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Cervelli su carta
La 77artgallery presenta una collettiva che unisce i lavori di sette giovani artisti, caratterizzati da un unico elemento comune: il supporto cartaceo.
Comunicato stampa
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CERVELLI SU CARTA
Mostra collettiva
La 77artgallery presenta una collettiva che unisce i lavori di sette giovani artisti, caratterizzati da un unico elemento comune: il supporto cartaceo.
I protagonisti della mostra sono sei giovani disegnatori, impegnati su tematiche differenti identificative della loro personalità: immagini care o che rievocano un passato, o un un’idea del passato, oppure proiezioni di un mondo che potrebbe essere e che ancora fatica ad avverarsi. Qualcuno ama giocare con i modelli iconografici pop, qualcun altro vede la realtà come un groviglio inestricabile, per qualcuno l’amarezza del mondo ha un sapore di fiaba, e per altri il mondo stesso ha fame di immagini e di segni e ne cerca la saturazione. Nessuna di queste situazioni è però pacificata, si trova in distonia o ribalta la visione oggettiva o comune. Sono i desideri, le paure o le ossessioni della generazione mille euro, che non trova modelli unificanti per reagire alla crisi, ma costruisce la propria realtà alternativa su carta. Se soffriamo della disgregazione delle idee, e al nostro tempo non troviamo più modelli unificanti a cui riferirci, nello spazio della 77artgallery per una volta vorremmo vivere la differenziazione come una ricchezza, come un melting pot di ciò che popola i cervelli di chi è cresciuto attraverso le immagini e che continua ad esprimersi con esse.
Akab Blind è un fumettista, pittore e videoartista interessato alla ricerca di personali equilibri, nello sbilanciamento e la mancanza di uguaglianza ed equità del mondo contemporaneo, cosa che a volte sfocia nella follia. Come fumettista sono usciti già alcuni volumi in Italia. Sono spesso “storie oscure, popolate da maschere alla Hannibal Lecter , angeli caduti e crocifissioni”. In mostra verranno esposte alcune tavole ispirate al racconto “Una Madre” di H. C: Andersen, già di per sé cupo, dove dà prova della sua grande capacità di raccontarci del disagio di oggi con le immagini delle Storie di ieri, non tanto lontane nel tempo ma sprofondate nella nostra infanzia.
Zibe. Street artist milanese, conosciuto ai più per i famosi "Arnold" in giro per la città. La riproposizione continua di questa icona diventa un concetto pop, legato anche alla sfera dell’affettività e del ricordo d’infanzia; insieme a questo è unito il marcato senso di critica sociale, al fine di partecipare ai problemi della collettività e farsi “sentire” tramite la voce decisa dell’ arte.
Daniele Aimasso. Col suo "horror vacui" messicano predilige una figurazione articolata nella quale compaiono costantemente teschi, scheletri ed animali, fino a comporre un universo suggestivo e talvolta inquietante. Una simbolica e velata denuncia sociale che critica i costumi della società, unendo a questo aspetto quello totalmente opposto del sogno e della visione onirica.
Mariarita Renatti disegna da sempre e ama ritrovarsi nella solitudine del lavoro, per riflettere e parlare di sé attraverso il tratto prodigioso della penna Bic. Il suo mondo è inserito nella tradizione matrilineare, infatti quasi tutte le figure ritratte sono se stessa, la madre e la nonna. La Bic regala un effetto prezioso di monocromatismo, ma è per Mariarita importante perché impone delle scelte precise, coraggiose, personali. Non permette di tornare indietro: in questo il disegno è un antidoto all’insicurezza. Le figure escono dal fondo nero come in una cornice che racchiude la storia, e la luce vibrante interpreta in senso moderno Caravaggio.
Mattia Surroz è illustratore molto “pop”, come ama definirsi. Interpreta icone della musica e del cinema, creando un corto circuito tra femminile e maschile. I personaggi, per come li ricordiamo, per come le nuove generazioni li ritrovano nei media,resistono allo stravolgimento del cambio di..sesso. Marylin è sempre Marylin..anche con la barba! L’intento è di far sorridere ma “grandi verità si dicono tra una risata e l’altra”, e così scopriamo che le differenze di genere non contano, quando parliamo di ciò che caratterizza la nostra vita ogni giorno.
Michal Pawlowski. Ironico ed eclettico allo stesso tempo, presenta lavori legati alla street art ed al graffito, sia per quanto riguarda il cromatismo tipico delle bombolette spray, che per il tratto sintetico ma efficace ed espressivo. Altre opere sono di sapore più ironico ma dal disegno armonioso e di impronta classica e realistica.
Loris Dogana. Produce delle illustrazioni raffiguranti individui o animali che possiedono vari oggetti al posto della testa; se inizialmente la reazione a questo tipo di lavoro produce ironia, legandosi ad una sfera prettamente infantile, un’indagine più approfondita ci rende coscienti invece di un lavoro di spersonalizzazione e quindi alienazione dei personaggi.
