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Labirinti. Fotografie tra realtà e illusione
Mostra collettiva, con la collaborazione della Galleria Paci-Contemporary di Brescia, in cui gli artisti esposti sono accomunati da una concezione della fotografia non documentaristica, bensì creativa: i loro scatti inventano una dimensione nascosta, prediligendo la riflessione e la progettazione.
Comunicato stampa
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Anche quest’anno, è ormai il terzo, la Galleria Pirra allestisce una mostra fotografica, questa volta collettiva, con la collaborazione della Galleria Paci-Contemporary di Brescia, specializzata nel settore e riconosciuta a livello internazionale.
Gli artisti esposti sono: la coppia Clark & Pougnaud, Mario Cravo Neto, Teun Hocks, Lori Nix, Eric Rondepierre, Maggie Taylor, Arthur Tress.
Alcuni tra loro, in particolare Rondepierre, Cravo Neto e Hocks non sono solo fotografi, ma artisti versatili le cui attività spaziano dalla pittura, al cinema e al teatro. Tutti, però, sono accomunati da una concezione della fotografia non documentaristica, bensì creativa: i loro scatti inventano una dimensione nascosta, sono lontani dalla spontaneità e prediligono la riflessione e la lunga progettazione. Per dar vita a questo universo intermedio ciascun artista adotta le tecniche e gli stratagemmi più affini alla propria sensibilità.
Nelle opere della statunitense Lori Nix tutto ruota intorno all’idea di “messa in scena”, per cui i soggetti da fotografare non vengono cercati nella realtà, ma composti creando delle miniature. Il tema ricorrente della sua produzione artistica è il senso d’impotenza di fronte al passare del tempo che inesorabilmente avanza, a cui dà forma lavorando con ricostruzioni di scene e paesaggi surreali di un mondo apocalittico.
Lo stesso concetto di messa in scena, dall’impostazione però decisamente più ludica, caratterizza l’opera dei francesi Cristophe Clark e Virginie Pougnaud. Coppia nella vita e nel lavoro, lei costruisce con cura meticolosa delle maquettes che lui fotografa e all’interno delle quali, forte di una perfetta padronanza nell’uso di Photoshop, inserisce ritratti di amici fotografati in precedenza, trasformandoli così in personaggi di mondi fiabeschi da lei creati. Sono immagini in cui dominano l’inconscio e l’infanzia, dove il nonsenso s’incontra con il senso e dove la giocosa ambiguità tra illusione e realtà diverte e allo stesso tempo inquieta.
L’approccio giocoso distingue sicuramente l’artista olandese Teun Hocks, che si serve in modo assolutamente originale di diversi linguaggi artistici sovrapposti, dando vita a immagini che sono al tempo stesso disegni, fotografie e dipinti, ma anche scenografie teatrali e frammenti di racconto in cui lui è sempre presente autoritraendosi.
L’estrema versatilità è la cifra che caratterizza il francese Eric Rondepierre, la cui formazione multidisciplinare lo conduce a un’economia dell’immagine “concettuale”, che mette in gioco diverse arti, con risultati che non escludono il disorientamento e l’umorismo.
L’idea di fotografia creativa è ben rappresentata dalle opere dell’americana Maggie Taylor, della quale la Galleria Pirra ha ospitato una personale nel 2012. Artista innovativa, ha dimostrato quanto il mezzo fotografico, accogliendo le nuove opportunità tecnologiche, sia capace di evolversi e rinnovarsi. Grazie alla sua straordinaria competenza nell’uso di Photoshop, combina immagini scattate dalla macchina fotografica digitale con scansioni di antichi dagherrotipi e illustrazioni di diversa natura, dando corpo ai suoi sogni e a un mondo visionario sospeso nel tempo.
Altro interprete di questi labirinti creativi è lo statunitense Arthur Tress, le cui fotografie rivelano l’importanza data dall’autore alla componente inconscia; egli elabora, infatti, una sorta di “realismo magico”, combinante elementi tratti dalla vita quotidiana, dalla sua fantasia scenografica, da sogni infantili e da archetipi di psicologia junghiana.
Altrettanto incline all’introspezione è il brasiliano, scomparso nel 2009, Mario Cravo Neto. Cresciuto in una famiglia di artisti (il padre e' considerato il più importante scultore brasiliano), coltiva contemporaneamente la passione per la scultura e per la fotografia, per poi dedicarsi prevalentemente a quest’ultima. La componente spirituale e religiosa, il rapporto uomo-natura, le suggestioni mistiche e gli aspetti rituali così presenti nella cultura della sua terra, vengono evocati attraverso le sue opere. La sua eredità come scultore sembra rivelarsi nella pulizia e nitidezza dell’immagine, quasi esclusivamente bianco e nero, e nella lucidità intellettuale con cui fa emergere l’universo del nostro sentire.
