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Gino Cosentino – Affinità – sculture e dipinti
la mostra presenta una scelta di opere di Gino Cosentino (1916 – 2005), allievo di Arturo Martini, che tratta i temi della affinità, della germinazione, della maternità, del rapporto cultura-natura.
Comunicato stampa
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La natura è letta da Cosentino come evoluzione di armonie, come ricerca di affinità osservate attraverso un processo
creativo dichiarato. La sua evoluzione plastica diventa nel tempo un suggerimento raffigurato ed evocativo, che sempre più
spesso è esigenza di ritorno ad un’armonia condivisibile quella che attorno gli pare vada perdendosi. I volumi tendono ad
essere più semplicemente individuabili, a definire i lati di rapporti che a volte si configurano come amorevoli e generosi, altre
volte come generati da una natura matrigna e angosciosa. Cosentino individua e comunica così diversi stati d’animo
riconoscibili che la mostra rappresenta in una scelta di opere tra sculture, disegni, dipinti e gessi.
L ’Antico Oratorio della Passione di Sant’Ambrogio’, costruito nel 1477 insieme all’annesso chiostro decorato con affreschi di
Bernardino Luini, prende il nome dalla Confraternita di Santa Maria della Passione qui un tempo accolta. Requisito nel ‘700
fu poi adibito a vari usi e dal 2000 ospita mostre d’arte. E’ questa la cornice nella quale la Galleria Blanchaert
presenta ed espone, a cura di Paola Garbuglio, alcune opere di Gino Cosentino, allievo di Arturo Martini, in un luogo non
lontano dal suo primo studio milanese di via Olona. …“ La scuola di Arturo Martini ha lasciato in Cosentino segni indelebili
ma se in Martini la crisi della scultura era la crisi del monumentale, in Cosentino la crisi attuale della scultura è la crisi
dell’intellettualismo e il ritorno alla forgiatura, quasi artigianale, dei “pezzi unici”, gesto forse di sfida alla macchina
prepotente che invade i nostri orizzonti.’…1
La Fondazione Gino ed Isabella Cosentino patrocina questa mostra a Milano, dopo la chiusura dello studio milanese di
via Watt alla Barona, nella convinzione dell’importanza di promuovere: iniziative di dibattito attorno alle opere del Maestro
nel contesto storico che le ha generate; di conoscenza delle molte opere realizzate e delle tante diffuse in luoghi pubblici.
Cosentino pensa in gesso, disegna e assembla materiali diversi: pietra, marmi, terracotta, produce bronzi e multipli, piccoli
gioielli, recupera e trasforma. Con gli architetti sperimenta effetti e risultati diversi su edifici, in graffiature e sporgenze, con
loro collabora a definire facciate, recinti scultorei, marcapiani in cemento. Fa partecipare l’esterno con l’interno attorno ad un
percorso, come nella via Crucis di Baranzate di Bollate, o anche definisce e caratterizza elementi costruttivi e cinte murarie;
interseca e accompagna le cornici al dipinto, a volte intagliandole come fossero bassorilievi.
Riflette nelle sue opere corrispondenze tra i sentimenti umani e la natura, tra i sentimenti umani e il paesaggio come
un’inquietudine, come un indizio di qualche cosa che c’è ma non ha spiegazioni. Mette generosamente a disposizione dei
suoi allievi le proprie conoscenze lasciando loro la massima libertà d’espressione - interviene, evoca, suggerisce - non
impone un modo di vedere, lascia trovare a ciascuno la propria armonia.
Nel 2011 al Museo del Paesaggio di Pallanza (VB) si sono esposte alcune opere della Fondazione Gino e Isabella
Cosentino in un percorso, valutato da esperti dell’ Associazione Amici del Libro Parlato per i Ciechi d’Italia del Lions Club di
Verbania, come iniziativa tesa ad illustrare nuove situazioni d’apprendimento in un itinerario scultoreo, attivamente nuovo, di
contatto tattile tra i ragazzi e le opere per emozionare e far scoprire che “toccare è guardare” come “guardare è toccare”.
