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Carlo Catuogno – Il gesto della Pittura
L’esposizione propone una selezionata scelta di opere quasi in forma di antologica: si tratta di dipinti e di ceramiche che datano dai primi anni Ottanta fino a quelli recenti. Un arco di tempo che conferma, nella quarantennale esperienza dell’artista salernitano, la piena adesione ad una pittura connotata da grande forza espressiva per la quale egli fa leva sulla valenza del gesto e del colore.
Comunicato stampa
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Sabato 11 gennaio alle ore 18,00, presso il Complesso Monumentale di Santa Maria del Rifugio a Cava de’ Tirreni(SA) sarà inaugurata la mostra CARLO CATUOGNO. Il Gesto Della Pittura.
Promossa dal Comune di Cava de’ Tirreni, essa si iscrive nel programma di iniziative proposto dalla città metelliana nel calendario delle iniziative culturali. «È un evento importante che la nostra Amministrazione – nota il Sindaco Marco Galdi – ha deciso di accogliere e sostenere come dono offerto a tutta la città. Una personale questa del Maestro Catuogno di ampio impatto artistico e comunicativo, grazie anche alla fama del nostro concittadino, che di recente ha esposto a Siena e Ferrara e, sicuramente, richiamerà a Santa Maria del Rifugio appassionati da tutta la Regione».
L’esposizione propone una selezionata scelta di opere quasi in forma di antologica: si tratta di dipinti e di ceramiche che datano dai primi anni Ottanta fino a quelli recenti. Un arco di tempo che conferma, nella quarantennale esperienza dell’artista salernitano, la piena adesione ad una pittura connotata da grande forza espressiva per la quale egli fa leva sulla valenza del gesto e del colore.
Ad affiancare il catalogo monografico pubblicato per la retrospettiva tenuta nella scorsa primavera presso il FRAC-Museo Fondo Regionale di Baronissi, è una brochure realizzata per l’occasione nella quale Maria Olmina D’Arienzo, Dirigente scolastico del Liceo Scientifico “A. Genoino” di Cava, scrive che quella di Catuogno è un’«Arte in tensione continua, oscillante tra dimensione contingente e trascendente, che tenta di conciliare gli opposti, di mettere ordine nel caos primigenio, di trovare soluzione, o almeno tregua, al male di vivere e allo smarrimento della ragione. L’artista, quale mitico demiurgo, “mette il colore e poi scava l’immagine”, plasma e modella, si cimenta in una lotta titanica con il suo Es, si sfida, si macera dentro, fino a farsi male, soffre provando una sorta di voluttà nel dolore, avverte un piacere inebriante, ma non riesce a smorzare l’inquietudine dei sensi e resta intriso di malinconia. Arte tragica a drammatica insieme perché, pur scaturendo da un dissidio, da una dicotomia, si libra a tentare la sintesi tra l’equilibrio della téchne, elemento apollineo, e il pathos dionisiaco (la potenza sconvolgente della passione), ma è anche costretta ad ammettere che “l’istinto è più veloce della ragione”». È una scelta di poetica che trova peraltro una sua marcata attualità nei lavori realizzati a partire dal Duemila: «Si tratta di dipinti – rileva Ada Patrizia Fiorillo, docente di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Ateneo di Ferrara –, nei quali l’artista pur mantenendo intatto il caratteristico levitare dell’immagine in forma di nucleo centrale, sembra essere approdato ad un nuovo stadio del proprio processo creativo. È ancora la materia alchemica, scaturita dalla carica di una pressione libera entro lo spazio chiuso della superficie, a dare vita a queste pagine pittoriche. Una materia riguadagnata alla superficie e vieppiù liberatasi in aeree composizioni che trovano un felice rapporto dialettico con le prove ceramiche, entrambe partecipi di una misura espressiva che affida alla valenza del gesto, sia esso materia, grumo, colore, segno, l’evidenza di un racconto che è sempre parte di un vissuto interiore».
La mostra resterà aperta fino all’11 febbraio.
Accompagna la mostra il catalogo monografico Carlo Catuogno. Il gesto della pittura pubblicato nel 2013 per i tipi della Gutenberg Edizioni nella collana del Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi. Il volume realizzato per la cura di Annamaria Restieri, si avvale degli scritti di Massimo Bignardi e Ada Patrizia Fiorillo ed è completato da una ricca antologia della critica, dagli apparati biografici e bibliografici e da un ampio corredo illustrativo a colori e in bianco e nero.
