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Roberto Muscolini – Still and life
Le superfici del cibo si fanno superfici di pittura e di scultura, per effetto di luci, ombre, ingrandimenti, prospettive
Comunicato stampa
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STILL AND LIFE
FOTOGRAFIE
I soggetti-oggetti fotografati da Roberto Muscolini sono serviti a “stuzzicare” più di un senso (i naturali cinque sensi), dal momento che erano degli still life. Prodotti. Merce da gourmet, solitamente. A volte si impongono nella fotografia delle catalogazioni che oscillano tra foto industriale e foto d’arte. Ma non sono in realtà due estremi, perché l’una è dentro l’altra. Prendiamo ad esempio la moda, settore nel quale i maestri della sartoria devono molto ai maestri della fotografia. E viceversa. Prendiamo ad esempio la fotografia still life, in genere, dove la rappresentazione ambisce ad essere pittura (o,
almeno, pittorica). Resta comunque un distacco: quella foto artistica alla fine servirà per vendere ciò che rappresenta. Elegante prêt à
porter o genuino parmigiano, non c’è differenza. Qui il soggetto- oggetto fotografato si mette in mostra, viene esposto per quello che è – il suo essere prima di tutto fotografia – e allora le considerazioni sono di altro tipo. Aveva (ha) ragione Marcel Duchamp: un oggetto qualsiasi (ready made) esposto in un museo diventa per noi spettatori un’opera d’arte (ready made al quale sono stati aggiunti una firma, un titolo, una data). Il luogo, quindi, è l’identità. Lo stesso accade con questi lavori di Roberto Muscolini. Il nostro sguardo non coglie più la natura fotografata (lo still life), ma tenta di estrarre, di estrapolare una interpretazione. Perché alla fine abbiamo bisogno di un significato. Roberto Muscolini, consapevole di fotografare prodotti, ha aggiunto comunque una rappresentazione, senza artifici scenici, trasformando la materia di questi oggetti-prodotti. Ecco allora un portatovaglioli in plexiglas diventare una architettura di cristallo (se non una scultura
portatile), una mozzarella trasformarsi in una materia di colore anche un po’ gestuale, una bottiglia ricordare una stele. Le superfici del cibo si fanno superfici di pittura e di scultura, per effetto di luci, ombre, ingrandimenti, prospettive. Roberto Muscolini questa “metamorfosi
iconografica” l’ha realizzata da subito, per intuizione, per una sua maniera di fotografare, consapevole comunque della finalità dei suoi
still life, che tali dovevano restare. Poi, ecco il cambio del luogo: dalla pagina pubblicitaria di un mensile internazionale o dalle pagine di un
patinato catalogo alle pareti di una galleria d’arte. I nostri naturali cinque sensi si amalgamano nella vista, ovviamente. Diventiamo
attenti osservatori. Non sfogliamo più le immagini, ma le analizziamo, ci soffermiamo. Però, di sicuro, agiranno in noi – davanti a questi
soggetti – anche gli altri sensi, percepibili in un sapore astratto, in un profumo mentale, perché non potremmo sottrarci ad una minuscola
“recherche”. E ci potranno bastare, per il momento, i nostri quotidiani e personali still (and) life.
Massimo De Nardo
FOTOGRAFIE
I soggetti-oggetti fotografati da Roberto Muscolini sono serviti a “stuzzicare” più di un senso (i naturali cinque sensi), dal momento che erano degli still life. Prodotti. Merce da gourmet, solitamente. A volte si impongono nella fotografia delle catalogazioni che oscillano tra foto industriale e foto d’arte. Ma non sono in realtà due estremi, perché l’una è dentro l’altra. Prendiamo ad esempio la moda, settore nel quale i maestri della sartoria devono molto ai maestri della fotografia. E viceversa. Prendiamo ad esempio la fotografia still life, in genere, dove la rappresentazione ambisce ad essere pittura (o,
almeno, pittorica). Resta comunque un distacco: quella foto artistica alla fine servirà per vendere ciò che rappresenta. Elegante prêt à
porter o genuino parmigiano, non c’è differenza. Qui il soggetto- oggetto fotografato si mette in mostra, viene esposto per quello che è – il suo essere prima di tutto fotografia – e allora le considerazioni sono di altro tipo. Aveva (ha) ragione Marcel Duchamp: un oggetto qualsiasi (ready made) esposto in un museo diventa per noi spettatori un’opera d’arte (ready made al quale sono stati aggiunti una firma, un titolo, una data). Il luogo, quindi, è l’identità. Lo stesso accade con questi lavori di Roberto Muscolini. Il nostro sguardo non coglie più la natura fotografata (lo still life), ma tenta di estrarre, di estrapolare una interpretazione. Perché alla fine abbiamo bisogno di un significato. Roberto Muscolini, consapevole di fotografare prodotti, ha aggiunto comunque una rappresentazione, senza artifici scenici, trasformando la materia di questi oggetti-prodotti. Ecco allora un portatovaglioli in plexiglas diventare una architettura di cristallo (se non una scultura
portatile), una mozzarella trasformarsi in una materia di colore anche un po’ gestuale, una bottiglia ricordare una stele. Le superfici del cibo si fanno superfici di pittura e di scultura, per effetto di luci, ombre, ingrandimenti, prospettive. Roberto Muscolini questa “metamorfosi
iconografica” l’ha realizzata da subito, per intuizione, per una sua maniera di fotografare, consapevole comunque della finalità dei suoi
still life, che tali dovevano restare. Poi, ecco il cambio del luogo: dalla pagina pubblicitaria di un mensile internazionale o dalle pagine di un
patinato catalogo alle pareti di una galleria d’arte. I nostri naturali cinque sensi si amalgamano nella vista, ovviamente. Diventiamo
attenti osservatori. Non sfogliamo più le immagini, ma le analizziamo, ci soffermiamo. Però, di sicuro, agiranno in noi – davanti a questi
soggetti – anche gli altri sensi, percepibili in un sapore astratto, in un profumo mentale, perché non potremmo sottrarci ad una minuscola
“recherche”. E ci potranno bastare, per il momento, i nostri quotidiani e personali still (and) life.
Massimo De Nardo
08
novembre 2013
Roberto Muscolini – Still and life
Dall'otto al 22 novembre 2013
fotografia
Location
ATELIER PLURALE
Roma, Via Di San Martino Ai Monti, 47, (Roma)
Roma, Via Di San Martino Ai Monti, 47, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì
10.00-13.00 / 16.00-20
Vernissage
8 Novembre 2013, ore 18
Autore