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Leonardo Pappone – Flash city 2.0
L’esposizione sviluppa e focalizza gli esiti più recenti della ricerca dell’artista sugli aspetti urban and underground
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In concomitanza con l’apertura di ArteFiera, edizione 2014 prevista dal 24 al 27 gennaio, dopo l’ultimo successo ottenuto nella Capitale, dall’artista Leonardo PAPPONE (Leopapp), con la mostra tenuta nell’ambito della manifestazione “Molise un’altra Storia” promossa dall’Associazione Forche Caudine (storico circolo dei molisani a Roma), evento che ha goduto del patrocinio di Expo 2015, approda nel capoluogo emiliano la painting exhibition : “Flash city 2.0” . La mostra “Flash city 2.0”è l’occasione per il pubblico bolognese di incontrare l’arte di Leonardo Pappone. L’esposizione, sviluppa e focalizza gli esiti più recenti della sua costante ricerca sugli aspetti urban and underground delle grandi metropoli.
Vernissage: venerdì 24 gennaio 2014 con inizio dalle ore 19,00, alla presenza dell’artista in una location volutamente non convenzionale, per rendere l’esposizione maggiormente fruibile e socializzante, in un luogo pulsante di arte e creatività qual’ è il Caffè degli Artisti, Via Castiglione, 47/2a - Bologna.
Durante l’evento sarà possibile degustare prodotti dolciari offerti dalla ditta “DOLCEAMARO-CONFETTI
PAPA” di Monteroduni (IS) ed assaporare il vino d’eccellenza della azienda vinicola “ TERRESACRE” di Montenero di Bisaccia (CB)
L’allestimento sarà visitabile tutti i giorni (escluso la Domenica ), sino al 28 febbraio 2014.
“Flash City 2.0 ”
Presenta inedite visioni di paesaggi urbani reali o progettati , prospettive, angolazioni, squarci
di città, agglomerati moderni e sperimentazioni astratte. Il percorso, a tema socio-politico,
evidenzia le fasi dell’antropizzazione quale processo di colonizzazione del territorio, si colgono in modo massiccio le alterazioni dei rapporti di equilibrio naturali generati dalla attività umana.
Si percepiscono le contraddizioni e gli squilibri in atto ed i maggiori rischi a cui è esposto il
pianeta terra: sovraffollamento, sfruttamento ed esaurimento delle risorse naturali, inquinamento,
globalizzazione, catastrofici scenari da potenziali conflitti atomici. Sono fattori questi che, nella sensibilità artistica, annichiliscono l’aspetto umano che, anonimamente, resta relegato fuori dalla rappresentazione delle stesse opere. L’uomo, l’autore, restano così “fuori” dallo spazio dimensionato per consentire “un fermo immagine" “un flash” sulle frame della vita sempre in movimento.
Della precedente rassegna “Flash City”, tenuta nel mese di novembre 2013, nella Capitale, ha scritto il direttore artistico di NWart Roma, l’architetto
Antonietta Campilongo :
“Leonardo Pappone sceglie il mezzo informale per lavorare sul colore e sul significato che
esso assume nel momento stesso in cui viene utilizzato. La materia pittorica serve a comporre
forme e segni, grazie al continuo processo di sovrapposizioni e sconnessioni. La superficie
della tela consente continue sperimentazioni volte ad individuare dimensioni diverse dalla presente, quasi appartenessero al mondo interiore, caratterizzate da spazi, oggetti e luoghi, in cui i pieni e i vuoti, il dentro e il fuori, si misurano e si rimandano reciprocamente. Attraverso un gioco di frammentazioni, di sovrapposizioni di forme e colori, Leonardo Pappone ci parla del
continuo evolvere dei pensieri e delle esperienze umane.
La non figurazione è il mezzo che Leonardo Pappone predilige per meglio rendere gli aspetti di
interiorità, per descrivere agevolmente, senza tante distrazioni, l'aggrovigliarsi dei concetti, dei pensieri. Tuttavia non c'è un distacco completo dalla realtà; la forza degli accenti cromatici e l'incisività del segno acquistano spesso una parvenza figurativa che innescano nello spettatore un senso di inspiegabile attrazione e di dejà vu. Colore, dunque, ma anche dinamismo. Tutte le sue tele sono pervase da un dinamismo accentuato che trasmette movimento, ma anche una
certa ansia, frenesia, forse quella corsa continua in cui più o meno tutti gli ‘abitanti’ della città
contemporanea sono immersi. Uno specchio a mio avviso molto fedele del nostro ‘oggi urbano’,
uno sguardo lucido ma allo stesso tempo non pessimista. L’artista sbalza la visuale oggettiva dalle angolature di una impressione veloce di linee cromatiche, di forme e tracciati. Impressione, che però è la vera protagonista dello spazio, il vero fulcro di interesse per la ricerca e la sperimentazione creativa. L’artista non li rappresenta in modo realistico, ma attraverso un’interpretazione soggettiva, che richiama immagini mnemoniche e sintetiche di tutte quelle cementificazioni anonime e scomposte che continuano ad essere realizzate, con un processo progettuale generico ed indifferente, ai margini del caos metropolitano.”
