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Pinque Clark – America and Italy lands I love
L’esposizione, a cura del professor Mario Belardi, ospiterà circa settanta foto, inedite in Europa ed esposte per la prima volta ad Arezzo: un’ampia selezione di scatti recenti dell’artista americana, eseguiti negli Stati Uniti e in Italia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Negli spazi di Via Cavour 85, ad Arezzo, inaugura martedì 27 maggio 2014, alle ore 18, la mostra personale di fotografia dell’artista americana Pinque Clark dal titolo America and Italy lands I love.
Tra gli eventi collaterali si segnala, sabato 31 maggio alle ore 18, un incontro tra Pinque Clark e alcuni noti fotografi di Arezzo – Enrico Borgogni e Bruno Tavanti del Foto Club La Chimera, Paolo Caponi, Claudio Vinci, Fabio Civitelli del Gruppo Fotografico La Pieve, Fabiana Laurenzi, Luigi Torreggiani di Clic-hè, Federica Malentacchi delegata provinciale FIAF, Luca De Pasquale ed Enrico Fico di Luciferi Visionibus per nominarne alcuni – condotto dal giornalista Marco Botti del Settimanale di Arezzo e Danielle Villicana D'Annibale, fondatrice e direttrice artistica di Via Cavour 85.
Il catalogo con un testo critico di Mario Belardi accompagnerà la mostra.
L’amore per le foto si manifesta fin da piccola in Pinque Clark.
Studia con passione l’arte e la storia dell’arte e quando i giovani fotografi le chiedono cosa fare per raggiungere gli obiettivi, l’americana suggerisce loro di partire proprio dalla conoscenza delle arti.
Ispirata principalmente da Ansel Adams e Annie Liebowitz, la statunitense iniziata intorno ai vent’anni la sua ricerca fotografica da autodidatta, osservando ed esplorando soggetti classici come il paesaggio, la natura morta e il ritratto.
La fotografa definisce il suo lavoro “…una riflessione di come vedo il mondo, un po’ distorto” e ci tiene a sottolineare che non ha mai seguito in vita sua un corso.
Negli anni Ottanta Clark si trasferisce nel territorio di Boulder, nel Colorado, una città collocata dove le Grandi Pianure si intersecano con le Montagne Rocciose. Quei luoghi suggestivi diventano presto quella che lei chiama la sua “casa spirituale”.
Molte delle foto catturano quei poetici e silenziosi paesaggi, spesso accarezzati dalla neve. Terre maestose che zampillano di vita. Non a caso fiori, alberi, laghi, montagne, uccelli, oche migratorie, mucche e cavalli sono presenti nelle opere di Pinque Clark, assieme a tante altre eclettiche visioni, che vanno dalle architetture alla pittoresca popolazione locale.
Come afferma il curatore Mario Belardi, l’artista “riesce a fissare, nell'immagine, emozioni di alta poesia e paesaggi, visti attraverso gli occhi dell'anima e ritratti in momenti di magica suggestione”.
Negli ultimi anni la fotografa ha deciso di approfondire ancora le conoscenze e le tecniche, tornando in studio per dare nuovi sviluppi alle sue affascinanti visioni, che contemplano sia il bianco e nero sia il colore, e dimostrano un suo stile fotografico distintivo dove è presente un grande acume classico.
Dopo avere esposto negli Stati Uniti, Pinque Clark è ora felice di condividere le sue foto con l’Italia.
Breve biografia:
Pinque Clark nasce a Little Rock (Arkansas). Si trasferisce a Boulder (Colorado) nel 1980 per seguire la carriera di geologa, che in seguito viene messa da parte per la passione più grande: la fotografia.
Nel 2011 l’americana diventa fotografa professionista. La prima mostra significativa è nello stesso anno, intitolata It's All Here In Black and White, alla Terry Bell Photographic Gallery di Denver (Colorado). Da allora, ha esposto nell’ambito di mostre e concorsi regionali, nazionali e internazionali, conseguendo importanti premi.
Pinque Clark ha pubblicato anche due libri: The Car Guy Tour, Italy nel 2013 e My Colorado nel 2014.
