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Stratificazioni
Le stratificazioni di De Francesco e Patarini sono simili ma diverse al tempo stesso: stratificazioni di gesti e di colore quelle di De Francesco, di materiali e reminiscenze culturali quelle di Patarini.
Comunicato stampa
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L'Associazione "Zamenhof Art" e l'Associazione "A Est dell'Eden" presentano la mostra di pittura “Stratificazioni”, doppia-personale di Raffaele De Francesco e Virgilio Patarini, presso lo SPAZIO E, Alzaia Naviglio Grande 4, Milano. A cura di Zamenhof Art.
L'inaugurazione sarà Sabato 15 febbraio 2014 alle ore 17.00
La mostra proseguirà fino al 28 febbraio 2014 con i seguenti orari: dal martedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00; domenica dalle ore 11.00 alle ore 19.00.
Ingresso libero
Nota critica di presentazione.
Le stratificazioni di De Francesco e Patarini sono simili ma diverse al tempo stesso: stratificazioni di gesti e di colore quelle di De Francesco, di materiali e reminiscenze culturali quelle di Patarini.
Scrive di Raffaele De Francesco lo stesso Patarini: “Ponendosi consapevolmente e criticamente sulla scia della Pittura Informale storica, con una particolare attenzione alla declinazione americana dell’Action Painting, Raffaele De Francesco costruisce le sue opere con un’esuberanza di colore e di gesto che non sconfina mai nell’eccesso e nel disequilibrio, ma al contrario va alla ricerca di un’armonia complessa fatta di pesi e contrappesi: un’armonia in ultima analisi “classicheggiante”. La forza esplosiva, moderna e dirompente viene temperata e bilanciata da una sorta di innato aureo equilibrio di antica ascendenza greca. Tale dialettica tra espressione diretta dell’emozione e controllo razionale emerge in maniera ancora più evidente nelle ultime opere, incardinandosi in un’altra dialettica che dipende in parte dagli strumenti utilizzati: ovvero la dialettica tra il mettere e il levare. Nella stratificazione del colore infatti l’uso della spatola o di altri strumenti come i rulli consente di mettere e togliere al tempo stesso: mentre si aggiunge un nuovo strato di colore se ne strappa via una parte di quello sottostante, mostrando come in una radiografia i diversi strati che si sovrappongono”.
Scrive Michele Govoni della pittura di Virgilio Patarini: “ Aspetti della realtà, istanti, epifanie (…), proiezioni mentali di fenomeni naturali, vengono plasmati nella materia e lì fissati. La materia viene accarezzata dalle mani e dal tempo, per originare avvallamenti, punti di magma cromatico, calme piatte simili a rena modellata dal mare. Tornando à rebours verso l’operazione immaginativa e tornando, quindi, a scavare archeologicamente la tela, ci si imbatterebbe in una nuova e vera sorpresa. Se la parte superficiale rivela, infatti, il volto imitativo delle conseguenze dell’ossidazione dei metalli (…), la parte più profonda rivela allo spettatore l’elemento chiave della visione: la luce. (…) uno spazio dedicato ad un intimismo della visione, in cui ambiente, luce e spazio interiore si confrontano per dare vita ad una poetica sottrazione di peso alle situazioni dell’esistenza. “ E ancora: “ Un senso che affiora come di foglie marcite in acque stagnanti, appena velato dalla superficie torbida eppure perfettamente intelligibile. Se la materia cromatica mescolata alle malte e agli ossidi assume posizioni in cui il caso è solo uno dei protagonisti, esaminando l’opera di Patarini emerge una volontà rappresentativa che può essere considerata, in termini di profondità e purezza, alla stregua di una dottrina filosofica”.
L'inaugurazione sarà Sabato 15 febbraio 2014 alle ore 17.00
La mostra proseguirà fino al 28 febbraio 2014 con i seguenti orari: dal martedì al sabato dalle ore 15.00 alle ore 19.00; domenica dalle ore 11.00 alle ore 19.00.
Ingresso libero
Nota critica di presentazione.
Le stratificazioni di De Francesco e Patarini sono simili ma diverse al tempo stesso: stratificazioni di gesti e di colore quelle di De Francesco, di materiali e reminiscenze culturali quelle di Patarini.
Scrive di Raffaele De Francesco lo stesso Patarini: “Ponendosi consapevolmente e criticamente sulla scia della Pittura Informale storica, con una particolare attenzione alla declinazione americana dell’Action Painting, Raffaele De Francesco costruisce le sue opere con un’esuberanza di colore e di gesto che non sconfina mai nell’eccesso e nel disequilibrio, ma al contrario va alla ricerca di un’armonia complessa fatta di pesi e contrappesi: un’armonia in ultima analisi “classicheggiante”. La forza esplosiva, moderna e dirompente viene temperata e bilanciata da una sorta di innato aureo equilibrio di antica ascendenza greca. Tale dialettica tra espressione diretta dell’emozione e controllo razionale emerge in maniera ancora più evidente nelle ultime opere, incardinandosi in un’altra dialettica che dipende in parte dagli strumenti utilizzati: ovvero la dialettica tra il mettere e il levare. Nella stratificazione del colore infatti l’uso della spatola o di altri strumenti come i rulli consente di mettere e togliere al tempo stesso: mentre si aggiunge un nuovo strato di colore se ne strappa via una parte di quello sottostante, mostrando come in una radiografia i diversi strati che si sovrappongono”.
Scrive Michele Govoni della pittura di Virgilio Patarini: “ Aspetti della realtà, istanti, epifanie (…), proiezioni mentali di fenomeni naturali, vengono plasmati nella materia e lì fissati. La materia viene accarezzata dalle mani e dal tempo, per originare avvallamenti, punti di magma cromatico, calme piatte simili a rena modellata dal mare. Tornando à rebours verso l’operazione immaginativa e tornando, quindi, a scavare archeologicamente la tela, ci si imbatterebbe in una nuova e vera sorpresa. Se la parte superficiale rivela, infatti, il volto imitativo delle conseguenze dell’ossidazione dei metalli (…), la parte più profonda rivela allo spettatore l’elemento chiave della visione: la luce. (…) uno spazio dedicato ad un intimismo della visione, in cui ambiente, luce e spazio interiore si confrontano per dare vita ad una poetica sottrazione di peso alle situazioni dell’esistenza. “ E ancora: “ Un senso che affiora come di foglie marcite in acque stagnanti, appena velato dalla superficie torbida eppure perfettamente intelligibile. Se la materia cromatica mescolata alle malte e agli ossidi assume posizioni in cui il caso è solo uno dei protagonisti, esaminando l’opera di Patarini emerge una volontà rappresentativa che può essere considerata, in termini di profondità e purezza, alla stregua di una dottrina filosofica”.
15
febbraio 2014
Stratificazioni
Dal 15 al 28 febbraio 2014
arte contemporanea
Location
VI.P. GALLERY MILANO
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15-19, domenica ore 11-19
Vernissage
15 Febbraio 2014, ore 17.00
Autore
Curatore