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Fabrizio Clerici nel centenario della nascita 1913-1993
Presentazione del volume Skira
Comunicato stampa
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Fabrizio Clerici non è forse uno dei prìncipi di questo realismo irreale che sarà il segno distintivo del ventesimo secolo? Come la natura Clerici arriva alla semplicità attraverso innumerevoli particolari. Non manca neppure uno spillo a questa legione di angeli e arcangeli che proteggono la sua casa. In essa non vi penetra oggetto che non sia sublime e la cui presenza non sia carica di segreti.
Jean Cocteau
Pubblicata in occasione del centenario della nascita dell’artista (Milano 1913-Roma 1993), questa monografia su Fabrizio Clerici propone, con materiali d’archivio (foto e documenti privati), anche inediti, il suo percorso artistico, dagli esordi agli ultimi dipinti. Fabrizio Clerici fu disegnatore eccelso, pittore, scenografo e illustratore. Raffinato intellettuale e saggista d’arte, fu in stretto contatto con artisti e scrittori da Montale a Jean Cocteau, da Salvador Dalí a Leonor Fini. Figura eclettica, non facilmente incasellabile in una corrente o gruppo, ha attraversato il Novecento, con sottili intuizioni nel campo della pittura. Risultato di due anni di lavoro e di ricerche, la monografia rende note, per la prima volta, sue opere in prestigiose collezioni internazionali, dal Museum of Modern Art di New York, al Pushkin di Mosca. Moltissimi i contributi raccolti nel volume: uno scritto inedito di Federico Zeri, una lettera di Giulio Carlo Argan, poesie di Jean Cocteau, Cesare Brandi, Gesualdo Bufalino un testo di Gillo Dorfles e saggi di Gustav René Hocke, Ines Millesimi, Gioia Mori, Rosanna Ruscio, Monica Roccon. Completa i testi una conversazione dell’artista Eros Renzetti (per anni assistente di Fabrizio Clerici) con lo stesso Clerici e Leonor Fini (Parigi, 1986) e Marina Cicogna (giugno 2013), incentrata sul suo aspetto mondano e sulle frequentazioni di Fabrizio Clerici con il jet set internazionale, da un illuminato magnate come Carlos de Beistegui a Helena Rubinstein, industriale nel campo dei cosmetici, a Daisy Fellowes, ereditiera e icona della moda.
Con questo libro abbiamo voluto commemorare Fabrizio Clerici nel 2013, anno del centenario della nascita e del ventennale della morte. Sono passati anche settant’anni dalla sua prima esposizione, presentata tra Milano e Roma da Raffaele Carrieri e Alberto Savinio. Dal 1943, quindi, Clerici ha continuato a esporre in importanti spazi pubblici e privati, in tutto il mondo. La sua ultima retrospettiva, con lui in vita, per la quale ideò un percorso labirintico, fu allestita negli spazi centrali della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, nel 1990. Prestigiose le sue precedenti antologiche, soprattutto in Europa, America e Russia, e altrettante, quelle postume, in Italia e in Germania.
Un libro, questo, che documenta la sua vita e le sue opere con materiali inediti, essenzialmente provenienti dall’Archivio Fabrizio Clerici di Roma e da tante istituzioni, fondazioni e archivi internazionali. Prossimamente sarà aperto il nuovo sito web sull’artista con l’ingente materiale documentario dell’Archivio e con l’idea di inserire online il Catalogo ragionato dei suoi dipinti, che sarà edito anche in forma cartacea.
Questa non è la prima monografia: dal 1955 tante sono state le pubblicazioni sul suo lavoro, scritte in diverse lingue, da Marcel Brion, Raffaele Carrieri, Patrick Waldberg, Federico Zeri ecc. Si spera che questo volume possa accantonare – è l’auspicio – i “preconcetti” che, per alcuni, il lavoro di Clerici ha suscitato; se è vero che fu, forse, “schivato dalla critica ufficiale italiana” – uno o due nomi, al più, che magari lo ammiravano in privato – tra gli anni cinquanta e sessanta, perché non facilmente “catalogabile”, c’è da dire che ciò poco gli importava. Questo non fermò, soprattutto all’estero, importanti esegeti che continuarono, con passione, a occuparsi della sua arte. Basta scorrere gli apparati che lo riguardano e la sua monumentale bibliografia per capire e persuadersi. Contempla poeti e scrittori, da Jean Cocteau a Georges Perec, come anche critici e storici dell’arte, da Luigi Carluccio a Maurizio Fagiolo dell’Arco; dagli anni quaranta è presente in mostre ufficiali: Triennali di Milano, Biennali di Venezia (edizioni del 1948, 1954, 1956, 1972), Quadriennali di Roma.
