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Umberto Trezzi – Da Max a Ube ritorno a Milano
Umberto Trezzi riesce a creare un’opera reinterpretata con l’inserimento di citazioni tratte dalle nature morte del fratello maggiore prematuramente scomparso. Il frammento ospitato allora, si trasforma in spirito guida, su cui costruisce l’opera, presenza ironica e affettuosamente condiscendente.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Umberto Trezzi ama l’arte.
Ama vederla, seguirla, ma è anche un artista
nel senso completo del termine.
Per intenderci, nel senso che un dizionario
della lingua italiana come il Devoto Oli dà a questo termine.
Umberto Trezzi infatti, che durante la sua vita
lavorativa è stato manager di una delle più
importanti aziende italiane di cristalli e, ancora oggi, è uomo impegnato politicamente e civilmente, non solo realizza opere d’arte e in questo suo fare ha raggiunto un livello molto alto, ma è anche estremamente abile ad unire
tecniche varie e materiali diversi da uomo di gusto assai
sensibile alla bellezza.Profondo conoscitore
della storia dell’arte è di fatto un innamorato sincero
dei materiali: dai più umili, quali il legno, il cartone,
i piccoli oggetti di tutti i giorni che finito il loro uso
sembrano aver perso anche di significato,
a quelli più nobili che ha conosciuto a fondo,
come il cristallo appunto e le sue mille preziose
possibilità cromatiche.
Da uomo saggio, artista saggio, Umberto Trezzi
ama lasciarli parlare questi materiali
che incontra e ricerca, non li soffoca, mai.
Anzi chiede loro aiuto per esprimere
l’ispirazione che sente dentro di sé.
Umberto Trezzi aveva un fratello, Max,
mancato troppo presto, a sua volta artista,
che ha lasciato, oltre a un vuoto immenso,
una serie di nature morte.
Allora, con un’intima e privatissima operazione
nostalgia (da Max a Ube) grazie alla sua profonda conoscenza del fare artistico, ricerca negli autori che ama (Mondrian,
Basquiat, Schwitters, Kandinskj...) un’opera, la reinterpreta,
la completa con quei suoi materiali e vi inserisce sempre,
citazione affettuosamente metodica e imprescindibile,
un particolare tratto da una natura morta del fratello maggiore. Il frammento ospitato allora, si trasforma in spirito guida, marchio di fabbrica, archetipo su cui Umberto Trezzi
costruisce l’opera, certo, ma anche presenza
ironica e affettuosamente condiscendente.
E’ un occhio attento e amorevole che invece di essere
d’impaccio, freno al volare della creatività di Ube,
dà una marcia in più alla sua arte.
E’ una stretta di mano attraverso lo spazio e il tempo, che avviene in un non luogo dove nulla fa più male, ma tutto diventa legame, fortissimo. Così superato il dolore, resta solo la guida complice e l’arte ancora una volta ha curato l’anima e il corpo.
Questo modo di procedere è ormai diventato per Umberto Trezzi
la regola per ordinare e per gestire la propria
personalissima creatività e noi che ne guardiamo il risultato
vediamo un’opera d’arte densa di significati che si esprime
anche in una sorta di percorso concettuale parallelo creato dalla sequenza dei titoli delle sue opere.
Per lui un lavoro di rinsaldo affettivo originale e raffinato,
per noi un autentico regalo.
Doretta Cecchi, 4 agosto 2013
Ama vederla, seguirla, ma è anche un artista
nel senso completo del termine.
Per intenderci, nel senso che un dizionario
della lingua italiana come il Devoto Oli dà a questo termine.
Umberto Trezzi infatti, che durante la sua vita
lavorativa è stato manager di una delle più
importanti aziende italiane di cristalli e, ancora oggi, è uomo impegnato politicamente e civilmente, non solo realizza opere d’arte e in questo suo fare ha raggiunto un livello molto alto, ma è anche estremamente abile ad unire
tecniche varie e materiali diversi da uomo di gusto assai
sensibile alla bellezza.Profondo conoscitore
della storia dell’arte è di fatto un innamorato sincero
dei materiali: dai più umili, quali il legno, il cartone,
i piccoli oggetti di tutti i giorni che finito il loro uso
sembrano aver perso anche di significato,
a quelli più nobili che ha conosciuto a fondo,
come il cristallo appunto e le sue mille preziose
possibilità cromatiche.
Da uomo saggio, artista saggio, Umberto Trezzi
ama lasciarli parlare questi materiali
che incontra e ricerca, non li soffoca, mai.
Anzi chiede loro aiuto per esprimere
l’ispirazione che sente dentro di sé.
Umberto Trezzi aveva un fratello, Max,
mancato troppo presto, a sua volta artista,
che ha lasciato, oltre a un vuoto immenso,
una serie di nature morte.
Allora, con un’intima e privatissima operazione
nostalgia (da Max a Ube) grazie alla sua profonda conoscenza del fare artistico, ricerca negli autori che ama (Mondrian,
Basquiat, Schwitters, Kandinskj...) un’opera, la reinterpreta,
la completa con quei suoi materiali e vi inserisce sempre,
citazione affettuosamente metodica e imprescindibile,
un particolare tratto da una natura morta del fratello maggiore. Il frammento ospitato allora, si trasforma in spirito guida, marchio di fabbrica, archetipo su cui Umberto Trezzi
costruisce l’opera, certo, ma anche presenza
ironica e affettuosamente condiscendente.
E’ un occhio attento e amorevole che invece di essere
d’impaccio, freno al volare della creatività di Ube,
dà una marcia in più alla sua arte.
E’ una stretta di mano attraverso lo spazio e il tempo, che avviene in un non luogo dove nulla fa più male, ma tutto diventa legame, fortissimo. Così superato il dolore, resta solo la guida complice e l’arte ancora una volta ha curato l’anima e il corpo.
Questo modo di procedere è ormai diventato per Umberto Trezzi
la regola per ordinare e per gestire la propria
personalissima creatività e noi che ne guardiamo il risultato
vediamo un’opera d’arte densa di significati che si esprime
anche in una sorta di percorso concettuale parallelo creato dalla sequenza dei titoli delle sue opere.
Per lui un lavoro di rinsaldo affettivo originale e raffinato,
per noi un autentico regalo.
Doretta Cecchi, 4 agosto 2013
21
settembre 2013
Umberto Trezzi – Da Max a Ube ritorno a Milano
Dal 21 al 28 settembre 2013
arte contemporanea
Location
OBYART
Milano, Via Angelo Poliziano, 16, (Milano)
Milano, Via Angelo Poliziano, 16, (Milano)
Orario di apertura
da domenica a sabato ore 16-19
Vernissage
21 Settembre 2013, ore 18
Autore
Curatore