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Italo Valenti – Nel mondo dell’insolito
La galleria spazio78 è orgogliosa di presentare una mostra dedicata al lavoro dell’artista Italo Valenti (1912-1995).Per quest’occasione è proposta una raccolta (arricchita da numerose opere mai esposte),che spazia dai dipinti ad olio agli acquerelli,come pure dalle incisioni alle chine su carta.
Comunicato stampa
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La finezza del tratto di Italo Valenti racchiude una sensibilità unica, una recondita narrazione personale che nasce dall’attenzione per le piccole cose. Le carte esposte, si presentano come illustrazioni enigmatiche, nostalgiche e fiabesche. Le atmosfere si traducono in segno, mostrando attimi che si mutano in gesto: queste sono le sensazioni che Italo Valenti ci trasmette e che si trasformano in una pura lirica visiva.
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«(…) I piccoli formati vivono in margine ai più grandi, anche se sovente anticipano le sorgenti archetipiche della memoria; queste immagini variano e si rinnovano continuamente. Questa dinamica naturale del divenire, specie nelle sue forme “agravitanti” nello spazio, resta una delle caratteristiche più evidenti del mio lavoro. Ed è probabilmente in questo abbandonarsi senza meta, in queste pause dei silenzi, che si ha la sensazione di essere più vicini a se stessi, cioè più spontanei. Nel vivere in questo mondo dell'insolito, dove le cose vivono spesso dissimulate o smarrite fuori e dentro di noi, viene forse naturale il fenomeno di dimenticarsi, lavorando quasi automaticamente. (…)» (Italo Valenti) ----------------------
Valenti si è sempre mosso tramite una poetica personale, dove le chine e gli inchiostri sono diventati segno e narrazione di un’impressione.
Attento al dettaglio, egli ha condensato le sue conoscenze e le sue intuizioni in gesti, senza lasciarsi frenare dai supporti. Ogni forma d’arte lo ha interessato, ogni esperienza è diventata un frammento del suo slancio creativo.
Personaggi, cieli e paesaggi si fondono in un tutt’uno. E il “tutt’uno” può anche estendersi, svilupparsi fino a diventare “scompiglio”. L’artista può, per esempio, abbandonare un preciso filo narrativo per smarrirsi piacevolmente nella ricerca di nuovi gesti espressivi. Inoltre, i viaggi intrapresi gli permettono di riscoprire un’inedita sintassi pittorica, che definisce chiaramente un nuovo percorso verso l’astrazione.
Il suo alfabeto visivo prende quindi una direzione verso un assemblaggio di elementi o di mascherature che si collegano ad una concezione che celebra la casualità all'interno del processo creativo.
Sovente i dialoghi si instaurano tra immagine e ricordo, e le sintesi di queste tracce si accumulano in stratificazioni emotive. Valenti trasporta, in visioni e racconti, le suggestioni che gli propongono sia la propria esperienza passata sia le metamorfosi del quotidiano, del ricordo tramutato in favola. Ed ecco riaffiorare dalla memoria le maghe, le lune, i “cervi volanti”, le barche e le isole con le loro storie misteriose e i loro mondi immaginari.
Quella di Italo Valenti è una delicatezza che vibra e che ci rende partecipi di un’emozione intima nella semplicità delle linee, un’emozione che affiora preziosa e palpabile di foglio in foglio.
BIOGRAFIA (ESTRATTO) : Italo Valenti nasce a Milano il 29 aprile 1912, figlio di commercianti benestanti. Pur nell’assenza dei genitori, la sua è un'infanzia felice, passata nella casa milanese e rallegrata dai racconti di favole di nonna Emilia, che saranno per tutta la vita continua fonte d'ispirazione in campo artistico.
A sette anni si trasferisce a Vicenza. Nella città veneta frequenta la Scuola di Arti e Mestieri e comincia a lavorare presso un orefice. Particolarmente significative sono le amicizie con il futuro editore e scrittore Neri Pozza e con il teosofo Libero Augenti, grazie al quale scoprirà che tutte le arti sono in connessione fra loro. Nel 1932 tiene la sua prima mostra a Valdagno, con Giuseppe Marin. Si iscrive in seguito all'Accademia di Venezia e poi all’Accademia di Brera, dove è allievo di Aldo Carpi e di Eva Tea. A quell'epoca risalgono anche i primi viaggi a Parigi e in Belgio, alla scoperta di Cézanne e della pittura impressionista e post-impressionista.