Antonio Petrilli ha scritto :
“ Nel vedere per la prima volta i lavori di Leonardo Pappone in mostra mi è apparsa subito
evidente la capacità di usare con sapienza il colore attraverso una geometria che spesso sfocia
nell'astrattismo. La mia attenzione si è soffermata particolarmente su una serie di lavori che rappresentano paesaggi urbani consistenti in gruppi di palazzi o grattacieli scomposti in moduli che ne accentuano la matrice geometrica. Si tratta di tecniche miste dai colori tenui (sembrano quasi visioni oniriche o vagamente nebbiose) che hanno sicuramente in sé germi di sviluppi futuri di notevole interesse. Qualche critico ha voluto vedervi una specie di allarme sociale e ambientale sottolineando l'assoluta assenza di vita in essi. Io potrei azzardare l'ipotesi che in essi la vita sia solo nascosta e che stia a noi immaginarla. D'altronde l'arte è viva se fa nascere interpretazioni diverse nei vari fruitori“.
Il Prof. Lorenzo Canova , storico d’arte e critico d’arte, ha scritto:
“Nei suoi quadri Leopapp cerca la densità della materia cromatica, la vibrazione delle stesure,
l’intensità sintetica della pennellata per restituire la pulsazione vitale della città , il fermento della metropoli elettrica rinnovato nell’intreccio degli azzurri e nella seriale scansione delle geometrie e delle architetture sovrapposte nello spazio”.
PROFILO DI UN ARTISTA
Leonardo PAPPONE, in arte “LEOPAPP”
Nato nel 1958 a Montefalcone di Val Fortore (BN), da oltre un decennio vive nel Molise a Campobasso. Avvocato, pubblicista, approccia giovanissimo con la pittura in modo del tutto istintivo, spontaneo, da autodidatta, partecipando a mostre estemporanee e concorsi nei quali riscuote consensi significativi.
Nella vita reale svolge una professione distante dai concetti artistici e forse questa sorta di “assenza” o estraneità dalla vita pittorica non aiuta inizialmente il suo estro che, tuttavia, come fuoco sotto la cenere, resiste a tanti anni di oblio; la passione per l'arte, pertanto, come un magma incandescente sotterraneo, scava cunicoli ed infine riaffiora con forza eruttiva, spingendolo, dopo oltre trent'anni, a ritrovarsi pittore per caso, quasi con funzione terapeutica, alla continua ricerca del piacere espressivo. La
pittura è il suo personalissimo modo di esprimere la propria personalità e di dialogare con gli altri. Usa i colori acrilici densamente, unitamente ad altre misture, come mezzo,
propaggine espressiva di stati d’animo, di immagini interiori, rappresentazioni fantastiche,
ricostruzioni cromatiche e plastiche allo stesso modo.
Dalla fantasia creativa giunge all’immaginazione direttamente, senza archetipi prefissati, nel tentativo di riempire ogni spazio vuoto, ogni dimensione con colori e forme semplici, quasi primitive. Nei suoi viaggi pittorici si colgono i segni di pianeti, immagini, frammenti di meteoriti e tutto è espressione del bisogno di superare la divisione tra corporeo e psichico, tra realtà ed immaginazione.
Intinge, mescola colori, cerca simboli, nella immensa conca tumultuosa e irrefrenabile che
è questo mistero chiamato “vita”.
Con le sue opere astratte, in un gioco di nascondere per svelare, rende visibile l’invisibile. Lascia che sia il visitatore con la sua immaginazione a scoprire il lato celato ed a trovare i segreti che si annidano in ogni suo lavoro. La sua pittura tende ad illuminare attraverso varie marcature cromatiche oppure mediante le luci notturne, i soggetti o le pulsioni profonde che agitano in generale la vita e non solo quella dell’artista.
