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Lorenzo Fabietti – La condizione umana
Curioso caso quando un artista decisamente “informale” oltrepassa l’approccio percettivo alla pittura per tentare un meno previsto e prevedibile straniamento di tipo “formale”.
Comunicato stampa
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Al centro della querelle nessuna presunta distorsione circa il significato - letterale, contestuale ed anche storico - dell'Informale, ma una diversa interpretazione, con senso molto più vasto, della sua potenziale e pressoché infinita capacità di relazionarsi con l'artista, e a sua volta dell'artista d'interfacciarsi con la realtà.
Le conseguenze hanno risposto al nome Willem De Kooning, coi suoi ritratti (assolutamente de-formati) di soggetti femminili negli anni Cinquanta, e nello stesso periodo hanno parzialmente sfiorato il ruolo artistico di Antonio Saura; oggi guardano con interesse a Lorenzo Fabietti, ai suoi medium pittorici (colore acrilico e ad olio, catrame) e alla trazione fisica di un segno minimale incorporato tra ampie pennellate, combine di stampo espressionista che finisce per avanzare pretese non poco narrative. Stringenti all'interno della sua pratica s'incontrano i reflussi, più che empirici, di una destrutturazione cubo-futurista che dal Nudo che scende le scale di un incontenibile Duchamp ha captato il valore aggiunto del rapporto forma-movimento, e lo ripete con fedeltà nella realizzazione di una Distruzione urbana attenta all'oscillazione tellurica dei suoi elementi, ai tratti paralleli/perpendicolari che scorrono sulla tela destrutturando una normale visione prospettica che Fabietti ha reso ingovernabile e moltiplicabile in “n” punti di vista.
Protagonisti scelti, presenze esplicite o nascoste tra campiture incostanti per definizione; Finestre su cui rimane la traccia umana del rosso-sangue e che claustrofobicamente non si aprono su nulla, se non su un tratto capillare che Fabietti tenta personalmente di congiungere con la rentreé di una pennellata tagliente alla Franz Kline, altra cifra imperdibile della sua pittura.
Le conseguenze hanno risposto al nome Willem De Kooning, coi suoi ritratti (assolutamente de-formati) di soggetti femminili negli anni Cinquanta, e nello stesso periodo hanno parzialmente sfiorato il ruolo artistico di Antonio Saura; oggi guardano con interesse a Lorenzo Fabietti, ai suoi medium pittorici (colore acrilico e ad olio, catrame) e alla trazione fisica di un segno minimale incorporato tra ampie pennellate, combine di stampo espressionista che finisce per avanzare pretese non poco narrative. Stringenti all'interno della sua pratica s'incontrano i reflussi, più che empirici, di una destrutturazione cubo-futurista che dal Nudo che scende le scale di un incontenibile Duchamp ha captato il valore aggiunto del rapporto forma-movimento, e lo ripete con fedeltà nella realizzazione di una Distruzione urbana attenta all'oscillazione tellurica dei suoi elementi, ai tratti paralleli/perpendicolari che scorrono sulla tela destrutturando una normale visione prospettica che Fabietti ha reso ingovernabile e moltiplicabile in “n” punti di vista.
Protagonisti scelti, presenze esplicite o nascoste tra campiture incostanti per definizione; Finestre su cui rimane la traccia umana del rosso-sangue e che claustrofobicamente non si aprono su nulla, se non su un tratto capillare che Fabietti tenta personalmente di congiungere con la rentreé di una pennellata tagliente alla Franz Kline, altra cifra imperdibile della sua pittura.
29
marzo 2014
Lorenzo Fabietti – La condizione umana
Dal 29 marzo al 09 aprile 2014
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
da martedì a sabato
ore 15:30 – 19:00
Vernissage
29 Marzo 2014, ore 17.00
Autore
Curatore