Invito: http://conta.cc/1lF5okY
Catalogo: http://blur.by/1lv5iMO________
At Via Cavour 85 in Arezzo, on Tuesday, May 27, 2014 at 6PM, will be inaugurated the solo exhibition America and Italy lands I love of the American artist Pinque Clark.
The exposition, curated by Mario Belardi and artistic director Danielle Villicana D’Annibale, will host a selection of approximately seventy photographs, never before displayed in Europe, and exhibited for the first time in Arezzo.
An ample selection of recent works of the American artist, taken in the United States and in Italy.
At the inauguration will be present journalist Fabrizio Borghini and his troupe from the television transmission created by him Incontri con l’Arte.
The exhibit will continue, at free entrance, until Tuesday, June 10, 2014, with the following hours: Tuesday to Saturday, from 10am to 12pm and from 4pm to 8pm (or by appointment). The exhibit will also be open for the Fiera Antiquaria on Saturday, May 31 and Sunday, May 31 from 11am to 8pm. Collateral events to the exhibit include, Saturday, May 31 at 6pm, a meeting between Pinque Clark and a selection of noted photographers from Arezzo – Enrico Borgogni and Bruno Tavanti of Foto Club La Chimera, Paolo Caponi, Claudio Vinci, Fabio Civitelli of Gruppo Fotografico La Pieve, Fabiana Laurenzi, Luigi Torreggiani of Clic-hè, Federica Malentacchi provincial delegate of FIAF, Luca De Pasquale and Enrico Fico of Luciferi Visionibus to name a few – conducted by journalist Marco Botti and Danielle Villicana D'Annibale, founder and artistic director of Via Cavour 85.
A catalogue with an essay by Prof. Mario Belardi will accompany the exhibition.
Pinque Clark’s love for photography appeared early in life during her childhood.
She studied with passion art and art history, and when young photographers ask her what to do to reach their goals, the American suggests to them to begin by studying art.
Inspired principally by Ansel Adams and Annie Liebowitz, she began around the age of twenty her pursuit of photography, exploring the classic subjects of landscape, still-life and portraiture.
The photographer describes her work as, “…a reflection of how I see the world, a bit skewed” and is proud to underline that she is self-educated in the field and has never taken a class.
In the 1980’s, Clark moved to the suggestive landscapes of Boulder, Colorado, a city located where the Great Plains intersect with the Rocky Mountains. These mountains quickly became what she calls her “spiritual home.”
Many of her photographs capture these poetic and silent landscapes, often gently caressed by snow. These majestic lands are springing with life and fauna. Not by chance, flowers, trees, lakes, mountains, birds, migrating geese, cows, horses, are present in the works of Pinque Clark, as well as many other eclectic visions, from architecture to interesting and colorful people in the community.
In the past few years, the photographer has decided to stretch her mastery of photography further by moving back into the studio where she can concentrate on creating new developments to her fascinating personal images, which contemplate both color and black & white, reflecting her distinctive photographic style which is modern and with a timeless classical edge.
After displaying her work throughout the United States, Pinque Clark is now pleased to share it with Italy.
Brief biography:
Pinque Clark was born in Little Rock, Arkansas. She moved to Boulder Colorado in 1980 to pursue a career in Geology, a career which soon after was set aside to pursue her greater passion: photography. She began her professional career in photography in 2011. Her first significant exhibit, It's All Here In Black and White, in 2011, was held at the Terry Bell Photographic Gallery in Denver, Colorado. Since then, she has exhibited extensively in regional, national and international juried exhibitions, winning important awards. Pinque Clark has also published two books, one in 2013 called The Car Guy Tour, Italy and another in 2014 entitled My Colorado.
Invitation: http://conta.cc/1lF5okY
Catalogue: http://blur.by/1lv5iMO
Critica per la mostra scritto da Prof Mario Belardi:
Dal finito all'infinito. All'Eterno dal tempo nella Fotografia di Pinque Clark
Dotata di un singolare spirito di osservazione e di una fervida fantasia creativa, Pinque Clark riesce a fissare, nell'immagine, emozioni di alta poesia e paesaggi, visti attraverso gli occhi dell'anima e ritratti in momenti di magica suggestione.
