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Trame
La galleria Barbara Frigerio è lieta di presentare, in collaborazione con la Gachi Prieto Gallery di Buenos Aires, una mostra di artisti argentini.
Comunicato stampa
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La galleria Barbara Frigerio è lieta di presentare, in collaborazione con la Gachi Prieto Gallery di Buenos Aires, una mostra di artisti argentini.
Si tratta di cinque autori contemporanei accomunati, in questo progetto, dall’idea della fragilità e della memoria, espressa attraverso tecniche e forme differenti, per lasciare una traccia, un segno di ciò che vediamo e di ciò che è stato: utilizzare un intenso intreccio di trame per costruire ed esprimere la propria identità.
Le foto provenienti dal passato hanno sempre un fascino particolare e non solo per ciò che rappresentano ma anche come oggetti in sé; Carolina Magnin ha ridato vita a delle vecchie diapositive; scannerizzandole ed ingrandendole sono, infatti, emersi in superficie tutti i segni del passare del tempo: polvere, graffi, distacchi di colore. Il risultato è una serie di immagini del tutto nuove, di grande fascino e poesia.
Silvia Rivas attraverso la video installazione Zumbido (ronzio) segnala e riflette sulle conseguenze delle azioni umane, sul principio di causa ed effetto, e della loro possibile reversibilità. In mostra fotogrammi del video, disposti a formare dei dittici, sottolineano situazioni ed elementi contrastanti.
I disegni realizzati a china da Maxi Rossini rappresentano una versione moderna degli antichi erbari: una registrazione e catalogazione di ogni singolo elemento, quasi per sfuggire al veloce scorrere del tempo. Ogni singola foglia o fiore o pistillo viene, infatti, descritto nei più piccoli dettagli con grande perizia e maestria.
L’opera pittorica di Andres Waissman esprime al meglio quest’idea di traccia e di memoria, anche nelle sue opere più liriche, come i paesaggi, con l’utilizzo di una materia pittorica ricca di gestualità, sembra raccontarci il passaggio degli uomini e ciò che resta a testimoniare il tempo passato.
Viviana Zargon esplora, nella sua opera pittorica, il mondo delle fabbriche ed edifici abbandonati, che, venuta a mancare la febbrile attività dell’uomo, si mostrano all’occhio di guarda nella loro essenzialità strutturale. I giochi di luce e i chiaroscuri sembrano sottolineare il carattere quasi sacrale, di queste “moderne cattedrali”.
Si tratta di cinque autori contemporanei accomunati, in questo progetto, dall’idea della fragilità e della memoria, espressa attraverso tecniche e forme differenti, per lasciare una traccia, un segno di ciò che vediamo e di ciò che è stato: utilizzare un intenso intreccio di trame per costruire ed esprimere la propria identità.
Le foto provenienti dal passato hanno sempre un fascino particolare e non solo per ciò che rappresentano ma anche come oggetti in sé; Carolina Magnin ha ridato vita a delle vecchie diapositive; scannerizzandole ed ingrandendole sono, infatti, emersi in superficie tutti i segni del passare del tempo: polvere, graffi, distacchi di colore. Il risultato è una serie di immagini del tutto nuove, di grande fascino e poesia.
Silvia Rivas attraverso la video installazione Zumbido (ronzio) segnala e riflette sulle conseguenze delle azioni umane, sul principio di causa ed effetto, e della loro possibile reversibilità. In mostra fotogrammi del video, disposti a formare dei dittici, sottolineano situazioni ed elementi contrastanti.
I disegni realizzati a china da Maxi Rossini rappresentano una versione moderna degli antichi erbari: una registrazione e catalogazione di ogni singolo elemento, quasi per sfuggire al veloce scorrere del tempo. Ogni singola foglia o fiore o pistillo viene, infatti, descritto nei più piccoli dettagli con grande perizia e maestria.
L’opera pittorica di Andres Waissman esprime al meglio quest’idea di traccia e di memoria, anche nelle sue opere più liriche, come i paesaggi, con l’utilizzo di una materia pittorica ricca di gestualità, sembra raccontarci il passaggio degli uomini e ciò che resta a testimoniare il tempo passato.
Viviana Zargon esplora, nella sua opera pittorica, il mondo delle fabbriche ed edifici abbandonati, che, venuta a mancare la febbrile attività dell’uomo, si mostrano all’occhio di guarda nella loro essenzialità strutturale. I giochi di luce e i chiaroscuri sembrano sottolineare il carattere quasi sacrale, di queste “moderne cattedrali”.
20
marzo 2014
Trame
Dal 20 marzo al 04 maggio 2014
arte contemporanea
Location
BARBARA FRIGERIO CONTEMPORARY ART
Milano, Via Savona, 61, (Milano)
Milano, Via Savona, 61, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13 16-19.30
domenica 11-19
Vernissage
20 Marzo 2014, h 18
Autore