La mostra è un viaggio immaginario nell’immenso mondo dei linguaggi, nei diversi gradi di pensare per immagini. Qui siamo nel mondo della luce, dove avvengono proiezioni dorate del sentire e del vedere attraverso quadri e immagini sacre come angeli, Cristi e Madonne scolpite.

Tanti i rimandi nella sua pittura da Jackson Pollock all’arte informale di Fautrier fino ai tagli essenziali di Fontana. E nella scultura gli echi di Giacometti o Brancusi.

Diversi i critici che hanno parlato della sua arte, tra questi i reggiani Alberto Agazzani e Massimo Mussini. La critica Aurora Marzi scrive di lei “L’intensità cromatica, unita ad un dinamico flusso di forze energetiche caratterizzano le tele di Angela, i colori caldi, mediterranei escono con forza dallo sfondo, si prestano ad una percezione tattile e non solo visiva. L’approccio dell’artista coi suoi materiali è fondamentalmente scultoreo, al punto tale che le tele sembrano dei rilievi colorati.”