E così, in molte delle sue foto, ci troviamo di fronte a figure che ci colpiscono, profondamente, come quei cieli altissimi, sotto ai quali si aprono solitudini immense, sovrumani silenzi, profondissima quiete e quella neve, che stende un velo di candore e di purezza, sullo squallore della realtà quotidiana di ogni dove.
Innamorata della sua terra: il Colorado, di cui coglie gli elementi più suggestivi, Pinque Clark però, sente pure il fascino delle contrade d'Italia: quei piccoli paesi, segnati da vicoli oscuri con le pareti delle case annerite dal fumo dei secoli e, dietro a quelle persiane verdi, come le colline toscane, quante segrete passioni hanno visto e vissuto uomini e donne di un passato che non torna più!
"America e Italia: terre che amo" ci dice espressamente, Pinque Clark, ma noi a ben guardare ci accorgiamo che la sua singolare sensibilità di artista e vieppiù di donna, la porta a cogliere, abilmente, le diverse perculiarità che caratterizzano la sua America: appunto quella del Colorado con i suoi lunghi inverni, della nostra Italia, che la accoglie, con tanto affetto, come se fosse, in verità, la sua seconda patria.
Infatti, di fronte alle opere di Pinque Clark, si ha come l'impressione di compiere un viaggio immaginario, nel tempo e nello spazio, là dove il sogno confina con la realtà e il sentimento con la percezione visiva e si rimane colpiti e affascinanti da immagini di irripetibile suggestione, come quella carrozza sotto la neve e quegli alberi alti e snelli che si specchiano nelle limpide acque di un gelido inverno.
Sembra quasi di avvertire, sul nostro volto, la sferza gelida del vento freddo e profumato di neve.
Ci sono poi delle foto che sembrano esprimere, attraverso il linguaggio universale delle immagini, il contenuto di una poesia, come quella staccionata nella neve, che segna un confine fra il nostro spazio finito e quello arcano, infinito, che si apre oltre la linea dell'orizzonte e, dallo scorrere del tempo, rimanda all'Eterno.
A questo motivo, di alta commozione lirica, si riconducono anche altre immagini, che hanno colpito, immediatamente, la mia sensibilità: foreste incantate in un paesaggio di neve immacolata, alberi solitari, mucche all'orizzonte, in un sapiente gioco di colore dove il chiaro e lo scuro si incontrano, in un'atmosfera di incanto e di sogno.
Ma, a ben guardare l'arte di Pinque Clark, consegna, al nostro sguardo, anche altri aspetti della realtà quotidiana e stagionale. Ci sono ad esempio dei tramonti, di fronte ai quali, la fantasia accende, in ognuno di noi, sogni e ricordi lontani di momenti d'amore indimenticabili.
Il cielo, che a ponente, si tinge dei colori magici di Arancio e Amaranto, richiama, infatti alla mia mente, una poesia che scrissi nell'autunno del 1970, quando sulla soglia dei miei vent'anni, vivevo una indimenticabile storia d'amore.
"Succo di arancio
é la luce del tramonto
sul vetro appannato
dal nostro amore.
Il tuo sguardo
rivolto lontano
oltre le colline amaranto
dove il sole ci regalava gli ultimi raggi
di un giorno
bruciato fra le tue braccia,
nel sapore delle tue calde
labbra di giovane donna".
Altre volte, nelle immagini di Pinque Clark ci propone, appaiono solitarie betulle, viali a primavera in un tripudio di colori e di fiori, di cui sembra di avvertire "...del prunalbo l'odorino amaro", rotoli di paglia coperti di neve, amene colline segante da strade bianche di polvere. Poi ad un tratto, si incontra l'immagine di una vecchia, alla finestra della sua casa e poi ancora vicoli, lucidi di pioggia e campi di girasoli, ma dove la sua creatività sembra offrire il meglio di sé, é in quell'immagine mistica e realistica insieme di un San Galgano che erge, le sue alte pareti, da tempo prive del tetto, contro il cielo diafano della sera imminente: una chiesa dal fascino singolare, che racchiude in sé, secoli di memorie, gelosa custode di tanta fede e di tante passioni.