Mostra collettiva
La 77artgallery presenta una collettiva che unisce i lavori di sette giovani artisti, caratterizzati da un unico elemento comune: il supporto cartaceo.
I protagonisti della mostra sono sei giovani disegnatori, impegnati su tematiche differenti identificative della loro personalità: immagini care o che rievocano un passato, o un un’idea del passato, oppure proiezioni di un mondo che potrebbe essere e che ancora fatica ad avverarsi. Qualcuno ama giocare con i modelli iconografici pop, qualcun altro vede la realtà come un groviglio inestricabile, per qualcuno l’amarezza del mondo ha un sapore di fiaba, e per altri il mondo stesso ha fame di immagini e di segni e ne cerca la saturazione. Nessuna di queste situazioni è però pacificata, si trova in distonia o ribalta la visione oggettiva o comune. Sono i desideri, le paure o le ossessioni della generazione mille euro, che non trova modelli unificanti per reagire alla crisi, ma costruisce la propria realtà alternativa su carta. Se soffriamo della disgregazione delle idee, e al nostro tempo non troviamo più modelli unificanti a cui riferirci, nello spazio della 77artgallery per una volta vorremmo vivere la differenziazione come una ricchezza, come un melting pot di ciò che popola i cervelli di chi è cresciuto attraverso le immagini e che continua ad esprimersi con esse.
Akab Blind è un fumettista, pittore e videoartista interessato alla ricerca di personali equilibri, nello sbilanciamento e la mancanza di uguaglianza ed equità del mondo contemporaneo, cosa che a volte sfocia nella follia. Come fumettista sono usciti già alcuni volumi in Italia. Sono spesso “storie oscure, popolate da maschere alla Hannibal Lecter , angeli caduti e crocifissioni”. In mostra verranno esposte alcune tavole ispirate al racconto “Una Madre” di H. C: Andersen, già di per sé cupo, dove dà prova della sua grande capacità di raccontarci del disagio di oggi con le immagini delle Storie di ieri, non tanto lontane nel tempo ma sprofondate nella nostra infanzia.
Zibe. Street artist milanese, conosciuto ai più per i famosi "Arnold" in giro per la città. La riproposizione continua di questa icona diventa un concetto pop, legato anche alla sfera dell’affettività e del ricordo d’infanzia; insieme a questo è unito il marcato senso di critica sociale, al fine di partecipare ai problemi della collettività e farsi “sentire” tramite la voce decisa dell’ arte.
Daniele Aimasso. Col suo "horror vacui" messicano predilige una figurazione articolata nella quale compaiono costantemente teschi, scheletri ed animali, fino a comporre un universo suggestivo e talvolta inquietante. Una simbolica e velata denuncia sociale che critica i costumi della società, unendo a questo aspetto quello totalmente opposto del sogno e della visione onirica.
Mariarita Renatti disegna da sempre e ama ritrovarsi nella solitudine del lavoro, per riflettere e parlare di sé attraverso il tratto prodigioso della penna Bic. Il suo mondo è inserito nella tradizione matrilineare, infatti quasi tutte le figure ritratte sono se stessa, la madre e la nonna. La Bic regala un effetto prezioso di monocromatismo, ma è per Mariarita importante perché impone delle scelte precise, coraggiose, personali. Non permette di tornare indietro: in questo il disegno è un antidoto all’insicurezza. Le figure escono dal fondo nero come in una cornice che racchiude la storia, e la luce vibrante interpreta in senso moderno Caravaggio.
Mattia Surroz è illustratore molto “pop”, come ama definirsi. Interpreta icone della musica e del cinema, creando un corto circuito tra femminile e maschile. I personaggi, per come li ricordiamo, per come le nuove generazioni li ritrovano nei media,resistono allo stravolgimento del cambio di..sesso. Marylin è sempre Marylin..anche con la barba! L’intento è di far sorridere ma “grandi verità si dicono tra una risata e l’altra”, e così scopriamo che le differenze di genere non contano, quando parliamo di ciò che caratterizza la nostra vita ogni giorno.
Michal Pawlowski. Ironico ed eclettico allo stesso tempo, presenta lavori legati alla street art ed al graffito, sia per quanto riguarda il cromatismo tipico delle bombolette spray, che per il tratto sintetico ma efficace ed espressivo. Altre opere sono di sapore più ironico ma dal disegno armonioso e di impronta classica e realistica.
Loris Dogana. Produce delle illustrazioni raffiguranti individui o animali che possiedono vari oggetti al posto della testa; se inizialmente la reazione a questo tipo di lavoro produce ironia, legandosi ad una sfera prettamente infantile, un’indagine più approfondita ci rende coscienti invece di un lavoro di spersonalizzazione e quindi alienazione dei personaggi.
21
marzo 2014
Cervelli su carta
Dal 21 al 30 marzo 2014
disegno e grafica
Location
77 ARTGALLERY
Milano, Corso Di Porta Ticinese, 77, (Milano)
Milano, Corso Di Porta Ticinese, 77, (Milano)
Orario di apertura
lunedì- sabato 15-19
Vernissage
21 Marzo 2014, 19,00
Autore
Curatore