Partecipa attivamente alla fondazione di Corrente (che conta nomi come Sassu, Luciano Anceschi, Guttuso, Fontana, Birolli, Cassinari, Raffaele De Grada, Treccani, Beniamino Joppolo, Salvatore Quasimodo, Migneco, Morlotti, Vittorio Sereni ed altri ) ed espone alle due collettive organizzate dalla rivista nel 1939. Il movimento fa riferimento all'impegno civile e sociale dell'arte espressionista per superare il provincialismo e la retorica dell'arte italiana. La partecipazione di Valenti all'attività del gruppo è intensa: il segno distintivo della sua pittura figurativa è da ritrovarsi, in quei tempi, nel trasognato e onirico lirismo che viene definito come un "primitivismo fantastico", già teso alla stilizzazione della figura, che approderà in seguito alle forme astratte. Nel 1938 comincia la sua carriera d’insegnante presso la Scuola libera del nudo di Brera, dove insegnerà fino al 1952. Nel 1942 sposa Angela Valdevit, una sua allieva, e va ad abitare in un appartamento che guarda sulla Stazione Centrale. La stazione e i treni entreranno da protagonisti nel suo immaginario.
A partire dal 1946 la sua ricerca sarà solitaria, anche se non gli mancheranno amicizie significative come quella di Eugenio Montale, che nell'atelier di Valenti eseguirà perfino alcuni dipinti. Assieme ad altri artisti, Valenti sarà poi contattato dall’imprenditore Giuseppe Verzocchi, per la sua raccolta di opere sul tema del lavoro: tra il 1949 e il 1950, egli dunque realizzerà Le locomotive (1949-1950), quadro che insieme all' Autoritratto, è oggi conservato nella Collezione Verzocchi, presso la Pinacoteca Civica di Forlì. Datano invece del 1948 le partecipazioni alla 1a Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea a Milano e alla XXIV Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (dove esporrà anche nel 1950 e nel 1958).
Nel 1950 dirige un corso estivo presso la galleria d'arte Kasper-Ansermet di Ascona. Qui conosce Anne de Montet, che diventerà in seguito sua moglie. Negli anni successivi abbandona l'insegnamento a Brera e si trasferisce a Locarno-Muralto. Qui entra in contatto con il gruppo di artisti che risiede in quel periodo ad Ascona (Jean Arp, Ben Nicholson, Remo Rossi e Julius Bissier) e ciò lo porterà ad un progressivo ripensamento della sua pittura: la dimensione narrativa, più propriamente figurativa, diminuirà progressivamente, mentre si affermerà sempre di più una ricerca sugli effetti cromatici e spaziali, che lo porterà ad una fase definita da Silvio Acatos come "astrazione lirico informale".
I temi onirici del "primitivismo fantastico" rimangono ancora presenti - le maghe, la serie dei cerfs-volants, delle lune, dei teatrini, delle stazioni, dei battelli - ma lo stile è diverso: la composizione si frantuma in triangoli, trapezi, rombi, simboli primordiali ed enigmatici dotati di una propria "leggerezza pensosa". La sua pittura è sempre più pura, pulita, composta di pochi elementi che galleggiano in un vuoto astratto. Così vengono creati i collages dell'ultima produzione artistica, in cui il fanciullesco, il fantastico, l'onirico trovano il loro definitivo equilibrio con il simbolico, l'enigmatico, l'astrazione, in una sintesi vitale e finale. Nel 1981, una mostra dal titolo "Peintres du silence" al Musée Jenisch di Vevey accosta, in un proficuo confronto, opere di Valenti, Nicholson, Morandi, Bissier, Rothko e Tobey.
Nel 1985 Valenti viene colpito da ictus cerebrale, che lo priva della parola e dell'uso del braccio destro. Per questo motivo, i collages che seguiranno appartengono a quella che lui stesso chiama "epoca della mano sinistra". Muore ad Ascona il 6 settembre 1995. ------------------
ESPOSIZIONI PERSONALI E COLLETTIVE (SELEZIONE) : Biennale (Venezia), Kunstverein (Friburgo i. Br.), Carnegie Institute (Pittsburg), Osborne Gallery (New York), Eleanor Rigelhaupt Gallery (Boston), Kunstmuseum (San Gallo), Waddington Galleries (Londra), Galerie Kornfeld (Zurigo), Palazzo Reale (Napoli), Kunsthaus (Zurigo), Scottish National Gallery (Edimburgo), Musée Jenisch (Vevey), Museo Comunale (Ascona), Galleria Civica (Campione d'Italia), Palazzo Reale (Milano), Civica Galleria d'Arte Villa dei Cedri (Bellinzona), Fondazione Querini Stampalia (Venezia).