Sempre capace di cogliere gli aspetti della realtà quotidiana, fissandoli nell'immagine dell'obiettivo fotografico, Pinque Clark, riesce poi ad isolarli dal contingente dell'immediatezza, per consegnarli, in tutto il loro fascino, a quanti verranno a passare per queste nostre contrade, dopo di Lei, lasciando di sé un'eredità di bellezza e di poesia, veramente, degna di altro apprezzamento.
______________
Critique for the exhibit written by Prof Mario Belardi:
From finished to infinity. To the eternity of time in the Photography of Pinque Clark
Endowed with an unusual spirit of observation and a fervent creative imagination, Pinque Clark succeeds in fixing, in the images, emotions of exalted poetry and landscapes, seen through the eyes of the soul and portraits in moments of magic suggestion.
And so, in many of her photos, we find ourselves in front of figures that strike us, deeply, such as those extremely high up skies, under which open up immense loneliness, superhuman silences, deep quiet and that snow, that it stretches a veil of innocence and purity, on the bleakness of the daily reality of every moment.
In love of her earth, Colorado, of which she gathers the most suggestive elements, Pinque Clark however, also feels the charm of the regions of Italy: these small countries, marked by dark alleys with the walls of the houses blackened by the smoke of the centuries and, behind those green shutters, as the Tuscan hills, how many secret passions have seen and been lived men and women of a past that doesn't return anymore.
"America and Italy lands that I love," she expressly tells us, Pinque Clark, but looking closely, we realize there that her unusual sensibility as an artist and even more as that of woman, bring her to gather, cleverly, the different peculiarities that characterize her America: indeed that of Colorado with its long winters, of our Italy, which welcomes her, with so much affection, as if it were, in truth, her second country.
In fact, in front of the works of Pinque Clark, one has the impression to complete an imaginary trip, in time and in space, there where the dream confines with the reality and feeling with the visual perception and one is moved and fascinated by images of unrepeatable suggestion, as that carriage under the snow and those tall and slender trees which mirror in the clear waters during an icy winter.
It almost seems to warn, on our face, the icy whip of the cold wind, perfumed of snow.
There are then the photos which seem to express, through the universal language of the images, the content of a poem, such as that fence in the snow, that marks a border between our ended space and that arcane, infinite, that opens over the line of the horizon and, from the flow of time, it postpones to Eternity.
To this motive, of intense lyric emotion, we are also brought to other images, which have moved, immediately, my sensibility: spellbound forests in a landscape of immaculate snow, solitary trees, cows on the horizon, in a wise game of color where light and dark meet, in an atmosphere of enchantment and dream.
Although, looking closely at the art of Pinque Clark, delivers, to our glance, other aspects as well of the daily and seasonal realities. There are for instance sunsets, in front of which, the imagination is ignited, in each of us, dreams and distant memories of unforgettable moments of love.
The sky, that to the west, dyes itself of magical colors of orange and amaranth, recalls, in fact in my mind, a poetry that I wrote in the autumn of 1970, when on the threshold of my twenty years, I lived an unforgettable love story.
"Orange juice
and the light of sunset
on the glass misted
by our love.
Your glance
turned far
beyond the amaranth hills
where the sun gifted us the last rays
of one
burnt among your arms
in the taste of your warm
lips of a young woman."
Other times, in the images of Pinque Clark she proposes, appear solitary birch trees, avenues in springtime an I exult of colors and flowers, of which seems to warn "...of the bitter odor of hawthorn", rolls of straw covered with snow, pleasant hills sawed by white roads of dust. Then suddenly, we meet the image of an old woman, at the window of her house and then other alleys, shiny of rain, to fields of sunflowers, but where her creativeness seems to offer the best of itself, it is in that mystical and realistic image together with a San Galgano that rises, her tall walls, for a long time deprived of a roof, against the sheer sky of the imminent evening: a church of unusual charm, that contains in itself centuries of memories, jealous custodian of so much faith and so many passions.
Always able to gather the aspects of the daily reality, staring at them in the image of the photographic objective, Pinque Clark, succeeds then in isolating them from the contingent of the immediateness, to deliver them, in all of their charm, to how much they will come to pass for these regions of ours, after She, leaving of herself an inheritance of beauty and poetry, really, worthy of other appreciation.
