Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
27
ottobre 2009
fino al 30.X.2009 Kaarina Kaikkonen Roma, Pastificio Cerere / Z2O Galleria
roma
Indumenti riciclati come materiale delle sue installazioni. Che dialogano con spazi esterni e interni. L’artista finlandese, alla sua prima personale a Roma, si sperimenta con un doppio spettacolo da solista...
di Lori Adragna
Sono indumenti e oggetti riciclati i materiali base che Kaarina
Kaikkonen
(Iisalmi, 1952; vive a Helsinki) plasma, operando sulla mutevole natura della
forma. Nelle strutture sintattiche dell’artista finlandese, l’indumento
rappresenta un surrogato del corpo umano. I singoli oggetti portano con sé “ex
strati di significato”
e, inseriti in nuovi contesti, si fanno amalgama di strategie visive, correlate
alla presenza
e alla straniante materia dell’assenza.
Alla sua prima personale a Roma, Kaikkonen si sperimenta
con un doppio spettacolo da solista in due sedi diverse. Nel Pastificio Cerere,
con una grande installazione site specific, rimodella e re-interpreta l’architettura esterna
del cortile e degli spazi interni.
Il suo dialogo con l’ambiente, come lei stessa afferma, è
riflesso di una ricerca interiore: “Ho bisogno di uno schema per capire me
stessa più chiaramente: dove è l’interno e dove il mio confine esterno“. Altro elemento che
contraddistingue i suoi lavori è l’interesse per il senso della storia e il suo
riverberarsi sul presente. Nell’installazione che interessa la parte alta del
cortile, festoni di camicie multicolori, annodate l’una all’altra per le
maniche, coinvolgono i vari elementi in un’unica rappresentazione: lo spirito
comunitario legato all’attività produttiva, in quegli antichi spazi di lavoro.
Nella sede della Galleria z2o, l’artista espone alcune
opere a parete e una grande scultura. Da masse d’indumenti affastellati ecco
emergere raffinati landscape, dalla prospettiva rigorosa e dai colori cangianti.
Oppure: giacche maschili sovrapposte – in una scala cromatica dal nero al
grigio – quale tenebrosa cornice di un ristretto orizzonte luminoso.
Al centro della galleria, una scultura ricorda le fattezze
di un’archetipa creatura degli abissi. Sui pannelli in fondo, alcune
installazioni a parete di piccole dimensioni: inquietanti infiorescenze
ricavate da scarpe da donna (sul piano di metafora appartenute alla madre
dell’artista) e cucchiai ritorti.
Questi ultimi, seppur su scala ridotta, sembrano
richiamare la celebre opera Spoonbridge and Cherry di Claes Oldenburg. Anche l’artista d’origine
svedese, peraltro, negli anni ‘60 utilizzava vestiti, scarpe e altri oggetti
per le sue sculture, ma con lavorazioni che tendeva a renderli sudici,
repellenti alla vista (i classici scarti del Pop, versante oscuro della società
di massa).
Al contrario, le installazioni della Kaikkonen inseguono
un’estetica del bello di matrice quasi barocca, sussurrandone il medesimo memento
mori. Sono frutto
di una poetica del soprasensibile: “Nella creazione di un ambiente, il mio
lavoro rappresenta una sorta di cancello che si apre al secolarismo, alla
spiritualità, all’etica e alla fede”.
Kaikkonen
(Iisalmi, 1952; vive a Helsinki) plasma, operando sulla mutevole natura della
forma. Nelle strutture sintattiche dell’artista finlandese, l’indumento
rappresenta un surrogato del corpo umano. I singoli oggetti portano con sé “ex
strati di significato”
e, inseriti in nuovi contesti, si fanno amalgama di strategie visive, correlate
alla presenza
e alla straniante materia dell’assenza.
Alla sua prima personale a Roma, Kaikkonen si sperimenta
con un doppio spettacolo da solista in due sedi diverse. Nel Pastificio Cerere,
con una grande installazione site specific, rimodella e re-interpreta l’architettura esterna
del cortile e degli spazi interni.
Il suo dialogo con l’ambiente, come lei stessa afferma, è
riflesso di una ricerca interiore: “Ho bisogno di uno schema per capire me
stessa più chiaramente: dove è l’interno e dove il mio confine esterno“. Altro elemento che
contraddistingue i suoi lavori è l’interesse per il senso della storia e il suo
riverberarsi sul presente. Nell’installazione che interessa la parte alta del
cortile, festoni di camicie multicolori, annodate l’una all’altra per le
maniche, coinvolgono i vari elementi in un’unica rappresentazione: lo spirito
comunitario legato all’attività produttiva, in quegli antichi spazi di lavoro.
Nella sede della Galleria z2o, l’artista espone alcune
opere a parete e una grande scultura. Da masse d’indumenti affastellati ecco
emergere raffinati landscape, dalla prospettiva rigorosa e dai colori cangianti.
Oppure: giacche maschili sovrapposte – in una scala cromatica dal nero al
grigio – quale tenebrosa cornice di un ristretto orizzonte luminoso.
Al centro della galleria, una scultura ricorda le fattezze
di un’archetipa creatura degli abissi. Sui pannelli in fondo, alcune
installazioni a parete di piccole dimensioni: inquietanti infiorescenze
ricavate da scarpe da donna (sul piano di metafora appartenute alla madre
dell’artista) e cucchiai ritorti.
Questi ultimi, seppur su scala ridotta, sembrano
richiamare la celebre opera Spoonbridge and Cherry di Claes Oldenburg. Anche l’artista d’origine
svedese, peraltro, negli anni ‘60 utilizzava vestiti, scarpe e altri oggetti
per le sue sculture, ma con lavorazioni che tendeva a renderli sudici,
repellenti alla vista (i classici scarti del Pop, versante oscuro della società
di massa).
Al contrario, le installazioni della Kaikkonen inseguono
un’estetica del bello di matrice quasi barocca, sussurrandone il medesimo memento
mori. Sono frutto
di una poetica del soprasensibile: “Nella creazione di un ambiente, il mio
lavoro rappresenta una sorta di cancello che si apre al secolarismo, alla
spiritualità, all’etica e alla fede”.
articoli correlati
In collettiva al Pan
di Napoli
lori adragna
mostra visitata il 17 settembre 2009
dal 17 settembre al 30 ottobre 2009
Kaarina Kaikkonen – From Generation to Generation
a cura di Laura Barreca
Z2O Galleria – Sara Zanin
Via dei Querceti, 6 (zona Colosseo) – 00184 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 15.30-19.30 o
su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 0670452261; fax +39 0677077616; info@z2ogalleria.it; www.z2ogalleria.it
Fondazione Pastificio Cerere – Cerere
Temporary Gallery
Via degli Ausoni, 7 (zona San Lorenzo) – 00186 Roma
Orario: da lunedì a venerdì ore 15-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0645422960; info@pastificiocerere.com;
www.pastificiocerere.com
[exibart]