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02
novembre 2009
fino al 20.XII.2008 Flavio Favelli San Colombano (mi), Atelier Adriano e Michele
milano
Un laboratorio rosso diventa luogo d’esposizione e blocco di partenza. Una sala per cinque artisti si apre all'interno di un ospedale. E un artista-mastro che dirige i lavori influenza tutte le strategie formali...
di Ginevra Bria
L’intento di questa
collettiva è spostare l’arte dal centro alle periferie, e cambiare la
connotazione di un luogo, l’ospedale psichiatrico, sul quale pesa un
pregiudizio sociale e culturale.
Ogni anno, in occasione di un workshop,
gli artisti invitati propongono un tema legato alla loro ricerca teoretica, da
condividere con i pazienti della struttura ospedaliera, realizzando una mostra
con interventi site related che devono rispecchiare la varietà dei linguaggi
e dei supporti adottati, attraverso performance, video, installazioni.
Flavio Favelli (Firenze, 1967; vive a
Savignano, Forlì) è il quinto artista a dirigere gli esperimenti di Acrobazie. Il progetto è
incentrato sulla configurazione di un laboratorio che, grazie al sostegno di
Unicredit, produce opere e progetti collettivi. Per questa edizione Favelli –
insieme a Umberto Bergamaschi, Gianfranco Bianco, Giuseppe
Bomparola, Luigi Cremaschini, Curzio Di Giovanni, Patrizia Fatone, Paolo Giovanetti, Fabio Gosparini, Claudio Salvago e Andrea
Vicidomini – ha sviluppato un rivestimento site specific (e permanente),
esponendo una decina di installazioni ambientate, di collage, mobili, oggetti e
tessuti, e infine i disegni degli autori dell’Atelier di Pittura Adriano e
Michele.
Dopo i laboratori diretti da Sandrine
Nicoletta nel 2004, da Marcello Maloberti nel 2006, da Sara
Rossi
nel 2007 e da Francesco Simeti nel 2008, la scelta di Favelli come artista
dell’edizione 2009 ha seguito i temi che indagano la memoria, la nostalgia, la
formazione del dolore nel Novecento e, infine, la morte. Questi temi, sebbene
di rilievo intimista, hanno permesso al collettivo di sviluppare un’attenzione
fortissima al sociale, tradendo la volontà di intervenire e modificare la realtà
attraverso l’arte.
Il risultato di queste sinergie ha prodotto
oggetti e rivestimenti che hanno creato spazi evocativi, in grado di riscattare
il senso di perdita dell’oggetto emerso durante le ore e i mesi di lavoro.
L’esercitazione ha fatto sì che gli artisti coinvolti abbiano lavorato sulla
bottiglia Martini, i motivi decorativi dell’amarena Fabbri, lo spremiagrumi di Philippe
Starck
dell’Alessi e il cane a sei zampe dell’Eni, dando vita a uno scambio visivo
dettato dall’adozione di uno stesso soggetto, citato e riletto da ciascuno
degli autori interpellati.
Nell’atelier, ospitato all’interno del Centro
di riabilitazione psichiatrica del Fatebenefratelli, la totalità poetica
dell’artista fiorentino e l’aspetto produttivo della sua opera hanno influito
su tre mesi di lavoro, con la volontà di proporre una mostra-riflessione sul
dialogo tra marchio ed etichetta, riconoscimento e anonimato, serialità e fatto
a mano, sconfinando tanto nel design quanto nell’artigianato.
L’artista ha infatti realizzato un pavimento
ligneo, di circa 300 mq, laccato e decorato seguendo alcuni stilemi dell’atelier
e creando, infine, una sorta di gabinetto rinascimentale nel quale mettere in
relazione i disegni degli autori e gli oggetti realizzati. Lavori che mischiano
arte, arredo, design e moda.
collettiva è spostare l’arte dal centro alle periferie, e cambiare la
connotazione di un luogo, l’ospedale psichiatrico, sul quale pesa un
pregiudizio sociale e culturale.