Tra gli eventi collaterali si segnala, sabato 31 maggio alle ore 18, un incontro tra Pinque Clark e alcuni noti fotografi di Arezzo – Enrico Borgogni e Bruno Tavanti del Foto Club La Chimera, Paolo Caponi, Claudio Vinci, Fabio Civitelli del Gruppo Fotografico La Pieve, Fabiana Laurenzi, Luigi Torreggiani di Clic-hè, Federica Malentacchi delegata provinciale FIAF, Luca De Pasquale ed Enrico Fico di Luciferi Visionibus per nominarne alcuni – condotto dal giornalista Marco Botti del Settimanale di Arezzo e Danielle Villicana D'Annibale, fondatrice e direttrice artistica di Via Cavour 85.
Il catalogo con un testo critico di Mario Belardi accompagnerà la mostra.
L’amore per le foto si manifesta fin da piccola in Pinque Clark.
Studia con passione l’arte e la storia dell’arte e quando i giovani fotografi le chiedono cosa fare per raggiungere gli obiettivi, l’americana suggerisce loro di partire proprio dalla conoscenza delle arti.
Ispirata principalmente da Ansel Adams e Annie Liebowitz, la statunitense iniziata intorno ai vent’anni la sua ricerca fotografica da autodidatta, osservando ed esplorando soggetti classici come il paesaggio, la natura morta e il ritratto.
La fotografa definisce il suo lavoro “…una riflessione di come vedo il mondo, un po’ distorto” e ci tiene a sottolineare che non ha mai seguito in vita sua un corso.
Negli anni Ottanta Clark si trasferisce nel territorio di Boulder, nel Colorado, una città collocata dove le Grandi Pianure si intersecano con le Montagne Rocciose. Quei luoghi suggestivi diventano presto quella che lei chiama la sua “casa spirituale”.
Molte delle foto catturano quei poetici e silenziosi paesaggi, spesso accarezzati dalla neve. Terre maestose che zampillano di vita. Non a caso fiori, alberi, laghi, montagne, uccelli, oche migratorie, mucche e cavalli sono presenti nelle opere di Pinque Clark, assieme a tante altre eclettiche visioni, che vanno dalle architetture alla pittoresca popolazione locale.
Come afferma il curatore Mario Belardi, l’artista “riesce a fissare, nell'immagine, emozioni di alta poesia e paesaggi, visti attraverso gli occhi dell'anima e ritratti in momenti di magica suggestione”.
Negli ultimi anni la fotografa ha deciso di approfondire ancora le conoscenze e le tecniche, tornando in studio per dare nuovi sviluppi alle sue affascinanti visioni, che contemplano sia il bianco e nero sia il colore, e dimostrano un suo stile fotografico distintivo dove è presente un grande acume classico.
Dopo avere esposto negli Stati Uniti, Pinque Clark è ora felice di condividere le sue foto con l’Italia.
Breve biografia:
Pinque Clark nasce a Little Rock (Arkansas). Si trasferisce a Boulder (Colorado) nel 1980 per seguire la carriera di geologa, che in seguito viene messa da parte per la passione più grande: la fotografia.
Nel 2011 l’americana diventa fotografa professionista. La prima mostra significativa è nello stesso anno, intitolata It's All Here In Black and White, alla Terry Bell Photographic Gallery di Denver (Colorado). Da allora, ha esposto nell’ambito di mostre e concorsi regionali, nazionali e internazionali, conseguendo importanti premi.
Pinque Clark ha pubblicato anche due libri: The Car Guy Tour, Italy nel 2013 e My Colorado nel 2014.
Invito: http://conta.cc/1lF5okY
Catalogo: http://blur.by/1lv5iMO________
At Via Cavour 85 in Arezzo, on Tuesday, May 27, 2014 at 6PM, will be inaugurated the solo exhibition America and Italy lands I love of the American artist Pinque Clark.
The exposition, curated by Mario Belardi and artistic director Danielle Villicana D’Annibale, will host a selection of approximately seventy photographs, never before displayed in Europe, and exhibited for the first time in Arezzo.
An ample selection of recent works of the American artist, taken in the United States and in Italy.
At the inauguration will be present journalist Fabrizio Borghini and his troupe from the television transmission created by him Incontri con l’Arte.
