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Beppe Labianca – Lo zerbino Labianca
Beppe Labianca si presenta in una mostra che non è il risultato di un processo ma un luogo di produzione. Operazione complessa nelle sale della CoArt gallery , tra messa in scena della condizione umana e voluta provocazione: l’artista è da utilizzare come uno zerbino.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 14 dicembre alle ore 19:30, presso le sale della CoArt Gallery di Corato, Vico S.Francesco 4/6 (P.zza Di Vagno), prende avvio la mostra personale dell’ artista Beppe Labianca a cura di Alexander Larrarte e con un intervento di Raffaele Nigro, visitabile fino a domenica 26 gennaio 2014.
“L'essenza del teatro è costituita da un incontro. L'individuo che compie un atto di auto-penetrazione, stabilisce in qualche modo un contatto con se stesso. [...] Il teatro è anche un incontro fra gente creativa”
Jerzy Grotowski
La ruggine è il segno tangibile del tempo che scorre su attori immobili, recitano una scena muta, il corpo non fa resistenza ed è materiale dell’atto psichico.
Beppe Labianca si presenta in una mostra che non è il risultato di un processo ma un luogo di produzione. Operazione complessa nelle sale della CoArt gallery , tra messa in scena della condizione umana e voluta provocazione: l’artista è da utilizzare come uno zerbino.
Sagome in ferro, elemento caratteristico di un certo lavoro degli ultimi cinque anni, realizzate con la logica del pittore, strutturano un luogo della coabitazione, in un teatro che non è solo carnale ma molto più spirituale, psichico.
Le sagome, racchiuse in una propria condizione di solitudine, rapite da sensazioni imprecise ma violente, non dialogano tra loro, non guardano ma fissano e tengono gli occhi sulla scena che verrà a crearsi e si completerà con la presenza dell’osservatore.
La proiezione di un mare calmo delinea la ricerca, il desiderio di un equilibrio smarrito, quasi a cessare un disagio esistenziale nella consapevolezza dell’essere.
Alexander Larrarte.
Il pittore è diventato uno zerbino, l’arte è meno di una pezza da piedi e Labianca non lancia nessun grido, si sdraia sul pavimento e fa in modo che gli osservatori non lo cerchino sulle pareti o sul soffitto, ma sotto le scarpe e magari si spaventino all’improvviso per aver calpestato un’idea, un colpo d’ala della mente.
Caro osservatore quello che ti troverai tra i piedi cos’è, un’istallazione? un quadro? una scultura?. Tutto insieme, diciamo una provocazione muta e gettata da qualche parte dalle mani di una domestica, da qualche parte in un mondo dove le cose che contano non vengono più dalla creatività ma dal denaro e dai mezzi di comunicazione di massa.
Fa’ in modo, sembra dire l’attore supino, che l’arte e gli artisti non vengano calpestati o magari rimossi solo per essere consegnati ai contenitori della raccolta differenziata. Che vivano, perché con loro vivrai anche tu.
Raffaele Nigro
“L'essenza del teatro è costituita da un incontro. L'individuo che compie un atto di auto-penetrazione, stabilisce in qualche modo un contatto con se stesso. [...] Il teatro è anche un incontro fra gente creativa”
Jerzy Grotowski
La ruggine è il segno tangibile del tempo che scorre su attori immobili, recitano una scena muta, il corpo non fa resistenza ed è materiale dell’atto psichico.
Beppe Labianca si presenta in una mostra che non è il risultato di un processo ma un luogo di produzione. Operazione complessa nelle sale della CoArt gallery , tra messa in scena della condizione umana e voluta provocazione: l’artista è da utilizzare come uno zerbino.
Sagome in ferro, elemento caratteristico di un certo lavoro degli ultimi cinque anni, realizzate con la logica del pittore, strutturano un luogo della coabitazione, in un teatro che non è solo carnale ma molto più spirituale, psichico.
Le sagome, racchiuse in una propria condizione di solitudine, rapite da sensazioni imprecise ma violente, non dialogano tra loro, non guardano ma fissano e tengono gli occhi sulla scena che verrà a crearsi e si completerà con la presenza dell’osservatore.
La proiezione di un mare calmo delinea la ricerca, il desiderio di un equilibrio smarrito, quasi a cessare un disagio esistenziale nella consapevolezza dell’essere.
Alexander Larrarte.
Il pittore è diventato uno zerbino, l’arte è meno di una pezza da piedi e Labianca non lancia nessun grido, si sdraia sul pavimento e fa in modo che gli osservatori non lo cerchino sulle pareti o sul soffitto, ma sotto le scarpe e magari si spaventino all’improvviso per aver calpestato un’idea, un colpo d’ala della mente.
Caro osservatore quello che ti troverai tra i piedi cos’è, un’istallazione? un quadro? una scultura?. Tutto insieme, diciamo una provocazione muta e gettata da qualche parte dalle mani di una domestica, da qualche parte in un mondo dove le cose che contano non vengono più dalla creatività ma dal denaro e dai mezzi di comunicazione di massa.
Fa’ in modo, sembra dire l’attore supino, che l’arte e gli artisti non vengano calpestati o magari rimossi solo per essere consegnati ai contenitori della raccolta differenziata. Che vivano, perché con loro vivrai anche tu.
Raffaele Nigro
14
dicembre 2013
Beppe Labianca – Lo zerbino Labianca
Dal 14 dicembre 2013 al 26 gennaio 2014
arte contemporanea
Location
COART
Corato, Vico I San Francesco, (Bari)
Corato, Vico I San Francesco, (Bari)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 10-12 e 18-21
Vernissage
14 Dicembre 2013, 19:30
Autore
Curatore