Gli artisti esposti sono: la coppia Clark & Pougnaud, Mario Cravo Neto, Teun Hocks, Lori Nix, Eric Rondepierre, Maggie Taylor, Arthur Tress.
Alcuni tra loro, in particolare Rondepierre, Cravo Neto e Hocks non sono solo fotografi, ma artisti versatili le cui attività spaziano dalla pittura, al cinema e al teatro. Tutti, però, sono accomunati da una concezione della fotografia non documentaristica, bensì creativa: i loro scatti inventano una dimensione nascosta, sono lontani dalla spontaneità e prediligono la riflessione e la lunga progettazione. Per dar vita a questo universo intermedio ciascun artista adotta le tecniche e gli stratagemmi più affini alla propria sensibilità.
Nelle opere della statunitense Lori Nix tutto ruota intorno all’idea di “messa in scena”, per cui i soggetti da fotografare non vengono cercati nella realtà, ma composti creando delle miniature. Il tema ricorrente della sua produzione artistica è il senso d’impotenza di fronte al passare del tempo che inesorabilmente avanza, a cui dà forma lavorando con ricostruzioni di scene e paesaggi surreali di un mondo apocalittico.
Lo stesso concetto di messa in scena, dall’impostazione però decisamente più ludica, caratterizza l’opera dei francesi Cristophe Clark e Virginie Pougnaud. Coppia nella vita e nel lavoro, lei costruisce con cura meticolosa delle maquettes che lui fotografa e all’interno delle quali, forte di una perfetta padronanza nell’uso di Photoshop, inserisce ritratti di amici fotografati in precedenza, trasformandoli così in personaggi di mondi fiabeschi da lei creati. Sono immagini in cui dominano l’inconscio e l’infanzia, dove il nonsenso s’incontra con il senso e dove la giocosa ambiguità tra illusione e realtà diverte e allo stesso tempo inquieta.
L’approccio giocoso distingue sicuramente l’artista olandese Teun Hocks, che si serve in modo assolutamente originale di diversi linguaggi artistici sovrapposti, dando vita a immagini che sono al tempo stesso disegni, fotografie e dipinti, ma anche scenografie teatrali e frammenti di racconto in cui lui è sempre presente autoritraendosi.
L’estrema versatilità è la cifra che caratterizza il francese Eric Rondepierre, la cui formazione multidisciplinare lo conduce a un’economia dell’immagine “concettuale”, che mette in gioco diverse arti, con risultati che non escludono il disorientamento e l’umorismo.
L’idea di fotografia creativa è ben rappresentata dalle opere dell’americana Maggie Taylor, della quale la Galleria Pirra ha ospitato una personale nel 2012. Artista innovativa, ha dimostrato quanto il mezzo fotografico, accogliendo le nuove opportunità tecnologiche, sia capace di evolversi e rinnovarsi. Grazie alla sua straordinaria competenza nell’uso di Photoshop, combina immagini scattate dalla macchina fotografica digitale con scansioni di antichi dagherrotipi e illustrazioni di diversa natura, dando corpo ai suoi sogni e a un mondo visionario sospeso nel tempo.
Altro interprete di questi labirinti creativi è lo statunitense Arthur Tress, le cui fotografie rivelano l’importanza data dall’autore alla componente inconscia; egli elabora, infatti, una sorta di “realismo magico”, combinante elementi tratti dalla vita quotidiana, dalla sua fantasia scenografica, da sogni infantili e da archetipi di psicologia junghiana.
Altrettanto incline all’introspezione è il brasiliano, scomparso nel 2009, Mario Cravo Neto. Cresciuto in una famiglia di artisti (il padre e' considerato il più importante scultore brasiliano), coltiva contemporaneamente la passione per la scultura e per la fotografia, per poi dedicarsi prevalentemente a quest’ultima. La componente spirituale e religiosa, il rapporto uomo-natura, le suggestioni mistiche e gli aspetti rituali così presenti nella cultura della sua terra, vengono evocati attraverso le sue opere. La sua eredità come scultore sembra rivelarsi nella pulizia e nitidezza dell’immagine, quasi esclusivamente bianco e nero, e nella lucidità intellettuale con cui fa emergere l’universo del nostro sentire.
11
aprile 2014
Labirinti. Fotografie tra realtà e illusione
Dall'undici aprile al 18 maggio 2014
fotografia
Location
GALLERIA D’ARTE PIRRA
Torino, Corso Vittorio Emanuele II, 82, (Torino)
Torino, Corso Vittorio Emanuele II, 82, (Torino)
Orario di apertura
Lun-sabato: 9,30-12,30;15.30-19,30
Aperti domenica mattina
Vernissage
11 Aprile 2014, h 18,30
Autore