The exhibit will continue, at free entrance, until Tuesday, June 10, 2014, with the following hours: Tuesday to Saturday, from 10am to 12pm and from 4pm to 8pm (or by appointment). The exhibit will also be open for the Fiera Antiquaria on Saturday, May 31 and Sunday, May 31 from 11am to 8pm. Collateral events to the exhibit include, Saturday, May 31 at 6pm, a meeting between Pinque Clark and a selection of noted photographers from Arezzo – Enrico Borgogni and Bruno Tavanti of Foto Club La Chimera, Paolo Caponi, Claudio Vinci, Fabio Civitelli of Gruppo Fotografico La Pieve, Fabiana Laurenzi, Luigi Torreggiani of Clic-hè, Federica Malentacchi provincial delegate of FIAF, Luca De Pasquale and Enrico Fico of Luciferi Visionibus to name a few – conducted by journalist Marco Botti and Danielle Villicana D'Annibale, founder and artistic director of Via Cavour 85.
A catalogue with an essay by Prof. Mario Belardi will accompany the exhibition.
Pinque Clark’s love for photography appeared early in life during her childhood.
She studied with passion art and art history, and when young photographers ask her what to do to reach their goals, the American suggests to them to begin by studying art.
Inspired principally by Ansel Adams and Annie Liebowitz, she began around the age of twenty her pursuit of photography, exploring the classic subjects of landscape, still-life and portraiture.
The photographer describes her work as, “…a reflection of how I see the world, a bit skewed” and is proud to underline that she is self-educated in the field and has never taken a class.
In the 1980’s, Clark moved to the suggestive landscapes of Boulder, Colorado, a city located where the Great Plains intersect with the Rocky Mountains. These mountains quickly became what she calls her “spiritual home.”
Many of her photographs capture these poetic and silent landscapes, often gently caressed by snow. These majestic lands are springing with life and fauna. Not by chance, flowers, trees, lakes, mountains, birds, migrating geese, cows, horses, are present in the works of Pinque Clark, as well as many other eclectic visions, from architecture to interesting and colorful people in the community.
In the past few years, the photographer has decided to stretch her mastery of photography further by moving back into the studio where she can concentrate on creating new developments to her fascinating personal images, which contemplate both color and black & white, reflecting her distinctive photographic style which is modern and with a timeless classical edge.
After displaying her work throughout the United States, Pinque Clark is now pleased to share it with Italy.
Brief biography:
Pinque Clark was born in Little Rock, Arkansas. She moved to Boulder Colorado in 1980 to pursue a career in Geology, a career which soon after was set aside to pursue her greater passion: photography. She began her professional career in photography in 2011. Her first significant exhibit, It's All Here In Black and White, in 2011, was held at the Terry Bell Photographic Gallery in Denver, Colorado. Since then, she has exhibited extensively in regional, national and international juried exhibitions, winning important awards. Pinque Clark has also published two books, one in 2013 called The Car Guy Tour, Italy and another in 2014 entitled My Colorado.
Invitation: http://conta.cc/1lF5okY
Catalogue: http://blur.by/1lv5iMO
Critica per la mostra scritto da Prof Mario Belardi:
Dal finito all'infinito. All'Eterno dal tempo nella Fotografia di Pinque Clark
Dotata di un singolare spirito di osservazione e di una fervida fantasia creativa, Pinque Clark riesce a fissare, nell'immagine, emozioni di alta poesia e paesaggi, visti attraverso gli occhi dell'anima e ritratti in momenti di magica suggestione.
E così, in molte delle sue foto, ci troviamo di fronte a figure che ci colpiscono, profondamente, come quei cieli altissimi, sotto ai quali si aprono solitudini immense, sovrumani silenzi, profondissima quiete e quella neve, che stende un velo di candore e di purezza, sullo squallore della realtà quotidiana di ogni dove.
Innamorata della sua terra: il Colorado, di cui coglie gli elementi più suggestivi, Pinque Clark però, sente pure il fascino delle contrade d'Italia: quei piccoli paesi, segnati da vicoli oscuri con le pareti delle case annerite dal fumo dei secoli e, dietro a quelle persiane verdi, come le colline toscane, quante segrete passioni hanno visto e vissuto uomini e donne di un passato che non torna più!