Carlo Catuogno (Cava de’ Tirreni 1953). Dopo aver conseguito la maturità di arte applicata, frequenta la facoltà di Architettura di Napoli, poi l’Accademia di Belle Arti di Frosinone ove si diploma in Pittura. Risalgono ai primi anni Settanta le sue esperienze orientate alla sperimentazione di più materiali tra i quali il legno che, nell’evidente centralità di assunzione, ne verifica il legame ai dettami di un certo oggettualismo povero. Un tracciato questo che sarà ben presto abbandonato dall’artista per un più deciso sconfinamento nell’ambito del pittorico. Comincia tra il 1974 e il 1975 l’attenzione al colore e alla materia esaltati in un linguaggio che va declinando verso un codice astratto, sebbene ancora intrecciato alla presenza di una germinativa e velata figurazione. In sostanza il suo contatto con la materia, pur introdotto da quella prima fase di sperimentazioni, non è ancora definito all’infuori di un significato alchemico, tanto che i lavori realizzati nella seconda metà del decennio Settanta, si caratterizzano ancora per una sorta di ambiguità sospesa tra figurazione e astrazione. È col sorgere del decennio Ottanta che l’indagine condotta dall’artista approda ai modi di una completa astrazione, per la quale materia e colore assumono ora la valenza di tracce esistenziali. Dal 1982 è presente a varie edizioni dell’Expo-Arte di Bari e partecipa alle esposizioni “Opera Omnia” (1984), “La tradizione in rivolta” (1985), “Emozionalità del quotidiano” ed è invitato al Premio Michetti (1986). Nel 1987 tiene una personale alla Pinacoteca Comunale di Macerata; nel 1988 è invitato alla rassegna “Direzione Sud-Est”, Museo di Capua (Napoli) mentre del 1989 è quello alla XXXIV Mostra d’arte contemporanea di Termoli. Nello stesso anno tiene la personale alla Galleria Nuovo Aleph di Milano. Negli anni Novanta la sua attenzione per la materia si concentra verso l’enucleazione di pagine dense di colore e di spessore: nel 1991 partecipa alla mostra “The Modernity of Lyrism” tenutasi alla Gummesons Konstgalleri di Stoccolma e poi Joensuu’s Art Museum (Finlandia); nel 1994 tiene una personale alla Basilica di Montesanto di Roma. Nel corso dei primi anni Novanta si fa insistente l’attenzione e lo studio della pratica ceramica; dapprima con lo sguardo alla decorazione, poi insistendo sulla forma: è quanto testimoniano le opere ceramiche che espone in occasione della grande mostra “Artinceramica” allestita alle Scuderie del Palazzo Reale di Napoli nel 1997, in “Arie mediterranee” si terrà nella primavera del 1998 al Medelhavsmuseet di Stoccolma. Nel 2000 realizza, in argilla refrattaria, parte della pavimentazione del sottopasso di piazza Vittorio Veneto di Vietri sul Mare: interesse per l’urbano che più tardi, nel 2001, registrerà la realizzazione della scultura in acciaio Battito d’ali, una installazione site specific per l’antico Ponte di S. Francesco a Cava de’ Tirreni. Nel 2002 la Galleria comunale di Velletri (Roma) ospita una mostra personale, inoltre è presente a “Fermo immagine, cinema e ceramica 2005”, rassegna allestita nella Chiesa di Sant’Apollonia di Salerno, nonché a “Collezione permanente/1. Per una situazione salernitana”, promossa ed ospitata dal Museo-FRAC di Baronissi che acquisisce per la collezione un dipinto degli anni Ottanta. Nel 2007 partecipa alla mostra "Percorsi Inversi" e alla mostra "Scatti Ceramici". Nel 2009 partecipa alla mostra "Viaggio dell'Anima", omaggio ad Alfonso Gatto, Palazzo Genovese, Salerno, e alla mostra "Ritorno al Gran Tour", Abbazia Benedettina della SS. Trinità di Cava de' Tirreni, (SA).
Nel 2010 è presente alla mostra "Ballate per l'Uomo", omaggio al poeta Edoardo Sanguineti tenutasi a Palazzo Genovese a Salerno; del 2011 un suo disegno degli anni Ottanta è presente a "Carte Contemporanee", una mostra che fa il punto sulla esperienze del disegno italiano dal 1943 agli anni Novanta, promossa dal Museo-FRAC di Baronissi; nel 2012 è invitato al "53° Premio Internazionale 2012 Bice Bugatti G. Segantini". Del 2013 la mostra antologica promossa ed allestita al Museo-Frac di Baronissi, poi al Museo Orto Botanico dell’Università di Siena e al Palazzo Turchi di Bagno dell’ Università di Ferrara.