Quella di “LeoPapp”, solo apparentemente informale, è un’ arte dotata di una grande carica comunicativa sul mondo contemporaneo. E’ un intriso di modernismo metropolitano, una specie di “street art” e di astrattismo a tratti surreale, con varie sorgenti d’ispirazione che richiamano espressioni di graffitismo, writer urbani, murales, ma anche rituali sciamanici, simbologie e figure preistoriche di notevole impatto emotivo.
Vernissage: venerdì 24 gennaio 2014 con inizio dalle ore 19,00, alla presenza dell’artista in una location volutamente non convenzionale, per rendere l’esposizione maggiormente fruibile e socializzante, in un luogo pulsante di arte e creatività qual’ è il Caffè degli Artisti, Via Castiglione, 47/2a - Bologna.
Durante l’evento sarà possibile degustare prodotti dolciari offerti dalla ditta “DOLCEAMARO-CONFETTI
PAPA” di Monteroduni (IS) ed assaporare il vino d’eccellenza della azienda vinicola “ TERRESACRE” di Montenero di Bisaccia (CB)
L’allestimento sarà visitabile tutti i giorni (escluso la Domenica ), sino al 28 febbraio 2014.
“Flash City 2.0 ”
Presenta inedite visioni di paesaggi urbani reali o progettati , prospettive, angolazioni, squarci
di città, agglomerati moderni e sperimentazioni astratte. Il percorso, a tema socio-politico,
evidenzia le fasi dell’antropizzazione quale processo di colonizzazione del territorio, si colgono in modo massiccio le alterazioni dei rapporti di equilibrio naturali generati dalla attività umana.
Si percepiscono le contraddizioni e gli squilibri in atto ed i maggiori rischi a cui è esposto il
pianeta terra: sovraffollamento, sfruttamento ed esaurimento delle risorse naturali, inquinamento,
globalizzazione, catastrofici scenari da potenziali conflitti atomici. Sono fattori questi che, nella sensibilità artistica, annichiliscono l’aspetto umano che, anonimamente, resta relegato fuori dalla rappresentazione delle stesse opere. L’uomo, l’autore, restano così “fuori” dallo spazio dimensionato per consentire “un fermo immagine" “un flash” sulle frame della vita sempre in movimento.
Della precedente rassegna “Flash City”, tenuta nel mese di novembre 2013, nella Capitale, ha scritto il direttore artistico di NWart Roma, l’architetto
Antonietta Campilongo :
“Leonardo Pappone sceglie il mezzo informale per lavorare sul colore e sul significato che
esso assume nel momento stesso in cui viene utilizzato. La materia pittorica serve a comporre
forme e segni, grazie al continuo processo di sovrapposizioni e sconnessioni. La superficie
della tela consente continue sperimentazioni volte ad individuare dimensioni diverse dalla presente, quasi appartenessero al mondo interiore, caratterizzate da spazi, oggetti e luoghi, in cui i pieni e i vuoti, il dentro e il fuori, si misurano e si rimandano reciprocamente. Attraverso un gioco di frammentazioni, di sovrapposizioni di forme e colori, Leonardo Pappone ci parla del
continuo evolvere dei pensieri e delle esperienze umane.
La non figurazione è il mezzo che Leonardo Pappone predilige per meglio rendere gli aspetti di
interiorità, per descrivere agevolmente, senza tante distrazioni, l'aggrovigliarsi dei concetti, dei pensieri. Tuttavia non c'è un distacco completo dalla realtà; la forza degli accenti cromatici e l'incisività del segno acquistano spesso una parvenza figurativa che innescano nello spettatore un senso di inspiegabile attrazione e di dejà vu. Colore, dunque, ma anche dinamismo. Tutte le sue tele sono pervase da un dinamismo accentuato che trasmette movimento, ma anche una
certa ansia, frenesia, forse quella corsa continua in cui più o meno tutti gli ‘abitanti’ della città
contemporanea sono immersi. Uno specchio a mio avviso molto fedele del nostro ‘oggi urbano’,
uno sguardo lucido ma allo stesso tempo non pessimista. L’artista sbalza la visuale oggettiva dalle angolature di una impressione veloce di linee cromatiche, di forme e tracciati. Impressione, che però è la vera protagonista dello spazio, il vero fulcro di interesse per la ricerca e la sperimentazione creativa. L’artista non li rappresenta in modo realistico, ma attraverso un’interpretazione soggettiva, che richiama immagini mnemoniche e sintetiche di tutte quelle cementificazioni anonime e scomposte che continuano ad essere realizzate, con un processo progettuale generico ed indifferente, ai margini del caos metropolitano.”
