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L’ORO NEI SECOLI dalla Collezione Castellani
La mostra presenta, attraverso una importante selezione di gioielli, di documenti d’archivio, e un innovativo allestimento multimediale, la storia dell’oreficeria italiana nel XIX secolo in un momento culturale e politico di grande fermento, in cui predominano le vicende dell’Unità d’Italia e le grandi scoperte archeologiche nel Lazio e in Etruria
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico,
Artistico ed Etnoantropologico per la Provincia di Arezzo, insieme a Mosaico e Munus,
le società concessionarie per la gestione del sito museale della Basilica di San Francesco
con gli affreschi di Piero della Francesca, del Museo di Casa Vasari e del Museo
Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” e dell’Anfiteatro Romano, presentano
la mostra L’ORO NEI SECOLI dalla Collezione Castellani.
La mostra curata da Alfonsina Russo, Soprintendente per i Beni Archeologici
dell’Etruria Meridionale, e da Ida Caruso, avrà luogo dal 16 aprile al 2 novembre 2014
nei prestigiosi spazi espositivi della Basilica di San Francesco ad Arezzo, restaurati in
occasione dell’anniversario vasariano.
La mostra presenta, attraverso una importante selezione di gioielli, di documenti
d’archivio, e un innovativo allestimento multimediale (che prevede l’animazione di
tre importanti dipinti: il Sant'Eligio nella bottega di un orefice, Petrus Christus, 1449,
New York, Metropolitan Museum, La bottega dell'orefice, Alessandro Fei, 1571, Firenze,
Palazzo Vecchio e il Retablo di Sant'Eligio, Maestro di Sanluri, Pinacoteca Nazionale di
Cagliari), la storia dell’oreficeria italiana nel XIX secolo in un momento culturale e
politico di grande fermento, in cui predominano le vicende dell’Unità d’Italia e le grandi
scoperte archeologiche nel Lazio e in Etruria.
Protagonista principale dell’esposizione è la famiglia Castellani, che rappresenta
un punto di riferimento imprescindibile quando si parla di oreficeria italiana. I suoi
esponenti furono raffinati collezionisti, cultori del mondo classico e soprattutto eccellenti
e abilissimi orafi, che dettarono per un secolo in Europa e nel mondo una nuova moda,
quella del “gioiello archeologico”.
Uno dei più importati meriti dei Castellani fu quello di essere riusciti a riscoprire e ad
affinare le tecnologie antiche, riuscendo perfettamente a riprodurre le tecniche originarie
della granulazione e della filigrana, fino a giungere ad ottenere quella particolare tonalità
giallo intenso, tipica dell’oro antico, sui gioielli moderni, ricreando così quel particolare
colore caratteristico dell’oro etrusco, definito dagli stessi Castellani “giallone”.
Gli anni cinquanta e sessanta dell’Ottocento segnano il più alto momento dei Castellani,
la bottega conosce grandissimi successi arrivando fino a Parigi e Vienna, divengono
tra i più richiesti orafi, ricevendo addirittura ordinazioni dalla casa Savoia e dalla casa
Reale Inglese. Fu alla fine degli anni ottanta che la famiglia Castellani conobbe la sua
parabola discendente e nel 1919, per volere dell’ultimo erede, Alfredo Castellani, l’intera
collezione passò allo Stato italiano e fu accolta dal Museo Nazionale Etrusco di Villa
Giulia, da cui provengono la maggior parte dei prestiti di questa esposizione.
Nel 1927 con la chiusura definitiva della bottega, terminava anche la lunga e infaticabile
saga di questi raffinati artigiani, che hanno saputo conferire prestigio e fama alla
tradizione orafa italiana e a quel “made in Italy” che allora come oggi afferma con
orgoglio la propria eccellenza e unicità, anche ed in particolare nella città di Arezzo.
La mostra è arricchita da un’antica bottega orafa, ricreata appositamente per la
mostra grazie alla collaborazione di Argenterie Giovanni Raspini. Nella bottega,
arredata con antichi coralli, vasi e stampe del settecento, i visitatori avranno la possibilità
di ammirare un orafo al lavoro al suo banco con tutti gli strumenti del mestiere. Cesello,
utensili per ottenere l’antica lavorazione a sbalzo e una macchina schiacciafilo insieme
ad un laminatoi completano la bottega, immergendo il visitatore nell’atmosfera operosa
degli artigiani orafi del tempo.
CATALOGO: Edizioni Mosaico-Palombi
La mostra è stata resa possibile dal contributo del Main Sponsor
UFFICIO STAMPA Mosaico-Munus - Gaia Stara +39.347.1503113 +39.06.88522480
gaia.stara@munus.com
INGRESSI: Ingresso solo mostra 5 euro - Ingresso mostra con biglietto Basilica di
S. Francesco - affreschi di Piero della Francesca, o con biglietto cumulativo Basilica
di S. Francesco - affreschi di Piero della Francesca, Museo di Casa Vasari e Museo
Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate 2 euro - Ridotto over 65 e fascia
da i 6 ai 18 anni 3 euro - Gratuito per i minori di 6 anni, portatori di handicap con
un accompagnatore, insegnanti accompagnatori delle scuole, personale MIBAC con
tesserino, giornalisti con tesserino.