"America e Italia: terre che amo" ci dice espressamente, Pinque Clark, ma noi a ben guardare ci accorgiamo che la sua singolare sensibilità di artista e vieppiù di donna, la porta a cogliere, abilmente, le diverse perculiarità che caratterizzano la sua America: appunto quella del Colorado con i suoi lunghi inverni, della nostra Italia, che la accoglie, con tanto affetto, come se fosse, in verità, la sua seconda patria.
Infatti, di fronte alle opere di Pinque Clark, si ha come l'impressione di compiere un viaggio immaginario, nel tempo e nello spazio, là dove il sogno confina con la realtà e il sentimento con la percezione visiva e si rimane colpiti e affascinanti da immagini di irripetibile suggestione, come quella carrozza sotto la neve e quegli alberi alti e snelli che si specchiano nelle limpide acque di un gelido inverno.
Sembra quasi di avvertire, sul nostro volto, la sferza gelida del vento freddo e profumato di neve.
Ci sono poi delle foto che sembrano esprimere, attraverso il linguaggio universale delle immagini, il contenuto di una poesia, come quella staccionata nella neve, che segna un confine fra il nostro spazio finito e quello arcano, infinito, che si apre oltre la linea dell'orizzonte e, dallo scorrere del tempo, rimanda all'Eterno.
A questo motivo, di alta commozione lirica, si riconducono anche altre immagini, che hanno colpito, immediatamente, la mia sensibilità: foreste incantate in un paesaggio di neve immacolata, alberi solitari, mucche all'orizzonte, in un sapiente gioco di colore dove il chiaro e lo scuro si incontrano, in un'atmosfera di incanto e di sogno.
Ma, a ben guardare l'arte di Pinque Clark, consegna, al nostro sguardo, anche altri aspetti della realtà quotidiana e stagionale. Ci sono ad esempio dei tramonti, di fronte ai quali, la fantasia accende, in ognuno di noi, sogni e ricordi lontani di momenti d'amore indimenticabili.
Il cielo, che a ponente, si tinge dei colori magici di Arancio e Amaranto, richiama, infatti alla mia mente, una poesia che scrissi nell'autunno del 1970, quando sulla soglia dei miei vent'anni, vivevo una indimenticabile storia d'amore.
"Succo di arancio
é la luce del tramonto
sul vetro appannato
dal nostro amore.
Il tuo sguardo
rivolto lontano
oltre le colline amaranto
dove il sole ci regalava gli ultimi raggi
di un giorno
bruciato fra le tue braccia,
nel sapore delle tue calde
labbra di giovane donna".
Altre volte, nelle immagini di Pinque Clark ci propone, appaiono solitarie betulle, viali a primavera in un tripudio di colori e di fiori, di cui sembra di avvertire "...del prunalbo l'odorino amaro", rotoli di paglia coperti di neve, amene colline segante da strade bianche di polvere. Poi ad un tratto, si incontra l'immagine di una vecchia, alla finestra della sua casa e poi ancora vicoli, lucidi di pioggia e campi di girasoli, ma dove la sua creatività sembra offrire il meglio di sé, é in quell'immagine mistica e realistica insieme di un San Galgano che erge, le sue alte pareti, da tempo prive del tetto, contro il cielo diafano della sera imminente: una chiesa dal fascino singolare, che racchiude in sé, secoli di memorie, gelosa custode di tanta fede e di tante passioni.
Sempre capace di cogliere gli aspetti della realtà quotidiana, fissandoli nell'immagine dell'obiettivo fotografico, Pinque Clark, riesce poi ad isolarli dal contingente dell'immediatezza, per consegnarli, in tutto il loro fascino, a quanti verranno a passare per queste nostre contrade, dopo di Lei, lasciando di sé un'eredità di bellezza e di poesia, veramente, degna di altro apprezzamento.
______________
Critique for the exhibit written by Prof Mario Belardi:
From finished to infinity. To the eternity of time in the Photography of Pinque Clark
Endowed with an unusual spirit of observation and a fervent creative imagination, Pinque Clark succeeds in fixing, in the images, emotions of exalted poetry and landscapes, seen through the eyes of the soul and portraits in moments of magic suggestion.