Antonio Petrilli ha scritto :
“ Nel vedere per la prima volta i lavori di Leonardo Pappone in mostra mi è apparsa subito
evidente la capacità di usare con sapienza il colore attraverso una geometria che spesso sfocia
nell'astrattismo. La mia attenzione si è soffermata particolarmente su una serie di lavori che rappresentano paesaggi urbani consistenti in gruppi di palazzi o grattacieli scomposti in moduli che ne accentuano la matrice geometrica. Si tratta di tecniche miste dai colori tenui (sembrano quasi visioni oniriche o vagamente nebbiose) che hanno sicuramente in sé germi di sviluppi futuri di notevole interesse. Qualche critico ha voluto vedervi una specie di allarme sociale e ambientale sottolineando l'assoluta assenza di vita in essi. Io potrei azzardare l'ipotesi che in essi la vita sia solo nascosta e che stia a noi immaginarla. D'altronde l'arte è viva se fa nascere interpretazioni diverse nei vari fruitori“.
Il Prof. Lorenzo Canova , storico d’arte e critico d’arte, ha scritto:
“Nei suoi quadri Leopapp cerca la densità della materia cromatica, la vibrazione delle stesure,
l’intensità sintetica della pennellata per restituire la pulsazione vitale della città , il fermento della metropoli elettrica rinnovato nell’intreccio degli azzurri e nella seriale scansione delle geometrie e delle architetture sovrapposte nello spazio”.
PROFILO DI UN ARTISTA
Leonardo PAPPONE, in arte “LEOPAPP”
Nato nel 1958 a Montefalcone di Val Fortore (BN), da oltre un decennio vive nel Molise a Campobasso. Avvocato, pubblicista, approccia giovanissimo con la pittura in modo del tutto istintivo, spontaneo, da autodidatta, partecipando a mostre estemporanee e concorsi nei quali riscuote consensi significativi.
Nella vita reale svolge una professione distante dai concetti artistici e forse questa sorta di “assenza” o estraneità dalla vita pittorica non aiuta inizialmente il suo estro che, tuttavia, come fuoco sotto la cenere, resiste a tanti anni di oblio; la passione per l'arte, pertanto, come un magma incandescente sotterraneo, scava cunicoli ed infine riaffiora con forza eruttiva, spingendolo, dopo oltre trent'anni, a ritrovarsi pittore per caso, quasi con funzione terapeutica, alla continua ricerca del piacere espressivo. La
pittura è il suo personalissimo modo di esprimere la propria personalità e di dialogare con gli altri. Usa i colori acrilici densamente, unitamente ad altre misture, come mezzo,
propaggine espressiva di stati d’animo, di immagini interiori, rappresentazioni fantastiche,
ricostruzioni cromatiche e plastiche allo stesso modo.
Dalla fantasia creativa giunge all’immaginazione direttamente, senza archetipi prefissati, nel tentativo di riempire ogni spazio vuoto, ogni dimensione con colori e forme semplici, quasi primitive. Nei suoi viaggi pittorici si colgono i segni di pianeti, immagini, frammenti di meteoriti e tutto è espressione del bisogno di superare la divisione tra corporeo e psichico, tra realtà ed immaginazione.
Intinge, mescola colori, cerca simboli, nella immensa conca tumultuosa e irrefrenabile che
è questo mistero chiamato “vita”.
Con le sue opere astratte, in un gioco di nascondere per svelare, rende visibile l’invisibile. Lascia che sia il visitatore con la sua immaginazione a scoprire il lato celato ed a trovare i segreti che si annidano in ogni suo lavoro. La sua pittura tende ad illuminare attraverso varie marcature cromatiche oppure mediante le luci notturne, i soggetti o le pulsioni profonde che agitano in generale la vita e non solo quella dell’artista.
Quella di “LeoPapp”, solo apparentemente informale, è un’ arte dotata di una grande carica comunicativa sul mondo contemporaneo. E’ un intriso di modernismo metropolitano, una specie di “street art” e di astrattismo a tratti surreale, con varie sorgenti d’ispirazione che richiamano espressioni di graffitismo, writer urbani, murales, ma anche rituali sciamanici, simbologie e figure preistoriche di notevole impatto emotivo.
24
gennaio 2014
Leonardo Pappone – Flash city 2.0
Dal 24 gennaio al 28 febbraio 2014
arte contemporanea
Location
CAFFE’ DEGLI ARTISTI
Bologna, Via Castiglione, 47/2, (Bologna)
Bologna, Via Castiglione, 47/2, (Bologna)
Orario di apertura
lunedì-sabato ore 7/21 (Domenica chiuso)
Vernissage
24 Gennaio 2014, ore 19
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