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Francesco Zefferino – Mercurochrome
whitelabs è lieta di annunciare la nuova mostra personale di Francesco Zefferino, che
vede esposti i recenti lavori, di cui molti inediti, basati sulle ultime ricerche che vedono
l’introduzione di farmaci e sostanze chimiche dentro il medium tradizionale della pittura a
olio e nella scultura.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Negli ultimi 10 anni il consumo di farmaci in Italia è aumentato del 60%, con un
tasso di crescita annua del 5%.
(Ansa 7 luglio 2010)
whitelabs è lieta di annunciare la nuova mostra personale di Francesco Zefferino, che
vede esposti i recenti lavori, di cui molti inediti, basati sulle ultime ricerche che vedono
l'introduzione di farmaci e sostanze chimiche dentro il medium tradizionale della pittura a
olio e nella scultura.
La mostra ha per titolo Mercure Chrome, e richiama l'interesse di Zefferino per il mondo
farmaceutico, in quanto dimensione crescente di un modo di vivere sempre più preda delle
ansie contemporanee. “Ansia da prestazione, ansia di restare poveri, ansia di vivere, di
morire... Ansia di dipingere”, scrive Francesco Zefferino.
La mostra presenta lavori recenti di serie già avviate, nuove serie e due sculture inedite.
La serie “Diprivan” consiste in dipinti realizzati con olio e anestetici su tela, ed evocano la
cultura del clubbing, con i suoi riti, i suoi miti e le sue fragilità, colte dietro l'apparente
scintillio dei “party”. Il Diprivan è utilizzato per effettuare le anestesie totali e consiste in
una sostanza semitrasparente bianca, che l'artista sfrutta, al pari di un colore tradizionale,
per creare velature e cancellature sui dipinti.
“I farmaci – sostiene Zefferino - regolano la nostra esistenza ed il nostro sistema
economico. Siamo farmaco-dipendenti, il farmaco è diventato il rimedio per tutto. I farmaci
ci aiutano a guarire, a dormire, a mangiare, a fare sesso...”
La ricognizione sul mezzo della pittura è da sempre una delle caratteristiche del lavoro
di Zefferino. In questa mostra sono presentati dei dipinti astratti di nuova concezione: le
tele, che portano titoli come “Mercure chrome, methylene, betadine, iodine”, registrano un
“dialogo chimico” tra i disinfettanti di diverso colore e lo smalto bianco. Il blu di metilene è
usato anche come mezzo di contrasto, e come le altre sostanze reagisce con lo smalto
creando effetti di superficie che rinnovano le tradizioni del “colorfield painting” e della
pittura informale.
In questa mostra appare evidente l'intenzione dell'artista di “far coincidere il medium con il
messaggio”. L'anestetizzazione dei luoghi di divertimento viene interpretata attraverso
l'uso “materico” dell'anestetico reale in funzione di “colore tradizionale”.
Un dialogo più schietto con la storia dell'arte si intravede nelle prime sculture create da
Zefferino e qui presentate: l'omaggio a Alberto Giacometti prende la forma di “Study for
woman figure”, una scultura che richiama le donne del maestro svizzero attraverso
l'assemblaggio di scatole di farmaci. “La figura fragile ed evanescente di Giacometti –
psiega Zefferino - è resa con scatole di farmaci realmente usati da persone che conosco.
Mi interessa la dimensione del “vissuto”.
“Cross” è invece una scultura in tessuto e resina raffigurante il calco di un volto che
richiama i sudari. Nasce dall'osservazione di sculture tardo barocche settecentesche in cui
la figura del Cristo o della Madonna appare coperta dal sudario e sono realizzate
solitamente in marmo. Zefferino usa invece un lenzuolo da ospedale originale.
La mostra espone anche un dipinto, realizzato su un'assemblaggio di scatole di farmaci,
che ritrae il volto di Johnathan Brandis, giovane attore americano morto suicida e
divenuto un “caso” hollywoodiano, simbolo dello sfruttamento dei giovani attori da parte
dell'industria cinematografica e del problematico rapporto tra età e celebrità.
Il mondo delle “celebrities” torna nella serie nuova delle aspirine. In esse Zefferino, dopo
ricerche lunghe ed accurate, giunge a ritrarre personalità controverse, spesso vittime
dell'abuso di farmaci e droghe, su compresse di aspirine. Si tratta di “miniature”
contemporanee. A Milano l'artista presenta una Vanitas classica, un teschio, più i ritratti di
Amy Winehouse, Jim Morrison e Whitney Houston.
Recentemente, alcune opere di queste serie di lavori sono state acquisite dal museo
MART di Rovereto per la sua collezione permanente.
Francesco Zefferino è nato a Bari nel 1969. Vive e lavora ad Acquaviva delle Fonti.
tasso di crescita annua del 5%.