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«(…) I piccoli formati vivono in margine ai più grandi, anche se sovente anticipano le sorgenti archetipiche della memoria; queste immagini variano e si rinnovano continuamente. Questa dinamica naturale del divenire, specie nelle sue forme “agravitanti” nello spazio, resta una delle caratteristiche più evidenti del mio lavoro. Ed è probabilmente in questo abbandonarsi senza meta, in queste pause dei silenzi, che si ha la sensazione di essere più vicini a se stessi, cioè più spontanei. Nel vivere in questo mondo dell'insolito, dove le cose vivono spesso dissimulate o smarrite fuori e dentro di noi, viene forse naturale il fenomeno di dimenticarsi, lavorando quasi automaticamente. (…)» (Italo Valenti) ----------------------
Valenti si è sempre mosso tramite una poetica personale, dove le chine e gli inchiostri sono diventati segno e narrazione di un’impressione.
Attento al dettaglio, egli ha condensato le sue conoscenze e le sue intuizioni in gesti, senza lasciarsi frenare dai supporti. Ogni forma d’arte lo ha interessato, ogni esperienza è diventata un frammento del suo slancio creativo.
Personaggi, cieli e paesaggi si fondono in un tutt’uno. E il “tutt’uno” può anche estendersi, svilupparsi fino a diventare “scompiglio”. L’artista può, per esempio, abbandonare un preciso filo narrativo per smarrirsi piacevolmente nella ricerca di nuovi gesti espressivi. Inoltre, i viaggi intrapresi gli permettono di riscoprire un’inedita sintassi pittorica, che definisce chiaramente un nuovo percorso verso l’astrazione.
Il suo alfabeto visivo prende quindi una direzione verso un assemblaggio di elementi o di mascherature che si collegano ad una concezione che celebra la casualità all'interno del processo creativo.
Sovente i dialoghi si instaurano tra immagine e ricordo, e le sintesi di queste tracce si accumulano in stratificazioni emotive. Valenti trasporta, in visioni e racconti, le suggestioni che gli propongono sia la propria esperienza passata sia le metamorfosi del quotidiano, del ricordo tramutato in favola. Ed ecco riaffiorare dalla memoria le maghe, le lune, i “cervi volanti”, le barche e le isole con le loro storie misteriose e i loro mondi immaginari.
Quella di Italo Valenti è una delicatezza che vibra e che ci rende partecipi di un’emozione intima nella semplicità delle linee, un’emozione che affiora preziosa e palpabile di foglio in foglio.
BIOGRAFIA (ESTRATTO) : Italo Valenti nasce a Milano il 29 aprile 1912, figlio di commercianti benestanti. Pur nell’assenza dei genitori, la sua è un'infanzia felice, passata nella casa milanese e rallegrata dai racconti di favole di nonna Emilia, che saranno per tutta la vita continua fonte d'ispirazione in campo artistico.
A sette anni si trasferisce a Vicenza. Nella città veneta frequenta la Scuola di Arti e Mestieri e comincia a lavorare presso un orefice. Particolarmente significative sono le amicizie con il futuro editore e scrittore Neri Pozza e con il teosofo Libero Augenti, grazie al quale scoprirà che tutte le arti sono in connessione fra loro. Nel 1932 tiene la sua prima mostra a Valdagno, con Giuseppe Marin. Si iscrive in seguito all'Accademia di Venezia e poi all’Accademia di Brera, dove è allievo di Aldo Carpi e di Eva Tea. A quell'epoca risalgono anche i primi viaggi a Parigi e in Belgio, alla scoperta di Cézanne e della pittura impressionista e post-impressionista.
Partecipa attivamente alla fondazione di Corrente (che conta nomi come Sassu, Luciano Anceschi, Guttuso, Fontana, Birolli, Cassinari, Raffaele De Grada, Treccani, Beniamino Joppolo, Salvatore Quasimodo, Migneco, Morlotti, Vittorio Sereni ed altri ) ed espone alle due collettive organizzate dalla rivista nel 1939. Il movimento fa riferimento all'impegno civile e sociale dell'arte espressionista per superare il provincialismo e la retorica dell'arte italiana. La partecipazione di Valenti all'attività del gruppo è intensa: il segno distintivo della sua pittura figurativa è da ritrovarsi, in quei tempi, nel trasognato e onirico lirismo che viene definito come un "primitivismo fantastico", già teso alla stilizzazione della figura, che approderà in seguito alle forme astratte. Nel 1938 comincia la sua carriera d’insegnante presso la Scuola libera del nudo di Brera, dove insegnerà fino al 1952. Nel 1942 sposa Angela Valdevit, una sua allieva, e va ad abitare in un appartamento che guarda sulla Stazione Centrale. La stazione e i treni entreranno da protagonisti nel suo immaginario.
