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Confronting Anitya. Oriental experience in contemporary art
Trentuno artisti cinesi espongono una selezione della loro più recente ricerca visiva, sospesa tra valori tradizionali e dialogo con l’Occidente, con una particolare attenzione al tema del rapporto tra uomo e natura. La mostra documenta gli esiti più autentici della cultura artistica cinese.
Comunicato stampa
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Le regole del cambiamento e il cambiamento delle regole: su questo tema, centrale tra i tanti individuati dalla mostra Confronting Anitya. Oriental experience in contemporary art, potrebbe fondarsi buona parte del dibattito internazionale sulla relazione tra Oriente ed Occidente. Ma, in questa mostra, non si parla di norme, di accordi, di sistema economico. Qui si parla di natura, di poetica, di bellezza.
Trentuno artisti cinesi, in gran parte docenti di Facoltà di Belle Arti tenuti in grande considerazione nel loro Paese, espongono al MAGI’900 una selezione della loro più recente ricerca, sospesa tra valori tradizionali e dialogo con l’occidente. Incentrata sull’idea tipicamente orientale di impermanenza, intesa come abbandono dell’arte al flusso della trasformazione del mondo, la mostra documenta attraverso un’ampia scelta di tecniche e materiali – pittura, scultura, installazione, video e fotografia – gli esiti più autentici ed originali della ricerca artistica cinese contemporanea. Attenta a mettere in luce come il concetto di cambiamento abbia una rilevanza del tutto particolare in quella civiltà, attraverso l’ossimoro del titolo – la permanente impermanenza – si cerca di tradurre quell’idea di ineluttabile instabilità dell’esistenza e del cosmo che deriva da tematiche religiose e filosofiche ancora profondamente radicate.
Contrapponendo l’orientale attitudine ad assecondare il mutamento al bisogno di stabilizzazione razionale, insito nella mentalità occidentale, l’ esposizione ci indica così una avvincente direzione di esplorazione. La forza della natura, ovunque richiamata, si lega ad una sensazione di leggerezza e fragilità delle forme; il dominio del sentimento sulla ragione, l’abbandono alle piccole imprecisioni del cosmo, dove anche il dolore e la transitorietà hanno un loro spazio armonico, ci accompagnano in ogni visione.
La mostra è curata da Liang Kegang, artista e direttore di YUAN ART MUSEUM e TIANTAI ART MUSEUM, in collaborazione con la giovane curatrice LiLi Xu. Il catalogo contiene numerose testimonianze critiche e una presentazione di Valeria Tassinari, curatore scientifico del MAGI’900.
Presentata per la prima volta a Venezia tra gli eventi collaterali dell’ultima Biennale delle Arti Visive, dove ha ottenuto un grande riscontro di pubblico, l’esposizione al MAGI’900 ben rappresenta la profonda attenzione del suo fondatore - l’imprenditore Giulio Bargellini ¬-, con la Cina, in previsione dell’imminente apertura di una grande struttura espositiva gemellata al museo italiano nella città di Guangzhou.
Trentuno artisti cinesi, in gran parte docenti di Facoltà di Belle Arti tenuti in grande considerazione nel loro Paese, espongono al MAGI’900 una selezione della loro più recente ricerca, sospesa tra valori tradizionali e dialogo con l’occidente. Incentrata sull’idea tipicamente orientale di impermanenza, intesa come abbandono dell’arte al flusso della trasformazione del mondo, la mostra documenta attraverso un’ampia scelta di tecniche e materiali – pittura, scultura, installazione, video e fotografia – gli esiti più autentici ed originali della ricerca artistica cinese contemporanea. Attenta a mettere in luce come il concetto di cambiamento abbia una rilevanza del tutto particolare in quella civiltà, attraverso l’ossimoro del titolo – la permanente impermanenza – si cerca di tradurre quell’idea di ineluttabile instabilità dell’esistenza e del cosmo che deriva da tematiche religiose e filosofiche ancora profondamente radicate.
Contrapponendo l’orientale attitudine ad assecondare il mutamento al bisogno di stabilizzazione razionale, insito nella mentalità occidentale, l’ esposizione ci indica così una avvincente direzione di esplorazione. La forza della natura, ovunque richiamata, si lega ad una sensazione di leggerezza e fragilità delle forme; il dominio del sentimento sulla ragione, l’abbandono alle piccole imprecisioni del cosmo, dove anche il dolore e la transitorietà hanno un loro spazio armonico, ci accompagnano in ogni visione.
La mostra è curata da Liang Kegang, artista e direttore di YUAN ART MUSEUM e TIANTAI ART MUSEUM, in collaborazione con la giovane curatrice LiLi Xu. Il catalogo contiene numerose testimonianze critiche e una presentazione di Valeria Tassinari, curatore scientifico del MAGI’900.
Presentata per la prima volta a Venezia tra gli eventi collaterali dell’ultima Biennale delle Arti Visive, dove ha ottenuto un grande riscontro di pubblico, l’esposizione al MAGI’900 ben rappresenta la profonda attenzione del suo fondatore - l’imprenditore Giulio Bargellini ¬-, con la Cina, in previsione dell’imminente apertura di una grande struttura espositiva gemellata al museo italiano nella città di Guangzhou.
30
novembre 2013
Confronting Anitya. Oriental experience in contemporary art
Dal 30 novembre 2013 al 02 febbraio 2014
arte contemporanea
Location
MAGI 900
Pieve Di Cento, Via Rusticana, 1, (Bologna)
Pieve Di Cento, Via Rusticana, 1, (Bologna)
Orario di apertura
da martedì a domenica dalle ore 10 alle ore 18
Vernissage
30 Novembre 2013, ore 17
Autore
Curatore