(Adele Bugatti)
creativo dichiarato. La sua evoluzione plastica diventa nel tempo un suggerimento raffigurato ed evocativo, che sempre più
spesso è esigenza di ritorno ad un’armonia condivisibile quella che attorno gli pare vada perdendosi. I volumi tendono ad
essere più semplicemente individuabili, a definire i lati di rapporti che a volte si configurano come amorevoli e generosi, altre
volte come generati da una natura matrigna e angosciosa. Cosentino individua e comunica così diversi stati d’animo
riconoscibili che la mostra rappresenta in una scelta di opere tra sculture, disegni, dipinti e gessi.
L ’Antico Oratorio della Passione di Sant’Ambrogio’, costruito nel 1477 insieme all’annesso chiostro decorato con affreschi di
Bernardino Luini, prende il nome dalla Confraternita di Santa Maria della Passione qui un tempo accolta. Requisito nel ‘700
fu poi adibito a vari usi e dal 2000 ospita mostre d’arte. E’ questa la cornice nella quale la Galleria Blanchaert
presenta ed espone, a cura di Paola Garbuglio, alcune opere di Gino Cosentino, allievo di Arturo Martini, in un luogo non
lontano dal suo primo studio milanese di via Olona. …“ La scuola di Arturo Martini ha lasciato in Cosentino segni indelebili
ma se in Martini la crisi della scultura era la crisi del monumentale, in Cosentino la crisi attuale della scultura è la crisi
dell’intellettualismo e il ritorno alla forgiatura, quasi artigianale, dei “pezzi unici”, gesto forse di sfida alla macchina
prepotente che invade i nostri orizzonti.’…1
La Fondazione Gino ed Isabella Cosentino patrocina questa mostra a Milano, dopo la chiusura dello studio milanese di
via Watt alla Barona, nella convinzione dell’importanza di promuovere: iniziative di dibattito attorno alle opere del Maestro
nel contesto storico che le ha generate; di conoscenza delle molte opere realizzate e delle tante diffuse in luoghi pubblici.
Cosentino pensa in gesso, disegna e assembla materiali diversi: pietra, marmi, terracotta, produce bronzi e multipli, piccoli
gioielli, recupera e trasforma. Con gli architetti sperimenta effetti e risultati diversi su edifici, in graffiature e sporgenze, con
loro collabora a definire facciate, recinti scultorei, marcapiani in cemento. Fa partecipare l’esterno con l’interno attorno ad un
percorso, come nella via Crucis di Baranzate di Bollate, o anche definisce e caratterizza elementi costruttivi e cinte murarie;
interseca e accompagna le cornici al dipinto, a volte intagliandole come fossero bassorilievi.
Riflette nelle sue opere corrispondenze tra i sentimenti umani e la natura, tra i sentimenti umani e il paesaggio come
un’inquietudine, come un indizio di qualche cosa che c’è ma non ha spiegazioni. Mette generosamente a disposizione dei
suoi allievi le proprie conoscenze lasciando loro la massima libertà d’espressione - interviene, evoca, suggerisce - non
impone un modo di vedere, lascia trovare a ciascuno la propria armonia.
Nel 2011 al Museo del Paesaggio di Pallanza (VB) si sono esposte alcune opere della Fondazione Gino e Isabella
Cosentino in un percorso, valutato da esperti dell’ Associazione Amici del Libro Parlato per i Ciechi d’Italia del Lions Club di
Verbania, come iniziativa tesa ad illustrare nuove situazioni d’apprendimento in un itinerario scultoreo, attivamente nuovo, di
contatto tattile tra i ragazzi e le opere per emozionare e far scoprire che “toccare è guardare” come “guardare è toccare”.
(Adele Bugatti)
14
gennaio 2014
Gino Cosentino – Affinità – sculture e dipinti
Dal 14 al 19 gennaio 2014
arte contemporanea
Location
EX ORATORIO DELLA CONFRATERNITA DELLA PASSIONE – BASILICA DI SANT’AMBROGIO
Milano, Piazza Sant'ambrogio, (Milano)
Milano, Piazza Sant'ambrogio, (Milano)
Orario di apertura
mercoledì - domenica 12,00- 19,00
Vernissage
14 Gennaio 2014, h 18-21.30
Autore
Curatore