A partire dal 1946 la sua ricerca sarà solitaria, anche se non gli mancheranno amicizie significative come quella di Eugenio Montale, che nell'atelier di Valenti eseguirà perfino alcuni dipinti. Assieme ad altri artisti, Valenti sarà poi contattato dall’imprenditore Giuseppe Verzocchi, per la sua raccolta di opere sul tema del lavoro: tra il 1949 e il 1950, egli dunque realizzerà Le locomotive (1949-1950), quadro che insieme all' Autoritratto, è oggi conservato nella Collezione Verzocchi, presso la Pinacoteca Civica di Forlì. Datano invece del 1948 le partecipazioni alla 1a Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea a Milano e alla XXIV Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (dove esporrà anche nel 1950 e nel 1958).
Nel 1950 dirige un corso estivo presso la galleria d'arte Kasper-Ansermet di Ascona. Qui conosce Anne de Montet, che diventerà in seguito sua moglie. Negli anni successivi abbandona l'insegnamento a Brera e si trasferisce a Locarno-Muralto. Qui entra in contatto con il gruppo di artisti che risiede in quel periodo ad Ascona (Jean Arp, Ben Nicholson, Remo Rossi e Julius Bissier) e ciò lo porterà ad un progressivo ripensamento della sua pittura: la dimensione narrativa, più propriamente figurativa, diminuirà progressivamente, mentre si affermerà sempre di più una ricerca sugli effetti cromatici e spaziali, che lo porterà ad una fase definita da Silvio Acatos come "astrazione lirico informale".
I temi onirici del "primitivismo fantastico" rimangono ancora presenti - le maghe, la serie dei cerfs-volants, delle lune, dei teatrini, delle stazioni, dei battelli - ma lo stile è diverso: la composizione si frantuma in triangoli, trapezi, rombi, simboli primordiali ed enigmatici dotati di una propria "leggerezza pensosa". La sua pittura è sempre più pura, pulita, composta di pochi elementi che galleggiano in un vuoto astratto. Così vengono creati i collages dell'ultima produzione artistica, in cui il fanciullesco, il fantastico, l'onirico trovano il loro definitivo equilibrio con il simbolico, l'enigmatico, l'astrazione, in una sintesi vitale e finale. Nel 1981, una mostra dal titolo "Peintres du silence" al Musée Jenisch di Vevey accosta, in un proficuo confronto, opere di Valenti, Nicholson, Morandi, Bissier, Rothko e Tobey.
Nel 1985 Valenti viene colpito da ictus cerebrale, che lo priva della parola e dell'uso del braccio destro. Per questo motivo, i collages che seguiranno appartengono a quella che lui stesso chiama "epoca della mano sinistra". Muore ad Ascona il 6 settembre 1995. ------------------
ESPOSIZIONI PERSONALI E COLLETTIVE (SELEZIONE) : Biennale (Venezia), Kunstverein (Friburgo i. Br.), Carnegie Institute (Pittsburg), Osborne Gallery (New York), Eleanor Rigelhaupt Gallery (Boston), Kunstmuseum (San Gallo), Waddington Galleries (Londra), Galerie Kornfeld (Zurigo), Palazzo Reale (Napoli), Kunsthaus (Zurigo), Scottish National Gallery (Edimburgo), Musée Jenisch (Vevey), Museo Comunale (Ascona), Galleria Civica (Campione d'Italia), Palazzo Reale (Milano), Civica Galleria d'Arte Villa dei Cedri (Bellinzona), Fondazione Querini Stampalia (Venezia).
08
aprile 2014
Italo Valenti – Nel mondo dell’insolito
Dall'otto al 18 aprile 2014
arte moderna e contemporanea
arte moderna
arte moderna
Location
SPAZIO78
Lugano, Via Delle Scuole, 18, (Lugano)
Lugano, Via Delle Scuole, 18, (Lugano)
Orario di apertura
L’esposizione resterà aperta da martedì 8 aprile fino a venerdì 18.4 2014 dalle ore 15.00 alle ore 19.00.
Da martedì 22 aprile a domenica 11 maggio la mostra sarà visitabile su appuntamento.
Vernissage
8 Aprile 2014, ore 18.30
Autore
Curatore