And so, in many of her photos, we find ourselves in front of figures that strike us, deeply, such as those extremely high up skies, under which open up immense loneliness, superhuman silences, deep quiet and that snow, that it stretches a veil of innocence and purity, on the bleakness of the daily reality of every moment.
In love of her earth, Colorado, of which she gathers the most suggestive elements, Pinque Clark however, also feels the charm of the regions of Italy: these small countries, marked by dark alleys with the walls of the houses blackened by the smoke of the centuries and, behind those green shutters, as the Tuscan hills, how many secret passions have seen and been lived men and women of a past that doesn't return anymore.
"America and Italy lands that I love," she expressly tells us, Pinque Clark, but looking closely, we realize there that her unusual sensibility as an artist and even more as that of woman, bring her to gather, cleverly, the different peculiarities that characterize her America: indeed that of Colorado with its long winters, of our Italy, which welcomes her, with so much affection, as if it were, in truth, her second country.
In fact, in front of the works of Pinque Clark, one has the impression to complete an imaginary trip, in time and in space, there where the dream confines with the reality and feeling with the visual perception and one is moved and fascinated by images of unrepeatable suggestion, as that carriage under the snow and those tall and slender trees which mirror in the clear waters during an icy winter.
It almost seems to warn, on our face, the icy whip of the cold wind, perfumed of snow.
There are then the photos which seem to express, through the universal language of the images, the content of a poem, such as that fence in the snow, that marks a border between our ended space and that arcane, infinite, that opens over the line of the horizon and, from the flow of time, it postpones to Eternity.
To this motive, of intense lyric emotion, we are also brought to other images, which have moved, immediately, my sensibility: spellbound forests in a landscape of immaculate snow, solitary trees, cows on the horizon, in a wise game of color where light and dark meet, in an atmosphere of enchantment and dream.
Although, looking closely at the art of Pinque Clark, delivers, to our glance, other aspects as well of the daily and seasonal realities. There are for instance sunsets, in front of which, the imagination is ignited, in each of us, dreams and distant memories of unforgettable moments of love.
The sky, that to the west, dyes itself of magical colors of orange and amaranth, recalls, in fact in my mind, a poetry that I wrote in the autumn of 1970, when on the threshold of my twenty years, I lived an unforgettable love story.
"Orange juice
and the light of sunset
on the glass misted
by our love.
Your glance
turned far
beyond the amaranth hills
where the sun gifted us the last rays
of one
burnt among your arms
in the taste of your warm
lips of a young woman."
Other times, in the images of Pinque Clark she proposes, appear solitary birch trees, avenues in springtime an I exult of colors and flowers, of which seems to warn "...of the bitter odor of hawthorn", rolls of straw covered with snow, pleasant hills sawed by white roads of dust. Then suddenly, we meet the image of an old woman, at the window of her house and then other alleys, shiny of rain, to fields of sunflowers, but where her creativeness seems to offer the best of itself, it is in that mystical and realistic image together with a San Galgano that rises, her tall walls, for a long time deprived of a roof, against the sheer sky of the imminent evening: a church of unusual charm, that contains in itself centuries of memories, jealous custodian of so much faith and so many passions.
Always able to gather the aspects of the daily reality, staring at them in the image of the photographic objective, Pinque Clark, succeeds then in isolating them from the contingent of the immediateness, to deliver them, in all of their charm, to how much they will come to pass for these regions of ours, after She, leaving of herself an inheritance of beauty and poetry, really, worthy of other appreciation.
27
maggio 2014
Pinque Clark – America and Italy lands I love
Dal 27 maggio al 10 giugno 2014
fotografia
Location
VIA CAVOUR 85
Arezzo, Via Camillo Benso Di Cavour, 85, (Arezzo)
Arezzo, Via Camillo Benso Di Cavour, 85, (Arezzo)
Orario di apertura
dal martedì al sabato, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20 (o dietro appuntamento negli altri orari).
Aperta anche durante la Fiera Antiquaria, sabato 31 maggio e domenica 1 giugno, dalle 11 alle 20.
Vernissage
27 Maggio 2014, ore 18.
Autore
Curatore