l’Alberti abbia consapevolmente eliminato la parte figurativa nel suo trattato; nel testo quattrocentesco era infatti la pura forza delle parole ad indicare al lettore quali fossero i principi da seguire per conoscere l’arte del costruire che, secondo le parole di Vitruvio, doveva rispettare dei canoni fondamentali: «la solidità, l'utilità, e la bellezza.»
Ed è proprio da uno di questi tre canoni che trae il suo titolo la mostra di Cesare Giardini, l’utilitas latina, cioè la funzione strumentale, culturale, sociale per cui ogni singolo edificio è stato costruito.
Questi disegni di piccoli villaggi arroccati sul versante di una collina - che tanto ricordano i mille e più borghi disseminati lungo la nostra Italia - possono essere immaginati come le diverse costruzioni di cui ci parlano Vitruvio e l’Alberti.
In un ritmo vorticoso – quasi come quello ravvisabile in Salita e Discesa di Escher in cui lo spazio lasciato al vuoto è quasi inesistente - Cesare Giardini riesce a rievocare la pace e il silenzio dei pomeriggi d’estate nella Maremma o, al contrario, la vivacità di una domenica mattina sul sagrato della chiesa di San Giminiano.
In nessun disegno è presente la figura umana ma l’occhio, perdendosi tra i vicoli contorti, le case, la chiesa, le piazzette ed i monumenti, è come se fosse l’abitante stesso di quel piccolo universo.
Il ciclo racchiuso in “Utilitas. L’architettura illustrata” è totalmente realizzato a china o matita con piccoli inserti all’acquarello dai toni cromatici caldi e squillanti che da sempre caratterizzano quei piccoli borghi italiani ai quali l’Alberti si ispirava nel tracciare le linee della sua polis ideale.
Proprio come nella realtà, questi borghi possono apparire come identici tra loro ma, ad uno sguardo più attento, si scorgono centinaia di dettagli che li differenziano l’uno dall’altro.
L’artista pone la sua attenzione al dettaglio anche nella scelta delle preziose carte che utilizza: dalla carta da spolvero da scenografi, alla Fabriano 100% cotone, arrivando ad utilizzare addirittura la carta Amatruda realizzata a mano ad Amalfi.
In un percorso immaginario che attraversa l’Italia intera, Cesare Giardini rende omaggio ai grandi maestri della trattatistica architettonica del passato.
Del tutto trascurato in epoca medioevale, il trattato e le intuizioni di Vitruvio saranno riscoperte ed ampiamente riprese solo secoli dopo, nel 1450, dal De Re Aedificatoria di Leon Battista Alberti. La struttura del testo ricalcava sostanzialmente quella vitruviana e l’opera dell’umanista genovese era destinata ad assumere il ruolo di primo trattato moderno di teoria dell'architettura e fonte d’ispirazione per tutta la cultura edilizia e figurativa rinascimentale.
Entrambi questi testi sono, ad oggi, privi di un corredo di immagini, anche se è possibile credere che solo l’Alberti abbia consapevolmente eliminato la parte figurativa nel suo trattato; nel testo quattrocentesco era infatti la pura forza delle parole ad indicare al lettore quali fossero i principi da seguire per conoscere l’arte del costruire che, secondo le parole di Vitruvio, doveva rispettare dei canoni fondamentali: «la solidità, l'utilità, e la bellezza.»
Ed è proprio da uno di questi tre canoni che trae il suo titolo la mostra di Cesare Giardini, l’utilitas latina, cioè la funzione strumentale, culturale, sociale per cui ogni singolo edificio è stato costruito.
Questi disegni di piccoli villaggi arroccati sul versante di una collina - che tanto ricordano i mille e più borghi disseminati lungo la nostra Italia - possono essere immaginati come le diverse costruzioni di cui ci parlano Vitruvio e l’Alberti.
In un ritmo vorticoso – quasi come quello ravvisabile in Salita e Discesa di Escher in cui lo spazio lasciato al vuoto è quasi inesistente - Cesare Giardini riesce a rievocare la pace e il silenzio dei pomeriggi d’estate nella Maremma o, al contrario, la vivacità di una domenica mattina sul sagrato della chiesa di San Giminiano.
In nessun disegno è presente la figura umana ma l’occhio, perdendosi tra i vicoli contorti, le case, la chiesa, le piazzette ed i monumenti, è come se fosse l’abitante stesso di quel piccolo universo.
Il ciclo racchiuso in “Utilitas. L’architettura illustrata” è totalmente realizzato a china o matita con piccoli inserti all’acquarello dai toni cromatici caldi e squillanti che da sempre caratterizzano quei piccoli borghi italiani ai quali l’Alberti si ispirava nel tracciare le linee della sua polis ideale.
Proprio come nella realtà, questi borghi possono apparire come identici tra loro ma, ad uno sguardo più attento, si scorgono centinaia di dettagli che li differenziano l’uno dall’altro.
L’artista pone la sua attenzione al dettaglio anche nella scelta delle preziose carte che utilizza: dalla carta da spolvero da scenografi, alla Fabriano 100% cotone, arrivando ad utilizzare addirittura la carta Amatruda realizzata a mano ad Amalfi.
In un percorso immaginario che attraversa l’Italia intera, Cesare Giardini rende omaggio ai grandi maestri della trattatistica architettonica del passato.
06
giugno 2014
Cesare Giardini – Utilitas. L’architettura illustrata
Dal 06 all'otto giugno 2014
architettura
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CIVICO8GALLERIA
Vigevano, Via Carrobio, 8, (Pavia)
Vigevano, Via Carrobio, 8, (Pavia)
Orario di apertura
Venerdi 18:30 - 20:30
Sabato e Domenica 10:30 - 12:30 / 15:30 - 19:30
Vernissage
6 Giugno 2014, h 18:30
Autore
Curatore