Ogni anno, in occasione di un workshop,
gli artisti invitati propongono un tema legato alla loro ricerca teoretica, da
condividere con i pazienti della struttura ospedaliera, realizzando una mostra
con interventi site related che devono rispecchiare la varietà dei linguaggi
e dei supporti adottati, attraverso performance, video, installazioni.
Flavio Favelli (Firenze, 1967; vive a
Savignano, Forlì) è il quinto artista a dirigere gli esperimenti di Acrobazie. Il progetto è
incentrato sulla configurazione di un laboratorio che, grazie al sostegno di
Unicredit, produce opere e progetti collettivi. Per questa edizione Favelli –
insieme a Umberto Bergamaschi, Gianfranco Bianco, Giuseppe
Bomparola, Luigi Cremaschini, Curzio Di Giovanni, Patrizia Fatone, Paolo Giovanetti, Fabio Gosparini, Claudio Salvago e Andrea
Vicidomini – ha sviluppato un rivestimento site specific (e permanente),
esponendo una decina di installazioni ambientate, di collage, mobili, oggetti e
tessuti, e infine i disegni degli autori dell’Atelier di Pittura Adriano e
Michele.
Dopo i laboratori diretti da Sandrine
Nicoletta nel 2004, da Marcello Maloberti nel 2006, da Sara
Rossi
nel 2007 e da Francesco Simeti nel 2008, la scelta di Favelli come artista
dell’edizione 2009 ha seguito i temi che indagano la memoria, la nostalgia, la
formazione del dolore nel Novecento e, infine, la morte. Questi temi, sebbene
di rilievo intimista, hanno permesso al collettivo di sviluppare un’attenzione
fortissima al sociale, tradendo la volontà di intervenire e modificare la realtà
attraverso l’arte.
Il risultato di queste sinergie ha prodotto
oggetti e rivestimenti che hanno creato spazi evocativi, in grado di riscattare
il senso di perdita dell’oggetto emerso durante le ore e i mesi di lavoro.
L’esercitazione ha fatto sì che gli artisti coinvolti abbiano lavorato sulla
bottiglia Martini, i motivi decorativi dell’amarena Fabbri, lo spremiagrumi di Philippe
Starck
dell’Alessi e il cane a sei zampe dell’Eni, dando vita a uno scambio visivo
dettato dall’adozione di uno stesso soggetto, citato e riletto da ciascuno
degli autori interpellati.
Nell’atelier, ospitato all’interno del Centro
di riabilitazione psichiatrica del Fatebenefratelli, la totalità poetica
dell’artista fiorentino e l’aspetto produttivo della sua opera hanno influito
su tre mesi di lavoro, con la volontà di proporre una mostra-riflessione sul
dialogo tra marchio ed etichetta, riconoscimento e anonimato, serialità e fatto
a mano, sconfinando tanto nel design quanto nell’artigianato.
L’artista ha infatti realizzato un pavimento
ligneo, di circa 300 mq, laccato e decorato seguendo alcuni stilemi dell’atelier
e creando, infine, una sorta di gabinetto rinascimentale nel quale mettere in
relazione i disegni degli autori e gli oggetti realizzati. Lavori che mischiano
arte, arredo, design e moda.
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dal 4 ottobre al 20 dicembre 2009
Acrobazie #5 – Fabio Favelli
a cura di Elisa Fulco
Atelier Adriano e Michele – Centro
Fatebenefratelli
Viale San Giovanni di Dio, 54 – 20078 San
Colombano al Lambro (MI)
Orario: da lunedì a venerdì ore 9-16
Ingresso libero
Catalogo Corraini
Info: tel. +39 0371207225; atelier689@fatebenefratelli.it; www.atelieradrianoemichele.it
[exibart]
favelli è anche bravo, non ha paura di fare i conti con una tradizione nostrana. In alcuni casi osa molto in altri è più boutique. Ma va bene. In ogni caso siamo sempre in gabbia. Anche se non possiamo essere oggettofobici. C’è un valore anche sciamanico in alcune cose. E poi non si può pensare che alcuni valori degli anni 90 si debbano ripensare in modo sclerotico.