ORARI: orario mostra tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 - orario bottega tutti i giorni
dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00
Artistico ed Etnoantropologico per la Provincia di Arezzo, insieme a Mosaico e Munus,
le società concessionarie per la gestione del sito museale della Basilica di San Francesco
con gli affreschi di Piero della Francesca, del Museo di Casa Vasari e del Museo
Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” e dell’Anfiteatro Romano, presentano
la mostra L’ORO NEI SECOLI dalla Collezione Castellani.
La mostra curata da Alfonsina Russo, Soprintendente per i Beni Archeologici
dell’Etruria Meridionale, e da Ida Caruso, avrà luogo dal 16 aprile al 2 novembre 2014
nei prestigiosi spazi espositivi della Basilica di San Francesco ad Arezzo, restaurati in
occasione dell’anniversario vasariano.
La mostra presenta, attraverso una importante selezione di gioielli, di documenti
d’archivio, e un innovativo allestimento multimediale (che prevede l’animazione di
tre importanti dipinti: il Sant'Eligio nella bottega di un orefice, Petrus Christus, 1449,
New York, Metropolitan Museum, La bottega dell'orefice, Alessandro Fei, 1571, Firenze,
Palazzo Vecchio e il Retablo di Sant'Eligio, Maestro di Sanluri, Pinacoteca Nazionale di
Cagliari), la storia dell’oreficeria italiana nel XIX secolo in un momento culturale e
politico di grande fermento, in cui predominano le vicende dell’Unità d’Italia e le grandi
scoperte archeologiche nel Lazio e in Etruria.
Protagonista principale dell’esposizione è la famiglia Castellani, che rappresenta
un punto di riferimento imprescindibile quando si parla di oreficeria italiana. I suoi
esponenti furono raffinati collezionisti, cultori del mondo classico e soprattutto eccellenti
e abilissimi orafi, che dettarono per un secolo in Europa e nel mondo una nuova moda,
quella del “gioiello archeologico”.
Uno dei più importati meriti dei Castellani fu quello di essere riusciti a riscoprire e ad
affinare le tecnologie antiche, riuscendo perfettamente a riprodurre le tecniche originarie
della granulazione e della filigrana, fino a giungere ad ottenere quella particolare tonalità
giallo intenso, tipica dell’oro antico, sui gioielli moderni, ricreando così quel particolare
colore caratteristico dell’oro etrusco, definito dagli stessi Castellani “giallone”.
Gli anni cinquanta e sessanta dell’Ottocento segnano il più alto momento dei Castellani,
la bottega conosce grandissimi successi arrivando fino a Parigi e Vienna, divengono
tra i più richiesti orafi, ricevendo addirittura ordinazioni dalla casa Savoia e dalla casa
Reale Inglese. Fu alla fine degli anni ottanta che la famiglia Castellani conobbe la sua
parabola discendente e nel 1919, per volere dell’ultimo erede, Alfredo Castellani, l’intera
collezione passò allo Stato italiano e fu accolta dal Museo Nazionale Etrusco di Villa
Giulia, da cui provengono la maggior parte dei prestiti di questa esposizione.
Nel 1927 con la chiusura definitiva della bottega, terminava anche la lunga e infaticabile
saga di questi raffinati artigiani, che hanno saputo conferire prestigio e fama alla
tradizione orafa italiana e a quel “made in Italy” che allora come oggi afferma con
orgoglio la propria eccellenza e unicità, anche ed in particolare nella città di Arezzo.
La mostra è arricchita da un’antica bottega orafa, ricreata appositamente per la
mostra grazie alla collaborazione di Argenterie Giovanni Raspini. Nella bottega,
arredata con antichi coralli, vasi e stampe del settecento, i visitatori avranno la possibilità
di ammirare un orafo al lavoro al suo banco con tutti gli strumenti del mestiere. Cesello,
utensili per ottenere l’antica lavorazione a sbalzo e una macchina schiacciafilo insieme
ad un laminatoi completano la bottega, immergendo il visitatore nell’atmosfera operosa
degli artigiani orafi del tempo.
CATALOGO: Edizioni Mosaico-Palombi
La mostra è stata resa possibile dal contributo del Main Sponsor
UFFICIO STAMPA Mosaico-Munus - Gaia Stara +39.347.1503113 +39.06.88522480
gaia.stara@munus.com
INGRESSI: Ingresso solo mostra 5 euro - Ingresso mostra con biglietto Basilica di
S. Francesco - affreschi di Piero della Francesca, o con biglietto cumulativo Basilica
di S. Francesco - affreschi di Piero della Francesca, Museo di Casa Vasari e Museo
Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate 2 euro - Ridotto over 65 e fascia
da i 6 ai 18 anni 3 euro - Gratuito per i minori di 6 anni, portatori di handicap con
un accompagnatore, insegnanti accompagnatori delle scuole, personale MIBAC con
tesserino, giornalisti con tesserino.
ORARI: orario mostra tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00 - orario bottega tutti i giorni
dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00
16
aprile 2014
L’ORO NEI SECOLI dalla Collezione Castellani
Dal 16 aprile al 02 novembre 2014
arte moderna
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
BASILICA DI SAN FRANCESCO
Arezzo, Piazza San Francesco, (Arezzo)
Arezzo, Piazza San Francesco, (Arezzo)
Biglietti
Ingresso mostra 5 euro
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00
Curatore