Fabrizio si definiva un artista visionario, ma era un uomo che non accettava compromessi. Capì presto che gli stessi nomi, in piena “dittatura dell’informale” – come si divertiva a definire quel periodo –, avevano alzato barriere– schiavi anche loro di un sistema di diktat – non solo a lui, ma anche a Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Salvador Dalí, Leonor Fini, Maria Helena Vieira da Silva e molti altri, eclettici e visionari. Il giovane Domenico Gnoli, famoso artista poi, anima sensibile, affine, lo scelse come maestro: non iscrivendosi a scuola – Clerici non insegnò mai – ma andando a bussare alla porta del suo studio, in via della Lungarina 65 a Roma, perché impressionato dai suoi disegni; Fabrizio lo raccomandò perfino alla sua amica del cuore, Leonor Fini, a Parigi.
Alle barriere arrugginite di un’Italia limitata Clerici preferì sempre quelle dell’ingegno e della tenacia, e quelle dorate del jet set internazionale. Fu tra i primi, nel dopoguerra, a realizzarsi come personaggio eclettico. Nel frattempo esponeva e vendeva i suoi disegni e dipinti al leggendario Julien Levy a New York, che lo introdusse e rappresentò in America negli anni quaranta e cinquanta; a Lanfranco Rasponi che ebbe come agente americano; a Gaspero del Corso e Irene Brin della storica Galleria L’Obelisco di Roma, e fu il loro artista preferito; ad Alexandre Jolas che seguì con attenzione il suo lavoro, proponendolo in permanenza nelle numerose gallerie delle quali era titolare, a fianco di Magritte e Max Ernst; a Mario Tazzoli, patron a Torino della Galleria Galatea, che lo inserì in importanti collezioni a fianco di Francis Bacon, e con il quale instaurò un connubio di lavoro e d’amicizia. Già dal 1944 Fabrizio Clerici, con suoi disegni a matita, e nel 1955, con il celebre Sonno romano, aveva anticipato tutti gli assunti, creando stilemi, poi presentati come “novità” negli anni ottanta dai pittori citazionisti e dai loro dotti teorici. Oggi, cadute le barriere, senza più diktat, riconosciuto Clerici come uno dei massimi artisti del Novecento, nessuno più si scandalizzerà se fu insigne maestro e, nel contempo, habitué di balli, teatri e prime mondane. Influenze dirette del suo lavoro si ritrovano in artisti contemporanei d’impronta metafisica, nei videoclip di star della musica, da Madonna a Björk, dal cosiddetto pop surrealismo alla pop music.
Questo libro ci onora di un testo inedito di Federico Zeri che dice: “Il giorno in cui si farà una monografia completa di Clerici, si noterà una cosa: che si rinnova continuamente”.
La presente monografia è stata ideata e curata dall’Archivio Fabrizio Clerici di Roma in occasione della ricorrenza dei cento anni dalla nascita di Fabrizio Clerici.
Nella sua lunga carriera Clerici fu anche straordinario archivista di se stesso; niente lasciava al caso nei suoi importantissimi faldoni; così, dopo la sua scomparsa, niente andò perduto. Legalmente, l’Archivio Fabrizio Clerici è stato costituito nel 1994 con atto notarile, con i fondi archivistici della famiglia Clerici – quelli del fratello, Ing. Francesco Clerici, con quelli di Alessandro Clerici e Nicoletta Clerici Vannelli, figli del primogenito Gustavo Clerici (fratello di Fabrizio e Francesco) –, unitamente a quelli del fondo di Giancarlo Renzetti (altrimenti detto Eros Renzetti). Tutto il materiale dei fondi Clerici-Renzetti proviene direttamente da Fabrizio Clerici ed è continuamente aggiornato.
Alla scomparsa dell’Ing. Francesco Clerici le sue eredi, le figlie Roberta e Fabrizia e la moglie, signora Barbara Clerici Biscaretti di Ruffia, hanno – oltre che sostenuto la presente pubblicazione in ricordo anche dell’Ing. Francesco Clerici – incrementato l’Archivio con nuovo materiale documentario inedito.
L’Archivio Fabrizio Clerici in Roma, così costituito, per volere dell’artista si avvale della direzione, cura e rappresentanza legale di Giancarlo Renzetti; esso è l’unico organo legalmente legittimato alla difesa morale dell’opera omnia di Fabrizio Clerici.