Promossa dal Comune di Cava de’ Tirreni, essa si iscrive nel programma di iniziative proposto dalla città metelliana nel calendario delle iniziative culturali. «È un evento importante che la nostra Amministrazione – nota il Sindaco Marco Galdi – ha deciso di accogliere e sostenere come dono offerto a tutta la città. Una personale questa del Maestro Catuogno di ampio impatto artistico e comunicativo, grazie anche alla fama del nostro concittadino, che di recente ha esposto a Siena e Ferrara e, sicuramente, richiamerà a Santa Maria del Rifugio appassionati da tutta la Regione».
L’esposizione propone una selezionata scelta di opere quasi in forma di antologica: si tratta di dipinti e di ceramiche che datano dai primi anni Ottanta fino a quelli recenti. Un arco di tempo che conferma, nella quarantennale esperienza dell’artista salernitano, la piena adesione ad una pittura connotata da grande forza espressiva per la quale egli fa leva sulla valenza del gesto e del colore.
Ad affiancare il catalogo monografico pubblicato per la retrospettiva tenuta nella scorsa primavera presso il FRAC-Museo Fondo Regionale di Baronissi, è una brochure realizzata per l’occasione nella quale Maria Olmina D’Arienzo, Dirigente scolastico del Liceo Scientifico “A. Genoino” di Cava, scrive che quella di Catuogno è un’«Arte in tensione continua, oscillante tra dimensione contingente e trascendente, che tenta di conciliare gli opposti, di mettere ordine nel caos primigenio, di trovare soluzione, o almeno tregua, al male di vivere e allo smarrimento della ragione. L’artista, quale mitico demiurgo, “mette il colore e poi scava l’immagine”, plasma e modella, si cimenta in una lotta titanica con il suo Es, si sfida, si macera dentro, fino a farsi male, soffre provando una sorta di voluttà nel dolore, avverte un piacere inebriante, ma non riesce a smorzare l’inquietudine dei sensi e resta intriso di malinconia. Arte tragica a drammatica insieme perché, pur scaturendo da un dissidio, da una dicotomia, si libra a tentare la sintesi tra l’equilibrio della téchne, elemento apollineo, e il pathos dionisiaco (la potenza sconvolgente della passione), ma è anche costretta ad ammettere che “l’istinto è più veloce della ragione”». È una scelta di poetica che trova peraltro una sua marcata attualità nei lavori realizzati a partire dal Duemila: «Si tratta di dipinti – rileva Ada Patrizia Fiorillo, docente di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Ateneo di Ferrara –, nei quali l’artista pur mantenendo intatto il caratteristico levitare dell’immagine in forma di nucleo centrale, sembra essere approdato ad un nuovo stadio del proprio processo creativo. È ancora la materia alchemica, scaturita dalla carica di una pressione libera entro lo spazio chiuso della superficie, a dare vita a queste pagine pittoriche. Una materia riguadagnata alla superficie e vieppiù liberatasi in aeree composizioni che trovano un felice rapporto dialettico con le prove ceramiche, entrambe partecipi di una misura espressiva che affida alla valenza del gesto, sia esso materia, grumo, colore, segno, l’evidenza di un racconto che è sempre parte di un vissuto interiore».
La mostra resterà aperta fino all’11 febbraio.
Accompagna la mostra il catalogo monografico Carlo Catuogno. Il gesto della pittura pubblicato nel 2013 per i tipi della Gutenberg Edizioni nella collana del Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi. Il volume realizzato per la cura di Annamaria Restieri, si avvale degli scritti di Massimo Bignardi e Ada Patrizia Fiorillo ed è completato da una ricca antologia della critica, dagli apparati biografici e bibliografici e da un ampio corredo illustrativo a colori e in bianco e nero.