(Ansa 7 luglio 2010)
whitelabs è lieta di annunciare la nuova mostra personale di Francesco Zefferino, che
vede esposti i recenti lavori, di cui molti inediti, basati sulle ultime ricerche che vedono
l'introduzione di farmaci e sostanze chimiche dentro il medium tradizionale della pittura a
olio e nella scultura.
La mostra ha per titolo Mercure Chrome, e richiama l'interesse di Zefferino per il mondo
farmaceutico, in quanto dimensione crescente di un modo di vivere sempre più preda delle
ansie contemporanee. “Ansia da prestazione, ansia di restare poveri, ansia di vivere, di
morire... Ansia di dipingere”, scrive Francesco Zefferino.
La mostra presenta lavori recenti di serie già avviate, nuove serie e due sculture inedite.
La serie “Diprivan” consiste in dipinti realizzati con olio e anestetici su tela, ed evocano la
cultura del clubbing, con i suoi riti, i suoi miti e le sue fragilità, colte dietro l'apparente
scintillio dei “party”. Il Diprivan è utilizzato per effettuare le anestesie totali e consiste in
una sostanza semitrasparente bianca, che l'artista sfrutta, al pari di un colore tradizionale,
per creare velature e cancellature sui dipinti.
“I farmaci – sostiene Zefferino - regolano la nostra esistenza ed il nostro sistema
economico. Siamo farmaco-dipendenti, il farmaco è diventato il rimedio per tutto. I farmaci
ci aiutano a guarire, a dormire, a mangiare, a fare sesso...”
La ricognizione sul mezzo della pittura è da sempre una delle caratteristiche del lavoro
di Zefferino. In questa mostra sono presentati dei dipinti astratti di nuova concezione: le
tele, che portano titoli come “Mercure chrome, methylene, betadine, iodine”, registrano un
“dialogo chimico” tra i disinfettanti di diverso colore e lo smalto bianco. Il blu di metilene è
usato anche come mezzo di contrasto, e come le altre sostanze reagisce con lo smalto
creando effetti di superficie che rinnovano le tradizioni del “colorfield painting” e della
pittura informale.
In questa mostra appare evidente l'intenzione dell'artista di “far coincidere il medium con il
messaggio”. L'anestetizzazione dei luoghi di divertimento viene interpretata attraverso
l'uso “materico” dell'anestetico reale in funzione di “colore tradizionale”.
Un dialogo più schietto con la storia dell'arte si intravede nelle prime sculture create da
Zefferino e qui presentate: l'omaggio a Alberto Giacometti prende la forma di “Study for
woman figure”, una scultura che richiama le donne del maestro svizzero attraverso
l'assemblaggio di scatole di farmaci. “La figura fragile ed evanescente di Giacometti –
psiega Zefferino - è resa con scatole di farmaci realmente usati da persone che conosco.
Mi interessa la dimensione del “vissuto”.
“Cross” è invece una scultura in tessuto e resina raffigurante il calco di un volto che
richiama i sudari. Nasce dall'osservazione di sculture tardo barocche settecentesche in cui
la figura del Cristo o della Madonna appare coperta dal sudario e sono realizzate
solitamente in marmo. Zefferino usa invece un lenzuolo da ospedale originale.
La mostra espone anche un dipinto, realizzato su un'assemblaggio di scatole di farmaci,
che ritrae il volto di Johnathan Brandis, giovane attore americano morto suicida e
divenuto un “caso” hollywoodiano, simbolo dello sfruttamento dei giovani attori da parte
dell'industria cinematografica e del problematico rapporto tra età e celebrità.
Il mondo delle “celebrities” torna nella serie nuova delle aspirine. In esse Zefferino, dopo
ricerche lunghe ed accurate, giunge a ritrarre personalità controverse, spesso vittime
dell'abuso di farmaci e droghe, su compresse di aspirine. Si tratta di “miniature”
contemporanee. A Milano l'artista presenta una Vanitas classica, un teschio, più i ritratti di
Amy Winehouse, Jim Morrison e Whitney Houston.
Recentemente, alcune opere di queste serie di lavori sono state acquisite dal museo
MART di Rovereto per la sua collezione permanente.
Francesco Zefferino è nato a Bari nel 1969. Vive e lavora ad Acquaviva delle Fonti.
13
settembre 2013
Francesco Zefferino – Mercurochrome
Dal 13 settembre al 22 ottobre 2013
arte contemporanea
Location
WHITELABS
Milano, Via Gerolamo Tiraboschi, 2, (Milano)
Milano, Via Gerolamo Tiraboschi, 2, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00
sabato su appuntamento
Vernissage
13 Settembre 2013, ore 18 – 22
Autore
Curatore