Collaboratori costanti dell’Archivio Fabrizio Clerici sono Marco Mestichella, che bene conobbe l’artista, per la parte informatica, e Salvatore Gambino, per la segreteria
Archivio Fabrizio Clerici
Jean Cocteau
Pubblicata in occasione del centenario della nascita dell’artista (Milano 1913-Roma 1993), questa monografia su Fabrizio Clerici propone, con materiali d’archivio (foto e documenti privati), anche inediti, il suo percorso artistico, dagli esordi agli ultimi dipinti. Fabrizio Clerici fu disegnatore eccelso, pittore, scenografo e illustratore. Raffinato intellettuale e saggista d’arte, fu in stretto contatto con artisti e scrittori da Montale a Jean Cocteau, da Salvador Dalí a Leonor Fini. Figura eclettica, non facilmente incasellabile in una corrente o gruppo, ha attraversato il Novecento, con sottili intuizioni nel campo della pittura. Risultato di due anni di lavoro e di ricerche, la monografia rende note, per la prima volta, sue opere in prestigiose collezioni internazionali, dal Museum of Modern Art di New York, al Pushkin di Mosca. Moltissimi i contributi raccolti nel volume: uno scritto inedito di Federico Zeri, una lettera di Giulio Carlo Argan, poesie di Jean Cocteau, Cesare Brandi, Gesualdo Bufalino un testo di Gillo Dorfles e saggi di Gustav René Hocke, Ines Millesimi, Gioia Mori, Rosanna Ruscio, Monica Roccon. Completa i testi una conversazione dell’artista Eros Renzetti (per anni assistente di Fabrizio Clerici) con lo stesso Clerici e Leonor Fini (Parigi, 1986) e Marina Cicogna (giugno 2013), incentrata sul suo aspetto mondano e sulle frequentazioni di Fabrizio Clerici con il jet set internazionale, da un illuminato magnate come Carlos de Beistegui a Helena Rubinstein, industriale nel campo dei cosmetici, a Daisy Fellowes, ereditiera e icona della moda.
Con questo libro abbiamo voluto commemorare Fabrizio Clerici nel 2013, anno del centenario della nascita e del ventennale della morte. Sono passati anche settant’anni dalla sua prima esposizione, presentata tra Milano e Roma da Raffaele Carrieri e Alberto Savinio. Dal 1943, quindi, Clerici ha continuato a esporre in importanti spazi pubblici e privati, in tutto il mondo. La sua ultima retrospettiva, con lui in vita, per la quale ideò un percorso labirintico, fu allestita negli spazi centrali della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, nel 1990. Prestigiose le sue precedenti antologiche, soprattutto in Europa, America e Russia, e altrettante, quelle postume, in Italia e in Germania.
Un libro, questo, che documenta la sua vita e le sue opere con materiali inediti, essenzialmente provenienti dall’Archivio Fabrizio Clerici di Roma e da tante istituzioni, fondazioni e archivi internazionali. Prossimamente sarà aperto il nuovo sito web sull’artista con l’ingente materiale documentario dell’Archivio e con l’idea di inserire online il Catalogo ragionato dei suoi dipinti, che sarà edito anche in forma cartacea.
Questa non è la prima monografia: dal 1955 tante sono state le pubblicazioni sul suo lavoro, scritte in diverse lingue, da Marcel Brion, Raffaele Carrieri, Patrick Waldberg, Federico Zeri ecc. Si spera che questo volume possa accantonare – è l’auspicio – i “preconcetti” che, per alcuni, il lavoro di Clerici ha suscitato; se è vero che fu, forse, “schivato dalla critica ufficiale italiana” – uno o due nomi, al più, che magari lo ammiravano in privato – tra gli anni cinquanta e sessanta, perché non facilmente “catalogabile”, c’è da dire che ciò poco gli importava. Questo non fermò, soprattutto all’estero, importanti esegeti che continuarono, con passione, a occuparsi della sua arte. Basta scorrere gli apparati che lo riguardano e la sua monumentale bibliografia per capire e persuadersi. Contempla poeti e scrittori, da Jean Cocteau a Georges Perec, come anche critici e storici dell’arte, da Luigi Carluccio a Maurizio Fagiolo dell’Arco; dagli anni quaranta è presente in mostre ufficiali: Triennali di Milano, Biennali di Venezia (edizioni del 1948, 1954, 1956, 1972), Quadriennali di Roma.