Carlo Catuogno (Cava de’ Tirreni 1953). Dopo aver conseguito la maturità di arte applicata, frequenta la facoltà di Architettura di Napoli, poi l’Accademia di Belle Arti di Frosinone ove si diploma in Pittura. Risalgono ai primi anni Settanta le sue esperienze orientate alla sperimentazione di più materiali tra i quali il legno che, nell’evidente centralità di assunzione, ne verifica il legame ai dettami di un certo oggettualismo povero. Un tracciato questo che sarà ben presto abbandonato dall’artista per un più deciso sconfinamento nell’ambito del pittorico. Comincia tra il 1974 e il 1975 l’attenzione al colore e alla materia esaltati in un linguaggio che va declinando verso un codice astratto, sebbene ancora intrecciato alla presenza di una germinativa e velata figurazione. In sostanza il suo contatto con la materia, pur introdotto da quella prima fase di sperimentazioni, non è ancora definito all’infuori di un significato alchemico, tanto che i lavori realizzati nella seconda metà del decennio Settanta, si caratterizzano ancora per una sorta di ambiguità sospesa tra figurazione e astrazione. È col sorgere del decennio Ottanta che l’indagine condotta dall’artista approda ai modi di una completa astrazione, per la quale materia e colore assumono ora la valenza di tracce esistenziali. Dal 1982 è presente a varie edizioni dell’Expo-Arte di Bari e partecipa alle esposizioni “Opera Omnia” (1984), “La tradizione in rivolta” (1985), “Emozionalità del quotidiano” ed è invitato al Premio Michetti (1986). Nel 1987 tiene una personale alla Pinacoteca Comunale di Macerata; nel 1988 è invitato alla rassegna “Direzione Sud-Est”, Museo di Capua (Napoli) mentre del 1989 è quello alla XXXIV Mostra d’arte contemporanea di Termoli. Nello stesso anno tiene la personale alla Galleria Nuovo Aleph di Milano. Negli anni Novanta la sua attenzione per la materia si concentra verso l’enucleazione di pagine dense di colore e di spessore: nel 1991 partecipa alla mostra “The Modernity of Lyrism” tenutasi alla Gummesons Konstgalleri di Stoccolma e poi Joensuu’s Art Museum (Finlandia); nel 1994 tiene una personale alla Basilica di Montesanto di Roma. Nel corso dei primi anni Novanta si fa insistente l’attenzione e lo studio della pratica ceramica; dapprima con lo sguardo alla decorazione, poi insistendo sulla forma: è quanto testimoniano le opere ceramiche che espone in occasione della grande mostra “Artinceramica” allestita alle Scuderie del Palazzo Reale di Napoli nel 1997, in “Arie mediterranee” si terrà nella primavera del 1998 al Medelhavsmuseet di Stoccolma. Nel 2000 realizza, in argilla refrattaria, parte della pavimentazione del sottopasso di piazza Vittorio Veneto di Vietri sul Mare: interesse per l’urbano che più tardi, nel 2001, registrerà la realizzazione della scultura in acciaio Battito d’ali, una installazione site specific per l’antico Ponte di S. Francesco a Cava de’ Tirreni. Nel 2002 la Galleria comunale di Velletri (Roma) ospita una mostra personale, inoltre è presente a “Fermo immagine, cinema e ceramica 2005”, rassegna allestita nella Chiesa di Sant’Apollonia di Salerno, nonché a “Collezione permanente/1. Per una situazione salernitana”, promossa ed ospitata dal Museo-FRAC di Baronissi che acquisisce per la collezione un dipinto degli anni Ottanta. Nel 2007 partecipa alla mostra "Percorsi Inversi" e alla mostra "Scatti Ceramici". Nel 2009 partecipa alla mostra "Viaggio dell'Anima", omaggio ad Alfonso Gatto, Palazzo Genovese, Salerno, e alla mostra "Ritorno al Gran Tour", Abbazia Benedettina della SS. Trinità di Cava de' Tirreni, (SA).
Nel 2010 è presente alla mostra "Ballate per l'Uomo", omaggio al poeta Edoardo Sanguineti tenutasi a Palazzo Genovese a Salerno; del 2011 un suo disegno degli anni Ottanta è presente a "Carte Contemporanee", una mostra che fa il punto sulla esperienze del disegno italiano dal 1943 agli anni Novanta, promossa dal Museo-FRAC di Baronissi; nel 2012 è invitato al "53° Premio Internazionale 2012 Bice Bugatti G. Segantini". Del 2013 la mostra antologica promossa ed allestita al Museo-Frac di Baronissi, poi al Museo Orto Botanico dell’Università di Siena e al Palazzo Turchi di Bagno dell’ Università di Ferrara.
11
gennaio 2014
Carlo Catuogno – Il gesto della Pittura
Dall'undici gennaio all'undici febbraio 2014
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE COMUNALE – EX CONVENTO SANTA MARIA AL RIFUGIO
Cava De' Tirreni, Piazza San Francesco, (Salerno)
Cava De' Tirreni, Piazza San Francesco, (Salerno)
Orario di apertura
martedì - sabato ore 17.00/20.00 - domenica ore 10.00/13.00- 17.00/ 20.00 lunedì: chiuso
Vernissage
11 Gennaio 2014, ore 18,00
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