Fabrizio si definiva un artista visionario, ma era un uomo che non accettava compromessi. Capì presto che gli stessi nomi, in piena “dittatura dell’informale” – come si divertiva a definire quel periodo –, avevano alzato barriere– schiavi anche loro di un sistema di diktat – non solo a lui, ma anche a Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Salvador Dalí, Leonor Fini, Maria Helena Vieira da Silva e molti altri, eclettici e visionari. Il giovane Domenico Gnoli, famoso artista poi, anima sensibile, affine, lo scelse come maestro: non iscrivendosi a scuola – Clerici non insegnò mai – ma andando a bussare alla porta del suo studio, in via della Lungarina 65 a Roma, perché impressionato dai suoi disegni; Fabrizio lo raccomandò perfino alla sua amica del cuore, Leonor Fini, a Parigi.
Alle barriere arrugginite di un’Italia limitata Clerici preferì sempre quelle dell’ingegno e della tenacia, e quelle dorate del jet set internazionale. Fu tra i primi, nel dopoguerra, a realizzarsi come personaggio eclettico. Nel frattempo esponeva e vendeva i suoi disegni e dipinti al leggendario Julien Levy a New York, che lo introdusse e rappresentò in America negli anni quaranta e cinquanta; a Lanfranco Rasponi che ebbe come agente americano; a Gaspero del Corso e Irene Brin della storica Galleria L’Obelisco di Roma, e fu il loro artista preferito; ad Alexandre Jolas che seguì con attenzione il suo lavoro, proponendolo in permanenza nelle numerose gallerie delle quali era titolare, a fianco di Magritte e Max Ernst; a Mario Tazzoli, patron a Torino della Galleria Galatea, che lo inserì in importanti collezioni a fianco di Francis Bacon, e con il quale instaurò un connubio di lavoro e d’amicizia. Già dal 1944 Fabrizio Clerici, con suoi disegni a matita, e nel 1955, con il celebre Sonno romano, aveva anticipato tutti gli assunti, creando stilemi, poi presentati come “novità” negli anni ottanta dai pittori citazionisti e dai loro dotti teorici. Oggi, cadute le barriere, senza più diktat, riconosciuto Clerici come uno dei massimi artisti del Novecento, nessuno più si scandalizzerà se fu insigne maestro e, nel contempo, habitué di balli, teatri e prime mondane. Influenze dirette del suo lavoro si ritrovano in artisti contemporanei d’impronta metafisica, nei videoclip di star della musica, da Madonna a Björk, dal cosiddetto pop surrealismo alla pop music.
Questo libro ci onora di un testo inedito di Federico Zeri che dice: “Il giorno in cui si farà una monografia completa di Clerici, si noterà una cosa: che si rinnova continuamente”.
La presente monografia è stata ideata e curata dall’Archivio Fabrizio Clerici di Roma in occasione della ricorrenza dei cento anni dalla nascita di Fabrizio Clerici.
Nella sua lunga carriera Clerici fu anche straordinario archivista di se stesso; niente lasciava al caso nei suoi importantissimi faldoni; così, dopo la sua scomparsa, niente andò perduto. Legalmente, l’Archivio Fabrizio Clerici è stato costituito nel 1994 con atto notarile, con i fondi archivistici della famiglia Clerici – quelli del fratello, Ing. Francesco Clerici, con quelli di Alessandro Clerici e Nicoletta Clerici Vannelli, figli del primogenito Gustavo Clerici (fratello di Fabrizio e Francesco) –, unitamente a quelli del fondo di Giancarlo Renzetti (altrimenti detto Eros Renzetti). Tutto il materiale dei fondi Clerici-Renzetti proviene direttamente da Fabrizio Clerici ed è continuamente aggiornato.
Alla scomparsa dell’Ing. Francesco Clerici le sue eredi, le figlie Roberta e Fabrizia e la moglie, signora Barbara Clerici Biscaretti di Ruffia, hanno – oltre che sostenuto la presente pubblicazione in ricordo anche dell’Ing. Francesco Clerici – incrementato l’Archivio con nuovo materiale documentario inedito.
L’Archivio Fabrizio Clerici in Roma, così costituito, per volere dell’artista si avvale della direzione, cura e rappresentanza legale di Giancarlo Renzetti; esso è l’unico organo legalmente legittimato alla difesa morale dell’opera omnia di Fabrizio Clerici.
Collaboratori costanti dell’Archivio Fabrizio Clerici sono Marco Mestichella, che bene conobbe l’artista, per la parte informatica, e Salvatore Gambino, per la segreteria
Archivio Fabrizio Clerici
10
dicembre 2013
Fabrizio Clerici nel centenario della nascita 1913-1993
10 dicembre 2013
presentazione
Location
TEATRO FRANCO PARENTI
Milano, Via Pier Lombardo, 14, (Milano)
Milano, Via Pier Lombardo, 14, (Milano)
Vernissage
10 Dicembre 2013, ore 17.30
Editore
SKIRA